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Autore: ShadowsOfBrokenGirl    26/07/2015    0 recensioni
Non riuscivo a smettere di guardarli, mi trasmettevano calore, speranza. Erano il qualcosa che cercavo. Erano l’unica bussola che potesse guidarmi verso un porto di pace. Un’ancora in quella tremenda tempesta che stava avvenendo intorno a me. Dentro di me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Houx, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’ancora nella tempesta

Houx

Minacce all’orizzonte

Quando rimisi piede nella grande sala, in cui i festeggiamenti ancora impazzavano, fui quasi accecato da tutta la luce che i lampadari sprigionavano. Mi sentivo piuttosto confuso e avrei voluto tanto ritirarmi in un posto tranquillo, in cui poter riflettere su quello che era appena accaduto. Mi rammaricai dunque del fatto di essere costretto dai miei doveri di sovrano a restare lì a sorridere e brindare.
Mi guardai intorno e cercai con lo sguardo mia moglie, senza tuttavia riuscire a trovarla. Una fitta di gelosia mi colpì all'istante e le mie mani iniziarono a tremare. Che fosse con Pierre? 
Rivolsi nuovamente lo sguardo alla folla e fui sollevato quando vidi in fondo alla sala, accanto al tavolo delle bibite l'alta figura del Principe degli Orchi. All'istante una voce squillante risuonò nel mio orecchio.
-Dove sei stato?? Ti stai perdendo tutto il divertimento!-
Mi voltai e vidi mio fratello, elegantemente vestito con un completo blu notte, al cui braccio era attaccata una giovane ragazza che lo guardava con occhi brillanti e pieni di ammirazione.
-Il capo delle guardie non dovrebbe essere fuori a sorvegliare il Palazzo?-
-Certo. Ma adesso siamo in pace … e poi ti faccio notare che il nemico è dentro! Così mi sono cambiato e ho preso parte al ricevimento.- rispose prontamente Saule.
Risi della sua irresponsabilità, chiedendomi se fosse stata una scelta saggia dargli quell’incarico.
-Hai visto Chocola? - gli chiesi.
-Sì, una decina di minuti fa è tornata nella sala e si è congedata, sostenendo che si sentiva troppo stanca e preferiva tornare nella sua camera.-
-Pare che nessuno qui si preoccupi dei suoi doveri … - osservai.
-Zitto, Houx, che anche tu ti sei allontanato prima.-
Dopo avermi rivolto questa simpatica accusa, guardò la dolce fanciulla accanto a lui e le chiese di andargli a prendere qualcosa da bere. Lei annuì e si dileguò tra la folla.
-Hai parlato con Chocola? Prima sembrava che aveste dei problemi.-
-La stavo seguendo, ma ci ho ripensato. Ho creduto che fosse meglio che restasse da sola e sbollisse la sua rabbia. Così ho vagato un po’ per il Palazzo, perso nei miei pensieri.-
- Hai fatto bene, in alcuni momenti è meglio lasciarla stare. E quali problemi avresti su cui rimuginare? Hai sposato la donna che ami fin da bambino, stai per diventare padre … potresti essere più felice di così?-


Gli sorrisi. Aveva ragione Saule, avrei dovuto essere contento e soddisfatto, eppure sentivo che non era così. Qualcosa oscurava la mia vita e non avrei saputo dire cosa. Che fosse il timore delle sorti del mio Regno? O la paura che mia moglie non mi avrebbe mai amato e che Pierre me l'avrebbe portata via? E se fossero stati i dubbi che Vanilla ultimamente si divertiva ad insinuare nel mio cuore?
La testa prese a girarmi, ma cercai di nasconderlo. Diedi una pacca sulla spalla a mio fratello e gli assicurai di stare bene. Lui si congedò e andò a cercare la ragazza che aveva allontanato prima. 


Attraversai la sala e raggiunsi il tavolo delle bibite, per chiedere al cameriere di servirmi un bicchiere di vino bianco. Dopo che ebbi ricevuto ciò che avevo chiesto, notai la presenza, a pochi metri da me, di Pierre. Appoggiato ad un'alta colonna di marmo aveva lo sguardo rivolto al largo bicchiere che muoveva, facendo agitare e girare il liquido rossastro sul fondo. Notai l'aria abbattuta stampata sul suo volto ed i suoi occhi lucidi e rossastri. Pensai che sarebbe stato meglio ignorarlo, per evitare un’altra lite. Così gli diedi le spalle e mi misi a sorseggiare il mio bicchiere di vino in tranquillità, sperando di confondere con quel liquido tutti i miei dispiaceri.
Fu lui però ad avvicinarsi a me e a rivolgermi la parola. Mi misi sulla difensiva, prevenuto, pronto ad ascoltare un'ingiuria o una provocazione, ma stranamente non fu così.
-Domani verrò a portarti la dichiarazione della tregua. Mi auguro che tu voglia firmarla.-
Le sue parole furono accompagnate da un forte odore di liquore.
-Non mancherò.- risposi.
Bevve tutto d'un sorso il liquido nel suo splendente bicchiere di cristallo e lo alzò vuoto in alto, mimando un brindisi. Ripetei i suoi gesti meccanicamente e lui si avviò lentamente verso l'uscita, lasciandomi da solo coi miei pensieri.
Mi parve che fosse passato solo qualche attimo quando l'orologio indicò lo scoccare dell'una. Sobbalzai, come svegliato da un sogno, al suono del grande pendolo e mi accorsi che la maggior parte degli invitati si era congedata. Ero rimasto l'unico intruso, mentre intorno a me un'efficiente squadra di camerieri puliva la sala e faceva sparire i rimasugli della festa. Me ne andai velocemente verso la mia stanza, leggermente confuso dall'alcool.
Cercai di aprire la porta della camera da letto con la maggior delicatezza possibile, temendo di svegliare la mia sposa. Tuttavia quando entrai, mi accorsi che lei era ancora in piedi. La fissai seduta sul letto con le gambe incrociate, intenta a leggere una lettera. Aveva legato i suoi capelli rossi in due trecce, come faceva da ragazzina, il che le dava un aspetto deliziosamente innocente, che mi riempì di dolcezza.
Sentii il mio cuore accelerare il suo battito e la mia fronte si ricoprì di sudore. Mi sembrò di tornare indietro negli anni : quando da ragazzino, durante il nostro soggiorno sulla Terra, la osservavo ammirato e ogni sera speravo di poter trascorrere tutta la mia vita con lei. Non avrei saputo spiegare né quando, né perché mi fossi innamorato di lei. Forse era stato il suo sorriso sfiorato in un pomeriggio d'estate o i suoi occhi verdi, che mi avevano toccato una corda dell'anima che nemmeno sapevo di avere. Quando avevo fatto diventare quella ragazza il mio sogno, non sapevo quanto avrei dovuto combattere per farla mia. E sebbene questo fosse successo, mi sembrava di essere ancora quel bambino insicuro e timoroso di perdere tutto.
-Non sai che, in qualità di regina, non dovresti lasciare la sala prima del termine della festa?-
Alzò lo sguardo su di me e sbuffò, leggermente irritata. Mi sedetti sul letto e cominciai a togliermi le scarpe.
-Cosa leggi?-le chiese, incuriosito dell'attenzione che prestava a quel foglio di carta.
-L'ho trovata nella stanza della Regina Candy…è una lettera di mia madre.-
Confuso, gli chiesi per quale ragione si fosse trovata nella camera della Regina e di cosa parlasse la lettera. Lei mise da parte quel foglio e mi spiegò meglio quello che era accaduto. Durante la festa si era allontanata per poter parlare con lei dei suoi dubbi di diventare madre, sperando di ascoltare qualche parola di conforto. Giunta lì però l'aveva trovata vuota e sulla sua grande scrivania aveva intravisto quel foglio, che aveva subito attirato la sua attenzione, dato che portava la firma di sua madre.


-L'ha spedita quindici anni fa a Candy per chiederle di custodire un prezioso oggetto, se ho ben capito un ciondolo, in cui erano stati imprigionati i miei ricordi.-
-Ricordi? Riguardo cosa?- avevo chiesto, cominciando a comprendere il suo smarrimento.
-Non lo so, non ne parla. Ma deve trattarsi di qualcosa di davvero grave se mia madre ha deciso di cancellarlo dalla mia memoria. E non riesco proprio a capire cosa possa essere!-
Gettò il foglio sul letto, esaurita da tutte quelle domande senza risposta.
-L'idea che i miei ricordi siano falsi o corrotti mi corrode l'animo. Tutto ciò che conosco potrebbe essere solo una bugia e ogni certezza che ho, potrebbe crollare come un castello di sabbia. Capisci?- mi confessò piena di paura.
La strinsi a me e le baciai la fronte.
-Sono sicuro che domani la Regina Candy ti confesserà tutto e scoprirai che non era nulla di così importante. Ultimamente sei sempre così cupa e pessimista, che quasi non ti riconosco più.-
-Sarà per la gravidanza … - si giustificò.
Le accarezzai una guancia e le baciai le labbra delicatamente, assaporando ogni istante.
Le labbra sono solo labbra? E allora perché quelle di Chocola hanno un sapore diverso rispetto a quelle di Vanilla?
Ed io quale preferisco?


Baciai il collo e dai suoi occhi cadde una lacrima, che attraversò la sua guancia per poi essere assorbita alla fine dalla pelle.
-Io ti amerò per sempre!-le sussurrai all'orecchio.
Annuì.
-Ho bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi adesso che la mia vita sta andando in pezzi.-sussurrò.
-Beh questa è una certezza a cui potrai credere sempre.-
Mentre le assicuravo il mio amore eterno, mi sorgevano mille dubbi e insicurezze. Avrei avuto la forza di sostenerla per sempre? Sarei stato capace di donarle affetto incondizionato e protezione? Mi sarebbe stato possibile ignorare che lei avrebbe per sempre pensato ad un altro?

Mi chiesi cosa l'avesse sconvolta tanto da ridurla in quello stato e se fosse possibile che tutta la sua tristezza fosse stata causata da quella scoperta.
Vederla così vulnerabile mi insospettì e mi chiesi se il suo abbattimento fosse dovuto solo alla sua gravidanza o a qualcos'altro. 
Che avesse litigato con Pierre? Che lo avesse allontanato da lei? Del resto quando mi ero imbattuto nel Principe, in sala, neanche lui aveva un bell'aspetto. Le accarezzai i capelli senza sapere se essere sollevato oppure ancor più turbato da quella che mi appariva molto più di una supposizione.
Mi allontanai da lei e le diedi le spalle per continuare a svestirmi. Mi sbottonai i bottoni della camicia, desideroso di mettermi a dormire e dimenticare i vorticosi eventi che mi erano capitati in quella serata maledetta. Chocola si sedette accanto a me.
-Non devi più darmi ordini Houx! Non sono la tua bambolina!- mi rimproverò.
Girai lo sguardo verso di lei e vidi che era tornata in sé :  gli occhi verdi sprigionavano la solita energia e ogni ombra di tristezza sembrava essere scomparsa. 
-Credevi forse che avessi dimenticato quello che hai fatto prima? Assolutamente no! Mi hai fatto fare la figura della stupida!-
Feci mente locale per poter ricordare cosa intendesse, sebbene la mia forte emicrania sembrasse volermi rendere l'impresa molto ardua. Alla fine capii a cosa si riferiva : avevo risposto al suo posto alla richiesta di Pierre di ballare con lei.
Avrei potuto insinuare che il fatto che il mio gesto l’avesse infastidita così tanto, avrebbe potuto convincermi che lei desiderava danzare con lui, ma mi resi conto di essere troppo stanco per discutere.   
-Ok ti chiedo scusa, lo facevo solo per proteggerti!-mi arresi.
-Non ho bisogno di essere difesa!-gridò indignata.
 Le sue parole mi fecero innervosire : suonarono nella mia testa come “io non ho bisogno di te!”.
-Non hai bisogno di me, ma di lui sì.-la attaccai, geloso.
-E’ inutile ripetere sempre gli stessi discorsi … Ti basti sapere che resterò sempre al tuo fianco, qualunque cosa accada. Del resto sono obbligata a farlo : siamo sposati e poi aspettiamo un figlio!-esclamò, accarezzandomi il mento e mostrandomi l'anello.
Quella che forse doveva essere una battuta, che doveva eliminare la tensione tra noi, mi colpì come una coltellata.
Era costretta a starmi accanto, ma se avesse avuto un’alternativa mi avrebbe scelto?
Se avesse potuto sposare sia me, sia Pierre avrebbe sposato me?


Le sue labbra si avvicinarono alle mie e le sfiorarono. La baciai con passione e la strinsi forte a me. Volevo sentirla mia. Volevo illudermi.
Su una cosa infondo Chocola aveva ragione : era mia moglie e nessuno avrebbe potuto cambiare questo. E Pierre era il Re degli Orchi e sebbene lui si illudesse del contrario, la sua storia con la Regina di Extramondo non avrebbe avuto futuro.
La presi in braccio e la feci stendere delicatamente sul nostro letto. Mentre le accarezzavo il viso, mi tornò in mente il mio bacio con Vanilla ed il senso di colpa mi assalì.
Come potevo desiderare prima una e poi l'altra?
Mi stesi accanto a lei e cercai di nascondere quanto tremassi.
-Tutto bene Houx?-mi chiese.
-Sì, Chocola… non ce la faccio. Sono un po’ stanco.-mi giustificai.
Mi coprì con la coperta e mi rimproverò per la sbronza, che mi ero preso. Poi si girò su un fianco e si addormentò.
 
Quando al mattino mi svegliai, il sole era già alto in cielo e Chocola non era più stesa accanto a me.
Mi vestii in tutta fretta e mi precipitai nella sala da pranzo. Mio fratello stava ancora facendo colazione e leggendo il giornale, mentre Chocola fece capolino qualche minuto più tardi solo per darmi il buongiorno. Aveva già mangiato la colazione ed aveva anche affrontato il momento della giornata che più odiava, quando un paio di cameriere la aiutavano a vestirsi e a truccarsi. 
Quella mattina indossava un abitino color panna con uno scollo a v , la cui gonna era più corta avanti e più lunga dietro ed un'elegante collana di perle completava il look molto adulto e serio.
Lei odiava essere costretta a vestirsi in modo elegante in continuazione, ma io trovavo che fosse così splendida quando la agghindavano, che fingevo di essere d’accordo con la sua frustrazione.
Si avvicinò a me e mi diede un leggero bacio sulle labbra e mi annunciò che stava per recarsi dalla Regina Candy per poter ottenere risposte ai suoi quesiti.
Non era ancora uscita dalla stanza quando entrò un servitore per annunciarmi che il Principe degli Orchi mi attendeva nel mio ufficio. Nella sala calò un silenzio teso e tutti gli sguardi furono rivolti a me. Chocola in particolare mi guardò preoccupata.
-Lo aspettavo. Dovevamo incontrarci per firmare la tregua.-li rassicurai.
-Vuoi che venga insieme a te?-mi chiese mia moglie visibilmente in ansia.
-No. Vai dalla Regina e non preoccuparti.-
Mi avviai verso lo studio lentamente ed aprii la porta. Davanti a me vidi Pierre che, con indosso un completo blu notte, fissava il panorama fuori dalla finestra. Non appena entrai, si voltò e mi scrutò dalla testa ai piedi, soffermandosi sulle labbra sporche di rossetto rosso. Il suo viso assunse un'espressione di disgusto.
-Chocola non verrà,vero? Lo immaginavo … Cerchi di fare in modo che io non la veda. Mi sembra prudente da parte tua. Tienitela stretta, finché puoi.- esclamò.
-Cosa intendi?-
Anziché rispondermi, prese una cartellina dalla scrivania e ne tirò fuori una sottile pergamena. L'agitò ed il foglio si allungò fino ad arrivare al pavimento. Uno schiocco delle dita e nella sua mano apparve un pennino antico.
-Una firma qui, per favore!-disse premendo l'indice nel punto in cui avrei dovuto scrivere il mio nome. 
Esitai.
-Non mi fido di te.-
-Senti, Houx, questa tregua non è una mia decisione. Se dipendesse da me guiderei gli Orchi alla vittoria anche ora, ma mi hanno ordinato di “prendere tempo”. Io e te non siamo responsabili delle nostre azioni, ma veniamo manipolati dai voleri dei nostri popoli e di persone, che sono più in alto di noi. Non si tratta di decidere, ma di obbedire. Questo è il nostro ruolo! Non dirmi che non lo hai ancora capito!-
Cercai una buona ragione per non firmare, ma non la trovai. L'esercito era allo stremo e non avrebbe retto per più di qualche settimana agli assalti degli Orchi, che sembravano invece instancabili. 
Avere una pausa, seppur breve,in cui poter far in modo che i soldati si riprendessero e gli eserciti si rifornissero di munizioni, farmaci ed alimenti sarebbe stato davvero un dono del cielo. Ed era proprio la gentilezza di quel regalo che mi insospettiva!
Alla fine dovetti comunque soccombere alla necessità e firmare. Anche Pierre sigillò l'accordo e poi lo fece sparire.
Sul suo viso apparve un sorriso soddisfatto e si versò da bere, afferrando una bottiglia di vecchio scotch ed un bicchiere dal carrellino degli alcoli, che era sempre stato presente in quella stanza.
-Ti avverto perché ci conosciamo da tempo e mi sembra giusto : goditi questa pace temporanea e non avvelenarla con inutili sospetti … perché qualcuno presto potrebbe rovinartela.-
-E chi? Tu ad esempio?-
Bevve un sorso di liquore ed annuì.
-Non mi è mai interessata questa stupida guerra, l'ho sempre considerata nulla più di una stupidaggine atta ad occupare le vostre, altrimenti noiose, vite. Ora però ho capito che la vittoria degli Orchi dovrebbe interessarmi molto perché potrebbe liberarmi di uno stupido insetto, che da tempo mi disturba.- 
Bevve tutto d'un sorso il resto della bevanda dal forte odore, che su di lui non sembrava provocare alcun effetto. 
-Tu.-
-Vuoi uccidermi? E non capisco … potresti farlo anche adesso, perché non mi uccidi ora?-
-Come sei sciocco! Non voglio ammazzarti! In quel caso passerei per il cattivo della situazione, no, no! Desidero solo distruggere il tuo regno e la tua famiglia soprattutto! Voglio sottometterti! Quando avrò conquistato questo palazzo ed il tuo Regno, ti chiuderò in carcere e butterò via la chiave. E a quel punto tutto ciò che ti appartiene sarà mio : i tuoi sudditi, tuo figlio e tua moglie.-
Spinto da una rabbia irrefrenabile gli afferrai il colletto della camicia, gridando : -Sei un illuso : non vorrà mai stare con un mostro come te!-
-Io invece ho la netta sensazione che vorrebbe stare accanto a me già adesso! O forse mi sbaglio?-
Stanco delle sue provocazioni, mi preparai a tirare il pugno ma la mia mano si scontrò con l'aria. Pierre si era infatti volatilizzato ed era riapparso alle mie spalle. 
-Ma questo accadrà solo tra qualche mese. Non preoccuparti già adesso. Goditi l'attimo, come se fosse l'ultimo.-
Ridendo, aprì la porta ed uscì. Io assestai il mio pugno contro il muro, per sbollire la rabbia, che mi faceva tremare e digrignare i denti.
Di nuovo tornò la stessa domanda che mi avvelenava l'esistenza : se avesse potuto scegliere, Chocola avrebbe scelto me?
  
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