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Autore: Pegasis    24/07/2015    1 recensioni
Ed eccoci qui, inizio con una oneshot per stuzzicare un pò la curiosità. Siamo in un mondo dove Divinità scelgono umani "randomicamente" per farli diventare Chaika. Sostanzialmente mezze divinità che gli viene dato un dono, di controllare o generare vari "elementi" che sono presenti nella natura del mondo. Qui si parla della rinascita di un ragazzo, che in un futuro non molto lontano potrebbe apparire; di nuovo. (Sempre se stuzzico la curiosità). E niente, se vi piace e volete che continui, lasciate una recensione :) (di qualsiasi esito, sottolineo, le negative servono per migliorare il mio stile di scrittura, ovviamente).
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ondata di piena avanza inesorabilmente, inghiotte tutto ciò che si trova davanti al suo cammino. Il villaggio è perduto, i suoi abitanti corrono con i pochi beni che riescono a portare, scalando velocemente il versante per mettersi in salvo. Quasi tutti sono sopra al piccolo altopiano, con i loro sguardi pietrificati puntati sul abitato e sul fiume rabbioso che se lo stava portando via. E di un ragazzo, che corre nella direzione opposta, contro il muro d’acqua. Un nome si levò in cielo, e poco dopo si alzò un coro che chiama il ragazzo, ma quest’ultimo sembrò che non sentisse; anzi iniziò a correre più veloce.
Una donna si disperò, forse sua madre, preoccupata del suo figlio; del suo destino.
-Lo ha preso…lo ha preso...lo sta portando via da me…
Ripete senza sosta la donna mettendosi le mani sul viso, disperata. Mentre gli altri cercano di consolarla; una giovane ragazza dai cappelli castani lisci iniziò a cantare una melodia, dal tono triste.
Nessuno osò interromperla, nonostante la situazione. Tutti erano consci di cosa sarebbe accaduto da lì in poi.
Una rinascita.
Il ragazzo era oramai vicino, fece un balzo per poi scivolare sul terreno portando i palmi davanti a sé, come se volesse fermare con il sol tocco l’acqua furiosa. Appena distò pochi centimetri il suo palmo, ci fu un esplosione d’energia che avvolse la piena e il ragazzo. In cielo si levò un altissimo picco di luce azzurra, che sarebbe avvistato da ogni parte del continente.
La ragazza cambiò tono di voce, diventando sempre più flebile; si sporse dalla scarpata per osservare; l’ondata fangosa era letteralmente scomparsa, mentre dei rivoli d’acqua chiara ritagliavano i pezzi di terra, tra cui uno giaceva il corpo del ragazzo.
Tutti scesero giù, la ragazza giunse per prima a soccorrerlo, mise le ginocchia a terra e girò il braccio destro per vedere l’altro lato; un ghirigoro di colore grigiastro si stava espandendo dal polso in giù, lei tenne fermo il braccio contemplando, mentre gli altri paesani la raggiungevano creando un cerchio intorno a loro due.
Ci fu un attimo di silenzio, per poi essere coperto da un coro di voci.
La Divinità e scesa, dentro di te. Sii felice, sii coraggioso, prescelto dalla roccia. Rinasci qui, in questa terra per volere divino, di compassionevole grazia e salvezza. Abbi fede del tuo potere, il canto ti ha guidato, il Lupo Grigio ha contemplato il tuo atto sacrificale. Per il bene di noi, per il bene di tutti…”
Le palpebre iniziarono a sbattere, gli sguardi si posarono in quel corpo esile, lei rimase impassibile nella sua posizione.
Aprì gli occhi lentamente, guardò prima la ragazza e tutti gli altri; e come se non fosse successo nulla, iniziò ad alzarsi senza fretta. Mentre tutti erano con il fiato sospeso.
Le lasciò la presa, si mise in piedi. Barcollò all’indietro ancora intontito, lei lo prese per le spalle per non farlo cadere.
Guardava il terreno, per poi iniziare a girare il braccio destro.
Sussultò andando indietro, la ragazza lo sostenne mentre tutti gli altri guardarono in silenzio.
-I-io I-io...No non può essere.
Mise le mani tra i cappelli ricci e neri come la notte, aspirando con avidità l’aria e buttandola fuori con la bocca.
-N-No…
Tese la mano destra verso terra, una flebile luce comparì, l’acqua reagì convergendo nel punto.
-…No.
Alzò la testa, si guardò intorno frettolosamente, come un animale in gabbia. Appena vede uno spazio libero tra due compaesani si fiondò uscendo dalla folla e correndo a perdifiato; la ragazza lo seguì.
-Daiyun! NO! NON ANDARTENE!
Non l’ascoltò, raggiunse la prima staccionata con un cavallo ancora legato, lo slegò per poi salirci in groppa.
-NON NASCONDERTI! SEI UN CHAIKA!
Gridò la ragazza mentre lo stava raggiungendo.
-Io non ho chiesto A NESSUNO, di essere CHAIKA.
Rispose duramente Daiyun. Lei oramai vicina a lui, iniziò a camminare a grandi passi furiosa, per poi fermarsi. Il suo sguardo incrociò quello del ragazzo, colmo di paura.
-Tu…hai ascoltato il canto…hai visto lui…come puoi…fuggire…
Disse a tratti riprendendo fiato.
Daiyun fece avvicinare lentamente il cavallo.
-Un Chaika può accettare o rifiutare il suo dono; e per questo che da quando sei nata ti dicono: essere Chaika può essere una benedizione o maledizione.
Si giustificò con esitazione, scandendo le parole una dopo l’altra, con il tono di voce che si abbassava.
-Daiyun…ti prego…fallo per me.
Si guardò intorno, pensieroso sul da farsi, era accaduto troppo all’improvviso, e lo è stato sempre dal primo Chaika nato.
-Io non faccio nessun favore, preferisco morire che arruolarmi in esercito o diventare un guardiano!
Ribatte con durezza. Ma il tremolio della voce lo tradì.
La ragazza si buttò a terra prostrandosi.
-Ti prego…ragiona.
Disse piangente.
-Decido io come usare il mio dono, Laian, non sarai tu a impormi.
Concluse freddamente.
Si voltò e schioccò le redini, il cavallo prese a galoppare alzando il fango fresco.
Laian rimase lì a piangere, dopotutto non poteva fare nulla. Diventando Chaika Daiyun, poteva scegliere liberamente come usare il suo potere, datogli in persona dalla Divinità.
Si calmò, sua madre venne di corsa da lei per farla rialzare; mentre già gli altri si erano sparsi per iniziare a sistemare i danni che aveva causato l’inondazione.
Laian guardò l’orizzonte dove Daiyun era scomparso, si poteva intravedere in lontananza enormi montagne che si stagliavano verso il cielo.
-Una maledizione…o una benedizione, scegli ciò che sia opportuno a te. Daiyun.
Disse a bassa voce. 
  
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