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Autore: _Akimi    25/07/2015    5 recensioni
"Una parte di sé non desiderava altro, voleva buttarsi tra le sue braccia e poter di nuovo stare accanto a lui come anni prima, ma l'altra, quella che l'aveva reso forte e invulnerabile alla mancanza di affetto da parte di Rin, gli diceva che era ormai cresciuto e doveva voltare pagina una volta per tutte.
-Non sono più un capitano, né tanto meno uno studente più grande. Voglio solamente essere Rin, quello giusto, questa volta.-"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo aveva cominciato a prendere un colorito rossastro, le nuvole si erano diradate lentamente e il Sole, quella maestosa e grande Stella, sfiorava l'orizzonte disegnando una figura perfetta di 180 gradi.
L'oceano era stranamente calmo, nonostante una lieve brezza alzasse le poche foglie secche che avevano iniziato a depositarsi agli angoli delle strade. Non faceva ancora relativamente freddo, l'estate si era da poco conclusa, ma alcune persone si concedevano ancora di andare in spiaggia per fare gli ultimi bagni prima di rientrare a casa a mangiare.
Non c'erano solo ragazzini giovani, ma anche coppie con bambini e anziani che attraversavano il lungo litorale a passo lento e paziente.
Iwatobi era sempre stata una cittadina tranquilla, adatta per chi voleva mettere su famiglia, ma anche per quelli che preferivano vivere da soli in uno di quei quartieri formati da blocchi di appartamenti dall'aspetto apparentemente freddo. Erano tutte persone umili ed era l'amore per la propria casa e per la propria città a rendere Iwatobi unica in tutto il Giappone.
Poteva sembrare sciocco e decisamente sentimentale, ma nessuna metropoli avrebbe avuto il suo stesso fascino, né la stessa atmosfera che ricordava la sensazione di ritornare a casa dopo moltissimo tempo.
Tuttavia, c'era qualcosa di malinconico in tutto quello, forse erano le risate dei più piccoli o l'immagine degli adolescenti alle prese con i primi amori che facevano sobbalzare irrazionalmente il cuore del ragazzo.


Si era seduto in silenzio su una panchina a pochi metri dal mare, la sabbia dorata che scintillava sotto gli ultimi raggi del Sole e un paio di gabbiani che spiccavano il volo dagli scogli bianchi, sorvolando curiosi le teste dei passanti.
Anche l'aria era diversa, quell'odore di salsedine che penetrava prorompente nelle narici rievocava ricordi passati. Passavano in fretta nella sua mente : i sorrisi dei suoi amici, i litigi, la famiglia che lo salutava con le lacrime agli occhi.
Sì, li ricordava tutti quei momenti, eppure una parte di sé si sentiva oppressa nel pensare che ora non viveva più lì, che la sua vita non apparteneva più ad Iwatobi.
Non era la prima volta che provava quella sensazione e sicuramente non sarebbe stata l'ultima, ma quando accadeva, non riusciva mai ad evitare di sorridere mestamente.
Non voleva dare tempo al suo usuale sentimentalismo perchè era cosciente che non sarebbe stato capace di celare un'espressione malinconica davanti al ragazzo che stava per incontrare. C'erano ancora tante, troppe cose che lo legavano alla città e per quanto fosse ormai cresciuto, non riusciva a scordarsi neppure per un attimo di quei volti che avevano condiviso momenti di tristezza e di felicità con lui.
Non si sarebbe mai dimenticato delle lacrime della madre, del sorriso deluso che si era disegnato sul volto della sorellina e neanche degli occhi chiari del suo migliore amico che gli dicevano che ce l'avrebbe fatta, che avrebbe sicuramente raggiunto il suo sogno.


Era vero. Alla fine ci era riuscito.


Aveva portato a casa più di una medaglia preziosa, ma ora erano rimaste tutte lì, abbandonate assieme agli altri trofei impilati in una vetrina della sala del suo appartamento.
Nei primi anni, doveva ammetterlo, vincere l'aveva sempre ossessionato. Era ciò che animava più di tutto il suo spirito, lo faceva sentire vivo, lo faceva sentire forte.
Eppure, era arrivato al punto di sforzare un sorriso per un paio di riviste, di ricevere complimenti che non provocavano più nessuna reazione dentro di sé. Non era solo quello di cui aveva bisogno e sapeva che era egoistico il modo in cui pretendeva sempre di più dalla sua vita. Non riusciva a vivere con il costante pensiero di doversi accontentare, accontentare di vivere in un appartamento da solo in Australia, di non poter avere nessuno che lo aspettasse a casa e che gli augurasse "Bentornato."
Lui, anche secondo il parere dei suoi amici di infanzia, sarebbe sempre rimasto un eguagliabile romantico, ma con il passare del tempo, vivendo da solo, non era certo che quell'aggettivo potesse più descriverlo.
La verità l'aveva sempre avuta davanti a sé, non era mai stato bravo nel rapportarsi con gli altri. Sempre troppo impulsivo,rabbioso e alle volte, diamine, veniva assalito continuamente dai rimorsi.


Perché alcune persone non si erano allontanate da lui, nonostante non fosse mai stato gentile con loro?


Se l'era domandato spesso, ma non era mai giunto ad una conclusione. Gli avevano voluto davvero molto bene, ma alla fine non aveva fatto altro che deluderli.
C'era sempre stato qualcosa di stupido che aveva ritenuto più importante della sua famiglia e dei suoi amici, proprio per questo era arrivato al punto di isolarsi lontano da loro.
Forse era meglio così, forse era meglio che non giocasse più con i sentimenti delle persone che lo amavano.
Le aspettative erano sempre state alte per lui, non aveva mai ammesso una sconfitta e raramente aveva chiesto scusa quando era nel torto; il suo orgoglio l'aveva consumato lentamente, ma si ripeteva che doveva essere forte e continuare su quella strada.


Doveva vincere.Era l'unica cosa che era capace di fare, arrivato a quel punto.
Eppure passava il tempo e le vittorie perdevano sempre più valore.


Diamine.
Voleva altro.
 
* * *

 
Avrebbe potuto riconoscerlo anche a metri di distanza. Lo vedeva lì, seduto da solo ad osservare la fine linea che divideva il mare dal cielo.
Il vento gli scompigliò appena i capelli argentei, obbligandolo a spostarli dietro all'orecchio timidamente.
Si fermò per un attimo sul marciapiede. Lo sguardo fisso davanti a sé.
Era ancora indeciso sul da farsi, per quanto non avesse riflettuto neppure per un attimo quando aveva visto il display del proprio cellulare illuminarsi con il nome del più grande scritto al centro.


-Possiamo vederci?-


Diamine, era passato davvero così tanto tempo e per quanto si fosse promesso di non pensare più a gli anni precedenti, il ragazzo non ci era riuscito. Aveva voglia di vederlo, ma al tempo stesso temeva che tra di loro non ci sarebbe stato altro che imbarazzo.
Sapeva che avrebbe cominciato a parlare a sproposito come era sempre solito fare, che l'avrebbe annoiato con quei discorsi che servivano solamente ad evitare qualsiasi tipo di silenzio. Non voleva sbagliare di nuovo come in passato, ricordandosi che il suo essere logorroico aveva portato l'altro ad allontanarsi lentamente.
Si pentiva di così tante cose dette durante il periodo delle superiori e non era mai riuscito a cancellare dalla sua mente il momento in cui si era dichiarato a lui, poco prima della fine della scuola.


Di quello, però, non aveva mai avuto rimorsi.


Sapeva di non avere mai avuto molte opportunità con lui, ma nonostante questo, ci aveva sperato fino all'ultimo istante e aveva fatto di tutto per dimostrare al ragazzo che i suoi sentimenti fossero del tutto veri e che non si trattasse di un semplice capriccio adolescenziale.
Era vero, non si era mai innamorato allo stesso modo neppure negli anni successivi,quando, finita la scuola, aveva cominciato a lavorare in un piccolo negozio di animali lì, ad Iwatobi.
I suoi genitori avevano provato a mandarlo all'università, ma per quanto ci tenesse, sapeva che per la sua famiglia un costo tale era troppo da sostenere. Si sarebbe dovuto trasferire a Tokyo e non era un dettaglio da poco.
Non voleva essere un peso per loro e sopratutto, voleva aiutarli non solo con piccoli gesti, ma anche economicamente sapendo che, per quanto umile, la sua famiglia non gli aveva mai fatto mancare nulla.
In ogni modo, la sua vita era cambiata molto da quando era ancora uno studente, sapeva che l'altro fosse riuscito a vivere al meglio la sua carriera da professionista in Australia, ma in tutti quegli anni, ahimè, non erano rimasti molto in contatto.
Il più piccolo non voleva sembrare insistente nei suoi confronti e passato un po' di tempo, aveva deciso di lasciare perdere e girare pagina, per quanto complicato, sapeva che sarebbe stata la cosa giusta per entrambi.


Immaginate quindi, la sua reazione, quando seppe che il ragazzo era ritornato in Giappone e l'aveva contattato.
Non poteva credere che i due si sarebbero visti e che avrebbero parlato di nuovo. Qualcosa era certamente cambiato tra di loro, ma nessuno dei due aveva intenzione di rinvangare vecchie storie del passato, o almeno, questi erano gli iniziali propositi.


Si avvicinò a passi piccoli verso di lui, non l'aveva ancora visto e il ragazzo fece tutto il possibile per non disturbarlo mentre osservava silenziosamente il paesaggio.
Solo quando fu abbastanza vicino, stringendo nervosamente la tracolla che si portava appresso, si fece coraggio nel salutarlo.
Non sarebbe successo nulla di grave, era questo che continuava a ripetersi. Doveva essere sé stesso, proprio come lo era sempre stato quando stavano assieme.


-Rin-senpai.-


Lo chiamò con il suo solito tono spensierato, privo di qualsiasi preoccupazione o tentennamento. Per quanto non fosse riuscito ad allontanare alcuni pensieri fastidiosi dalla mente, riuscì a sorridere spontaneamente proprio come era sempre solito fare in sua compagnia.
Chissà cosa avrebbe detto di lui, vedendolo cresciuto dopo tutto quel tempo. Non solo si era alzato, ma il suo viso si era fatto un poco più appuntito, dandogli un'aria più matura. Aveva in parte perso il fisico da nuotatore dato che era ormai da tempo che non nuotava in modo assiduo. Qualche volte si concedeva di andare in piscina, ricordandosi di quegli anni in cui misurava in modo quasi maniacale i suoi tempi.
Ora il nuotare era diventato un passatempo, importante sicuramente, ma non era un'attività che occupava come prima la sua vita.


-Yo.-
Si limitò a dire lui, senza aver bisogno di voltarsi subito per poterlo salutare. Si era reso conto che la sua voce era cambiata, diventando leggermente più grave di quando era solamente un sedicenne, ma era ancora facilmente riconoscibile alle sue orecchie.
Scivolò lentamente nella parte sinistra della panchina, lasciandogli spazio per sedersi vicino a lui.
Solo dopo un paio di attimi decise di girarsi dalla sua parte, mostrando un sorriso compiaciuto e sorpreso al tempo stesso, vedendo come il ragazzo fosse cambiato dall'ultima volta in cui si erano visti.
Sapeva che gli avrebbe fatto quell'effetto, che quel suo sorriso avrebbe riesumato vecchi ricordi di quando passavano tutti i pomeriggi ad allenarsi in piscina. Qualcosa di lui, tuttavia, non era realmente cambiato.
I suoi occhi, illuminati dalla lieve luce del Sole, erano di quell'acceso celeste che gli aveva sempre dato un'aria da bambino curioso cosa che, in effetti, era ancora. I capelli corti gli contornavano perfettamente il viso chiaro, le labbra abbozzate in un sorriso e quel piccolo neo vicino allo zigomo destro che lo rendeva ancora più delizioso agli occhi dell'altro.
Doveva smettere di osservarlo in quel modo, ma non ci riusciva e diamine, era guardandolo che si rese conto di cosa avesse abbandonato anni fa.


-Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti? Tre o forse quattro anni?-
Rin si sforzò di sorridere, mostrando i suoi denti appuntiti. Sapeva che non aveva avuto un buon comportamento nei suoi confronti, era sparito senza più farsi sentire e quelle volte che era ritornato a casa per le vacanze invernali,i due si erano sempre visti assieme a qualcun altro.
In parte, avrebbe voluto chiedere a Aiichirou di vedersi senza nessuno dei suoi amici, ma qualcosa l'aveva sempre fermato prima. Aveva forse paura che il ragazzo si sarebbe allontanato e non poteva di certo dargli torto, era l'unica cosa che al momento si meritava.
-Cinque anni...-
Bisbigliò il più piccolo, abbassando il capo e cominciando a giocherellare con un ciondolo che pendeva dalla sua tracolla.
Non voleva far intendere all'altro che avesse contato ogni singolo giorno in cui non si erano visti, voleva ammettere a sé stesso che non gli importava più nulla di lui, ma la verità era di tutt'altra natura.
Aveva aspettato così tanto per vederlo e diamine, ora era ancora così strano averlo proprio di fianco a sé.
Alzò appena lo sguardo verso di lui, le guance imporporate e le labbra increspate in un sorriso incerto. Non voleva incontrare i suoi occhi vermigli, quelle iridi che aveva visto spesso diventare lucide o brillare di luce propria quando il senpai si impegnava nel fare ciò che più gli piaceva. Non c'era nulla in lui che non gli piacesse : i capelli legati in una coda bassa gli ricadevano morbidi sulla schiena, forse più lughi degli anni passati, ma gli davano ancora un aspetto del tutto singolare.
La sua figura slanciata proiettava la propria ombra a terra, tremando ogni qualvolta si muovesse per distogliere lo sguardo dal kohai.
Non voleva guardarlo troppo, metterlo a disagio come aveva fatto anni fa, ma era troppo difficile allontanare gli occhi da lui,ora.


-Sono tanti.Troppi,lo so.-
Quelle parole raggiunsero le orecchie di Aiichirou lentamente, riecheggiarono nella sua mente e lo fecero di nuovo sorridere, convincendolo a sedersi accanto al senpai.
Non voleva addossargli nessuna colpa, non dopo tutti quegli anni. Aiichirou sapeva di avere sbagliato al principio, quando, nel vedere Rin allontanarsi con il suo diploma in mano, gli era corso incontro, rivelandogli tutto.
Avrebbe dovuto insistere e dirgli che voleva una risposta proprio in quel attimo,mentre,stoltamente, si era accontentato di un sorriso imbarazzato e di un "Ci penserò" bisbigliato nervosamente.


-Credo che sia normale fare errori a quell'età. Sembra sciocco pensarla in questo modo, ma forse questo è il giusto corso delle cose.-
Questa volta fu Rin ad immergersi in quelle parole, percependo il dispiacere del ragazzo anche se, su quel bel viso luminoso, il sorriso non era svanito neppure per un attimo.
Avrebbe voluto dirgli che non doveva comportarsi così, avrebbe preferito vederlo infuriato con lui e voleva sentirsi dire che in tutti quegli anni, in tutti quei maledetti anni in cui lui era scomparso, Aiichirou si fosse rifatto una vita.
Quella vita che si meritava sul serio, dimenticandosi dell'ipocrisia con cui Rin l'aveva trattato.


-Lo pensi davvero? Insomma, ti biasimo se non vuoi perdonarmi...-
Il più piccolo non lo lasciò neppure concludere.Non ce n'era bisogno perchè sapeva cosa avrebbe cominciato a fare il suo senpai.
Non voleva le sue scuse, non voleva sentirlo dire che si odiava per quello che aveva fatto.
Aiichirou aveva imparato ad essere forte in molte situazioni, per molte cose, ma non sarebbe mai stato pronto a vedere Rin dispiacersi per lui. No, non voleva procurargli quel genere di dolore, non dopo averlo visto chiudersi in sé stesso durante il primo periodo in cui era appena ritornato dall'Australia.


-Non ti mentirei mai Rin-senpai. Non sono arrabbiato con te. Forse dovrei esserlo, ma non ci riesco.-
Il ragazzo più grande si alzò di scatto, infilandosi le mani in tasca come se servisse per reprimere il dolore improvviso che stava provando. Una presa lancinante al petto che proseguiva sempre più giù, fino alla bocca dello stomaco.
Era sciocco aver pensato che Aiichirou l'avesse aspettato dopo così tanto tempo.
Come poteva pretendere di ritornare dopo cinque anni e dirgli con leggerezza, di punto in bianco, che ci aveva pensato e che lo voleva ancora.
O meglio, lo desiderava per davvero.


Non poteva escludere la possibilità che il ragazzo, quel ragazzo non più sedicenne, avesse trovato un nuovo modo di vivere senza di lui, magari in compagnia di qualcun altro. Non c'erano più incertezze nei suoi occhi, nessun bisogno di sentirsi dire di essere forte.
La verità era che proprio lui,Rin, aveva avuto la necessità di sfogarsi in presenza del più piccolo. Era Rin Matsuoka che,preso dalla rabbia e dalla frustrazione, si sfogava, mentre Aiichirou non aveva fatto altro che mostrare la sua determinazione e quel suo sorriso, diamine, quelle labbra appena increspate che bastavano per far capire al rosso che andava tutto bene, che era inutile preoccuparsi.


Erano cresciuti, ma Aiichirou Nitori era sempre lo stesso. Gli sorrideva allo stesso modo, arrossiva allo stesso modo.
Tutto sembrava essere rimasto lì, quando cinque anni prima Rin si era comportato come un vigliacco, lasciando in sospeso i suoi sentimenti come se fossero in una scena di qualche film fermo sul tasto "pausa".


-Sei felice qui,no?-
Rin lo domandò senza voltarsi dalla sua parte.
Non poteva , non riusciva a guardare come sorrideva nel pensare a qualcun altro e non a lui, nel pensare ad una Iwatobi senza più nessun maledetto Rin Matsuoka che sfogasse la propria rabbia sul suo kohai.


Aiichirou, dalla sua parte, non sapeva come interpretare quell'improvvisa e insolita domanda.
Il senpai dava l'impressione di essere preoccupato per lui, almeno per una volta, ma al contempo era combattuto tra il fastidio incessante che pervadeva la sua mente e la speranza che lo faceva stare un poco meglio, pensando che il piccolo Aiichirou si meritasse davvero una vita migliore, anche senza di lui.


Nitori lo guardò voltargli le spalle, gli occhi fissi verso la spiaggia e le mani che si muovevano nervose dietro al tessuto dei pantaloni, anche se il senpai faceva tutto il possibile per non mostrarsi nervoso.
Rin, agli occhi del più piccolo, era sempre stato così : determinato, sicuro di sé e delle proprie parole, ma anche malinconico, solo, come se ormai fosse convinto che la solitudine fosse l'unico modo per non ferire più nessuno. Nonostante questo, Aiichirou amava allo stesso modo i suoi difetti e i suoi pregi e il tempo non avrebbe mai e poi mai fatto svanire la forte ammirazione che provava nei suoi confronti.


-E tu,Rin-senpai,sei felice?-
Non voleva davvero domandarglielo, non senza avergli neppure risposto.
La verità era che Aiichirou si sentiva bene con sé stesso, ma non aveva mai smesso di sperare in qualcosa di più, nella sua vita. Forse,finalmente, si era reso conto che amava le illusioni e che immaginare di potersi riunire con Rin era ciò che avrebbe reso la sua esistenza più completa. Non gli era mai importato del modo in cui, costantemente, avesse continuato a farsi del male da solo e più se lo ripeteva, più si rendeva conto che quel dolore, quelle strette al cuore che aveva sempre sentito, lo facevano stare anche bene.


-Non lo so...- Rin si voltò verso di lui e si passò una mano tra i capelli, tirandoseli indietro con fare indifferente.
Voleva mentire al ragazzo e anche a sé stesso, proprio come aveva fatto in tutti gli anni della sua vita. Era un vizio che non si sarebbe mai tolto e che, per quanto fosse difficile da ammettere apertamente, ormai era diventato parte del suo stesso io. -Forse.- Aggiunse alla fine, accennando uno di quei sorrisi a doppio taglio e quell'impressione non era data solamente dai suoi denti inusualmente affilati.
Quelle menzogne facevano male ad entrambi e se da una parte nessuno dei due era più disposto ad accettarle, dall'altra,si era ormai abituati, tristemente, a convivere con esse.


-Dovresti provare ad esserlo,Rin-senpai.-
Aiichirou si alzò dalla panchina,stringendo i pugni e utilizzando un tono di voce alto, forse troppo alto per poter celare successivamente la determinazione e l'interesse con cui aveva pronunciato quella frase.
Sarebbe stato disposto ad aiutarlo, anche se la sua felicità non comprendeva loro due assieme come amici o forse come coppia. Aiichirou aveva imparato che alcune cose potevano essere conquistate con la forza di volontà, ma altre, purtroppo, potevano solamente essere la conseguenza di scelte prese da più parti,assieme.


Rin, a quelle parole, si limitò ad accennare un sorriso divertito e distolse di nuovo lo sguardo da lui, osservando il lungo viale che li avrebbe portati al centro città.
Forse avevano solamente bisogno di tempo e la tensione tra di loro sarebbe scomparsa. Non voleva discutere di nulla con Aiichirou, almeno, non ora.
Gli bastava poter passare un pomeriggio con lui, passeggiando in quella città dove si erano incontrati anni prima, in cui avevano condiviso i momenti più belli delle loro vite. Nonostante i fraintendimenti e gli errori, Rin teneva troppo al ragazzo e se quest'ultimo aveva accettato di incontrarlo, un motivo valido ci doveva pur essere.


Per una volta, almeno per quel giorno.
Voleva essere positivo.


-Mh,andiamo a fare un giro? Ti offro qualcosa.-
Cambiò poco elegantemente il discorso, questa volta guardandolo dritto negli occhi.
Gli era mancata anche la città, le sue strade e i suoi profumi, qualcosa che in Australia non avrebbe mai e poi mai potuto trovare allo stesso modo.
Era quello il bello di ritornare a casa, sapere che lì, nonostante la lontananza, c'era qualcuno ad aspettarlo e lo stupore del vedersi non scemava mai.
Quell'incontro pareva una prima volta , come se i due ragazzi non si fossero mai conosciuti e che la voglia di scoprire qualcosa l'uno dell'altro fosse ciò che più li spingeva ad andare avanti.


Aiichirou rispose con un cenno della testa e cominciò a camminare al suo fianco, limitandosi alle volte a voltarsi verso di lui. Era sciocco e banale pensare a quanto fosse bello così, mentre il suo sguardo era perso nelle vetrine dei negozi con quell'aura che lo avvolgeva, facendolo apparire agli occhi del più piccolo proprio come il Rin che conosceva da sempre.
-...Che ne dici?-
Le parole del senpai giunsero alle orecchie del ragazzo e quest'ultimo, preso del tutto dai suoi pensieri, si ritrovò a sobbalzare, arrossendo vistosamente.
In genere, prestava sempre molta attenzione a ciò che Rin gli diceva, ma il suo essere riflessivo alle volte aveva la meglio e anche in quell'occasione si ritrovò a dover sorridere goffamente, cosa che fece comprendere all'altro di non essere stato per nulla ascoltato.


-Pensavo che potremmo andare al café che c'è all'incrocio, così, per parlare un po'.-
  RipetéRin, indicando il locale poco distante da dov'erano attualmente.
Sapeva che Aiichirou non avrebbe detto nulla in contrario, nonostante questo, il più grande trovava piuttosto divertente il modo in cui gli rispose, in parte ancora preso con i pensieri che l'avevano fatto evadere fino ad ora.
-Oh sì, ci vado spesso, dovrei avere dei coupon degli sconti.-
Disse distrattamente, mentre frugava nella sua tracolla.
Pareva del tutto assurdo, ma dal momento in cui aveva cominciato a lavorare, faceva di tutto per poter risparmiare il più possibile, anche se alle fine si ritrovava a spendere i suoi risparmi per il piccolo di cui si prendeva cura : un volpino che aveva preso dal negozio per cui lavorava.
I suoi genitori non si erano ribellati all'idea di avere un cane in casa e in più, sapevano quanto il figlio amasse stare con gli animali e dato la determinazione con cui il ragazzo si impegnava a casa, non gli avrebbero mai negato un po' di compagnia canina.


-Sei diventato un ragazzo indipendente ormai,mh? Ti immagino fare la spesa per cucinare la cena alla tua famiglia.-
Lo schernì Rin, vedendo il sorriso soddisfatto che si dipinse sul volto di Ai quando finalmente trovò il blocchetto tanto agognato nella borsa.
Pareva del tutto serio, se si parlava di denaro e questa non era altro che una piccola dimostrazione di quanto il ragazzo fosse maturato. In realtà, era sempre stato piuttosto responsabile e nel vederlo ora così cresciuto, Rin non trovò per nulla difficile immaginarselo alle prese con i fornelli o con dei figli, in un futuro assai più lontano.


-Ho anche dei buoni per il supermercato...se ti servono prima di partire.-
Replicò lui ingenuamente, non trovando cosa ci fosse di divertente nelle sue parole. Certamente, forse era sciocco preoccuparsi delle proprie compere, ma Aiichirou non era mai stato ossessivo se si parlava di soldi, semplicemente preferiva non sperperarli per nulla.
-E poi non sono molto bravo a cucinare, anche se alle volte sono obbligato a farlo.-
Continuò mentre si avvicinavano all'entrata del locale.
In un primo momento, una volta entrati, Rin fu sul punto di domandargli per chi dovesse preparare il pranzo; per quanto fosse usuale come domanda, si trattenne dal farla per paura di ricevere una risposta indesiderata.


-E tu,Rin-senpai? Come ti trovi a vivere in Australia?-
Questa volta fu Aiichirou a riportare il più grande alla conversazione, vedendo un'espressione del tutto distratta dipinta sul suo volto.
Si rese conto che il ragazzo si trovava da ben altra parte, ma si limitò a nascondere una risata con il palmo della mano, capendo che tra i due, lui non era l'unico a perdersi facilmente nei propri pensieri.
Prima di ricevere una risposta, entrambi si sedettero ad un tavolino vicino ad una delle grandi vetrate del negozio. Da lì, per quanto non fosse un posto che permetteva di avere troppa intimità, i loro occhi potevano liberamente osservare buona parte della città presa ormai dalla fretta di rientrare a casa.
Mancava poco meno di un'ora alla cena, ma nessuno dei due ragazzi sembrava essere preoccupato di dover tornare dai propri familiari, motivo per cui non si fecero scrupoli ad ordinare un buon frappé alla frutta e una fetta di torta per accompagnare la bibita dolce.
Per quanto Rin non avesse mai amato quel tipo di ambiente, l'essere lì con Aiichirou rendeva il tutto decisamente più piacevole.
Qualsiasi tipo di tensione era svanita tra loro e si ritrovarono a parlare con leggerezza delle proprie vite e dei loro piani, senza trovare nessuna domanda troppo invasiva né risposta troppo vaga.
Era quello, quel genere di atmosfera che era mancata ad entrambi e sui loro volti, da quando avevano cominciato a sorseggiare i loro frappè, non era mai mancato un piccolo sorriso addolcito dall'idea di essere solo loro due.


Era sbagliato farsi illusioni ora, ma Rin non si era mai sentito in quel modo da molto tempo. Era bastato un banale pomeriggio per dimenticare il peso della lontananza e della solitudine, ricordandosi che Aiichirou non aveva mai smesso di aspettarlo. O forse, più semplicemente, era contento della sua compagnia, senza dover alludere ad altro.
-Comunque, la vita in Australia non è male, l'essere un atleta professionista ha molti vantaggi, oltre al vincere delle medaglie ovviamente.-
Esclamò con leggerezza, mentre con una forchetta nella mano sinistra era intento a dividere un piccolo pezzo di torta ordinata.
Sapeva che la vita da nuotatore gli avrebbe portato fama e denaro, anche se non erano i motivi per cui aveva desiderato fare parte del mondo del nuoto agonistico. In ogni caso, non poteva negare che facesse comodo, un portafogli pieno di dollari e allo stesso modo, essere conosciuto nel paese e avere ammiratori faceva piacere, sopratutto dato l'ego che aveva sempre caratterizzato la sua personalità.
In compenso, tutti questi elementi non potevano sostituire la propria famiglia o i propri amici, né tanto meno l'essere completamente in pace con sé stesso.
Rin era sempre stato un ragazzo piuttosto complicato, cosa che lo rendeva diverso da tutti gli altri, ma alle volte era lui stesso a sapere di desiderare ben altro a quello che già possedeva. Non si trattavano più di oggetti, né tanto meno di sicurezze che riguardavano i suoi fans o i suoi colleghi.
Era quel genere di sentimento che poteva solamente trovare nelle quattro mura della propria casa, in compagnia di qualcuno che forse, non doveva essere necessariamente il proprio partner di vita, ma che gli facesse compagnia durante i periodi di faticoso allenamento, che gli domandasse se voleva andare a Sidney per comprare qualche nuovo mobile per la casa o perchè no, rifugiarsi in qualche ristorante giapponese solamente per lamentarsi della qualità del cibo.


Parevano dettagli sciocchi, ma era proprio nella loro banalità che Rin ci trovava qualcosa di buono, quel qualcosa che ormai desiderava ogni giorno di più.


-Ma dovresti parlarmi di te, non sono venuto nel periodo migliore per incontrare tutti. Pensavo di non trovarti qui, ad Iwatobi.-
Parlò senza utilizzare un particolare tono di voce. Non voleva lasciar trapelare felicità nell'aver avuto questa occasione di incontrarlo né tanto meno stupore in volto quando sentì il motivo della sua presenza lì.
Non immaginava che il ragazzo non si fosse mai trasferito, non che ci trovasse nulla di male, ma le motivazioni che l'avevano portato a rimanere ad Iwatobi non sembravano del tutto positive per Rin.
Eppure, per quanto Aiichirou avesse perso l'opportunità di studiare come altri, sembrava felice delle scelte che aveva preso nella sua vita e non provava rimorsi nei confronti di nessuno, né per la sua famiglia né per sé stesso.


-Ed è così che lavoro ad uno dei pochi negozi di animali che c'è qui. Sai, mi piace poter prendermi cura di loro e vedere le famiglie uscire dal negozio con un cane o un micio è davvero stupendo.-
Alzò di poco il capo, accennando un sorriso dolce verso di lui. Pareva strano pensare che il Nitori che aveva di fronte fosse lo stesso di cinque anni, lo stesso che si sentiva frustrato se i suoi tempi non erano migliorati o che pianse quando partecipò alla staffetta insieme al suo senpai.
Sembrava così diverso dai tempi del Liceo, ma invece era rimasto sempre lo stesso ragazzo; non si accontentava di piccole cose, anzi, erano quelle piccole cose che rendevano la sua vita migliore di quella di Rin, migliore di qualsiasi pezzo di metallo che pendeva nell'appartamento dell'atleta.
A casa Matsuoka mancavano ancora molte cose, le pareti erano spoglie, il frigo era spesso vuoto e sull'appendiabiti all'entrata si potevano contare sì o no due giacche, entrambi appartenenti alla stessa persona.
Mancavano quei quadretti colorati che incorniciavano un paio di visi sorridenti e persino un bel servizio di piatti o di stupidi bicchieri di vetro da usare per le occasioni speciali.
Per Rin, forse esageratamente parlando, non c'erano mai state occasioni da considerare speciali.
Non aveva senso non poter festeggiare anche il più stupido degli eventi senza i propri amici e la propria famiglia. Gli impegni, sopratutto nell'ultimo periodo, si erano accumulati ed erano state rare le occasioni in cui era riuscito a partire per il Giappone o in cui era stata la sua stessa famiglia a partire per l'Australia.. Senza neppure scordarsi della simpatica fobia della sorella per gli aerei.


-E adesso che ho compagnia anche io, non è poi così male essere rimasto ad Iwatobi.-
Parlò il più piccolo, avvicinando alle labbra la cannuccia per poter bere ancora un sorso di frappè.
A quelle parole, però, Rin si allontanò istintivamente dalla propria bevanda, guardando con un'espressione piuttosto confusa l'altro.
Sapeva che avrebbe dovuto prestare più attenzione alle sue parole, ma in quel caso, diamine, era certo che Aiichirou avesse appena rivelato di vivere con qualcuno. Non voleva sembrare invadente, domandandogli da quanto tempo stessero assieme, se avessero già cominciato a convivere e... no, forse la sua mente aveva cominciato a viaggiare troppo velocemente, ma era dannatamente curioso e al contempo non era certo di voler trovare risposta a tutti quei quesiti.


-Oh,beh...e come ti sembra, vivere così?-
Domandò certo che fosse sembrato un perfetto idiota. Non solo, fece tutto il possibile per nascondere l'evidente imbarazzo nel parlarne, distogliendo lo sguardo da lui solamente per fissare un punto indefinito del locale.
Non voleva sapere dettagli privati di lui, per quanto si conoscessero da molti anni, Rin non si sentiva molto in vena di conoscere quella parte della vita di Aiichirou. Lo rendeva furioso,anche, oltre che estremamente dispiaciuto, sapere che il più piccolo condivideva le proprie giornate con un'altra persona.


-Nulla di che, in realtà sono già abituato a vivere con un cane, anche se è passato molto tempo da quando ne avevo uno mio. E quando è morto,sai...non ne ho voluto un altro.-
Un sorriso dispiaciuto si dipinse sul volto di Aiichirou, ma cercò di non pensarci per molto. Per quanto il periodo della sua infanzia fosse stato del tutto felice, la mancanza del suo primo cucciolo non avrebbe mai compensato con qualsiasi altra amicizia o qualche giocattolo.
-Dovresti averne anche tu uno in Australia, anche se forse non sarebbe una buona idea.-
Si corresse concludendo la frase con una piccola risata. Era strano il modo in cui Rin lo stava guardando in quel momento e per pochi attimi, ingenuamente, Aiichirou pensò che il senpai si fosse offeso per quelle parole, magari pensando che gli avesse appena detto di non essere in grado di curare un animale.


-Non intendo che tu non possa curare un cucciolo,Rin-senpai! E' solo che, con tutti i tuoi impegni, dovresti non avere distrazioni.-
Aiichirou si sporse istintivamente verso di lui, le guance leggermente arrossate, mentre portò lento la mano verso i capelli chiari, scostandone una ciocca dietro all'orecchio.
Pareva sciocco discutere su un argomento del genere, ma conoscendo abbastanza bene Rin, non c'era da stupirsi se si fosse offeso; tuttavia, dalla smorfia che si dipinse successivamente sul volto, il più piccolo cambiò idea, trovandosi a pensare che il senpai fosse solamente annoiato dai suoi discorsi.


-Scusami.-
Bisbigliò a bassa voce il kohai, ritornando a sistemarsi ordinatamente sulla sedia, finendo di mangiare la sua porzione di torta.
-Non mi sono offeso Ai, sono solo un idiota.-
Rin rispose passandosi una mano sulla fronte,trovando ormai vano nascondere il viso arrossato nel ripensare a ciò che aveva riempito la sua mente fino a quel momento.
Doveva smettere di preoccuparsi di faccende così inutili, sopratutto se non lo riguardavano minimamente. Anche se Aiichirou avesse trovato una persona d'amare, non ci sarebbe stato modo per lui nell'evitare qualcosa del genere, né tanto meno nell'ostacolare lo stesso ragazzo.


-Pensavo avessi trovato un ragazzo.-
Passarono un paio di minuti prima di parlare, trovando ancora più umiliante il modo in cui Aiichirou rise poco dopo nel sentire quelle parole.
Non era una risata maligna, a dire il vero, anzi, quando Rin alzò lo sguardo verso di lui, il senso di imbarazzo che aveva provato fino ad ora svanì, lasciandosi ad un sorriso da perfetto idiota. Non voleva provare nessun tipo di interessamento nei suoi confronti, non dopo tutto quello che era accaduto, ma con quel fraintendimento era ovvio quali fossero le preoccupazioni del senpai e Aiichirou era lusingato nel sapere che Rin pensasse a quel genere di cose.


Si sarebbe sentito dispiaciuto se lui avesse trovato qualcuno con cui vivere?
Pareva una domanda sciocca, ma Nitori sperò vivamente di sì e che almeno quanto lui, il senpai fosse geloso nell'immaginarlo assieme a qualcun altro.


-E no, non pensare male. Non me ne importerebbe assolutamente nulla.-
Mentì spudoratamente lui, incrociando le braccia. No, non era per nulla turbato da quella possibilità, ma sapeva bene che Aiichirou era, più di tutti, abituato alle sue bugie ed era inutile celare qualcosa, purtroppo, così palese.


-A me sì.-
Bisbigliò invece il più piccolo, sapendo che era futile parlarne in quel modo, chiaro che Rin stesse scherzando sull'argomento e che il tempo non fosse bastato per fargli cambiare idea a riguardo.
Tuttavia, era troppo tardi per poter nascondere ciò che aveva appena detto ed era certo che il senpai l'avrebbe schernito per questo, pensando che il ragazzo non avrebbe mai imparato dagli errori del suo passato.
Avrebbe voluto rimangiarsi ciò che aveva appena dichiarato, magari celando il tutto con un semplice "Stavo scherzando,ovviamente", ma non ne era capace, non era mai stato capace di nascondere i propri sentimenti nei suoi confronti.
Tutti avevano compreso quanto Aiichirou amasse Rin, tanto da essere capace di sopportarlo anche nei suoi periodi peggiori ed era stato lo stesso Sousuke-senpai a dirgli quanto fosse inutile fare finta di nulla.


Rin aveva volutamente evitato le emozioni del più piccolo e la sua dichiarazione non era stata per nulla inaspettata, ma nonostante questo, nonostante l'iniziale indifferenza del più grande, Aiichirou aveva continuato a vederlo sotto la stessa luce. Era questo che significava essere innamorati, molto probabilmente.
Sentirsi avvampare per la più piccola delle cose, non vedere come gli altri lo schernivano per il modo in cui continuava a seguire il senpai né tanto meno arrendersi quando quest'ultimo non gli aveva dato una risposta chiara alla fine dell'ultimo anno scolastico.
Rin non era stato corretto con lui, ma questo non era mai bastato per far allontanare la speranza dalla mente del piccolo Aiichirou.
-Ho parlato a sproposito, scusami.-
Aiichirou cercò di rimediare con un sorriso, non uno dei suoi soliti. Questa volta si sforzò di increspare le labbra, socchiudendo gli occhi per non sembrare ancora coinvolto in tutta quella storia.
Erano passati 5 anni. 5 dannati anni e non poteva comportarsi in modo così infantile, pretendendo che Rin fosse ritornato quel giorno solo per lui, solo per dirgli che aveva ripensato a tutto ciò che era successo al Liceo.
Il passato era passato e non potevano rinvangare vecchie storie quel giorno.


-No,Ai.Lo so che ho sbagliato e negarlo sarebbe da stupidi.- Rin giocherellò in silenzio con la cannuccia colorata,mentre con l'altra mano aveva cominciato a picchiettare nervosamente sulla superficie liscia del tavolo.
Forse era arrivato il momento di dirgli tutto, di confessargli che, effettivamente, era ritornato per poter risolvere quella situazione con lui. Voleva poter recuperare tutto il tempo perso, senza pretendere di vedere Aiichirou ritornare sulla propria strada provando di nuovo dei sentimenti per il più grande.
Voleva la verità, a prescindere se ormai fosse stato troppo tardi.
-Non sono mai stato bravo con gli addii e diamine, rifletterci ora mi fa sembrare più miserabile di quanto già non sia.- I loro sguardi si incontrarono e vide il modo in cui il più piccolo si mordeva nervosamente il labbro, forse trattenendosi dall'interromperlo o semplicemente perchè le sue parole erano arrivate tardi e risultavano peggiori di un silenzio volontario.
-Pensavo che non avresti mai accettato di incontrarci.-
Disse sincero ed era certo che Aiichirou non avesse dimenticato nulla di quel giorno, ma quello che più faceva peso erano le cose non dette, le bugie ripetute e le false speranze che,molto probabilmente, l'avevano portato a perdonare il suo senpai.


Alle volte odiava quel lato di lui, quella parte ostinata che gli offuscava la vista, che non gli faceva comprendere che per tutti quegli anni non aveva fatto altro che ferirlo, trattandolo come se fosse un kohai come tutti gli altri.
Rin,però, sapeva che Aiichirou non era come uno dei suoi compagni di squadra né tanto meno uno dei suoi amici d'infanzia.
Eppure, si era fatto scappare tutto, rovinando l'occasione che il più piccolo gli aveva palesemente offerto.


-Volevo vederti,Rin-senpai, anche se non sapevo cosa aspettarmi.- Gli occhi celesti puntati sul viso dell'altro, all'apparenza imperscrutabile, ma quello sguardo era sempre stato capace di andare oltre allo scudo che Matsuoka aveva costruito per tutti quegli anni.
Non bastavano più quelle sciocche bugie né un sorriso beffardo per far finta che tutto andava bene.
-Pensavo che non sarebbe accaduto nulla, ma invece...ci sono ricascato.-
Il sorriso di Aiichirou si fece più morbido, addolcito dal ricordo di quello che l'altro ragazzo gli aveva fatto passare. Era pur sempre vero che Rin avesse avuto comportamenti bruschi nei suoi confronti, ma era stato capace anche di incoraggiarlo e di farlo sentire sicuro di sé e delle proprie abilità.
Rin, decisamente mellifluo da dire, era sempre stato il ragazzo ideale per Aiichirou. Non era stato facile sin da subito accettare la propria omosessualità, ma non si era sentito a disagio nello scoprire i sentimenti che provava per l'altro. Era capitato in modo del tutto casuale, ritrovandosi quel folle come compagno di stanza, dopo averlo visto per la prima volta nuotare quando erano solamente dei bambini.
Forse erano stati i suoi gesti, il suo modo di parlare che, istintivamente, avevano cambiato qualcosa dentro al petto del kohai. Non aveva mai provato una sensazione così, soffocato dai suoi stessi timori, ma al tempo stesso felice di provare ognuna di quelle insicurezze.


Rin riusciva a rovinare tutto con così poco, bastava un silenzio o una parola per far demoralizzare chiunque,ma per Aiichirou non era mai stato abbastanza, niente era mai stato abbastanza per scordarsi di lui.


Eppure,alla fine, era successo.Non voleva dare la colpa a nessuno per quell'allontanamento e si ripeteva che ciò che contava era quel momento.
I loro sguardi si incontrarono di nuovo e Rin allungò la mano,stringendola delicatamente sulla sua.
-Allora dimmi che non è troppo tardi.-
Quelle parole giunsero all'improvviso, facendo arrossire Aiichirou come un ragazzino alle prime armi con l'amore. Qualcosa in lui, per quanto ci avesse provato, non era cambiato dai tempi del Liceo. Voleva molto bene a Rin come amico e aveva provato in tutti i modi a dimenticare quello che aveva sempre provato per lui, ma non ci era mai riuscito. I suoi sentimenti erano ancora molto forti, ma provava lo stesso a nasconderli per non rimanere deluso un'altra volta.
Doveva pur ricordarsi che il senpai era sparito senza dirgli nulla, comportamento di cui si era già scusato poco prima, ma per quanto si fidasse di lui, faceva ancora male pensare di essere stato dimenticato.


-Non so..Rin-senpai.- -Non chiamarmi così.-
Aiichirou strinse le spalle e lo guardò, temendo che si fosse infuriato con lui per la risposta frettolosa che aveva dato. Una parte di sé non desiderava altro, voleva buttarsi tra le sue braccia e poter di nuovo stare accanto a lui come anni prima, ma l'altra, quella che l'aveva reso forte e invulnerabile alla mancanza di affetto da parte di Rin, gli diceva che era ormai cresciuto e doveva voltare pagina una volta per tutte.
-Non sono più un capitano, né tanto meno uno studente più grande. Voglio solamente essere Rin, quello giusto, questa volta.-
Un sorriso malinconico si dipinse sul volto di entrambi e con estrema gentilezza, il ragazzo dai capelli rossi intrecciò le sue dita con quelle del più piccolo, non aspettandosi una risposta definitiva in quel momento, ma gli bastava sapere che Aiichirou ci avrebbe pensato un po' su.
-Rin.- Ripeté il suo nome con tranquillità, scostandosi un ciuffo di capelli con la mano libera.


Avrebbe dovuto rischiare di nuovo? Pretendere che nulla di quello che fosse accaduto in passato contasse?


-Grazie per essere ritornato.-
La sua voce era incrinata da un pianto ormai prossimo, anche se si era ripromesso mentalmente di non attirare l'attenzione di nessuno nel locale. Non si vergognava dei propri sentimenti, né tanto meno della propria personalità, ma proprio per questo non voleva che qualcuno guardasse male uno dei due.
Sapeva che Rin gli avrebbe dato dello sciocco, tuttavia, il ragazzo più grande si limitò ad accennare un sorriso e a distogliere lo sguardo, solamente per poter passare una mano sul viso per nascondere gli occhi lucidi.
-Hey,non starai davvero piangendo?!- Gli domandò dandogli un lieve schiaffo sul dorso della mano. Si consolava sapendo che non era l'unico a non essere riuscito a resistere alle proprie emozioni ed Aiichirou amava anche il suo lato così sentimentale, quello che gli permetteva di rimediare a tutti i suoi errori.
-No e fino a prova contraria sei tu che hai gli occhi lucidi.-
La risposta di Rin fu immediata e il più piccolo non poté far altro che sorridere, trovando il senpai il solito ragazzo testardo e piuttosto divertente, quando cercava futilmente di celare i propri sentimenti.
 
* * *


 
Quando uscirono dal negozio, stupendosi nel vedere il cielo ormai imbrunito e colmo di stelle, Aiichirou si allontanò di pochi passi da lui, avvisando i genitori al telefono che sarebbe stato fuori ancora per un po', motivo per cui non avrebbero dovuto aspettarlo per la cena.
La madre, sapendo con chi si fosse incontrato suo figlio quel giorno, si limitò a dirgli di non preoccuparsi e di stare più tempo possibile con Rin.
Era strano sentire la propria famiglia supportarlo in quel modo, non che non l'avessero mai aiutato nel corso degli anni, ma sapere che sua madre e sua padre erano favorevoli nel vedere il proprio bambino assieme ad un altro ragazzo aveva decisamente aiutato Aiichirou ad accettare la propria omosessualità.
Voleva molto bene alla sua famiglia, forse in modo esageratamente infantile, ma avrebbe fatto di tutto per renderla felice e per non deluderla. Doveva ammetterlo, per quanto improbabile, avrebbe voluto anche lui, in futuro, essere genitore e poter badare ad un figlio tutto suo. Avrebbe potuto donare molto, non economicamente forse, ma avrebbe fatto tutto il possibile per mostrargli il suo affetto. Ormai tutti sapevano quanto Aiichirou fosse premuroso nei confronti delle persone a cui era legato e, per quanto timido e disordinato, non c'era nulla che lo demoralizzasse abbastanza da farlo smettere di sperare per sempre.
Anche con Rin, non per altro, era successa la stessa cosa. Forse la scelta di dargli un'altra possibilità era stata piuttosto impulsiva, ma era abbastanza maturo da rendersi conto quali sarebbero state le conseguenze e gli impegni che comportavano lo stare assieme al suo senpai.
La distanza, solo la parola lo faceva rabbrividire, ma il suo amore per Matsuoka era troppo prezioso ed era durato così a lungo da non poter essere fermato da un - bel - paio di chilometri.


-Hey,la tua famiglia come sta?-
Rin lo strinse da dietro, dandogli un lieve bacio sulle tempie. Avevano parlato molto e di cose diverse tra loro, ma non aveva idea di cosa la sua famiglia pensasse delle preferenze del figlio, sempre se ne fossero al corrente.
Non voleva mettere fretta ad Aiichirou, gli bastava solamente poterlo tenere stretto tra le proprie braccia ed era certo che il più piccolo apprezzasse - finalmente - quelle attenzioni. Certo, in pubblico lo facevano arrossire non poco, ma quel lato impacciato e timido del più piccolo faceva divertire Rin come non mai.
Aveva sempre amato stuzzicarlo e una parte di lui era certa che Nitori adorasse allo stesso modo sentire le battute del più grande, ridendo per quanto squallide potessero essere.
Erano piccole cose, dettagli insignificanti per gli altri, ma era proprio ciò che Rin voleva poter conservare insieme all'altro. Voleva poter scherzare assieme a lui, domandargli che cosa volesse mangiare a cena o semplicemente vederlo addormentarsi al suo fianco.
Con lui stava ritornando dannatamente romantico e Sousuke l'avrebbe preso in giro non poco per questo.


-Mi hanno chiesto se è andato tutto bene. Sanno che sono con te, mia madre è davvero troppo curiosa.-
Aiichirou alzò il viso e si perse negli occhi luminosi del più grande. Gli era mancata quella sensazione, o meglio, probabilmente non l'aveva mai provata fino ad ora. Sentire le dita di Rin accarezzargli il mento gentilmente o il semplice sorriso che si era dipinto sul suo viso.
Adorava quel ragazzo e per quanto non fossero più studenti, lui sarebbe sempre rimasto il suo senpai.


Rin lo abbracciò ancora più forte, avvolgendolo sotto la sua giacca. Era stato davvero uno stupido ad indossare abiti del genere, scordandosi che il clima in Giappone era diverso dall'Australia, eppure a quell'ora della sera, una lieve brezza cominciava ad infreddolire entrambi.
-Forse si preoccupa, non c'è mai da fidarsi quando c'è un Matsuoka in giro.-
Quelle parole sembrarono del tutto serie, anche se le labbra del ragazzo si erano increspate in un sorriso dolce. Era strano vederlo così, illuminato dalla luce di un lampione poco distante e stretto nella sua giacca ingombrante. Al contempo, per quanto Aiichirou avesse sentito le guance imporporarsi per il freddo, era del tutto piacevole rimanere vicini, sapendo che un abbraccio dell'altro bastasse per sopportare le temperature della notte.
-Se vuoi e se ti impegni, sai anche essere premuroso.-
Pareva quasi una critica, ma Rin non sembrò per nulla offeso dalle parole dell'altro. Infondo, non aveva per nulla torto : era un ragazzo superficiale molte volte ed era capace di perdersi diverse occasioni che gli si presentavano davanti, ma, per fortuna, riusciva a recuperare, se si metteva - appunto - di impegno.


-Grazie per non essere andato avanti senza di me. Non che non me lo aspettassi,in realtà...-
Parlò ironicamente, dovendo sembrare come sempre un ragazzo pronto a qualsiasi occasione. Doveva ammetterlo, era più forte di lui comportarsi in modo così superbo, ma Aiichirou sapeva stare benissimo al gioco, pensando che Rin infondo, non era altro che un ragazzo tenero quanto lui.


-Non sei cambiato per nulla,Rin.-
Ai gli sorrise dolcemente per poi voltarsi e obbligarlo a chinarsi verso di lui, con le braccia allacciate attorno al suo collo.
Non servivano parole per quel momento, i due si guardarono per pochi attimi, in silenzio; Rin fece sfiorare delicatamente i nasi tra di loro, stringendo il ragazzo per i fianchi. Solo poco dopo, senza smettere di guardare il viso dell'altro, il più grande lo bacio, assaporando al meglio il sapore di quelle labbra che aveva desiderato da molto tempo.




 

ANGOLO DELL'AUTRICE
Ho finalmente scritto una RinAi, non ci credo :,) E' la mia OTP per eccellenza in Free, per quanto io abbia già scritto nella sezione con la HaruNagisa. Che dire, sono certa di aver fatto errori e la cosa interessante di questa fanfic è che non l'avevo per nulla calcolata, quindi è stato qualcosa inventato un po' sul momento, cosa che io tendenzialmente non faccio quando scrivo. (ci penso sempre molto, ma questa è stata molto senza pretese.)
Il titolo è "Nankai Renai" che si traduce "Amore difficile" ed è il titolo di Gumi/Vocaloid e ve la consiglio. Credo che rappresenti alla perfezione l'amore che prova Ai per Rin.
Spero vi piaccia e niente, all'inizio avevo pensato di divederla in due capitoli, ma poi ho preferito concluderla qui e la inserirò in una serie. (connessa,non credo, ma saranno momento della loro vita assieme)

Adiooooooos!
(Ma quanto sono belli?)

P.S. In genere non lascio così tanti spazi quando scrivo, ma temo sempre di scrivere tutto attaccato.
  
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