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Autore: LazyMe    24/01/2009    2 recensioni
"Se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto morire in inverno. Magari in un giorno di pioggia, o sotto una tormenta di neve." Breve fic scritta dal punto di vista di Draco...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Se avesse potuto scegliere avrebbe voluto morire in inverno. Magari in un giorno di pioggia, o sotto una tormenta di neve.
Non perché in questo modo sarebbe stato assolto da tutti i suoi peccati o altre cazzate del genere: la pioggia non avrebbe lavato via le sue colpe e lui non avrebbe riscoperto la fede negli ultimi istanti di vita. La neve non l’avrebbe ricoperto con il suo candido manto e la purezza dei suoi fiocchi ghiacciati non l’avrebbe fatto apparire più etereo né meno abietto di quello che realmente era.
Non si sarebbe pentito, non avrebbe cambiato le cose, e non aveva nessuna intenzione di fare confessioni sentimentali e strappalacrime all’ultimo minuto.
Se state pensando che l’inverno fosse la sua stagione preferita, beh, state sbagliando, e se credete che fosse arrivato al punto da desiderare la morte pur di abbandonare quella sua miserevole e logorante sottospecie di vita sbagliate di nuovo.
Draco Malfoy era stanco, sì esausto, ma non era tipo da fuggire – non più almeno. Si era arreso a quello che pareva essere l’immutevole corso degli eventi, per quanto lo riguardava un’infinita serie casuale di errori compiuti con le migliori intenzioni, ed era giunto il tempo di assumersi il peso delle proprie colpe senza fingere di non essere in sé durante né di aver dimenticato poi. Comprare ancora la verità, richiedere lo sconto magari, sarebbe stata solo l’ennesima appendice al patetico elenco di menzogne che era divenuta la sua sciocca esistenza.
Era stato stupido, codardo e superficiale come nessun altro in passato, ma non intendeva rinnegare ciò che aveva fatto perchè sapeva che le sue azioni non sarebbero mai – mai, in nessun caso – state cancellate. Era diventato un assassino, per dovere più che per volere, e non poteva pretendere una morte più meritata o più dignitosa di quella che lo attendeva sul campo di battaglia, combattendo per i loro ideali, o meglio per quello che ne rimaneva.
 
Il fatto riguardo la sua morte, molto semplicemente, era che avrebbe desiderato morire nel fango, quel fango causato dallo sciogliersi della neve o dalla pioggia che impregna il terreno, che di puro e salvifico aveva ben poco. Quel fango che avrebbe ricoperto il sangue, la sporcizia e il viso emaciato, che avrebbe alterato i suoi lineamenti duri e la smorfia deformata dal terrore. Che avrebbe insudiciato l’avambraccio pallido con il marchio nero e non avrebbe permesso di ignorarlo – perché non potrebbe mai essere ignorato né dimenticato – ma avrebbe almeno nascosto alla vista il suo macabro e continuo pulsare sull’arto già immobile, privo di vita, abbandonato come quello di un fantoccio.
E le gocce di pioggia, o magari i fiocchi di neve, posandosi e scendendo vaghi sul viso dei suoi alleati e soprattutto dei suoi nemici, avrebbero potuto sembrare lacrime.
Viste con gli occhi annebbiati dal velo della morte, egli avrebbe potuto pensare – fingere, perché no? Anche illudersi con un’ultima innocua bugia per sé solo – che stessero piangendo per lui, che stessero continuando a combattere anche per lui e per dare un senso alla sua morte.
 
Ma il destino è alquanto beffardo e Draco Malfoy ebbe a malapena il tempo di pensare indignato che era solamente un insulso pomeriggio afoso di luglio, prima di cadere sulla terra riarsa per una maledizione presa in pieno petto ed essere calpestato con foga feroce dall’indifferente ressa dei maghi in battaglia.
 
  
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