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Autore: kiara_star    23/01/2009    6 recensioni
“Casualmente Usopp si trova fra le mani una busta. Aprendola scoprirà che qualcuno dei suoi compagni nasconde un segreto, un segreto inconfessabile che lo lega ad un altro membro della ciurma... chi sarà mai?” altra fic con protagonista il mitico Usopp stavolta alle prese con i segreti di bordo...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usop
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Top Secret

 

- Accidenti a lui, la prossima volta che Franky mi frega una molla lo uccido! – borbottava Usopp mentre era chino per scrutare sotto un mobile. Nulla. Quella ricerca durava da tutta la mattinata, eppure ancora non aveva trovato quel dannato elastico. Franky glielo aveva chiesto in prestito qualche giorno indietro e come al solito, l’aveva lasciato in giro da qualche parte. Quando non si trattava dei suoi marchingegni, non si preoccupava mai di fare attenzione a dove poggiava le cose. Così il povero cecchino era stato costretto a mettere sottosopra la stanza dei ragazzi per ritrovare il suo prezioso oggetto. Sbuffando all’ennesimo fallimento, si sedette a terra masticando fra i denti qualche insulto contro il suo compagno.

- E’ tutto inutile... dovrò chiedere a Nami di ricomprarmelo alla prossima isola – arrendendosi decise ti alzarsi. Quando poggiò la mano a terra per fare leva, notò che un asse del pavimento era sollevato. Andrebbe dovuto dire a Franky di aggiustarlo, ma la cosa che lo incuriosì era che sembrava essere stata sollevata di proposito. Infilò una mano nella tasca della sua salopette tirando fuori una piccola sbarra di ferro, che decise di usare come piede di porco. Ci impegnò un po’ prima di riuscire a sollevarla, perché sembrava essere stata “chiusa” con parecchia forza. Alla fine riuscì nel suo intendo, scoprendo sotto l’asse una specie di cassetto segreto contenente una busta. La prese fra le mani chiedendosi se era giusto quello che stava facendo. Metti caso che c’era qualcosa di segretissimo e che se l’avesse letta qualcuno avrebbe potuto dargli la caccia per farlo tacere per sempre? Si lasciò scappare un grido spaventato e poi si portò una mano alla bocca. Ma che gli passava per la testa, figurarsi se qualcuno metteva qualcosa del genere nel pavimento della Sunny! E poi se era lì, doveva essere di qualche suo compagno e non certo di un criminale pericoloso. E allora che aspettava ad aprirla? Si morse il labbro attendendo qualche altro secondo, quando sentì la voce di Rufy che si avvicinava. Immediatamente si infilò la lettera in tasca e chiuse l’asse sedendosi sopra.
- Dov’eri finito? – chiese il capitano spalancando la porta e trovandolo seduto a terra. Usopp rise nervosamente cercando di mascherare la sua agitazione.

- Niente stavo cercando una cosa... sentì Rufy perché non andiamo a pescare un po’ di polpi da far cucinare a Sanji? – come era prevedibile gli occhi del capitano iniziarono a brillare mentre già poteva sentire sotto il suo palato il sapore delle polpette di Sanji.

- Sììììì! Andiamo Usopp! – scappando verso l’estero, Rufy lasciò solo il compagno che tirò un sospiro di sollievo. Erano in momenti come quelli che era grato alla stupidità di Rufy. Provò a risollevare l’asse del pavimento per rimettere a posto la busta, ma stavolta era quasi impossibile anche solo sollevarlo di pochi centimetri. Essendosi seduto con tanta forza, l’aveva quasi sigillata. E ora che fare? Il panico prese velocemente piede nel suo corpo mentre già si immaginava di essere gettato in pasto ai mostri marini non appena qualcuno si fosse accorto di ciò che aveva fatto. Le grida di Rufy lo obbligarono ad uscire senza poter pensare troppo, e si chiuse velocemente la porta alle spalle.

Per tutta la mattinata non fece che pensare a quella busta. Cosa conteneva? Chi l’aveva lasciata lì e perché? Domande che non avrebbero avuto una risposta finché non l’avesse aperta.
- Ehi Usopp tutto bene? – la voce di chopper lo fece saltare sulla sedia

- Perché me lo chiedi? Sto benissimo non lo vedi?! – tornò a ridere mentre si passava nervosamente una mano sulla nuca.
- Beh non hai mangiato praticamente nulla...- gli occhi del cecchino si abbassarono sul piatto che aveva davanti. Era vero, era completamente intatto, il ché non era da lui. Quando si trattava di mangiare l’unico che poteva fargli concorrenza era Rufy. Per fortuna Sanji non se n’era accorto, altrimenti gli avrebbe fatto una ramanzina delle sue sul fatto di non sprecare il cibo e bla bla bla.
- Lo stavo facendo raffreddare – borbottò mentre iniziava a mangiare velocemente. Non poteva continuare così, doveva aprire quella busta e scoprire cosa c’era prima che qualcuno si potesse insospettire. Come accade quando sai di aver fatto qualcosa di sbagliato, Usopp continuava a sentire gli occhi dei suoi compagni su di se. Ogni parola pareva essere indirizzata a quello che nascondeva nella sua tasca e al perché l’avesse presa. Naturalmente non poteva essere così, ma era la paranoia tipica di Usopp, che in quel momento stava raggiungendo picchi inimmaginabili.
- Io... io.. devo andare a finire una cosa nel mio laboratorio – scattò in piedi borbottando quella frase nel tentativo di mostrare sicurezza. Quasi nessuno lo ascoltò e lui si avvicinò velocemente alla porta.
- Ehi aspetta un secondo – la frase del cuoco lo fece arrestare istantaneamente mentre nella testa del cecchino scorrevano le parole delle varie scuse che avrebbe potuto inventare.

- Se hai tempo cerca di aggiustarmi quella pentola – le gambe quasi gli cedettero quando si rilassò alle parole di Sanji.

- Non temere lo farò sicuramente – sorridente uscì dalla cucina. Diede uno sguardo in giro, non c’era nessuno. Perfetto. Velocemente corse verso il bagno, lì nessuno avrebbe potuto disturbarlo, chiuse a chiave la porta e si sedette sulla tavoletta chiusa del water. E ora?  Prese lunghi respiri prima di tirar fuori dalla tasca la busta.
- Coraggio Usopp, sei un pirata coraggioso! – cercò di darsi forza. La busta era bianca e presentava segni di stropicciamento. Non era di sicuro nuova, e a occhio e croce risaliva a qualche settimana fa. Pareva contenere delle carte. Pensò che poteva essere una lettera, ma non c’era alcun nome sopra. Una lettera deve avere un mittene e un destinatario. E allora cos’era? Senza pensarci più su, sollevo la parte che la chiudeva e tirò fuori il contenuto. Erano dei fogli scritti a mano, due fogli per la precisione. Non c’erano dubbio, a un primo sguardo quella era proprio una lettera.

- Ora bisogna leggerla - inghiottì mentre si apprestava a far scorrere gli occhi sulla carta. In casi normali non avrebbe fatto tutta quella difficoltà a leggere una lettera, ma il fatto che fosse chiusa in una busta senza mittente, e nascosta attentamente sotto le assi del pavimento, rendeva la cosa un po’ più complicata.
- Avanti puoi farcela – un ultimo sforzo e iniziò a leggerla.

“ Non so perché lo sto facendo, ma sentivo il bisogno di scriverti queste poche righe. Lo sai che non è da me fare un simile gesto, ma ultimamente non so neanche più chi sono....”

 

le prime righe sembravano lasciar presumere che fosse una lettera personale. L’ipotesi “documento top-secret” andava a farsi benedire, e così Usopp poté tirare un respiro di sollievo. Qualcuno dei suoi compagni aveva dovuto scriverla, oppure l’aveva ricevuta. Bastava solo continuare per scoprirlo


“... Quello che è successo l’altra sera, mi ha fatto capire che non può più continuare. La cosa è andata già oltre e io non avrei dovuto permetterlo, se gli altri lo scoprissero sarebbe la fine. Immagino che anche tu sappia che tutto deve rimanere segreto. Tutto... “

Iniziava a essere confuso. Un segreto che nessuno doveva sapere? A cosa poteva riferirsi? E “gli altri” chi erano? Lui e i suoi compagni? Che quella lettera fosse stata scritta da qualcuno su quella nave, sembrava essere l’ipotesi più ovvia. Riprese a leggere

 

“ ... Nessuno potrebbe capire, perché in primis siamo noi due che non lo capiamo. Non credere che però questa decisione sia stata facile, anche se non te l’ho mai detto credo che tu abbia capito cosa significhi per me. Sai che la natura del mio carattere mi impedisce di lasciarmi avvicinare,e se ho lasciato che tu lo facessi, è perché sei l’unica persona che abbia mai amato...”

 

 

L’ultima frase lasciò Usopp senza parole. La sua idea era che due dei suoi compagni avessero una specie di relazione, o meglio avevano avuto, perché le parole che erano scritte su quella lettera erano parole di addio. Chi potevano essere quei due amanti?

Rilesse la parte dove parlava del carattere. Qualcuno con un carattere chiuso che non si faceva avvicinare... nella sua mente comparve l’immagine dello spadaccino. Eh già, lui rispecchiava quel tipo di persona, il ché spiegava anche le prime frasi sul fatto di non essere il tipo da fare quel gesto. La curiosità crebbe e velocemente gli occhi del cecchino scorsero lungo le altre righe

“ ...Amare è sempre stata una cosa di cui non credevo di essere capace, ma incontrare Rufy e poi te soprattutto, mi ha fatto capire quanto mi sbagliavo. Ogni volta che ti stringevo fra le braccia, sentivo di poter affrontare tutto perché tu eri al mio fianco, ci sei sempre stato, perché sei un ragazzo speciale.. “

 

Alt! “Sei un ragazzo speciale” non erano parole che Zoro poteva dire. Doveva per forza essere una donna, quindi o Nami o Robin. Ma Robin non era di certo una che si metteva a scrivere lettere d’amore, e poi a chi? No, doveva trattarsi di Nami. Nella lettera veniva citato Rufy, il ché lo escludeva praticamente subito dalla lista dei candidati che avevano scritto o ricevuto quella lettera. Usopp sollevò gli occhi dal foglio guardando un punto indefinito del muro. Forse non doveva andare oltre, erano parole che qualcuno aveva scritto per una persona speciale, e lui non aveva alcun diritto di leggerle. Ma se non riusciva a scoprire chi fossero le due persone in questione, avrebbe passato tutto il tempo a fare ipotesi su ipotesi. No, doveva continuare, ormai non gli restava che continuare.

“..Stamattina quando Nami ti ha sorriso, ho provato un sentimento strano nello stomaco che mi spingeva a chiudere gli occhi e non vedere. Credo fosse gelosia, ma il mio orgoglio mi impedisce di ammetterlo...”

 

E quella frase mandava a monte anche l’idea che la lettera l’avesse scritta Nami. Stranamente ritornava alla ribalta l’ipotesi Zoro, perché le parole come “orgoglio” e “chiudere gli occhi” erano praticamente il suo marchio di fabbrica. Ma se fosse stato così, allora... prese un lungo respiro mentre decise di andare fino in fondo.

 

“ ...Tutti hanno sempre pensato che io fossi una persona cinica, insensibile, ma non è mai stato così, e tu sei l’unico che sa veramente come sono. Non so se potrai perdonare questa mia scelta, so però che ti farà soffrire, e questo non sai quanto mi faccia stare male... “

 

Nelle successive righe c’erano ancora  parole tristi, che però lascavano trapelare quanto amore legasse ancora quelle due persone. Non veniva riportato però il motivo di quell’addio. Perché era finita? E fra chi soprattutto... Continuò a leggere finché non lesse qualcosa che lo colpì particolarmente

 

“... quella camicia ti stava perfettamente, ma lo sai che anche questa è una cosa che non mi è mai stata facile dirti. Preferivo mostrarti con i gesti quanto mi piacessi, quanto ti desideravo; abbracciandoti, stringendoti a me, baciandoti finché non ti addormentavi con un sorriso dolce sulle labbra, così dolce che mi chiedevo se eri la stessa persona che passava tutto il giorno a gongolarsi per essere il più bello e il più figo di tutti. Quante volte avrei voluto dirti che non servivano tutte quelle moine, perché io sapevo quanto fossi speciale, ma tu mi sorridevi ancora una volta e controllando che nessuno ci guardasse, mi strizzavi l’occhio. Che stupido che sei, sei sempre stato un po’ stupido...”

 

 

Perché quelle parole disegnarono nella sua mente la sagoma di Sanji? Era per la camicia, o per il gongolarsi tutto il giorno? No, forse erano per lo “stupido”... Ma non poteva proprio essere così. Alzò gli occhi al soffitto cercando un senso a tutto ciò. Magari era solo uno scherzo, ma quella lettera sembrava contenere sentimenti reali, e poi se c’era qualcuno su quella nave che faceva scherzi, beh ora era seduto sulla tazza del water. Ma sì, nessuno avrebbe mai scritto una cosa del genere per scherzo. Qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare letteralmente
- Occupato! – urlò. Dall’altra parte si udì il parlottare dello spadaccino che si allontanava. Accidenti proprio lui... avrebbe voluto continuare a leggere, ma l’agitazione ebbe la meglio. Infilò la lettera nella busta e la nascose nella tasca. Era meglio posarla e dimenticare tutto, si stava facendo troppo problemi. Era una lettera d’addio, e quindi non aveva più senso chiedersi chi fosse o cosa fosse. Era passato, finito.

Uscì dal bagno e  corse in camera per riposare la busta. Per fortuna non c’era nessuno. Con una calma e un sangue freddo, che il cecchino non sapeva di avere, ripeté lo stesso gesto di quella mattina, e sollevata l’asse del pavimento posò la busta. La guardò per qualche altro secondo.
- E’ la cosa giusta – e richiuse l’asse.

Mentre tornava dai suoi compagni, incrociò Zoro che riposava sul ponte. Chissà se era lui... un sorriso si disegnò sulle sue labbra quando Sanji passò accanto allo spadaccino scuotendolo con un piede affinché si spostasse. Come aveva fatto a pensare una cosa simile? Che stupido. Zoro non poteva aver scritto quella lettera, né tanto meno averla scritta per Sanji.

- Usopp viene a giocare con l’altalena!!! – gli urlò Chopper. Il cecchino ridacchiò e raggiunse la piccola renna che stava spingendo il capitano su e giù, convincendosi sempre più che aveva fatto la cosa giusta. Quella lettera era un segreto che doveva restare tale, se i suoi compagni aveva deciso così, doveva rispettare quella scelta. Rimase un po’ di curiosità in lui anche nei giorni successivi, ma poi notò che fra la ciurma non c’erano particolari tensioni, anzi. Soprattutto fra Zoro e Sanji le cose erano praticamente “perfette”. Litigavano su tutto e stavano sempre con i denti stretti a ringhiarsi contro. Forse erano loro i due amanti?... beh, in un modo un po’ folle lo credette, e con quella convinzione lasciò definitivamente qualsiasi altro pensiero su quella lettera.

Verso sera, quando l’intera ciurma era radunata sul ponte, uno di loro entrò silenziosamente nella camera dei ragazzi. Sollevò un asse del pavimento e prese una busta. Lesse la lettera che vi era contenuta, mentre delle piccole lacrime scendevano dai suoi occhi. La porta si aprì lentamente.
- Che fai qui? – il ragazzo si voltò versò la persona che era appena comparsa.

- Rileggo la tua lettera...- sospirò.

- Non avrei mai dovuto scriverla – alzò lo sguardo nuovamente verso quella persona mentre quest’ultima si avvicinava a lui.

- Allora...- non ci furono più parole che due braccia si avvolsero attorno al collo del ragazzo, mentre le labbra dei due si univano in un dolce bacio

- Ti amo Franky –

- Ti amo... Robin –

 

 

The End

 

 

Non chiedetemi perché l’abbia scritta, mi è venuta di getto e quindi non ha nessun particolare motivo XD

Perdonate gli errori, ma non l’ho rivista, l’ho scritta e l’ho pubblicata immediatamente U///U

Ho fatto male?

Lascio a voi il verdetto ^-*

Kiss kiss Chiara

 

  
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