Top Secret
- Accidenti a lui, la
prossima volta che Franky mi frega una molla lo uccido! – borbottava Usopp
mentre era chino per scrutare sotto un mobile. Nulla. Quella ricerca durava da
tutta la mattinata, eppure ancora non aveva trovato quel dannato elastico. Franky
glielo aveva chiesto in prestito qualche giorno indietro e come al solito,
l’aveva lasciato in giro da qualche parte. Quando non si trattava dei suoi
marchingegni, non si preoccupava mai di fare attenzione a dove poggiava le
cose. Così il povero cecchino era stato costretto a mettere sottosopra la
stanza dei ragazzi per ritrovare il suo prezioso oggetto. Sbuffando
all’ennesimo fallimento, si sedette a terra masticando fra i denti qualche
insulto contro il suo compagno.
- E’ tutto inutile...
dovrò chiedere a Nami di ricomprarmelo alla prossima isola – arrendendosi
decise ti alzarsi. Quando poggiò la mano a terra per fare leva, notò che un
asse del pavimento era sollevato. Andrebbe dovuto dire a Franky di aggiustarlo,
ma la cosa che lo incuriosì era che sembrava essere stata sollevata di
proposito. Infilò una mano nella tasca della sua salopette tirando fuori una
piccola sbarra di ferro, che decise di usare come piede di porco. Ci impegnò un
po’ prima di riuscire a sollevarla, perché sembrava essere stata “chiusa” con
parecchia forza. Alla fine riuscì nel suo intendo, scoprendo sotto l’asse una
specie di cassetto segreto contenente una busta. La prese fra le mani
chiedendosi se era giusto quello che stava facendo. Metti caso che c’era
qualcosa di segretissimo e che se l’avesse letta qualcuno avrebbe potuto dargli
la caccia per farlo tacere per sempre? Si lasciò scappare un grido spaventato e
poi si portò una mano alla bocca. Ma che gli passava per la testa, figurarsi se
qualcuno metteva qualcosa del genere nel pavimento della Sunny! E poi se era
lì, doveva essere di qualche suo compagno e non certo di un criminale
pericoloso. E allora che aspettava ad aprirla? Si morse il labbro attendendo
qualche altro secondo, quando sentì la voce di Rufy che si avvicinava.
Immediatamente si infilò la lettera in tasca e chiuse l’asse sedendosi sopra.
- Dov’eri finito? – chiese il capitano spalancando la porta e trovandolo seduto
a terra. Usopp rise nervosamente cercando di mascherare la sua agitazione.
- Niente stavo cercando
una cosa... sentì Rufy perché non andiamo a pescare un po’ di polpi da far
cucinare a Sanji? – come era prevedibile gli occhi del capitano iniziarono a
brillare mentre già poteva sentire sotto il suo palato il sapore delle polpette
di Sanji.
- Sììììì!
Andiamo Usopp! – scappando verso l’estero, Rufy lasciò solo il compagno che
tirò un sospiro di sollievo. Erano in momenti come quelli che era grato alla
stupidità di Rufy. Provò a risollevare l’asse del pavimento per rimettere a
posto la busta, ma stavolta era quasi impossibile anche solo sollevarlo di
pochi centimetri. Essendosi seduto con tanta forza, l’aveva quasi sigillata. E
ora che fare? Il panico prese velocemente piede nel suo corpo mentre già si
immaginava di essere gettato in pasto ai mostri marini non appena qualcuno si
fosse accorto di ciò che aveva fatto. Le grida di Rufy lo obbligarono ad uscire
senza poter pensare troppo, e si chiuse velocemente la porta alle spalle.
Per tutta la mattinata non
fece che pensare a quella busta. Cosa conteneva? Chi l’aveva lasciata lì e
perché? Domande che non avrebbero avuto una risposta finché non l’avesse
aperta.
- Ehi Usopp tutto bene? – la voce di chopper lo fece saltare sulla sedia
- Perché me lo chiedi? Sto
benissimo non lo vedi?! – tornò a ridere mentre si passava nervosamente una
mano sulla nuca.
- Beh non hai mangiato praticamente nulla...- gli occhi del cecchino si
abbassarono sul piatto che aveva davanti. Era vero, era completamente intatto,
il ché non era da lui. Quando si trattava di mangiare l’unico che poteva fargli
concorrenza era Rufy. Per fortuna Sanji non se n’era accorto, altrimenti gli
avrebbe fatto una ramanzina delle sue sul fatto di non sprecare il cibo e bla bla bla.
- Lo stavo facendo raffreddare – borbottò mentre iniziava a mangiare
velocemente. Non poteva continuare così, doveva aprire quella busta e scoprire
cosa c’era prima che qualcuno si potesse insospettire. Come accade quando sai
di aver fatto qualcosa di sbagliato, Usopp continuava a sentire gli occhi dei
suoi compagni su di se. Ogni parola pareva essere indirizzata a quello che
nascondeva nella sua tasca e al perché l’avesse presa. Naturalmente non poteva
essere così, ma era la paranoia tipica di Usopp, che in quel momento stava
raggiungendo picchi inimmaginabili.
- Io... io.. devo andare a finire una cosa nel mio laboratorio – scattò in
piedi borbottando quella frase nel tentativo di mostrare sicurezza. Quasi
nessuno lo ascoltò e lui si avvicinò velocemente alla porta.
- Ehi aspetta un secondo – la frase del cuoco lo fece arrestare istantaneamente
mentre nella testa del cecchino scorrevano le parole delle varie scuse che
avrebbe potuto inventare.
- Se hai tempo cerca di
aggiustarmi quella pentola – le gambe quasi gli cedettero quando si rilassò
alle parole di Sanji.
- Non temere lo farò
sicuramente – sorridente uscì dalla cucina. Diede uno sguardo in giro, non
c’era nessuno. Perfetto. Velocemente corse verso il bagno, lì nessuno avrebbe
potuto disturbarlo, chiuse a chiave la porta e si sedette sulla tavoletta
chiusa del water. E ora? Prese lunghi
respiri prima di tirar fuori dalla tasca la busta.
- Coraggio Usopp, sei un pirata coraggioso! – cercò di darsi forza. La busta
era bianca e presentava segni di stropicciamento. Non era di sicuro nuova, e a occhio
e croce risaliva a qualche settimana fa. Pareva contenere delle carte. Pensò
che poteva essere una lettera, ma non c’era alcun nome sopra. Una lettera deve
avere un mittene e un destinatario. E allora cos’era? Senza pensarci più su,
sollevo la parte che la chiudeva e tirò fuori il contenuto. Erano dei fogli
scritti a mano, due fogli per la precisione. Non c’erano dubbio, a un primo
sguardo quella era proprio una lettera.
- Ora bisogna leggerla -
inghiottì mentre si apprestava a far scorrere gli occhi sulla carta. In casi
normali non avrebbe fatto tutta quella difficoltà a leggere una lettera, ma il
fatto che fosse chiusa in una busta senza mittente, e nascosta attentamente
sotto le assi del pavimento, rendeva la cosa un po’ più complicata.
- Avanti puoi farcela – un ultimo sforzo e iniziò a leggerla.
“ Non so perché lo sto facendo, ma sentivo il bisogno di
scriverti queste poche righe. Lo sai che non è da me fare un simile gesto, ma
ultimamente non so neanche più chi sono....”
le prime righe sembravano
lasciar presumere che fosse una lettera personale. L’ipotesi “documento
top-secret” andava a farsi benedire, e così Usopp poté tirare un respiro di
sollievo. Qualcuno dei suoi compagni aveva dovuto scriverla, oppure l’aveva
ricevuta. Bastava solo continuare per scoprirlo
“... Quello che è successo l’altra sera, mi ha
fatto capire che non può più continuare. La cosa è andata già oltre e io non
avrei dovuto permetterlo, se gli altri lo scoprissero sarebbe la fine. Immagino
che anche tu sappia che tutto deve rimanere segreto. Tutto... “
Iniziava a essere confuso.
Un segreto che nessuno doveva sapere? A cosa poteva riferirsi? E “gli altri”
chi erano? Lui e i suoi compagni? Che quella lettera fosse stata scritta da
qualcuno su quella nave, sembrava essere l’ipotesi più ovvia. Riprese a leggere
“ ... Nessuno potrebbe capire, perché in primis siamo noi
due che non lo capiamo. Non credere che però questa decisione sia stata facile,
anche se non te l’ho mai detto credo che tu abbia capito cosa significhi per
me. Sai che la natura del mio carattere mi impedisce di lasciarmi avvicinare,e
se ho lasciato che tu lo facessi, è perché sei l’unica persona che abbia mai
amato...”
L’ultima frase lasciò
Usopp senza parole. La sua idea era che due dei suoi compagni avessero una
specie di relazione, o meglio avevano avuto, perché le parole che erano scritte
su quella lettera erano parole di addio. Chi potevano essere quei due amanti?
Rilesse la parte dove
parlava del carattere. Qualcuno con un carattere chiuso che non si faceva
avvicinare... nella sua mente comparve l’immagine dello spadaccino. Eh già, lui
rispecchiava quel tipo di persona, il ché spiegava anche le prime frasi sul
fatto di non essere il tipo da fare quel gesto. La curiosità crebbe e
velocemente gli occhi del cecchino scorsero lungo le altre righe
“ ...Amare è sempre stata una cosa di cui non credevo di
essere capace, ma incontrare Rufy e poi te soprattutto, mi ha fatto capire
quanto mi sbagliavo. Ogni volta che ti stringevo fra le braccia, sentivo di
poter affrontare tutto perché tu eri al mio fianco, ci sei sempre stato, perché
sei un ragazzo speciale.. “
Alt! “Sei un ragazzo
speciale” non erano parole che Zoro poteva dire. Doveva per forza essere una
donna, quindi o Nami o Robin. Ma Robin non era di certo una che si metteva a
scrivere lettere d’amore, e poi a chi? No, doveva trattarsi di Nami. Nella lettera
veniva citato Rufy, il ché lo escludeva praticamente subito dalla lista dei
candidati che avevano scritto o ricevuto quella lettera. Usopp sollevò gli
occhi dal foglio guardando un punto indefinito del muro. Forse non doveva andare
oltre, erano parole che qualcuno aveva scritto per una persona speciale, e lui non
aveva alcun diritto di leggerle. Ma se non riusciva a scoprire chi fossero le
due persone in questione, avrebbe passato tutto il tempo a fare ipotesi su
ipotesi. No, doveva continuare, ormai non gli restava che continuare.
“..Stamattina quando Nami ti ha sorriso, ho provato un
sentimento strano nello stomaco che mi spingeva a chiudere gli occhi e non
vedere. Credo fosse gelosia, ma il mio orgoglio mi impedisce di ammetterlo...”
E quella frase mandava a
monte anche l’idea che la lettera l’avesse scritta Nami. Stranamente ritornava
alla ribalta l’ipotesi Zoro, perché le parole come “orgoglio” e “chiudere gli
occhi” erano praticamente il suo marchio di fabbrica. Ma se fosse stato così,
allora... prese un lungo respiro mentre decise di andare fino in fondo.
“ ...Tutti hanno sempre pensato che io fossi una persona
cinica, insensibile, ma non è mai stato così, e tu sei l’unico che sa veramente
come sono. Non so se potrai perdonare questa mia scelta, so però che ti farà
soffrire, e questo non sai quanto mi faccia stare male... “
Nelle successive righe c’erano
ancora parole tristi, che però lascavano
trapelare quanto amore legasse ancora quelle due persone. Non veniva riportato però
il motivo di quell’addio. Perché era finita? E fra chi soprattutto... Continuò
a leggere finché non lesse qualcosa che lo colpì particolarmente
“... quella camicia ti stava perfettamente, ma lo sai che
anche questa è una cosa che non mi è mai stata facile dirti. Preferivo mostrarti
con i gesti quanto mi piacessi, quanto ti desideravo; abbracciandoti,
stringendoti a me, baciandoti finché non ti addormentavi con un sorriso dolce
sulle labbra, così dolce che mi chiedevo se eri la stessa persona che passava
tutto il giorno a gongolarsi per essere il più bello
e il più figo di tutti. Quante volte avrei voluto
dirti che non servivano tutte quelle moine, perché io sapevo quanto fossi
speciale, ma tu mi sorridevi ancora una volta e controllando che nessuno ci
guardasse, mi strizzavi l’occhio. Che stupido che sei, sei sempre stato un po’
stupido...”
Perché quelle parole
disegnarono nella sua mente la sagoma di Sanji? Era per la camicia, o per il gongolarsi tutto il giorno? No, forse erano per lo “stupido”...
Ma non poteva proprio essere così. Alzò gli occhi al soffitto cercando un senso
a tutto ciò. Magari era solo uno scherzo, ma quella lettera sembrava contenere
sentimenti reali, e poi se c’era qualcuno su quella nave che faceva scherzi,
beh ora era seduto sulla tazza del water. Ma sì, nessuno avrebbe mai scritto
una cosa del genere per scherzo. Qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare
letteralmente
- Occupato! – urlò. Dall’altra parte si udì il parlottare dello spadaccino che
si allontanava. Accidenti proprio lui... avrebbe voluto continuare a leggere,
ma l’agitazione ebbe la meglio. Infilò la lettera nella busta e la nascose
nella tasca. Era meglio posarla e dimenticare tutto, si stava facendo troppo
problemi. Era una lettera d’addio, e quindi non aveva più senso chiedersi chi
fosse o cosa fosse. Era passato, finito.
Uscì dal bagno e corse in camera per riposare la busta. Per fortuna
non c’era nessuno. Con una calma e un sangue freddo, che il cecchino non sapeva
di avere, ripeté lo stesso gesto di quella mattina, e sollevata l’asse del
pavimento posò la busta. La guardò per qualche altro secondo.
- E’ la cosa giusta – e richiuse l’asse.
Mentre tornava dai suoi
compagni, incrociò Zoro che riposava sul ponte. Chissà se era lui... un sorriso
si disegnò sulle sue labbra quando Sanji passò accanto allo spadaccino
scuotendolo con un piede affinché si spostasse. Come aveva fatto a pensare una
cosa simile? Che stupido. Zoro non poteva aver scritto quella lettera, né tanto
meno averla scritta per Sanji.
- Usopp viene a giocare
con l’altalena!!! – gli urlò Chopper. Il cecchino ridacchiò e raggiunse la
piccola renna che stava spingendo il capitano su e giù, convincendosi sempre
più che aveva fatto la cosa giusta. Quella lettera era un segreto che doveva
restare tale, se i suoi compagni aveva deciso così, doveva rispettare quella
scelta. Rimase un po’ di curiosità in lui anche nei giorni successivi, ma poi
notò che fra la ciurma non c’erano particolari tensioni, anzi. Soprattutto fra Zoro
e Sanji le cose erano praticamente “perfette”. Litigavano su tutto e stavano
sempre con i denti stretti a ringhiarsi contro. Forse
erano loro i due amanti?... beh, in un modo un po’ folle lo credette, e con
quella convinzione lasciò definitivamente qualsiasi altro pensiero su quella
lettera.
Verso sera, quando l’intera
ciurma era radunata sul ponte, uno di loro entrò silenziosamente nella camera
dei ragazzi. Sollevò un asse del pavimento e prese una busta. Lesse la lettera
che vi era contenuta, mentre delle piccole lacrime scendevano dai suoi occhi. La
porta si aprì lentamente.
- Che fai qui? – il ragazzo si voltò versò la persona che era appena comparsa.
- Rileggo la tua
lettera...- sospirò.
- Non avrei mai dovuto
scriverla – alzò lo sguardo nuovamente verso quella persona mentre quest’ultima
si avvicinava a lui.
- Allora...- non ci furono
più parole che due braccia si avvolsero attorno al collo del ragazzo, mentre le
labbra dei due si univano in un dolce bacio
- Ti amo Franky –
- Ti amo... Robin –
The End
Non
chiedetemi perché l’abbia scritta, mi è venuta di getto e quindi non ha nessun
particolare motivo XD
Perdonate
gli errori, ma non l’ho rivista, l’ho scritta e l’ho pubblicata immediatamente U///U
Ho
fatto male?
Lascio
a voi il verdetto ^-*
Kiss
kiss Chiara