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Autore: Hi Im a Kupo    24/07/2015    5 recensioni
Sbadiglio, mi stiro facendo scrocchiare tutte le ossa della schiena, e butto giù i piedi dal letto richiamando tutta la buona volontà nel abbandonare quel morbido, anche se un po' troppo caldo, giaciglio.
"Finalmente ti sei svegliata!" non realizzo neanche chi sia il proprietario della voce mentre un urlo mi si soffoca in gola e sollevo i piedi dal pavimento come se mi fossi scottata, per riportarli sul materasso.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono già passati alcuni giorni dal loro sbarco intra-spaziale, e ci troviamo stravaccati sul divano a sperare che l'oscillazione del ventilatore ci grazi portandoci un po di frescura.
La temperatura ha raggiunto dei picchi estremi, assolutamente inusuali e inadatti a me, ragazza da una soglia di sopportazione del calore meno che infima.
Il bicchiere di acqua e ghiaccio che mi sono fatta poco fa ha trovato una nuova e più interessante utilizzazione, che implica il tenermelo a stretto contatto col collo in un abbraccio di interesse. Rufy sta coricato in posizione stella marina sul pavimento alla ricerca di un posto freddo nella casa e Law ha persino perso la sua indecifrabile espressione, sostituita da una più traumatizzata con le labbra socchiuse in cerca di maggior ossigeno, e la fronte luccicante di sudore.
Di tutto il male e la sofferenza portata dal caldo desertico di quest estate, l'unico a non soffrirne pare essere Zoro, beatamente appisolato e barricato in camera mia col condizionatore acceso e la porta chiusa a chiave, per evitare di essere disturbato, o più probabilmente di entrare a contatto con altre persone che emanano calore in eccedenza.
"Ragazzi.." emano con un filo di voce in direzione dei due, i quali si limitano a voltarsi con lentezza esasperante, e nel caso di Rufy, lasciando cadere la lingua a penzoloni da un lato.
"Dobbiamo fare qualcosa.." 
"Fa caldo, taci e non sprecare forze." borbotta il dottore rimettendosi a fissare quello che assomigliava molto al nulla.
"Io non resisto.." mi lamento ancora dando sfoggio della mia capacità di sopportare le intemperie della vita, mentre scivolo giù dal divano strisciando poco lontana da Rufy, ma ben attenta al fatto che nessuna parte del mio corpo entrasse a contatto con il suo, per evitare diffusioni di calore sgradite, mettendomi a fissare il soffitto in cerca di qualcosa che potesse distogliere la mia attenzione dalla sofferenza provata.
"Vorrei essere al mare e fare il bagno.."
"Tu non puoi fare il bagno, idiota." 
"Ah vero.." 
Mentre ascolto, l'unica cosa per la quale mi sono rimaste le forze di fare, il discorso tra un Rufy in preda di deliri e un Law troppo stremato per dare retta alle cavolate che escono dalla bocca del primo, vengo presa da un illuminazione che mi fa trovare addirittura il coraggio di mettermi seduta sfidando la mia bassa pressione causa della mia improvvisa perdita della vista, recuperata poco dopo.
"Andiamo in piscina gente!" esclamo estasiata appena la mia testa si ferma dall suo momentaneo giramento, lasciandomi leggermente scombussolata.
"Dove." 
Le domande per il chirurgo della morte erano evidentemente passate di moda, lasciando spazio a delle secche affermazioni.
Mi corico nuovamente per terra, tornando a osservare la macchiolina nera che avevo individuato sul soffitto senza riuscire a capire se fosse un ragno o qualcosa di strano e indefinito, ma comunque inquietante.
"Ce n'è una qua vicino, si può andare in bicicletta.." 
"Bi..bistecca?"
"Rufy torna a concentrarti sul soffitto che è meglio."
Impossibile come il cervello di quel ragazzo in momenti di crisi non riuscisse ad andare oltre al pensiero “carne”, non riesco davvero a capacitarmene. 
Law espresse allora il suo secondo vocabolo della giornata, nettamente di rango inferiore al primo che era dotato di ben due sillabe, numero estremamente consistente ed impegnativo.
"Ok." 
"Sicuro di stare bene?"
Rimango decisamente sorpresa dalla decisione affermativa presa di sua spontanea volontà senza bisogno di costrizioni, ricatti, terroristi armati di baguette, o stordimenti che lo rendessero incosciente per un breve periodo di tempo.
"Si." 
Certamente il caldo gli doveva aver dato alla testa, senza ombra di dubbio, ma tanto vale cogliere l'occasione prima che gli torni la capacità di intendere e di volere.
"Allora che qualcuno vada a chiamare Zoro."
Ci guardiamo negli occhi gli uni con gli altri, fino a quando sia io che Law rimaniamo a fissare Rufy in modo decisamente significativo, più che altro tendente a un ordine non parlato.
"E va bene.." il ragazzo salta in piedi, per avviarsi verso la stanza dello spadaccino strisciando i piedi per terra e con la lingua fuori, con un passo del tutto simile a quello di un barboncino viziato obbligato a passeggiare per un intero pomeriggio sotto al sole cocente.
Lentamente, ma davvero lentamente, mi sollevo aiutandomi con le braccia, utilizzando quelle che probabilmente sono le mie ultime forze vitali. Una volta in piedi mi sistemo i vestiti con leggere botterelle per poi seguire il passo straziante di colui che mi aveva preceduto, andando a sua differenza verso la camera dei miei genitori.
Faccio ciò che una figlia degna di questo nome mai dovrebbe fare, ovvero cominciare a raspare malamente dentro ai cassetti e agli armadi armata di una nuova forza spirituale che mi era stata data in dotazione dalla, molto più che semplicemente allettante, prospettiva di potermi immergere nell acqua fredda da lì a poco. Dopo 10 estenuanti minuti di ricerca, che con questa temperatura non avrei impegnato neanche per cercare il One Piece, riemergo vittoriosa dall armadio tenendo ben alte le mie prede, catturate con tanto impegno e fatica. 
Ancora vivi e scalpitanti tenevo orgogliosa in mano tre costumi di mio padre, dimenticati da chissà quanto nel fondo di quell'inesplorato luogo.
Non mi importava se mio padre avesse qualche taglia in più di quei ragazzi dai fisici marmorei, insomma a una certa età la pancetta maschile sentiva il bisogno di esprimersi in tutta la sua artistica forma, se li sarebbero fatti andare bene lo stesso quei costumi, a costo di stringergli il nastrino fino a farli sembrare delle uova di Pasqua venute male.
Torno in sala, dove trovo un imbronciatissimo Zoro appena sveglio, uno stremato Law che tenta di mantenere la sua solita mimica facciale nonostante il caldo rappresenti un bell ostacolo, e Rufy che ora aveva cambiato la sua posizione sul pavimento da stella marina a sogliola al forno.
Mostro loro il motivo di tanto orgoglio, e poi glielo lancio in testa suddetto motivo, intimandogli di cambiarsi.
"Rufy che cazzo fai?!" sbraito avendo perso la mia innata delicatezza a causa della situazione debilitante mentre arrossisco come una mela cotta nel vedere il ragazzo intento a sbragarsi con molta nonchalance nel mio salotto.
"Mi hai detto di cambiarmi."
"Non qua, cretino! Vai subito in bagno!" 
"Ok!" 
Se la ride il ragazzo mentre si avvia verso la precedentemente nominata stanza, ed io sento la vena sulla tempia pulsare mentre mi tiro una manata sulla faccia. Sbircio tra le dita che mi coprono la visuale e trovo gli altri due ragazzi, con i loro costumi in mano, a fissarmi imbambolati.
"In bagno anche voi, cosa aspettate?!" sbraito come un aquila incazzata, per poi mollarli li e avviarmi verso la mia camera, ancora imbarazzata dalla scena del primo mongoloide.
Mi metto il costume e rapidamente preparo la borsa con tre asciugamani, le creme varie e i soldi rendendomi conto che mi sarà impossibile portarla in bicicletta, data l'abnorme difficoltà che riscontro soltanto nel tenere l'equilibrio camminando con questa in spalla. La porteranno gli uomini forti e muscolosi, almeno daranno un senso alla loro presenza a scrocco in casa mia.
Il primo che mi trovo davanti è Zoro, che viene automaticamente eletto “capo portatore di borse troppo grandi”, e come di conseguenza al suo titolo si trova in quattro e quattr'otto il borsone degno di essere classificato come strumento avanzato per sollevatori di pesi professionisti, tra le braccia.
"Portatelo te sto coso." borbotta infastidito il ragazzo, guardando storto ciò che aveva davvero le sembianze di uno zaino da escursionista.
"Certo!" sorrido prendendomi nuovamente il borsone e concentrando tutta me stessa per non cadere sotto il suo peso schiacciante "peccato per una cosa però.."
Il mio piano procede come avevo immaginato.
Esibisco il musino più dispiaciuto del mio repertorio e lo supero camminando con fatica, in direzione della porta d'ingresso.
"Peccato cosa?" 
Il ragazzo sa che sta per cadere nella mia trappola, ma non resiste comunque alla tentazione di sapere cosa si nascondesse li sotto, e io sorrido conscia di aver vinto ormai.
"Ma nulla.. avevo deciso di prendere una bottiglia di alcolico per ringraziarti dell avermi aiutato portando questa, ma in questo caso fa nulla.." ghigno dandogli le spalle, tenendo un tono di voce abbastanza contrito e alzando le spalle sul finale, giusto per aumentarne l'enfasi.
"Dammi qua, maledetta ragazza."
Si, deve essere sicuramente in astinenza da alcool.
Lo spadaccino si avvicina a passi pesanti riacciuffando il macigno e raggiungendo gli altri, già pronti, di fronte al portone. Facile vincere conoscendo i punti deboli dell avversario, ghigno soddisfatta raggiungendoli e facendoli uscire da casa.
"Io porto uno di voi, gli altri due prendano quelle dei miei genitori. Ah.. sapete andare in bicicletta?"
"No."
"Ok, cavatevela." 
Law, uomo di poche parole, non appare troppo soddisfatto dalla mia risposta dopo quella che gli è sembrata una più che esplicita risposta negativa alla domanda.
Rufy non sembrava interessato all esserne in grado o no, poiché ne aveva presa una a caso, ci si era seduto sopra, ed era rovinosamente caduto a terra.
"Se ti lasciassi guidarne una finiresti in un fosso prima di arrivare, e non fraintendere, mi dispiacerebbe per la bici. Ti porto io."
Il ragazzo si potrebbe definire abbastanza contrariato, vista l'espressione depressa e immusonita che esponeva guardando Law e Zoro salire sull'aggeggino tanto interessante che a lui era stato negato, mentre stava seduto sul mio portapacchi a braccia incrociate.
Come mi immaginavo da loro, anche un po' prima del previsto visto che avevo apertamente sperato di vedere qualche altra caduta imbarazzante, i tre sono subito riusciti nell impresa di guidare l'infido mezzo, permettendoci di metterci in cammino senza ulteriori intoppi. 
Direzione: paradiso.
 
"Posso guardare io ora?"
"No."
"Solo cinque minuti?"
"No Rufy."
"Almeno qualche metro?"
"Cazzo Rufy, ho detto no!"
Esprimo tutta la mia sovrumana delicatezza perdendo le staffe di fronte alla stressante insistenza del ragazzo, che andava avanti da quando eravamo partiti. Lui sbuffa e si volta verso gli altri due, Law appena dietro, e Zoro per ultimo con il suo borsone come secondo passeggero.
Finalmente vedo la struttura della piscina in lontananza e provo la stessa felicità di quando da piccola arrivava Natale, con i regali e i biscotti buoni.
Accelero senza accorgermene e inchiodo bruscamente arrivati di fronte all ingresso, causando lo spiaccicamento di Rufy contro la mia schiena, e il conseguente lamento di quest ultimo.
Vedo Zoro passare oltre e continuare dritto per la sua strada, obbligandomi una furiosa corsa di inseguimento per impedirgli di finire in qualche luogo sconosciuto e inesplorato da occhio umano portando con se il borsone. Si, l'ho fatto principalmente per il borsone.
Una volta radunati di fronte all ingresso, ancora ansimante per la folle corsa di prima, richiamo altre forze per appendermi al borsone a sua volta appeso a Zoro, alla ricerca del portafoglio. Appena trovato pago l'ingresso e entriamo. Indescrivibile è la sensazione inebriante della visione dell acqua fresca e delle persone rilassate che ci sguazzano dentro ridendo. L'impulso di gettarmi a bomba mollando li i ragazzi è molto forte, ma riesco a trattenermi appena imponendomi di voltarmi e andare a cercare un posto isolato dove stendere gli asciugamani.
La mia scelta ricade su un rettangolo di erba all ombra di una bella pianta, strappo dalle spalle del povero Zoro in versione facchino il borsone gigante e ne estraggo i teli che riducono nettamente il suo volume .
"Sistematevi." a ognuno lancio il suo, e sistemo il mio in posizione centrale dell ombra assicurandomi che neanche il più piccolo mignolino del mio piede ne rimanga fuori. 
"Così io sono metà e metà però.." 
"Sopravviverai di sicuro Rufy caro" lo prendo leggermente per i fondelli mentre lo vedo tutto impegnato nel cercare una disposizione strategica, cosa che gli altri due erano già riusciti a fare, accaparrandosi gli ultimi ritagli d'ombra disponibili.
Mi alzo in piedi sopra al mio asciugamano e lascio cadere il vestito a terra restando in costume.
"Chi mi vuole seguire, mi segua!" 
E detto questo comincio a correre verso la piscina, entrando in acqua in modo molto rocambolesco, schizzando una povera signora che si prendeva rilassata il sole poco distante da lì. Lascio immaginare lo sguardo d'odio e ira che mi ha tirato, roba che neanche un drago celeste nei confronti di un cittadino comune riusciva a fare.
"Ops.."
Alzo lo sguardo ridacchiando imbarazzata, per poi spostarlo terrorizzata appena dietro le sue spalle vedendo un esagitato Rufy correre all impazzata nella mia direzione.
Anche la povera tizia volta lo sguardo nella mia medesima direzione e sgrana gli occhi allucinata, mentre io provo a spostarmi il più velocemente possibile, lei tenta lo stesso fallendo   entrambe, poiché lei viene nuovamente bagnata da capo a piedi dopo il tuffo a bomba del pirata, ed io sommersa malamente dopo che l'idilliaco peso del ragazzo mi è precipitato interamente addosso.
Risalgo annaspando e sputando acqua.
"S-ei.. un cret-cretino!" gli urlo contro soffiando forte col naso nel tentativo di espellere la metà piscina che mi era finita in bocca e su per la cavità precedentemente nominata. Maledetto ragazzo che attenta alla mia vita un giorno sì e un giorno si, ora si sarebbe subito la mia ira. 
Ed è esattamente pensando questo che mi ci lancio sopra affogandolo con foga e rabbia, e mollandolo solo quando una delle sue bracciate mi prendono in pieno, schiaffeggiandomi la faccia.
"Ma sei pazza?! Non so nuotare lo sai!" urla riemergendo il ragazzo, con gli occhi sgranati tirando manate e scalciando nel estremo tentativo di non morire.
"Rufy.."
"Aiutoo!"
"Rufy."
"Tirami fuorii!"
"RUFY!"
"Eh?"
"Sei a galla idiota."
"Oh.. vero.. aspetta, com'è possibile?!"
"Sarà il cambio d'universo, qua i frutti del mare non esistono, non esisteranno neanche i loro effetti."
"Giusto.. fantastico! Traffy guarda, so nuotare!"
Il ragazzo si comporta come un bambino che ha trovato il biglietto d'oro per entrare nella fabbrica di cioccolato, saltando, nuotando, rotolando e chi più ne ha più ne metta, sotto lo sguardo attonito di Law che si era avvicinato alla vasca ma guardava ancora con diffidenza il punto dove l'acqua era profonda, e il mio, seccato, dopo essermi sicuramente rotta anche il timpano sano.
"Fantastico, qua non ti dovremo recuperare dalla morte ogni volta!" ridacchia il ragazzo dai capelli verdi, arrivato con calma, che si era guardato rilassato la scena, prima di buttarsi in un ottimo tuffo di testa a fianco a noi.
"Tu non vieni?" 
Mi avvicino al bordo nel mio impeccabile stile a rana fritta, appoggiandomi con le mani e sollevandomi di poco scuotendo i piedi.
"Sto bene qua."
"Guarda che non affoghi, non avere paura!"
"Non ho paura."
Rido, guardando negli occhi il ragazzo, facendogli capire che sono a conoscenza dell abnorme bugia che mi è stata rifilata.
"Allora vieni."
"No."
"Allora esco io."
Dandomi un un ulteriore spinta mi siedo sul bordo, contorcendomi in una maniera molto fluida che ha quasi sicuramente comportato uno strappo muscolare al mio costato, per poi mettermi in piedi.
"Dai vieni!" 
Lo prendo per mano e lo tiro cominciando a camminare sul bordo della piscina, lui mi segue senza opporre resistenza, ma abbastanza diffidente dallo stare così vicino all acqua, sospetto che decresce in maniera direttamente proporzionale alla profondità della piscina.
Mi fermo appena di fronte al bagnasciuga, gli mollo la mano e mi giro a guardarlo "da qua sei certo di non morire, su Mr.Coraggio!" gli dico ridendo, e guadagnandomi un occhiata truce come ricompensa.
"Dillo un altra volta e ti strappo il cuore."
"Ma se non hai i tuoi poteri, fa meno il figo!" rido scimmiottandolo ancora, andando a punzecchiare pericolosamente i limiti della sua innata pazienza, e provocandogli un espressione simile a una condanna di morte nei miei confronti.
Forse sto un tantinino esagerando, ma suvvia è divertente!
Il ragazzo, ormai deciso ha ignorarmi, o forse immerso nell immaginare vari modi per uccidermi, comincia a camminare verso l'acqua, passo a passo fino ad arrivare alla vita o poco più su.
Rido io, e comincio a correre come una forsennata buttandomi, o meglio dire cadendo, proprio a fianco a lui, inondandolo meglio di quanto avesse potuto fare uno tsunami, insieme ad alcuni bambini lì attorno che a differenza del chirurgo della morte avevano trovato la scena esilerante.
"Grazie." dice stizzito il ragazzo, guardandomi male.
"Prego!" sorrido entusiasta, ignorando l'ironia della sua voce. Mi avrà preso per un idiota a non accorgermene.
"Su bagnati" 
"Va bene così."
Gli nuoto intorno in quella poca acqua in cui ci trovavamo sotto lo sguardo curioso dei bambini, i quali si allontanano velocemente dopo aver ricevuto una mia occhiata che deve aver avuto molto poco di amichevole, visto l espressione di puro terrore nei loro occhi. A me non piacciono quei piccoli cosi urlanti, petulanti e capricciosi, ma sono dotata della disgrazia di piacere a loro, causa del mio precedente accerchiamento.
"Non puoi andare a giocare con lo spadaccino e il cappellaio?"
"No"
Risposta semplice ed efficace la mia, per niente apprezzata dal dottore il quale mi guardava nervosamente. Volevo si immergesse, punto. Una volta tornati nel loro mondo non avrebbe mai più potuto nuotare e volevo gli restasse questo ricordo, quando sarebbe stato di la.
"Se nuoto tu mi lasci in pace?" 
Vengo sorpresa dalle sue parole, e sollevo lo sguardo sul suo, ben fissato sul mio viso in attesa di incrociarsi coi miei occhi.
"Si!" 
Il ragazzo mi guarda sconsolato, per poi guardare l'acqua allo stesso modo, stringere gli occhi, abbassare il petto, e lasciarsi galleggiare.
Sorrido quando vedo che gli riesce bene, e mi sento soddisfatta, soprattutto poiché dalla sua imperturbabile espressione noto un che di felice, sollevato, naturalmente è solo un lampo ma sono certa che ci sia stato. 
"Ora vado a giocare con gli altri" 
Ridacchio per poi immergermi sott acqua e raggiungere le caviglie di Rufy, dandogli un forte tirone e facendogli prendere una colossale facciata. Riemergo ridendo e strofinandomi gli occhi, quando mi trovo davanti Zoro. Incontrollabilmente i miei occhi cadono sul suo fisico scolpito e suoi muscoli forti del ragazzo. Come farebbe ogni ragazza di buon senso mi avvicino a lui, gli appoggio una mano sul petto facendo scorrere le dita sulla pelle umida di pochi centimetri e guardandolo intensamente negli occhi esprimo la fatidica domanda.
"Mi fai fare un tuffo?!" 
Il ragazzo sbuffa, io rido, e lui pone le mani a cucchiaio facendomi salire coi piedi per poi lanciarmi come una pallina. Il miglior tuffo della mia vita, sicuramente.
Dopo varie preghiere allo spadaccino, e la ripetizione delle mie bellissime acrobazie innumerevoli volte, vedo avvicinarsi a noi Law, probabilmente per sbaglio, un errore che gli costerà caro.
"Traffy!" 
Gli occhi del dottore si spalancano quando Rufy si avvicina furiosamente.
"Cappellaio cosa vuoi far.."
Non fa in tempo a finire la frase che il ragazzo esagitato gli è già saltato in testa, mandandolo sotto come una prugna secca.
"Oh merda.." 
Mi agito leggermente fissando il punto in cui i due ragazzi si sono immersi, ma poi mi calmo.
Nonostante l'istinto di preoccuparmi non posso far a meno di ridere come una disperata quando vedo risalire dall acqua un esaltato cappello di paglia, e un traumatizzato Law che avendo perso l'imperscrutabile espressione da uomo serio ora annaspava sputando acqua.
"Meglio uscire un po', eh?" 
Me la rido dirigendomi verso il bordo, quando qualcuno mi prende la testa e la spinge malamente sotto.
Risalgo tossendo e girandomi allibita verso il mio aggressore, e noto con sorpresa di fronte a me il viso soddisfatto e ghignante di Zoro.
"Questo è per avermi usato da trampolino."
Boccheggio un po, alla ricerca del fiato che momentaneamente pare essere sparito nel tentativo di eliminare l'acqua ingoiata. Ricerca che non dura molto, poiché lo ritrovo abbastanza velocemente riuscendo ad esprimere ciò che la mia mente ordinava di dire.
"Un giorno ti affogherò talmente tanto che ti convincerai di essere un uomo pesce, ricordatelo marimo" lo minaccio con la faccia da cattiva, ma che a causa dei continui attacchi di tosse perde la sua serietà provocando le risate di Rufy e il ghigno di Law, calcando l'ultima parola.
Il ragazzo rimane leggermente sorpreso dal sentire nuovamente quel soprannome conosciuto, ma si riprende subito e allestisce un nuovo ghigno.
"Vedremo, disastro" mi sfida lui, ed io incrociando lo sguardo col suo in modo sicuro gli confermo di accettare la sua proposta. Ho sempre adorato le sfide, anche se difficilmente le vinco. Ricordo ancora vivido nella mia mente, quando ho dovuto entrare in classe con maschera e pinne, chiedendo alla professoressa di italiano dove fosse la piscina. Ho passato la successiva metà mattinata per convincerla che era solo una stupida matricola e non era affatto necessario sospendermi.
 Dopo lo scambio di parole col ragazzo, ritorno a nuotare tutta impettita fino al bordo, dove mi arrampico e salgo, avviandomi verso il mio asciugamano, decisa a prendermi un po di sole.
Vengo preso raggiunta da Zoro e Rufy, il primo che si stende a fianco a me, il secondo che comincia a borbottare qualcosa riguardo al fatto che non si ricordava quanta fame mettesse il nuotare, parole che ascolto solo distrattamente in quanto la mia mente vaga su un altro problema, più importante a detta mia del suo stomaco senza fondo.
"Law? Dov'è?"
"Parli di Traffy? Una ragazza l'ha fermato appena fuori dalla piscin.."
"Cosa?"
"Una ragazza l'ha fermato fuori dall.."
"Oh insomma! Ho capito, mica sono scema! Vado a prenderti da mangiare."
Sbotto saltando in piedi senza aver ben ragionato sulle parole dette, e dopo aver agguantato il portafoglio con una tale foga da aspettarmi la sua prematura dipartita, mi dirigo a passi pesanti verso il bar della piscina, non mi importa chi sia o cosa voglia, l'avrei soffocata col suo stesso laccetto del reggiseno se non mollava subito Law, che sia chiaro, nessuna avrebbe messo le mani su quel ragazzo, lui è mio
 
 
 
 
 
   
 
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