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Autore: AlionMars    23/07/2015    1 recensioni
Un mio piccolo viaggio nella testa di Louis Tomlinson che ho deciso di condividere con voi.
"C'erano di quei momenti in cui avrebbe voluto urlare al mondo il suo amore e la su frustrazione ma questi non era uno di quelli. Se ne stava infatti sul divanetto di finta pelle nera mentre con una mano giocherellava con quei capelli che proprio lui gli aveva chiesto di far crescere."
Enjoy!
Critiche e recensioni son ben accette :3
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sempre stato cosí. C'era chi metteva le proprie storie d'amore in copertina e poi c'era lui che non poteva nemmeno tenere una foto sul telefono. C'era chi poteva scambiarsi più di un bacio poco casto in pubblico e poi c'era lui costretto dietro un paio di occhiali da sole, quando gli era consentito, oppure sempre troppo distante per vedere se effettivamente quella canzone fosse riferita a lui. Ma, come ben sapeva, era sempre stato così e così sarebbe rimasto. Non voleva aggiungere quel "per sempre" perchè queste due parole erano state pronunciate dalle labbra da lui più agoniate pochi mesi prima e quindi voleva tenersela come la sua frase preferita da tatuarsi, non appena avesse trovato il giusto spazio tra gli altri disegni, che ormai facevano del suo corpo una mappa disordinata. Forse vicina al pugnale, era stato il suo primo pensiero. Come una spina in un fianco, si, la sua spina nel fianco. Sorrise. Da una parte non vi era descrizione più azzeccata per quella persona che a poco a poco gli aveva cambiato la vita. Poi ci riflettè su e capì, non sarebbe stato un tatuaggio a cambiare le cose, perchè le cose non sarebbero mai cambiate. 
Aveva così incominciato ad essere geloso di ciò che aveva, chiudendosi in se stesso e diventato un tantino acido quando si presentava il minimo accenno alla faccenda. Già, ormai era diventata una faccenda, un qualcosa da disprezzare, che era sempre di troppo. E quando ci pensava tralasciava tutte le cose belle che di quella faccenda facevano un sentimento meraviglioso che era sicuro fosse unico e segreto. Si, un segreto sempre più pericoloso che per poche persone significava la perdita di ogni certezza ma che per lui ed altre migliaia di persone significava speranza. Era incredibile pensare quante volte quella domanda gli fosse stata posta e quante volte lui avesse fatto finta di niente o avesse risposto in tono scherzoso o con sguardo accigliato. Eppure nonostante le sue parole, erano altre le cose che le persone notavano, proprio come lui le aveva notate nella persona di cui si era innamorato. Erano le piccole cose, come canticchiava lui, erano i mezzi sorrisi, fatti per non essere notati da tutti ma solo da colui al quale erano indirizzati, erano i brevi sguardi furbi e languidi allo stesso tempo che più di una volta non erano sfuggiti alla telecamera e all'occhio esperto di chi ormai lo conosceva bene, anche se non lo voleva ammettere. E così, pur tenendo un'apparenza distaccata e scontrosa, quando si ritrovava la sera e la notte da solo, iniziava a guardare su YouTube la loro storia e neanche lui aveva a mente tutte le lacrime che erano uscite da quei due piccoli cieli, come insisteva nel chiamarli il coprotagonista di questi brevi video. Altre volte si ritrovava a ridere di tutti gli indizi che normalmente sparpagliati in un'intervista o in un concerto non avrebbero dato fastidio a nessuno, ma che messi insieme costituivano ben più di una prova incriminatoria. E lui, che con tono disprezzante nominava le storie che erano state scritte su di loro, era il primo a leggerle incuriosito e con il cuore a mille quando un qualche particolare della loro intimità era particolarmente vivido e chiaro nei suoi ricordi. 
C'erano di quei momenti in cui avrebbe voluto urlare al mondo il suo amore e la su frustrazione ma questi non era uno di quelli. Se ne stava infatti sul divanetto di finta pelle nera mentre con una mano giocherellava con quei capelli che proprio lui gli aveva chiesto di far crescere. Quella testa sulle sue gambe non gli pesava, anzi, avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, ma non fece in tempo a maledirsi per il desiderio quasi espresso con un filo di voce che la porta  del camerino si aprì ed una voce stanca disse "Louis, Harry, mancate solo voi". Ed in quel momento in quei piccoli cieli le stelle smisero di brillare.
   
 
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