Due innamorati che si urlano in faccia per uno stupido litigio che nessuno dei due ricorderà mai come è iniziato, sotto un temporale estivo. Il cliché dei cliché.

Kieren è a mezzo metro da lui, la pioggia gli sta lavando il viso dal fondotinta e dalle lacrime, le braccia sono immobili lungo i fianchi e lo sta guardando con l'espressione più triste che Simon abbia mai visto.

Forse ha finalmente capito.

“Non c'è nessun 'happy ending'” gli ripete, sperando che le parole gli scivolino dentro con la pioggia.

Kieren lo guarda un po' confuso. “Non è già questo un lieto fine? Noi? Non siamo un lieto fine?”

Simon gli si avvicina, un sorriso indulgente sulle labbra sottili. “Io e te siamo tutto, tranne che una fine, Kieren Walker.”

Kieren annulla la distanza tra loro con un altro passo. “Ma se io e te siamo insieme, fino alla fine, sarebbe un lieto fine.”

Sì, forse i lieto fine esistono. Forse solo per loro due. Solo grazie a Kieren.

O forse Simon vuole solo che smetta di parlare e lo baci, come fa ogni volta. Vuole un bacio come quelli che riceve al mattino, assonnati e a fior di labbra, o quelli profondi e umidi, febbricitanti di desiderio. E lo vuole adesso – adesso che Kieren sbatte ripetutamente le ciglia lunghe per scacciare le gocce di pioggia che minacciano di appannargli la vista, ora che i capelli bagnati gli segnano la fronte e gli solleticano il collo. E allora se lo prende, quel bacio, perché non ha mai visto cosa più bella del suo non-morto preferito che cerca di convincerlo che credere ci sia di più per loro non è affatto una pazzia, perché è sempre l'altro a baciare lui e forse il loro lieto fine dipende dal loro baciarsi di più, e lui lo vuole disperatamente, quel lieto fine.