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Autore: Danpo    26/07/2015    1 recensioni
Robert, Kylie, David, Ludwig e Julius sono tornati. Ognuno con i suoi problemi, le sue avventure, i suoi amori. Come starà Robert dopo l'incidente? Come reagirà David alla gravidanza di Roxanne? Chi sceglierà Kylie? Julius dovrà affrontare un grave problema che potrebbe farlo ammalare per sempre e Ludwig dovrà riuscire a combattere l'insicurezza scaturita da anni ed anni di bullismo.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le cose miglioi ci lasciano in estate.'
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Era un giorno freddo, tremendamente freddo, nonostante i riscaldamenti dell'ospedale offrivano tepore a chi andava a visitare Robert. Era disteso sul letto, immobile, a guardare il soffitto bianco. Suo padre era accanto a lui e stringeva la sua mano, mentre un medico stava leggendo la sua cartella clinica ad alta voce. Robert capì a mala pena un quarto di ciò che l'uomo in camice bianco stava annunciando, ma a giudicare dalla faccia del padre, non erano buone notizie. Robert ripensò al giorno dell'incidente, alla lite con David e la corsa in ospedale per raggiungere sua madre. La macchina era sbucata troppo in fretta. E correva troppo veloce. Ma tutto ciò che riusciva a ricordare era l'asfalto, stranamente freddo, e le sue palpebre che si chiudevano lentamente, mentre una figura snella scendeva dalla vettura «...quindi, riassumendo, dovete operarlo di nuovo.» il padre di Robert, Jon, si rivolse al medico risvegliando Rob dai pensieri «Si, esattamente...» il medico abbozzò un sorriso, chiuse la cartella e si voltò verso la porta «Dopo le voglio parlare in privato, signor Vine...» Jon annuì debolmente con la testa e si voltò verso Robert «Papà?» Rob lasciò la mano a suo padre e si accomodò la testa sul cuscino «Quando potrò vedere la mamma?» Jon guardò il figlio negli occhi e sorrise «Presto, tesoro. Presto.» Robert non seppe dire perché, ma c'era un tono rassicurante velato da una tristezza strana, quasi dolce. Questo Robert non se lo seppe spiegare.

Aveva subito diversi interventi, ma il padre aveva paura che non riuscisse più a camminare. Robert glielo aveva sentito dire ad una sua zia, Mary, una sera mentre fingeva di dormire. Le parole del padre erano ferme e decise inizialmente, ma dopo si ruppero in un pianto "Ho paura che non possa camminare più, ho paura che il mio Robert finisca come sua mamma" questo aveva detto il padre. Ma Robert era sicuro di poter camminare, nonostante i piedi sembravano addormentarsi ogni tanto.

In quelle settimane erano andati a trovarlo Kylie, David, Ludwig e Julius. Le prime volte David era stato freddo, distaccato. Sapeva che sarebbe successo. Robert aveva agito nell'interesse del bambino, è vero, ma non aveva pensato a come avrebbe reagito il suo migliore amico. Aileen era colei dal quale era stato deluso di più. Forse, anche quella volta, aveva avuto ragione David, e doveva lasciare perdere. Non doveva chiamarla, mandare messaggi, chiederle di uscire. Eppure, era sicuro, qualcosa era accaduto. Aileen non gli era indifferente e Robert non era indifferente ad Aileen. Era questione di tempo. Qualcosa sarebbe successo.

Roxanne si coprì il pancino gonfio con la sua maglietta blu. Il gel era sempre freddo. Nonostante si fosse abituata ad andare con i suoi genitori, a volte si voltava e sperava di trovare David a stringerle la mano, a piangere per la felicità. «Dunque signorina, il bebé cresce bene, ma non possiamo ancora dire se è un maschietto o una femminuccia, fa la star e non vuole mostrarsi.» la dottoressa regalò a Roxanne e sua madre un sorriso pieno di felicità. Roxanne sfiorò l'esserino che aveva in grembo, pieno di preoccupazione e la madre le accarezzò la spalla «Non devi preoccuparti, Rox! Andrà tutto bene, i tuoi genitori ti supportano e, a quanto hai detto, il padre del bambino ha accettato di buon grado il bambino» Roxanne spostò lo sguardo sulla scrivania «Sì, è vero. Ma è una settimana che non sento David. E i suoi genitori ancora non lo sanno. Ho paura di rimanere sola...» la dottoressa non seppe rispondere, le si leggeva negli occhi. Sua madre la prese per mano e si alzò, salutò la donna in camice ed uscì dalla stanza con sua figlia.

 
   
 
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