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Autore: Vanilla_91    25/07/2015    3 recensioni
L'inizio di un nuovo anno scolastico può portare con sé innumerevoli sorprese: nuovi amici, nuovi professori, nuove esperienze.
Kagome è una ragazza semplice, adora Sango, la sua migliore amica, Sota, suo fratello maggiore e il suo sogno più grande è quello di girare il mondo. Per questo, quando viene selezionata per un progetto studio che si terrà in America, non può che esserne entusiasta.
Ciò che non ancora non sa, è che dovrà avere a che fare con InuYasha, un teppista prepotente e scorbutico, che non sopporta, con il suo gruppo di amici e con un ex fidanzato invadente e noioso.
Folli corse in moto, feste proibite, guai, gelosie e quel pizzico di follia tipico dell'età accompagneranno i protagonisti in questa nuova avventura.
Tre mesi di convivenza forzata, novanta giorni per imparare a conoscersi e ad andare d'accordo..chissà che l'amore non ci metta lo zampino.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Allora, bellezza, hai davvero deciso di farmi aspettare. Vuoi fare la difficile! E va bene, sappi che non mi arrenderò. La pazienza non mi manca.-
Kagome ridacchiò, per la marcata drammaticità di quelle parole.
-Key, ti ho detto che non ho ancora preso una decisione. Sono appena stata liberata dalla mia gabbia dorata, non so se mi permetteranno di raggiungere l'altro lato del mondo. Probabilmente temono che con la fortuna che mi accompagna, causerò un disastro aereo.-
-Sciocca, sono solo preoccupati per te, come lo sono anche io. Hai rischiato molto e questo non deve più accadere.- dichiarò, serio.
La ragazza si accarezzò distrattamente il ventre, decisamente più visibile al di sotto della leggera t-shirt.
- Lo so, non permetterò più che la salute del mio bambino venga messa a rischio.-
-Insisti? Ti ho già ripetuto, che quella lì dentro, è una marmocchia, non un marmocchio.-
-Non fa differenza, l'importante è che sia sano.-
-Non solo lui, Kagome. Voglio che anche tu stia bene, ti voglio felice. Rivoglio la ragazza piena di vita che ho conosciuto qualche mese fa.-
-Questo è più difficile, temo.-
-Non è vero. Hai bisogno di chiudere i ponti con un passato che ti ha causato solo dolore e problemi, di cambiare aria e ricominciare. Vieni qui, io ti sto aspettando! Sarò al tuo fianco in ogni momento.-
Kagome tacque, impreparata.
Il cuore aumentò leggermente i battiti nel sentire quelle parole.
Non era cieca, tanto meno stupida, aveva compreso l'interesse di Key, i di lui sentimenti, ma cosa voleva lei davvero?
-Ehi, mi hai sentito?-
-Sì, scusami, ero sovrappensiero. Ti ho promesso che ci penserò, non lo dico giusto per.-
-D'accordo, non ti farò pressione, ma sappi che mi manchi e che ho una voglia matta di vedere te e il tuo enorme pancione.-
-Non sono un fenomeno da baraccone, né una mongolfiera.- ribatté,infastidita.
-Vedremo. Kagome, io ci conto. La vita ti sta offrendo una nuova possibilità, non sprecarla.-
Rimase in silenzio, mentre la telefonata, dall'altro lato, veniva interrotta.
Sospirò, esausta, preda della pesantezza dei suoi stessi pensieri.
Aveva abbandonato l'ospedale da due settimane, per far ritorno a casa.
Il riposo assoluto, al quale era stata costretta, le aveva lasciato un'enormità di tempo per pensare, per riflettere.
Ora che le condizioni del suo bambino erano stabili, era giunto il momento di tirare le somme, di prendere decisioni.
Non vedeva InuYasha dalla notte in cui si era sentita male e forse era stato meglio così.
Aveva compreso l'agire del nonno e lo aveva accettato.
Lui l'aveva cercata, l'aveva riempita di messaggi, per accertarsi delle sue condizioni, ma la ragazza non sapeva come sentirsi al riguardo.
La voleva ancora nella sua vita, voleva starle accanto, crescere insieme il loro bambino, così le aveva detto, lo ricordava bene.
Cosa voleva davvero lei, si chiese.
Amava InuYasha, in modo illogico e irrazionale, di questo era cosciente, ma aveva la sensazione che non bastasse più, che non fosse più sufficiente.
Non erano il risentimento e la rabbia ad offuscare il suo giudizio, ma qualcosa di più radicato, di più irreversibile: non si fidava più di lui, delle sue parole.
Era un dualismo contrastante, qualcosa che le faceva bene e male, una sensazione che sorgeva dalle parti più recondite del suo essere: lo amava, ma non poteva tornare con lui.
Ricominciare come se nulla fosse accaduto era impensabile, una prospettiva irrealizzabile.
Tuttavia, si struggeva per il desiderio di averlo vicino, soltanto per sé, come forse non lo era mai stato davvero.
E poi c'era lui: Key.
Non si trattava di una scelta, era InuYasha quello che amava, ma il ragazzo americano incarnava la possibilità di una nuova scelta, la prospettiva di qualcosa di diverso.
Lui stesso aveva usato quelle parole "una nuova possibilità per essere felice".
Agognava serenità, ma poteva davvero essere felice senza l'uomo che amava?
Gli ultimi mesi erano stati terribili, sfiancanti. Un'altalena di sentimenti spiacevoli e di cambi d'umore che nulla avevano a che vedere con i "sintomi della gravidanza".
Essere felice le sembrava, in quel momento, un traguardo così lontano.
La spensieratezza, l'allegria, la gioia di vivere, che da sempre le erano appartenute, sapeva, non le avrebbe riconquistate neanche con il ritorno di InuYasha.
Prima, aveva compreso, avrebbe dovuto far pace con se stessa, imparare a convivere con la nuova persona che era diventata.
Aveva amato fino ad annullarsi e aveva capito che il suo era stato un grave errore.
Non si pentiva dell'amore donato, ma solo di non aver saputo voler bene anche a se stessa.
La sua era stata un'ossessione che l'aveva annientata e della quale voleva liberarsi.
D'ora in poi, l'unica cosa che avrebbe messo al primo posto, sarebbe stato solo il benessere del suo bambino.
La sua decisione l'aveva presa nell'istante stesso in cui aveva posto quella domanda al dottore, senza neanche ragionarci.
Ce l'avrebbe fatta anche lei, ci sarebbe riuscita e l'avrebbe fatto solo per lei e il suo bimbo.
La strada da percorrere non sarebbe stata facile, ma non sarebbe tornata indietro.
Pregò, tuttavia, affinché lui trovasse la forza necessaria a capirla ed appoggiarla.

 


Sbuffò, gettando lontano il libro che, invano, aveva tentato di leggere per occupare il tempo.
Guardò l'orologio e imprecò: le lancette sembravano decise a non girare.
Era ansioso, smanioso: finalmente l'avrebbe rivista.
Il messaggio che lei gli aveva inviato era stato spoglio, minimo, ma quell'invito a incontrarsi per lui aveva significato molto.
Erano state quattro settimane lunghe, interminabili, trascorse nell'impossibilità di vederla e starle accanto.
Sapere che lei e il piccolo stavano bene l'aveva rassicurato, ma non era stato sufficiente.
Risolveva Kagome, ne aveva bisogno.
Voleva abbracciarla ogni volta che ne avesse avuto voglia, addormentarsi con lei e risvegliarsi al suo fianco, voleva vedere il suo ventre arrotondarsi per far crescere il loro bambino.
Grazie ai consigli di Miroku e Kohaku, e all'intercessione di Sakura, la tensione tra lui e Sota si era attenuata, ma sarebbe stato così semplice anche ottenere il perdono di Kagome?
Riavere accanto uno dei suoi migliori amici era stato un grande traguardo, ma non gli bastava.
I giorni trascorsi lontani gli erano serviti, più di qualunque altra cosa.
Aveva assaporato pienamente il dolore di saperla lontana, la crudezza del dubbio, il logorio dell'incertezza.
Immaginare il dolore che aveva patito Kagome per mano sua gli era impossibile.
Non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto ad essere tanto stupido.
Aveva avuto la felicità a portata di mano e l'aveva gettata via, sputandoci su.
Era certo di non meritarla, ma era sempre stato egoista e non sarebbe cambiato in quel momento.
Ne aveva un disperato bisogno, perché solo Kagome aveva saputo dare un senso ai suoi giorni e lui, dal canto suo, si sarebbe impegnato davvero per rendere felice lei e il loro bambino.
Non importava quanto ci sarebbe voluto, avrebbe lottato con le unghie e con i denti, fino a quando non l'avresse riavuta.

 

 

Un'ora dopo, seduti l'uno di fronte all'altro, non avevano smesso di fissarsi.
Il silenzio calato era teso, inquieto.
Mille parole non dette aleggiavano tra loro, in attesa di essere pronunciate.
-Sono felice di vederti.- dichiarò lui, sorridendole. -Sei sicura di stare bene?-
-Sì, InuYasha, io e il bambino stiamo benissimo, fortunatamente.- lo rassicurò.
- Ho avuto molta paura. Il pensiero di potervi perdere mi dilaniava.-
Kagome deglutì, tentando di ritrovare il coraggio perduto e le parole.
Aveva riflettuto sulla propria decisione, ma comunicarla ad InuYasha era la parte più difficile.
Esprimere ad alta voce i propri pensieri avrebbe fatto male anche a lei.
Avrebbe voluto farlo in fretta, per non rendere tutto più difficile, ma ora che nuovamente lo vedeva e l'aveva vicino, ora che risentiva il suo profumo e la sua voce, non voleva allontanarlo.
-InuYasha, dobbiamo parlare.- annunciò.
-Certo che dobbiamo farlo, abbiamo molte cose da dirci.-
-Lascia che sia io per prima ad esprimermi, ma promettimi che non mi interromperai, che mi ascolterai fino alla fine.-
Gli occhi di lui si assottigliarono, attenti.
- Non mi piace come inizio, ma te lo prometto.-
La ragazza respirò profondamente, cercando di raccogliere coraggio e volontà.
-Noi due ne abbiamo passate tante, InuYasha. I mesi trascorsi insieme sono stati..intensi, nel bene e nel male.
Non tornerò a ripeterti quanto dolore mi abbiano portato le tue scelte, non ce n'è bisogno, voglio concentrarmi sulle cose belle.
Ti ho amato, profondamente, intensamente e da questo sentimento è nata una piccola creatura che cresce dentro me..Cosa potrebbe esserci di più bello?-
-Non c'è nulla più bello di voi.- la interruppe.
Kagome arrossì leggermente, ma non si lasciò distrarre
-Ho pensato tanto a ciò che mi hai detto quella notte.
L'idea di ricominciare, di crescere questo bambino insieme..credimi, non c'è nulla che io desideri di più.-
-Allora permettimi di restarti vicino, amore mio. Non sbaglierò ancora, te lo prometto.-
-C'ho pensato, ho creduto fosse la scelta migliore, ma ho dovuto ricredermi.-
-C..che vuol dire? Non puoi..-
-Ascoltami, ti prego. Me l'hai promesso.- Prese fiato, poi continuò. -InuYasha, so che le mie potranno sembrarti le stupide parole prese da qualche stupido libro, ma ti assicuro che al momento non me ne vengono altre. Devi credermi, se ti dico che il problema non sei tu, ma io.-
-Spiegati meglio.- le chiese, la voce ridotta ad un flebile sussurro.
-Io non ho più fiducia in te, non ho più fiducia in me stessa. In questi mesi non ho fatto altro che piangermi addosso, che lasciarmi sprofondare nella sofferenza e io non voglio più essere questo genere di persona. Non voglio essere questo genere di donna, non voglio essere questo genere di madre.
Cosa sarebbe accaduto se il bambino fosse già nato? Avrei smesso di prendermi cura di lui?
L'avrei affidato a mia mamma, a Sango o a tua sorella perché troppo depressa per cullarlo mentre piange?
No, decisamente non voglio essere così.-
-Cosa stai tentando di dirmi, Kagome? È finita, non mi vuoi nella tua vita? Ho già ammesso di aver sbagliato, purtroppo rimpiangerò per sempre i miei errori, ma non posso cancellarli. Però, ti prometto che mai qualcosa di simile accadrà di nuovo. Sarò sempre presente, per te e il bambino.-
Promesse, giuramenti, belle parole, che però non lenivano il dolore che ancora provava.
Era arrivata ad odiare se stessa, a sentirsi inadeguata e quello non sarebbe mai cambiato.
-Voglio dire, InuYasha, che l'amore che provo per te è diventato un'ossessione, qualcosa che mi impedisce di dormire e di respirare, che non mi permette di vivere e le dipendenze insensate non portano mai a nulla di buono. Non ti voglio lontano, ma ho bisogno di disintossicarmi, di trovare il giusto equilibrio per offrire il meglio a me stessa e a nostro figlio.-
In un gesto brusco InuYasha le afferrò entrambe le mani, stringendole.
-Anche io voglio solo il meglio per questo bambino, per noi. Saremo una famiglia, Kagome, cosa potrebbe esserci di preferibile?-
Il fiato le si mozzò in gola nel sentire quella parola. Una famiglia: lei, InuYasha e il loro piccolo.
Ogni volta che si era concessa di pensarci, la sua mente non era mai stata in grado di focalizzare una simile immagine. Ogni volta che pensava al futuro, tutto ciò che riusciva ad immaginare, a vedere, era lei stessa con il loro bimbo, oppure lei in compagnia di InuYasha.
Perché, mai, era riuscita ad immaginare loro tre felici?
Comprese che l'idea di "famiglia" di cui InuYasha le stava parlando, lei non l'aveva mai presa in considerazione.
Puntò il proprio sguardo in quegli occhi ambrati che tanto amava e si sentì colpevole, crudele.
Non era mai stata in grado di contemplare un simile pensiero, troppo assorta ad arrancare per cercare di non affogare, a trovare mille modi per legarlo a sé.
-Andrò via, starò fuori per un po- proclamò, brusca, decisa più che mai.
-Che significa che andrai via?- chiese allarmato.
-I coniugi Mine mi hanno offerto ospitalità in casa loro. Mi trasferisco in America, parto tra tre giorni.-
InuYasha scattò in piedi,sbattendo un pugno sul tavolo.
-Sei impazzita? Mi pianti per correre dal damerino americano? Non esiste, non te lo permetterò, Kagome. E mio figlio? Non ci hai pensato? Non puoi tenerlo lontano da me. Dovrai prendere un aereo, cosa accadrebbe se ti sentissi male? Se perdessi il bambino?Non puoi farmi questo, ti prego non farlo.-
La ragazza rimase in silenzio, aspettando che lui si ricomponesse.
Aveva preventivato una reazione simile, sapeva che lui non sarebbe rimasto immobile a guardarla partire.
-Calmati e ti spiegherò tutto! Non te lo sto portando via, InuYasha, si tratta di una soluzione temporanea. Ti giuro che tornerò prima della nascita, non mi sognerei mai di escluderti dalla vita di tuo figlio. Non sono un'incosciente, mi sono informata(*), il viaggio non metterà minimamente a repentaglio la vita del bambino.- gli spiegò, calma.
InuYasha chinò il capo, probabilmente nel tentativo di nascondere gli occhi lucidi.
-Non farlo, Kagome. Senza te non resisterò.- la pregò.
-InuYasha, io..-
-So di aver sbagliato, ma non farmi questo. Se hai bisogno di tempo, faremo le cose con calma, ma non andartene, non lasciarmi.-
-Mi spiace.-
-Kagome, non lo capisci? Dannazione, io ti..-
-Non dirlo!- strillò, bloccandolo.
- Non pronunciare quelle parole ora che non servirebbero a nulla, se non a seminare maggiore amarezza. Se davvero provi questo per me, InuYasha, devi dimostrarmelo.Lasciami libera, lasciami andare, solo così potrò davvero capire.-
Il ragazzo strinse i pugni, in una maniera che Kagome immaginò essere dolorosa.
-Non è passato molto dal giorno in cui io ti ho confessato i miei sentimenti e nulla mi sarebbe piaciuto più che sentirle pronunciare anche a te simili parole, ma questo non è il momento giusto. Non sprecarle, non gettarle via. Questo, InuYasha, non è più il tempo dei discorsi, ma delle dimostrazioni. Se è davvero questo ciò che provi per me, dimostramelo!-
Tra i due giovani calò il silenzio.
- Sai cosa mi stai chiedendo? Quando andrai via, per me sarà come morire. La tua mancanza mi soffocherà- le disse, in un flebile sibilo- ma se è davvero questo ciò che vuoi, non ti fermerò, rispetterò la tua decisione. Questo sarà il primo passo per dimostrarti che ho compreso i miei errori e che intendo porre rimedio.-
-Grazie, InuYasha.-
Senza aggiungere altro, con un peso sul cuore, Kagome si alzò, decisa ad allontanarsi.
Rivolse un ultimo sguardo al ragazzo, che ancora teneva il capo chino.
Avrebbe voluto dir qualcosa, vedere ancora una volta i suoi occhi, ma seguì l'istinto e andò via.
Sentiva l'esigenza di piangere, di liberarsi dell'enorme peso che le gravava sullo stomaco e sul cuore, ma le lacrime parevano non voler uscire.
Aveva bisogno di mettere distanza tra di loro, per non rischiare di cedere ad insane tentazioni.
Sobbalzò, quando si sentì delicatamente afferrare un polso.
Prima che potesse dir qualcosa, fu zittita dalla bocca di InuYasha, che calò prepotente sulla sua.
Fu un bacio tumultuoso, carico di sentimenti, famelico. Le loro lingue si incontrarono, bramose di riallacciarsi e riassaporarsi.
Le mani di lui corsero sui fianchi della ragazza e quelle di lei tra i capelli del ragazzo.
Il tempo parve fermarsi, in quell'attimo di assoluta perfezione.
Si staccarono, solo per riprendere aria.
InuYasha depositò un altro delicato bacio su quelle labbra rosee, prima di allontanarsi.
Pronunciò le ultime parole, incatenando i loro sguardi.
-Kagome, non ti perderò, non senza aver lottato. Vola dall'altra parte del mondo, se è ciò che desideri, non c'è tempo o distanza che possa annullare ciò che proviamo. Io ti aspetto!- le disse, prima di voltarsi ed allontanarsi.



(*)Ci tenevo molto a non scrivere cavolate riguardo il poter volare, dopo il problema riscontrato da Kagome. I pareri, al riguardo, sono molto discordanti. Sommariamente, girovagando su internet, molti specialisti, tendono a dichiarare che col riassorbimento totale del distacco, il volo non dovrebbe comportare rischi.

NOTE DELL'AUTRICE:
Sera a tutti,
vi chiedo perdono, innanzitutto, per il grande ritardo. Non sto qui a spiegarvi i motivi, ma premetto che non era mia intenzione tardare così tanto.
Eccoci qui, al capitolo finale, vi aspettavate una svolta del genere? Sono curiosissima di conoscere i vostri pareri.
Ormai manca solo l'epilogo, dopo di ciò questa storia sarà definitivamente chiusa!
Perdonatemi se sono in ritardo anche con le risposte alle recensioni e con i commenti alle vostre storie, recupererò in questi giorni :)
Un ringraziamento particolare lo devo a Serena, a Faby, a Lune e a Chiara per i consigli. 
A presto :D
Baci

   
 
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