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Autore: thinkmon    24/07/2015    2 recensioni
“Guarda il nostro Namjoonie che ci prova con il cassiere! Aish, non perde mai tempo!”.
Era stata questa la frase che aveva segnato la fine di tutto.
Questa e un suo “figurati se riesce a rimorchiare un tipo del genere” (dove tipo del genere stava per “un tizio uscito dall'ultima copertina di Vogue Corea”).
Quella, la sua stupida scarsa fiducia nel fascino dei nerd impacciati e un volantino che annunciava l'apertura delle Montagne Russe più alte della nazione all'interno del parco erano stati un mix perfetto per la sua disfatta.

YoonMin
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roller coaster favorite ride

 

 

Di tutte le cose che gli avevano insegnato durante gli anni di scuola, Yoongi non si ricordava di aver assistito mai a qualche lezione sul Non Fidarti Di Quelli Che Si Spacciano Per Tuoi Amici Ma Che In Realtà Non Lo Sono.
Nessun libro a riguardo, nessun capitolo, neanche il minimo accenno alla questione.

Questione che -per inteso- era di vitale importanza al momento.
Hoseok era un idiota.
Okay, forse lui era un idiota ad accettare una scommessa con Mr. Se Sorrido Ti Faccio Alzare La Glicemia ma non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
Erano compagni d'infanzia da una vita (cosa avesse fatto di male per meritarlo Yoongi non lo sapeva) e qualche anno prima J-Hope aveva trovato da qualche parte (all'inizio Suga sospettava sotto un ponte) uno spilungone di quasi due metri da unire al duo. Yoongi aveva accettato insofferente la novità e aveva sopportato in silenzio -o forse no- il continuo russare di Namjoon che risuonava tutte le sere nell'appartamento che i tre condividevano.
Quella mattina si era fatto trascinare dai due beoti verso l'inaugurazione del nuovo parco a tema (per Dio, Hoseok un po' di contegno!). Inutile dire che dopo mezz'ora lì dentro, l'unico neurone che il mitico duo condivideva si era intossicato tra zucchero filato e junk food vario e lui si era ritrovato a doverli seguire con difficoltà respiratorie da non sottovalutare -no, non sarebbe mai andato in palestra- da un'attrazione all'altra.
Verso l'ora di pranzo gli Dei vecchi e nuovi gli avevano concesso una pausa in uno degli spazi adibiti alla ristorazione.
Suga non aveva intenzioni di alzarsi da lì fino al prossimo Duemila e mai.
Mentre addentava il suo più che meritato hamburger al bacon e doppio formaggio, Hoseok gli aveva tirato una gomitata tra le costole. Dopo aver sputato metà boccone e rischiato di morire per soffocamento, Yoongi chi aveva lanciato una delle sue occhiate mortali che l'altro aveva scambiato per un invito a parlare -sul serio?-.
“Guarda il nostro Namjoonie che ci prova con il cassiere! Aish, non perde mai tempo!”
Era stata questa la frase che aveva segnato la fine di tutto.
Questa e un suo “figurati se riesce a rimorchiare un tipo del genere” (dove tipo del genere stava per “un tizio uscito dall'ultima copertina di Vogue Corea”).
Quella, la sua stupida scarsa fiducia nel fascino dei nerd impacciati e un volantino che annunciava l'apertura delle Montagne Russe più alte della nazione all'interno del parco erano stati un mix perfetto per la sua disfatta.
Quando Namjoon era tornato al tavolo con una porzione di patatine fritte molto abbondante e un sorriso stupido sul volto, Yoongi non aveva potuto fare altro che accettare la sua sconfitta.

 

Mentre si trovava in fila per quell'ultima diavoleria, Suga sudava freddo.
Sapeva che probabilmente era più pallido anche del solito e che se non si fosse appoggiato con fare indifferente al cordone che lo separava dalla sua prossima morte, sarebbe crollato per terra. Si sentiva le gambe molli e la gola stupidamente secca. Si sarebbe messo in ridicolo non solo di fronte ai suoi -ormai più che potenziali ex- amici che al momento se la sghignazzavano all'esterno della fila -al sicuro- ma davanti a tutti quelli che avrebbero affrontato quella pazzia con lui.
Yoongi sarebbe morto solo all'età di 23 anni, di questo era positivamente convinto.
Non c'era speranza che lui riuscisse a superare quell'inferno rimanendone indenne.
Si pentì di aver mangiato un pranzo così consistente quando il primo istinto che avvertì appena un addetto alla giostra gli fece segno di poter prendere posto fu di vomitare.
Dietro di lui un gruppetto di fastidiosamente rumorosi adolescenti lo spinse verso la carrozza, entusiasti dell'adrenalina causata dal momento.
Yoongi avrebbe avuto bisogno di una flebo al momento, altro che adrenalina.
Il sedile su cui avrebbe passato le sue ultime ore di vita era nero e in pelle. Gli impediva di vedere il suo compagno di morte ma ne poteva sentire la sua voce. Non potendo essere meno Min Yoongi, trovò il tempo di roteare gli occhi al suono della risata squillante del suo vicino che identificò appartenere ad uno del gruppo di bambocci di prima.
Non si sentì del tutto meglio ma il pensiero di non morire da solo lo rallegrò. Fece attenzione che la barra di sicurezza fosse salda e fece un respiro profondo.
La voce accanto a lui rise squillante, ancora.
Nervoso, hyung?” si sentì chiedere.
Che cosa stupida. Lui era un ragazzo di Daegu, lui non poteva essere nervoso. E poi- aspetta un attimo- quel moccioso l'aveva appena chiamato hyung? Quando esattamente Yoongi aveva dato il permesso ad un perfetto sconosciuto di indirizzarsi a lui con tanta confidenza?
Si sentì come se avesse perso fiducia nell'intero ordine dell'universo.
Una risposta pungente gli si strozzò in gola quando il carrello prese a salire verso l'alto.
Un'ondata -o forse una marea di ondate- di panico si abbatterono su Yoongi come una doccia fredda. Il vento dovuto alla velocità della giostra non gli permetteva di aprire gli occhi -non che ne stesse morendo dalla voglia-.
Urlò, urlò e urlò ancora.
Sperò fosse solo nella sua testa ma quando la gola cominciò a bruciargli disse definitivamente addio alla sua reputazione. Intorno a lui tutte esclamazioni di gioia e di eccitazione.
Che cosa non andasse nella generazione di oggi, non avrebbe saputo dirlo.
Quando la giostra si fermò di scatto e Suga aprì gli occhi, il mondo era davvero al contrario.
O forse era lui che si trovava a testa in giù.
Un classico.
Ormai vicino ad un attacco isterico, le parole cominciarono a scorrere dalla sua bocca incontrollate e senza nessun filo logico.
Il discorso poteva essere qualcosa molto vicino a “O mio dio, moriremo tutti! Chiamate aiuto! Non riuscirò mai a finire di sfogliare l'ultimo catalogo Ikea! Chi baderà a Bob? Non posso lasciarlo con gli altri due, non voglio non voglio non voglio!” ma Yoongi era pronto a giurare sulla sua collezione di giacche in pelle che quelle parole lui non le aveva mai pronunciate. Era sicuramente stata la signorina due file più dietro a dirle. Senza alcun dubbio.
“Woah woah! Qui nessuno morirà, hyung. Almeno non per la giostra! Al massimo potrei perdere l'udito...” si era sentito rispondere. Troppo fuori di sé, non aveva avuto nemmeno la forza di ribattere. Aveva il fiatone ed era sicuro che se fosse rimasto un altro minuto in quella posizione sarebbe scivolato dal sedile sfracellandosi a metri e metri di altezza.
Non ricevendo risposta, la voce domandò con una punta di preoccupazione “Hey, stai bene?”. Al che, Yoongi decise di rispondere mostrando al suo compagno di avventura tutto il suo caratteristico charme.
“Tu che cosa ne pensi, genio? Sto una favola!” sputò fuori senza nemmeno preoccuparsi di essere scortese. Si trovava in un vero e proprio codice rosso.
La mano che non si era nemmeno accorto non stringesse più il lato interno del sedile fu intrappolata da una molto più piccola e molto meno sudata.
“Non preoccuparti, Jimin oppa è qui per te!” esclamò con sicurezza la voce che ora aveva un nome. Jimin oppa? La situazione stava decisamente degenerando ma mentre l'attrazione si rimetteva in moto e l'inferno in cielo ricominciava, Yoongi rafforzò la presa. Quando al terzo e ultimo giro della morte sentì la stretta venire meno, sì allungò disperato verso l'altro sedile -per quanto lo spazio glielo permettesse- per tenere le due mani unite. Se l'altro -o meglio Jimin- se ne accorse non lo diede a vedere, troppo intento a godersi gli ultimi istanti finali della corsa.
Quando la carrozza si fermò definitivamente e Yoongi ritornò con i piedi proprio dove dovevano stare -cioè in terra- non aveva ancora lasciato la mano dell'altro. Si sentiva la testa leggera e pesante allo stesso momento e se qualcuno gli avesse chiesto di calcolare 2+2 non era sicuro sarebbe riuscito a rispondere bene.
Fu l'altro a richiamare la sua attenzione.
“Hai intenzione di mollare la stretta o ci facciamo un altro giro?” chiese Jimin con voce squillante e perfettamente calma.
Imbarazzato e infastidito dall'evidente mancanza di potere sull'intera situazione, Yoongi si girò di scatto verso l'altro con il solo scopo di insultarlo. Il suo intento andò in frantumi quando il suo sguardo si posò sul sorriso più dolce che avesse mai visto.
Ricominciò a riconsiderare la fortuna di quella giornata perché se quello a cui stringeva la mano non era il ragazzino più tenero e allo stesso momento più sexy che avesse mai visto allora Yoongi poteva giurare che nulla nell'intero universo aveva ragione di esistere.
I capelli spettinati dell'altro gli fecero pensare allo stato pietoso in cui si doveva trovare lui al momento. Rabbrividì.
Mr. Capelli Da Pubblicità Pantene interpretò male quel segnale e il sorriso sparì dal suo volto per lasciare spazio ad un'espressione dubbiosa. Yoongi maledì il suo corpo e i suoi stupidi riflessi involontari. Sparò fuori la prima cosa che gli venne in mente per far illuminare nuovamente il viso del suo salvatore.
“Se mi offri qualcosa da bere, allora forse potrei valutare l'idea di lasciarti andare. Qualcuno deve pur pagare e portarmi il caffè e tra i due non sarò io”.
La risata di Jimin non tardò ad arrivare e il più grande desiderò teletrasportare entrambi nel suo studio di registrazione per inciderla su una traccia e poterla riascoltare per l'eternità. Al diavolo il contegno!
“Non dovrebbe essere lo hyung a pagare?” chiese Jimin mentre scendeva dal suo sedile. Yoongi fece lo stesso, non senza prima aver fulminato l'intera struttura di ferro.
Promise vendetta contro ogni singolo bullone.
“Non dovrebbe essere l'oppa a pagare?” rispose con un ghigno sulle labbra, ritrovando la sua forte personalità ora che si reggeva ancora sulle sue gambe.
I due vennero interrotti dalle risate malcelate di quelli che Suga immaginava fossero gli amici del suo quasi sicuramente futuro date. I due cominciarono ad improvvisare una qualche canzoncina con protagonista il Non Poi Così Alto Jimin Oppa.
Vedendo nascere un tenero broncio sul volto di Jimin mentre quest'ultimo pregava gli altri di non metterlo in imbarazzo proprio ora (TaeTae, Kookie! Dov'è finito il rispetto per il vostro hyung!?), Yoongi pensò che forse avrebbe potuto risparmiare la vita dei suoi due Finti Migliori Amici (un Min non dimentica mai) almeno per questa volta.


“Hyung, ma chi è Bob?”
L'immagine del suo orsacchiotto di peluche al sicuro sotto le coperte comparve come un lampo nella sua mente.
Solo per questa volta.

Note autrice:

Salve! (:
Nuova scrittrice approdata nel fandom con un po' di sano YoonMin.
Prima di tutto, congratulazioni se sei arrivata/o fin qui! Ora che abbiamo appurato il tuo coraggio, voglio solo dire che so che
in realtà è Jimin quello che è spaventato dalle montagne russe ma questa l'ho scritta prima che andasse in onda l'episodio di ASC dove abbiamo ottenuto l'informazione quindi è stato un mio puro e semplice piacere personale torturare un po' Yoongi.
La smetto di fare blablabla e ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino alla fine.
Critiche, consigli, pareri sono tutti ben accetti!
Alla prossima,

thinkmon

 
   
 
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