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Autore: PoisonKiss94    25/07/2015    0 recensioni
Ci troviamo a dover fare i conti con la nostra vita. A volte sconfortati per non aver raggiunto ciò che ci prefiggiamo e altre volte soddisfatti dai risultati. In questo caso, ci sono situazioni dove si sprofonda nella propria tirstezza e ci si trova soli. Ma non può piovere per sempre, prima o poi uscirà lo spiraglio atteso.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente la sensazione opprimente dopo esservi svegliati da un incubo? Mi è successo dopo l’incontro con quel ragazzo: stavo scivolando così lentamente dentro il baratro e non riuscivo più a respirare e non vedevo nessuna mano allungata pronta a tirarmi su. Ripresi coscienza lentamente: mi trovavo in uno stato di  completo subbuglio,ero sudatissima e il cuore mi batteva così velocemente che sembrava avessi corso. L’ultima cosa che ricordo di questo incubo fu alla fine il sorrisetto su un volto maschile e una frase bisbigliata.Mi accorsi che era l’alba e dalla finestra, entrava una deliziosa brezza. Presi il telefono dal comò e vidi un messaggio di un numero sconosciuto. Subito rizzai gli occhi perché non credevo al suo contenuto: l’ammiratore segreto ( non aveva intenzione di svelarmi la sua identità) voleva incontrarmi e successivamente mi avrebbe dato tutte le informazioni a riguardo. Sono una persona molto razionale e la cosa mi ha fatto sorridere ma non mi illudevo. Scesi dal letto con disapprovazione dei miei due gatti e andai a preparare il caffè. Era tutto così quieto in cucina: i miei erano partiti e mio fratello ormai era prossimo al matrimonio,quindi non stava più con noi e mia sorella preferiva continuare la sua vita da cosmopolita. Per fortuna avevo la compagnia dei vicini e della mia migliore amica che ormai si era stabilita da me per non lasciarmi sola. Versai il caffè nella tazza e mi sedetti sul balcone. La quiete dell’ambiente è una cosa che mi ha sempre affascinato: la vegetazione iniziava a prendere vita, le prime rondini spiccare il volo e colorare il cielo, che iniziava a tingersi di varie sfumature calde. Mi cadde l’occhio su una persona che si trovava al di fuori del cancello quindi subito posai il caffè e mi avvicinai. La persona in questione era un fioraio. Non ci credevo, la giornata iniziava nel modo più strano possibile.
- Buongiorno signorina, questo mazzo è per lei da parte di un ammiratore segreto.- mi strizza l’occhio e mi sorride. Un po’ infastidita, entrai in casa e cercai un vaso per quelle bellissime rose rosse, al cui interno, nascosto con cura, ci stava un cartoncino.
Spero che il pensiero sia gradito. Sono rimasto tutta la notte a guardarti dormire. Sembravi un angelo e vorrei che tu scivolassi tra le mie braccia per essere al sicuro.
Niente firma. Nessun messaggio subliminare. Chi poteva essere? Anzi chi si è appollaiato sulla mia finestra tutta la notte! Non ci credevo. Speravo che Alex si alzasse: avevo un disperato bisogno di parlare con lei. Le alternative erano scarse: per prima le lasciai un bigliettino,poi decisi di farmi velocemente una doccia e mettermi abiti comodi per andare a cavallo. Avviandomi verso le stalle, continuavo a riflettere su questa storia. Velocemente sellai il mio cavallo e ci avviamo verso il bosco. Il sole iniziava a salire e la luce iniziava ad infiltrarsi tra i rami, proiettando strani giochi di ombre. Quando non riesco a capire le cose inizio ad innervosirmi e tutto perché ho avuto dei rapporto burrascosi con la maggior parte delle persone. Ed ecco che i pensieri iniziano a scivolare nell’oblio più remoto perché le ferite iniziavano a riaprirsi e sentivo un lieve bruciore tra le palpebre, sensazione quasi familiare. Avevo intuito vagamente chi potesse essere ma ero combattuta: da un lato volevo sapere che intenzioni avesse o a che gioco stesse giocando, dall’altro volevo allontanarlo in tutti i modi. Il turbine dei miei pensieri fu scosso da un rumore lontano e non ci feci caso ma da dietro il cespuglio, uscì una sorta di ombra che andava crescendo. Volevo avvicinarmi, ma la paura iniziò a fermarmi, sentivo il sudore scendere lungo la schiena come un brivido e il dolore alle mani perché stringevo forte le redini del cavallo. Cercai una via di fuga, orientandomi un poco: puntai il cavallo a sinistra, facendolo trottare lentamente: quando avvistai il riflesso del mare, lo incitai a farlo andare sempre più veloce. Dopo aver messo una certa distanza, mi fermai e mi voltai ma non vidi nulla. L’ultima cosa che ricordo prima fu un qualcosa che mi punse e svenni.
   
 
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