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Autore: Backwards    24/07/2015    1 recensioni
La storia non ha né una trama né uno scenario specifico.
Con questo racconto ho voluto soltanto provare a dipingere una realtà ed un contesto grazie ai dettagli e alle descrizioni, e ci terrei molto a sapere i vostri pensieri al riguardo. Su su, non siate timidi :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo osservava la fermata dell' autobus da lontano mentre camminava con le mani in tasca e con le converse bianche ormai sporche di fango e di acqua piovana. Gli piaceva osservare la condensa che usciva dalla sua bocca e che diventava tutt'uno con l' aria che respirava, e gli piaceva sentire quel freddo pungente che gli pizzicava le guance e che si insinuava dolcemente sotto la sua felpa e gli penetrava lentamente le ossa. Lo faceva sentire vivo. Il sole stava quasi per sorgere e nel cielo si scorgevano chiaramente delle sfumature rosa e rossastre che risultavano in netto contrasto con il cielo nella sua parte più alta, che appariva di un azzurro sbiadito, e con i palazzi alti e grigi, che sembravano dominare su qualsiasi cosa. Una volta arrivato alla fermata, il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni l' unica canna che gli era rimasta e stette qualche secondo a fissarla, poi l' accese: l' odore dell' erba fece fremere le sue narici e inebriò i suoi sensi, sgomberando la sua mente da ogni pensiero superfluo ogni volta che aspirava e buttava fuori il fumo. Ogni volta che fumava pensava alle persone che avevano abbandonato la sua vita in modo rapido e incisivo, proprio come il fumo abbandonava rapidamente e definitivamente la sua bocca. Dall' altra parte della strada, da un vecchio palazzo decrepito, usciva un anziano con il suo cane da compagnia. Il portone di legno massiccio del palazzo si chiuse lentamente, emettendo un sibilìo viscido e straziante allo stesso tempo. L'anziano camminò per alcuni metri per arrivare fino alle strisce e poi attraversò la strada- che sembrava un lungo e infinito groviglio di ragnatele che si separavano ad un incrocio per ricongiungersi ad una rotonda- trascinato dal suo cane fedele, che sembrava quasi infastidito dal fatto che il padrone lo avesse fatto uscire di casa alle cinque del mattino.

Il ragazzo alzò lo sguardo verso il cielo e si coprì istintivamente il volto con una mano per nascondere gli occhi dai primi raggi del sole, il cui obiettivo, si sa, è quello di bucare l' iride e il cristallino, in modo da lasciarci ciechi e impotenti davanti ai tradimenti e ai misfatti altrui. Ora l' anziano signore si trovava a pochi passi da lui mentre il suo accompagnatore si era fermato ad annusare l' asfalto vicino al bordo del marciapiede, quell' unica parte di asfalto dove saltuariamente crescono uno o due fiori. E' il mistero dei marciapiedi. Distese chilometriche di asfalto e poi toh, eccoli lì, quei due fiori timidi e ingenui che portano una chiazza di colore che risalta sul grigio mesto e cupo.

L'uomo aveva alzato la testa ed era rimasto a fissare il ragazzo che stava fumando via la giovinezza, che a sua volta lo guardava rilassato e fiducioso, con la faccia di chi ha tanti sogni nel cassetto uniti a speranze, timori e voglia di vivere. L'uomo gli sorrise e gli occhiali poggiati sul suo naso scesero un pochino; i suoi occhi blu assomigliavano ad un pozzo, e le rughe sulla fronte e sulle guance contenevano una preziosa autobiografia raccontata in ogni dettaglio. Il ragazzo ricambiò il sorriso con la prudenza di mantenersi distaccati che oramai appartiene, per natura e da tanti anni, ai giovani, e il vecchio continuò a camminare strattonando il guinzaglio del cane, che sembrava non volersi staccare da quei fiori.

La testa del ragazzo era più leggera, adesso, e lui aveva smesso finalmente di guardare l'ora sul telefonino.

“ Se una cosa deve accadere, accadrà” - si continuava a ripetere - “ così come l' autobus. Se deve passare, passerà. “

Quando il primo autobus della giornata arrivò, il ragazzo squadrò le persone che c'erano sopra: un uomo in giacca e cravatta, probabilmente un impiegato; una donna alta e magrissima, con le mani screpolate per il freddo; una donna di colore, con la pelle liscia come la seta e del colore del legno di noce. Si mise le cuffie e la prima canzone che uscì fu Let It Be dei Beatles. Con lo sguardo fisso verso l' orizzonte il ragazzo viaggiava con la mente fino ad arrivare in posti sconosciuti e mai visti prima lontano, vicino, sopra, sotto e in mezzo alla Terra.

E giurava a se stesso che un giorno sarebbe volato via proprio come quella rondine che, al di là dei tetti spioventi e appuntiti, volava veloce, inseguendo, forse, la scia di un aereo.

  
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