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Autore: Chocolat95    24/07/2015    0 recensioni
"Ma questa…
“E’ cioccolata… - disse Manigoldo anticipando i suoi pensieri - Kardia dice che i Maya la consideravano il cibo degli dei… e trovo che sia davvero buona, non sei d’accordo?”
“Si… ma perché sei tornato là…? Avevi dei compiti da svolgere…?” chiese
“No, volevo solo prendere questa”
"Perché…??”
“…perché sapevo che ti piace tanto…”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce tiepida della mattina filtrava nella stanza attraverso le tende leggere e un raggio di sole si posò sugli occhi ancora chiusi del giovane addormentato. Era delicato ma insistente così dopo essersi stiracchiato un po’ il ragazzo sollevò le palpebre rivelando due iridi azzurre come il cielo di quel giorno.
Si tirò su un po’ stancamente ma per nulla infastidito, di proposito non aveva tirato le tende pesanti la sera, quella prima come le precedenti. Da anni ormai lasciava che fossero le luci dell’alba a ridestarlo dal sonno perché anche se a volte era molto presto, al limite poteva concedersi qualche momento in più e comunque così iniziava la giornata di buon umore. Cosa che non accadeva se a svegliarlo era, ad esempio, quel disgraziato di Manigoldo. Infatti a volte Cancer si prendeva la briga di attraversare otto case solo per piombare in camera sua a scostare malamente le tende mentre con ancor meno grazia gli gridava di scendere dal letto dandogli del pigrone. Effettivamente qualche volta Albafica si concedeva di dormire fino a tardi ma quell’ignorante del cavaliere del Cancro ancora non lo aveva capito che lo faceva per recuperare il sonno perso…!
Pisces infatti era sempre stato un guerriero volenteroso e ligio al dovere, per portare a termine un compito non faticava a passare le notti insonni. Però poi aveva bisogno di reintegrare, ed ad essere completamente sinceri, dormire gli piaceva un bel po’.
Certo non chiedeva al collega necessariamente un bacio o una carezza come faceva il suo maestro Lugonis, ma almeno che usasse modi meno violenti e traumatici!
Tuttavia l’altro sembrava di coccio così il Cavaliere dei Pesci si svegliava con non solo la luna storta, ma anche tutte le stelle e l’intero universo, e così rimaneva per buona parte della giornata. Inutile dire che inoltre metteva il broncio a Manigoldo, lo ignorava per tutto il tempo e quando gli girava particolarmente male alzava pure il taso di veleno in sua presenza. Lo sventurato poi doveva pregarlo un bel po’ per farsi perdonare.
Siccome però quando era irritato non ragionava a mente lucida e odiava ciò, Albafica aveva preso questa abitudine, decisamente più piacevole per tutti, lui soprattutto.

Quella mattina dunque era iniziata col piede giusto e sarebbe accaduto in ogni caso perché Cancer non si trovava al Santuario in quei giorni, quindi anche volendo, non avrebbe potuto stuzzicarlo.
Ridacchiò al pensiero, per quanto amasse il cavaliere della quarta casa, stava benissimo senza i suoi scherzi, anzi pure meglio.
Dopo essersi preparato salì al Tredicesimo Tempio per ricevere le disposizioni giornaliere dal Gran Sacerdote.

Nel primo pomeriggio cominciò a cadere una pioggerellina leggera che divenne sempre più insistente fino a trasformarsi in un vero acquazzone.
Ad Albafica la pioggia era sempre piaciuta, non gli metteva malinconia come dicevano alcuni anzi, lo affascinava, quasi lo metteva di buon umore, e se non altro lo rilassava. Fin da quando era piccolo, non aveva mai avuto problemi a starci sotto anche senza il mantello sulla testa, sebbene il maestro lo richiamasse per questo. Si sentiva proprio a suo agio anche se lo coglieva all’improvviso, come se ne facesse parte. Forse perché in fondo l’acqua era l’elemento dominante del suo segno… Chi poteva saperlo…
Si appoggiò quindi ad una colonna del portico ad ammirare tutto e nulla poichè il cielo si fondeva con la terra, quando notò una figura che senza alcunchè a ripararlo, saliva le scalinate nella sua direzione. Non si aspettava certo di vedere qualcuno in giro con quel tempo perciò si sporse un po’ per vedere meglio l’avventuriero e quando lo riconobbe se ne uscì sospirando con un “Ma guarda ‘st’idiota…” tradito però da un dolce sorriso.
Manigoldo nel vederlo venirgli incontro si fermò un attimo e sventolò la mano verso di lui col solito sorrisino furbo sulle labbra.
“Muoviti invece di star lì sotto la pioggia…!” Il tono con cui lo accolse, gli smorzò l’entusiasmo.
“Sempre dolce come il fiele eh fiorellino…? Comunque anch’io sono contento di rivederti…” rispose ironicamente. E senza perdere tempo si sporse verso di lui ma Albafica schivò quel tentativo di approccio “Ma smetti…” disse, scostandosi e coprendo entrambi col suo mantello, con un tono che voleva sembrare scocciato ma rivelava sempre più quanto in realtà fosse felice del suo ritorno. Cancer lo capì e allargò a dismisura il sorriso che già aveva. Anche perché ricordava ora che Pisces preferiva mostrarsi in certi atteggiamenti solo quando erano a casa dell’uno o dell’altro. Non aveva mai detto esplicitamente di voler tener nascosta la loro relazione ma Manigoldo aveva intuito fosse all’incirca tale la sua volontà, non sapeva esattamente quale fosse il motivo, ma gli andava bene lo stesso. Non gli importava se durante il giorno doveva tenere quell’ atteggiamento formale familiare che c’era tra i cavalieri anche nei suoi confronti, tanto la sera veniva ripagato di questo piccolo sacrificio. Albafica in privato era infatti tutta un’altra persona rispetto a come si presentava in pubblico e lui preferiva decisamente questo secondo lato, soprattutto da quando aveva scoperto che anche quel frigido del cavaliere Dei Pesci in realtà sapeva come ci si diverte. Eccome se lo sapeva… Ne era rimasto piacevolmente sorpreso anche se l’altro non voleva ammetterlo e quindi si divertiva a prenderlo un po’ in giro e far battutine come suo solito. Tutto ovviamente con grande amore perché sebbene si comportasse sempre da bambino, per il cavaliere del Cancro egli era la cosa più preziosa che aveva. Ciò che li legava era per Manigoldo come la perla di un’ostrica perché pur non avendo mai avuto una gran cultura, gli oggetti di valore sapeva riconoscerli molto bene.
Si avviarono dunque su per le scale di marmo senza immaginare minimamente che qualcuno, da lontano, li stava osservando.

Minos del grifone se ne stava su un’altura poco più in là e anche se la pioggia continuava a cadere riusciva a distinguere bene il candido mantello che copriva i due Saint. Non lo avrebbe mai ammesso agli altri né a se stesso ma invidiava Cancer. Lo invidiava e lo detestava perché nonostante i suoi atteggiamenti da pagliaccio sbruffone era riuscito a fregarlo. Lui come tanti altri perché era stato il solo in grado di avvicinarsi al bel cavaliere dei pesci e ancora non si capacitava di come avesse fatto.   Aveva anche provato a rimettere in gioco Veronica sapendo che aveva una sorta di attrazione per Cancer ma nulla, non c’era stato verso di separarli…! Cosa aveva quell’umano che a lui mancava…? La gelosia si stava impossessando di lui e non era buono. Era un’emozione troppo umana e lui non voleva esserlo, perciò fece per girarsi sui tacchi quando la vide. Una rosellina, rossa come il sangue, unica macchiolina di colore in quel paesaggio grigio. Istintivamente portò una delle sue grandi ali a ripararla dalla pioggia, come se quel piccolo fiore fosse stato lui. Perché forse per il momento si era anche arreso, ma non per questo avrebbe smesso di essere il suo pensiero fisso.

Perso nei suoi pensieri non si accorse che erano giunti alla Dodicesima casa, ci pensò la voce di Pisces a svegliarlo
“…perciò puoi tenerlo…”
“Cosa…?” rispose quello sbattendo più volte le palpebre.
“Il mantello – sospirò Albafica – puoi tenerlo per andare su dal Gran Sacerdote.”
Cancer di nuovo sembrava non capire, poi di colpo si illuminò
“Ahahah ma non devo mica andare dal vecchio adesso…!”
Questa volta fu il giovane dalla chioma azzurra a rimanere un po’ stupito “Non fai rapporto sulla tua missione…?”
“Ma quale missione! Sono venuto solo per vederti!” gli rispose facendo l’occhiolino come sempre accompagnato da un sorrisino e poi aggiunse “questo è per te – e gli porse un pacchetto che aveva con sé e di cui solo in quel momento il cavaliere dei Pesci si accorse.
“In realtà non so se te lo meriti perché non mi hai dato il bacino di bentornato…” disse fingendo di imbronciarsi. Sapeva benissimo che Albafica non essendo un tipo espansivo, non regalava baci così facilmente però aveva visto come gli si erano ingranditi gli occhi nell’apprendere che c’era un regalo per lui, perché anche se introverso, era pure molto curioso. Chiese infatti: ”Ah sì… e cosa sarebbe…?”
Sogghignando per quel tono falsamente indifferente, Manigoldo rispose: “Adesso vedrai, intanto mettiti qui buono” e con la ‘grazia’ che sempre lo distingueva lo mise a sedere sul divano mentre lui si avviava verso un tavolo appoggiandovi sopra le sue cose. “E non sbirciare…!”
Cosa diamine combinava adesso quel granchio in casa sua…??
La curiosità era mista alla preoccupazione nel sentirlo smanettare con ciotole e posate varie, cosa che andò avanti per un bel po’. Ci fu poi finalmente un attimo di quiete e nell’aria cominciò a diffondersi un profumino davvero invitante.
Non ebbe bisogno di girarsi perché il cavaliere del Cancro si gli fece vicino porgendogli una tazza contenente un liquido scuro e viscoso.
Ma questa…
“E’ cioccolata… -  disse Manigoldo anticipando i suoi pensieri, non aggiunse altro ma con soddisfazione vide gli occhi che gli brillavano di malcelato entusiasmo.
“Sai - cominciò mentre soffiava sulla tazza per far raffreddare il contenuto - in questi giorni sono stato al mio paese... e vicino a dove sono nato, c’è un antico laboratorio di cioccolata… Kardia dice che i Maya la consideravano il cibo degli dei… e trovo che sia davvero buona, non sei d’accordo?”
“Si… ma perché sei tornato là…? Avevi dei compiti da svolgere…?” chiese
“No, volevo solo prendere questa” per una certa persona avrebbe voluto aggiungere ma si limitò ad un sorrisino compiaciuto.
“Ma, mi stai dicendo che sei andato fino in Italia solo per questa…??”
“Sì”
“Eh? Capisco sia un cibo prelibato ma, perché…??” chiese allibito.
Fece una pausa durante la quale per un breve attimo il sorriso ironico venne sostituito da uno più dolce
 “…perché sapevo che ti piace tanto…”
Il cuore mancò un battito e poi cominciò ad accelerare.
“E tu come sai che…? Io non-“
“Non l’hai mai detto a nessuno certo - lo interruppe - figuriamoci se il freddo cavaliere dei Pesci esterna sentimenti e passioni. Comincio a pensare che il detto “muto come un pesce” lo abbiano inventato per te…!” E rise per quella sua battuta che gli sembrava geniale.
Cercando di tornare serio, nel limite delle sue possibilità ovviamente, riprese “Tu non parli, ma c’è chi ti osserva”
Alchè l’espressione del compagno sembrò quasi inquietata, non che non sapesse di essere sempre al centro dell’attenzione, ma c’è differenza tra vedere e osservare.
“Quel marmocchio di Regulus un giorno m’ha detto ‘ehi ma non ti sembra che Albafica quando c’è della cioccolata a tavola, diventi più rilassato…?’ io non l’avevo mai notato ma da quel momento ci ho prestato più attenzione e ho constatato che il piccoletto aveva ragione…!”
Pisces rimase spiazzato da queste rivelazioni, certo che la cioccolata gli piaceva, lo faceva in qualche modo sentir meglio e ripagato delle rinunce che aveva dovuto fare in passato, ma non immaginava neanche lontanamente che gli facesse anche questo effetto… che anche gli altri potessero vederlo… e soprattutto che lui avesse fatto quel viaggio solo per…
La voce di Manigoldo che portava avanti il suo discorso lo fece tornare al momento presente “In alcune occasioni poi, rarissime, ci mancherebbe, sembravi quasi un bambino…!” e di nuovo rise allegramente.

Quand’ebbe vuotato la sua tazza si alzò per poggiarla sul tavolo e vide che fuori pioveva ancora
“Ah… accidenti…! Che noia chissà dove ho lasciato il mantello…”
Il cavaliere dei Pesci si alzò automaticamente, con lo sguardo vagamente perso dietro a chissà quali pensieri, per porgergli ancora una volta il suo, ma appena lo raggiunse scoppiò a ridere.
Manigoldo che non si aspettava certo una reazione simile lo sguardò con gli occhi sgranati e un’espressione interrogativa.
“Io sembrerò anche un bambino, ma poi quello che si sbaffa tutto con la cioccolata sei tu…!” e sorridendo gli passò delicatamente un dito sulle labbra per poi infilarselo in bocca e pulire così quei rimasugli.
Spiazzato per la seconda volta Cancer però si riprese subito e disse: “non vantarti tanto, guarda che anche tu ti sei pastrocchiato…”
“Eh…?? Dove?” rispose quello bloccandosi e guardandolo perché non riteneva possibile una tal cosa.
Infatti non era vero ma Manigoldo disse serio: ”Qui” e rapido ricambiò il gesto del compagno, solo che invece di un dito, usò la bocca.
Albafica si ritrovò le labbra coinvolte in un bacio che sapeva di cioccolata e desiderio… soprattutto di quest’ultimo sebben celato e trattenuto.
“Mi sei mancato tanto…” sussurrò infatti quello stringendolo poi in un tenero abbraccio e strofinando affettuosamente la punta del naso contro la sua.
Pisces si sentì sciogliere, constatò che erano solo loro e quindi non era necessario continuare a trattenersi, così mentre Manigoldo si apprestava a prendere il suo mantello e andarsene, lasciò finalmente il cuore completamente libero di parlare
“…allora rimani...”
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Finalmente ho finito ‘sta sessione estiva che sembrava interminabile e posso riprendere a scrivere e risistemare le storie (come se avessi folle di seguaci XD)
Comunque…
Questo episodio, collocabile in un qualunque momento dopo che Minos e Defetros scoprono i due amanti, è quello che ha dato il via a tutta la serie ma siccome nella prima stesura non riuscivo ad ottenere l’effetto che volevo, nel frattempo che aspettavo l’ispirazione, sono nate le altre storie (che consiglio di leggere a chi abbia trovato questa come prima o comunque per rinfrescarsi un po' le idee e ritrovarsi con le vicende ^^')
Per questo devo ringraziare un’amica la quale, sebbene le avessi raccontato la trama solo per sommi capi, e quindi immagino ci avesse capito ben poco, mi ha suggerito di descrivere altri momenti dei miei personaggi prima che arrivassero a questo, perciò anche se non frequenta il fandom, la dedico a lei.
Ho già in mente il prossimo episodio quindi se ritenete che scriva in modo accettabile, continuate a seguirmi magari lasciate un commentino, che mi farebbe tanto piacere ^^
P.s il paese della Sicilia in cui va Manigoldo anche se non l'ho nominato sarebbe Noto, dove producono una cioccolata buonissima!! ^^

 

  
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