TO SEE AGAIN
L’orologio era fermo sulla mezzanotte e un quarto. Mariko si materializzò discretamente alle sue spalle, scrutandolo. Ranma la guardò senza capire. Provò a parlare, ma riuscì ad emettere solo un sibilo. Ritentò.
“Che accade ragazzina…?” Sibilò “Perché Akane ha detto…che sono morto…? PERCHE’PENSA CHE IO SIA MORTO???!!!”
Mariko fece un sorriso triste “Perché tu SEI morto Ranma. Tu sei…. (“Tu sei come me” Gli aveva detto sfiorandogli la mano) uno spirito proprio come me”.
E negli occhi di lei Ranma rivide nitide, e tridimensionali, le immagini che lei voleva che rivivesse.
Veloci….
(Sono tutto intero…?!) Pensò (Dev’essere un
miracolo che non mi sia ammazzato stavolta)
il ragazzo con la bandana sembrava
distratto, e Ranma non riuscì a trarre piacere dal
combattimento.
“Sei troppo lento per me, P-chan!” Lo provocò sperando in un miglioramento. Ryoga tirò un calcio in aria gridando il suo disappunto “Ti ucciderò Ranma Saotome!!” (Ryoga si stava allenando da solo…oh Kami, gridava contro di me, mi immaginava ma parlava da solo durante il SUO allenamento…non mi ha mai sconfitto…non ho mai combattuto con lui!)
“No… ASPETTA!!” Chiamò Mariko alzandosi, proprio nel momento in cui Akane entrava in bagno. (Poteva sentire i passi di Akane, poteva vedere la sua indifferenza mentre si rituffava nella vasca. Akane NON l’aveva mai visto in quel dannato bagno….)
Più veloce, ancora più veloce….
“Ma Akane perché tutta la sua roba…non vuoi
tenere proprio nulla?”
”Nabiki…ne abbiamo già parlato. Non voglio che
qualcosa me lo ricordi!”
((Che le ricordi la mia
morte…))
”Pensi che lui sarebbe
d’accordo su questo? Pensi che condividerebbe questa tua idea?”
”Forse
no…ma ormai non ha più molta importanza, ti pare?”
((Perché ormai io…sono…))
(Tutta la sua roba fuori di casa, lontana dai ricordi dolorosi, la sua stanza vuota come il cuore di Akane…quanto soffriva Akane?)
….la testa gli scoppiava….
“Bakusai tenketsu !!!” Gridò Ryoga
dividendo l’albero in due.
“Non così Ryoga!! Così non potrai mai…!” Lo
ammonì Ukyo.
(“MA INSOMMA MI VOLETE ASCOLTARE???!!!”
Sono io che devo vedermela con lei!!” S’infuriò Ranma.)
Ryoga abbandonò la posizione di guardia
“Hai ragione, non è affar nostro, e poi…è già sparita…”
(E poi ancora…Ukyo e Ryoga,
avevano visto uno spirito…Mariko, proprio come Shampoo poco dopo, e….parlavano
tra di loro. La risposta di Ryoga…Ukyo…)
”BASTAAA!!!” Urlò interrompendo
il flusso dei pensieri. “Perchè mi mostri tutto questo?! Perché DOVREI
CREDERTI???!!!”
Mariko abbassò la testa, poi aprì l’armadio di Akane.
L’orologio, ancora fermo, cominciò ad indietreggiare velocemente…
“Lo riconosci…?”
Ranma
sussultò “Il mio…zaino..?...Qui?”
“Guarda Ranma…”
Akane camminava da ore. Non aveva mai visto Genma Saotome così preoccupato, e nemmeno Nodoka. Suo padre invece era quasi lieto “ma sì Akane, vai a cercarlo! E’il tuo fidanzato no?” Magari sperava di farla stare sola con quel baka!
Non avevano sue notizie da quasi un mese, e in fondo al cuore, anche lei temeva per Ranma. Qualche notte prima aveva sognato una tempesta durate la quale lui correva per sfuggire ad un fulmine e…scosse la testa, non ci doveva pensare. Si sentiva strana, impaurita, facilmente suggestionabile; quasi le dispiaceva di aver nascosto la sua partenza tanto bene che né Shampoo, né Kuno né altri avessero a seguirla. Ora come ora della compagnia l’avrebbe distratta da quella strana superstizione che l’attanagliava.
Quel baka era partito così
all’improvviso! E da due settimane neanche una telefonata! Ah, ma quando lo
avesse trovato…!
Si fermò, gelata sul posto. (E’un’illusione ottica
Akane, stai allucinando, lo sai…) Eppure il groviglio rosso ai piedi della
rupe….
Nel suo sogno lui cadeva dalla rupe mentre
pioveva, udì le ossa scricchiolare e rompersi mentre
precipitava…
Chiuse gli occhi e si impose la calma (Sono stracci abbandonati da un vagabondo Akane, non è…quello che pensi….) Stracci rossi.
Lei gridò il suo nome, mentre vedeva il
sangue fluire dalla sua chioma rossa….
Sobbalzò nell’udire la propria
voce emettere un lieve suono strozzato. (Da quando gli stracci hanno il
codino?)
Akane cominciò a correre. Ormai era in preda al panico, il cuore
martellava forte nelle tempie, il fiato non le bastava. Riconobbe il suo zaino a
pochi metri da lui, e se lo mise in spalla, in un gesto istintivo (Magari non
potrà camminare, glielo porterò io….) (Magari non camminerà mai più…) Cambiò la
voce interiore.
Akane gridò il suo nome una volta, due, non osava avvicinarsi…vedere…Ma lui non si muoveva, ed era…così scomposto…
Quando alzò lo sguardo vide la sua tenda, l’albero caduto, e ricordò il sogno.
Scappava perché l’albero si era
incendiato…il fulmine lo aveva colpito, e la sua tenda…il fuoco così vicino…la
pioggia…
“Ranma….?” Tentò avvicinandosi. Toccò il suo corpo femminile, quel corpo che lui odiava tanto. Era freddo. Lo scosse. “Ranma…?!” Pianse la sua voce fuori controllo. Con un ultimo sforzo si decise a voltarlo, piano, e mentre lo faceva, ricordava….
…ricordava Ranma farle la linguaccia da sopra un albero…
…il taglio partiva dalla fronte fino alla mascella….
…Ranma che le gridava “NON SEI CARINA!!” Con quanto fiato aveva in gola...
…la ferita era vecchia di alcuni giorni, per quanto tempo…..
…Ranma che lottava con Kuno e le lanciava la cartella perché la tenesse….
…..per quanti giorni era rimasto lì, da solo….morto?
Questo era troppo. Akane cominciò a urlare.