Videogiochi > Resident Evil
Ricorda la storia  |      
Autore: Mari_Sometimes    23/07/2015    1 recensioni
Per Albert Wesker La musica classica era studio, frutto di duro lavoro. Era perfezione. Quando una sera decise di andare a teatro in quella città edone, non si aspettava di trovare la perfezione. Anna Muller doveva esibirsi in uno dei suoi concerti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Altro Personaggio, Jake Muller, Sherry Birkin
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho voluto fare un piccolo esperimento, una piccola pausa nello scrivere i capitoli di "Resistenza VS. Neo-Umbrella". Ho preso il testo della canzone “Klavier” dei Rammstein e ho steso questa one shot su Albert Wesker e la madre di Jake Muller, che ho chiamato Anna. Spero vi piaccia questa mia piccola follia, buona lettura!

Sherry non fece caso che Jake sapeva suonare il pianoforte. Era bravissimo, aveva talento. Sherry non poteva sapere che Jake aveva imparato a suonare il pianoforte da sua madre.

“Mi dicono
Apri questa porta
La curiosità diventa un urlo
Cosa potrebbe esserci dietro questa porta…
…Oh, è stato tanto tempo fa”

Anna Muller era una concertista, le sue mani erano d’oro al pianoforte. Bellissima, occhi verde smeraldo, capelli rossi fuoco, espressione algida, nonostante il corpo gracilino ed alto. Quando suonava sembrava che la sua bellezza risplendesse ancora di più, sembrava che parlasse. Era quasi impossibile non rimanere colpiti dalla sua bellezza e dalla sua bravura. Anche se purtroppo non era conosciuta per via della sua nazionalità edone, Anna aveva la possibilità di un successo straordinario. Ma non si metteva in testa strane idee perché voleva una famiglia, voleva un bambino. Era sola al mondo, la sua famiglia non c’era più, per questo aveva voglia di una famiglia tutta sua, aveva tanto amore da dare.

Questo finché non conobbe Albert Wesker.

“Là al pianoforte
La ascoltavo
E quando cominciava la sua esecuzione
Io trattenevo il respiro…
…Sembrava
Che suonasse solo per me”

Albert Wesker amava la musica classica, specie se dal vivo era ben eseguita. Non ascoltava altri generi, non li reputava degni del suo ascolto. Per Albert Wesker La musica classica era studio, frutto di duro lavoro. Era perfezione. Quando una sera decise di andare a teatro in quella città edone, non si aspettava di trovare la perfezione. Anna Muller doveva esibirsi in uno dei suoi concerti. Wesker rimase senza fiato…bella da morire e perfetta nel suo compito. La vide altre due volte e si decise a conoscerla. Lei non si aspettava che un uomo come Albert Wesker le desse quelle attenzioni. Un uomo dallo sguardo gelido, che non tralasciava trasparire nessuna emozione, nessun segno sul viso…nulla di nulla! Ma la attirava come una calamita. Voleva quell’uomo, lo voleva con tutta se stessa. Cominciarono a frequentarsi, lui era un ricercatore per la Umbrella Corporation, la compagnia americana farmaceutica venuta lì in Edonia per una ricerca scientifica. A dir la verità la compagnia si stava allargando su scala mondiale, era molto prestigiosa. Anna si sentiva ancora più attratta da Albert, anche se dentro di sé sentiva che c’era qualcosa di sbagliato in lui.
Albert non capiva perché si sentiva così attratto da lei. Non era solo la sua bellezza, era il suo modo di atteggiarsi. Algida, bella, aristocratica quanto bastava…una regina! Sentiva dentro di sé che poteva essere la donna adatta per rimanere al suo fianco, era degna per lui. Così cominciarono la loro relazione.

“Mi disse
Resterò sempre accanto a te
Ma sembrò soltanto
Che lei suonasse solo per me
Ho versato il suo sangue
Nel fuoco della mia rabbia
Ho chiuso la porta
Chiesero di lei”

Anna capì che Albert era un uomo orrendo e grottesco. Reputava gli altri inferiori, arrivava anche a considerare che non erano degni di vivere su questa terra. Era crudele e spietato. Sebbene non parlassero mai della sua ricerca, intuì che stava cercando qualcosa che, umanamente parlando, era al di là di ogni immaginazione, soprattutto etica e morale. Ma non gli chiese mai nulla, aveva capito che alcune cose con Albert era meglio non parlarne. Albert rimase colpito dall’acutezza di Anna, non credeva che un essere inferiore potesse comprenderlo. D’altronde Anna non poteva essere inferiore, sapeva far cantare un pianoforte e aveva anche una vasta cultura. Parlavano dei classici, era molto colta ed intelligente. Qualità che apprezzava, ma ciò che le piaceva di più era il fatto che lei sapeva chi lui fosse in realtà. Sapeva come reputava l’umanità, aveva capito che lei intercettava qualcosa di “sbagliato” (per lei) nella sua ricerca. Non le importava chi fosse realmente lui, accettava questo suo lato e le andava bene. Ma la cosa ben più importante era che Anna aveva capito che lui era un uomo al di sopra degli altri e tutto questo non faceva altro che eccitarlo maggiormente!

Quando facevano l’amore pensava proprio questo. La mordeva, la toccava, la desiderava tantissimo, lei si faceva fare tutto quello che voleva lui, ansimava al suo minimo tocco. Anna non riusciva a pensare quando Albert la toccava, sia dentro che fuori, quando sentiva le sue labbra ardenti toccare le sue e le sentiva dappertutto. Quando poi entrava dentro di lei era un tripudio di emozioni e sensazioni. Anche se lei provava a dominarlo, questo faceva eccitare di più Albert. Era l’unico momento in cui permetteva ad Anna, e farle credere, di avere il controllo. Doveva ammetterlo, era veramente bello. Allora le prendeva i seni, le afferrava forte i glutei e la sentiva andare avanti e indietro sopra di sé. Fantastico!

Fino a quando, però, non scoprì l’impensabile.

“La porta è aperta
 Oh, come gridano
Sento la madre supplicare
Il padre mi sta picchiando
La prendono dal pianoforte
E nessuno qui crede
Che sono gravemente malato
Per il dispiacere e il cattivo odore”

Albert non aveva idea che lei avesse un male latente nel suo sangue. Anna aveva sempre saputo che, prima o poi, quel male si facesse vivo. Del resto aveva ucciso sua madre e sua sorella, era questione di tempo che toccasse anche a lei questa sorte. E così successe. Albert non poteva crederci! La creatura che aveva reputato perfetta si era rivelata, alla fine, non tanto perfetta. Era una carcassa malata, destinare a diventare ben presto cibo per i vermi. Come poteva essere la donna adatta per lui? Non poteva, semplice!

Non chiese nemmeno informazioni presso i medici, andò giusto a vederla per farle vedere quanto disgusto provasse. Anna mantenne il suo sguardo, fiera ed altezzosa come sempre. Finalmente scorgeva il mostro celato e capì l’antifona…aveva il cuore a pezzi, anche se in fondo doveva saperlo che lui non era un uomo come tutti gli altri. Sapeva che c’era qualcosa di sbagliato in lui, di crudele e terribile, lei lo aveva solo schivato. Non aveva bisogno del suo disgusto, della sua crudeltà. Lui sparì dalla sua vita, sparì da Edonia perché ritornò negli Stati Uniti. Aveva molto lavoro da sbrigare, non poteva andare dietro ad una carcassa malata…era stato il suo ultimo insulto. Ma Anna non si lasciò intimorire, che andasse al diavolo! La sua folle convinzione di essere un uomo di una qualche razza superiore lo avrebbe condotto alla rovina. Anche se aveva amato un uomo spregevole aveva, forse, avuto l’ultimo sprazzo di umanità che potesse avere dentro. Per questo aveva deciso di non dirgli nulla sul bambino che portava in grembo.

“…Là al pianoforte
Lei mi ascoltava
E quando cominciò la mia esecuzione
Lei trattenne il respiro”

Anna si curò e riuscì a portare a termine la sua gravidanza. Era un bambino bellissimo, aveva i suoi capelli rosso fuoco ma gli occhi erano di Albert. Lo chiamò Jake. Non sapeva ancora cosa dirgli di suo padre, sapeva solo che quel bambino, almeno da parte sua, era nato da amore vero. E lo amò per tutta la vita. La previsione di Albert non si fece attendere. Anna peggiorò e, purtroppo, Edonia era dilaniata dalla guerra civile. Non aveva più potuto lavorare, chi voleva assumere una concertista? Pur di mantenere suo figlio fece la cameriera, la cuoca, quello che riusciva a fare per permettere a Jake di vivere dignitosamente. Questo fino a quando Jake non compì quattordici anni e lei si aggravò. Jake doveva salvare sua madre, darle delle cure di tutto rispetto. Non potevano permettersi nulla, se solo ci fosse stato quello stronzo di padre che aveva! Lui avrebbe potuto dare una mano, magari avrebbe trovato una soluzione che in quel momento non riuscivano a trovare. L’unica alternativa rimasta per Jake era quella di arruolarsi come soldato di ventura, l’unica speranza. Anna passò gli ultimi mesi in ospedale, non aveva più forze. Nonostante tutto era ancora bellissima, anche quando spirò. Jake era appena entrato nei soldati di ventura e quella notte aveva pianto tutte le lacrime che aveva. Non gli rimaneva più nessuno, si sentiva solo ed abbandonato. Che fosse quella la morte? No, assolutamente! La morte era sì dolorosa ed infida, ma dopo non si provava nulla. No, quella era la vita, purtroppo…anche se Anna gli aveva sempre ripetuto che, anche se c’erano le cose brutte, nella vita c’era spazio per l’amore e le cose belle. Come poteva crederci? Come poteva ancora dire tutto ciò dopo tutto quello che era successo con suo padre?

Jake non avrebbe mai potuto immaginare quello che era successo, Anna non glielo aveva mai raccontato. Aveva preferito la parte romanzata, i sentimenti, meglio far credere a Jake che suo padre era un uomo menefreghista, piuttosto che fargli sapere di essere il figlio di un mostro. Jake non avrebbe mai saputo questa parte della storia. E così successe, Anna si portò il segreto nella tomba compiacendo ancora una volta Albert. Ma anche la previsione di Anna non si fece attendere. Albert morì esattamente due anni dopo Anna, in preda alla sua follia di essere un uomo di razza superiore, nella follia di voler essere un dio.

“Dietro questa porta
C’è un pianoforte
I tasti sono impolverati
Le corde sono scordate
Dietro questa porta
Lei siede al piano
Ma non suona più…”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: Mari_Sometimes