28.06.2014
 
Quella voce.
La sua voce.
 
“And I’ve been waiting for this time to come around, but baby running after you is like chasing the clouds”.
Ricordo benissimo quel giorno, il giorno in cui lo vidi per la prima volta. Lui era proprio lì, lì sul palco di quell’enorme stadio e io sulle gradinate, lontanissima da lui ma vicinissima con il cuore.
 
“Bea!!! Non posso ancora crederci! Ce l’abbiamo fatta! Ci siamo!” la mia migliore amica era lì accanto a me e stringeva forte la mia mano. Alla mia destra una ragazza piangeva.
 
Devo ammetterlo: non ho pianto.
Non sono riuscita a piangere semplicemente per il fatto che per tutte le due ore di concerto non sono riuscita a realizzare dove fossi davvero.
 
 
“Geoul soge nae moseubeun teong bin geotcheoreom gongheohae,
honja gireul georeobwado teong bin geori neomu gongheohae.
Da ra dat dat dat dat dat dat, baby don’t worry.
Neoran kkumeseo kkaen hyeonsirui achimeun gongheohae” (YG WINNER – EMPTY)
 
Maledetta sveglia!
“9.00…..Le 9.00??? È tardissimooooooo!!! Mamma perché non mi hai svegliata primaaaaaaa???” Scatto in piedi e corro in bagno a farmi una doccia, per poi asciugarmi i capelli, fare una colazione veloce, lavarmi i denti e vestirmi.
Penso di aver fatto il record: sono le 9.15!
Passo a prendere Sara, la mia migliore amica dalla nascita, e come al solito siamo in ritardo per prendere il treno.
Arriviamo al pelo e ci sediamo nei posti assegnati, cioè l’una di fronte all’altra.
È importante ricordare a tutti i lettori, che alla qui presente Beatrice la aspettava due giorni dopo il concerto un bell’esame orale di maturità.
“Non ti bloccare però Bea! Concentrati. Ripetimi la parte di storia!”
“Ti prego Sara, dammi un attimo di tregua, non ne posso più di ripetere e poi non posso studiare ora, stiamo andando a vederli, è matematicamente impossibile per me attaccare il cervello ora!”
“Se non ripeti, ti lascio sul treno e io vado al concerto da sola!”
“Ok, che stress di donna! La Seconda Guerra Mondiale….”
 
“Il navigatore dice di svoltare a destra. ECCOLO!”
“SAN SIRO! Sto male Bea…”
“Non dirlo a me…”
“Io l’avrei fatto un po’ più grande eh!”
“È uno stadio Bea…”
“Lo so, ma non troviamo più i posti ora ahahah”
 
“Don’t stooooop, tell me what’ure doing…”
“È la prima volta che li sento cantare, sono bravini dai.”
“Anche io non li conosco, mi piacciono, però ora voglio loro!”
Luci spente. Silenzio di tomba, neanche le mosche volano. Tutte con il fiato sospeso.
Si accendono le luci. Si infuoca il palco. Petardi.
LORO.
LORO.
LORO.
Midnight Memories.
Le loro voci.
Le nostre urla.
In quel momento non riesco più a parlare, guardo la mia migliore amica e ci capiamo subito: mille emozioni tutte in una volta.
Si presentano uno ad uno.
Niall.
Louis.
Liam.
Harry.
E poi lui: ZAYN.
Il mio cuore inizia a battere forte.
A metà concerto arriva il segnale: inizia Right Now (la mia canzone preferita).
Tiriamo tutte fuori il cartoncino rosso che ci è stato assegnato ad inizio concerto e lo alziamo al cielo trionfanti. Penso sia stata una delle fan action più belle al mondo quella italiana. Iniziano ad emozionarsi, e non riescono a trovare le parole per ringraziarci.
Emotions. Emotions. Emotions.
A fine concerto non vogliono andare via e noi non vogliamo dirgli addio.
L’unica cosa che mi ricordo perfettamente del concerto è stato il mio: “Niall, marry meeeeeeeeeeeeeee!!!!!!” STOP.
Finito.
E dopodomani ho l’esame.
 
Non ci crediamo ancora. Ora, quando ci ripensiamo, cioè sempre, ci viene ancora la pelle d’oca.