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Autore: DarkYuna    26/07/2015    1 recensioni
Nel terrificante silenzio della notte, dove l’unico rumore proveniva dal battere terrorizzato del mio cuore, capii che quel giorno tanto temuto era infine giunto: l’esilio del Principe Nuada, lancia d’argento, figlio di Re Balor, era terminato e adesso la sua rivalsa si sarebbe compiuta.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Principe Nuada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4. 







 
Il Mercato dei Troll era un’imponente città-mercato, nascosta sotto il Ponte di Brooklyn, dove creature di molteplici razze, si avventuravano per fare acquisti o semplicemente per viverci e mettere distanza tra loro e gli ingrati umani.
Raramente, anzi, mai, era possibile incontrare un mortale. Non molto ben accetto in questo mondo.
Per questo, quando dovevo fare spesa, Mr. Wink e a volte Nuada, mi accompagnavano, per evitare problemi.
 
 
La settimana dopo quell’infausta notte, il Principe si era chiuso in un nostalgico mutismo, interrotto solo in mia presenza, per allietarmi la nuova permanenza nel rifugio. Avevo lasciato definitivamente il passato alle spalle, per trascorrere un nuovo futuro con lui.
 
 
Un conto era stare con Nuada di tanto in tanto e un altro era viverlo intensamente, con le inquietudini, la pace rigida, gli allenamenti costanti e una passione carnale che non gli avrei mai tributato.
Mostrava quell’insolito lato, in qualsiasi momento della giornata, spesso al termine dell’addestramento rigoroso e sfiancante. Usava un’incursione vigorosa, lussuriosa, sensuale, come se avesse bisogno di me, più dell’ossigeno stesso e non ne avesse mai abbastanza. La dolcezza con cui mi trattava era, per me, il paradiso sceso in terra.
 
 
All’apparenza, ero sveglia in un sogno di perfezione, invece la tangibilità era ben diversa. Della Principessa non vi erano più tracce, benché il legame tra i gemelli era vivo e pulsante, lei riusciva a depistare il fratello, così da guadagnare tempo e minare i suoi piani. E l’armata d’oro, di cui mi aveva parlato l’elfo in seguito, non poteva essere risvegliata, se non veniva recuperato l’ultimo pezzo della corona di Bethmoora.
 
 
Nuada era impaziente e di cattivo umore per questa ragione, anche se a volte risultava tranquillo, la collera esplodeva spietata durante l’esercizio intensificato, dove poteva sfogare la furia che gli scorreva come lava nelle vene. Il suo fuoco bruciava fulgido nella notte e ne restavo completamente abbagliata e soggiogata.
Gli unici brandelli di un’agognata esistenza normale -per quanto potesse concernere tra un’umana e un elfo- e affettuosa, sbucavano quando insisteva per insegnarmi a combattere. Non ero propriamente negata, solo che le lezioni finivano in grosse risate o ad amarci profondamente nel suo giaciglio.
 
 
Era uno squarcio di beatitudine nelle tenebre dell’ignoto, che non sarebbe perdurato ancora e al mattino, il terrore che la felicità fosse giunta al termine, mi artigliava lo stomaco e divorava crudelmente il cuore.
 
 
Aggiustai meglio il cappuccio della palandrana nera, che serviva per celare le fattezze umane e riempii il sacco di iuta con frutta d’ogni tipo, colore e grandezza.
Il Troll dall’altra parte del bancone, provava a scrutarmi meglio, per capire chi fossi e se le supposizioni fossero reali.
 
 
 
Mr. Wink mi sostava accanto ed ispezionava il Mercato. A confronto della sua mole gigantesca, risultavo ancor più minuta e fragile, di quel che apparissi ad un primo incontro.
 
 
Il Principe era rimasto al nascondiglio, intento ad armeggiare con un marchingegno dorato, dalla base rettangolare e che al vertice si apriva come un uovo, con dimensioni leggermente più voluminose. Una trovata in più, per arrecare danno ai nemici sulla sua strada.
 
 
Ero intenta a pagare il cibo e una lunga chioma di platino, sulla via principale del Mercato, attirò la mia attenzione. Gli occhi faticarono ad isolare il possessore di quei capelli, che mi ricordarono quelli di Nuada e quasi pensai che mi avesse raggiunta qui, per comprare qualcos’altro che gli serviva.
Solo in un secondo momento, riconobbi gli occhi dorati e il viso coperto a metà, così simile a quello del Principe, ma appartenenti a dei lineamenti femminili.
Qualche passo dietro di lei, una creatura con le fattezze di pesce provvisto di gambe, la tallonava cauto. L’avevo già intravisto da qualche parte, ma non ricordavo dove e di certo non era di queste parti.  
 
 
<< La Principessa Nuala. >>, sussurrai, per poi ripeterlo più forte, così da ottenere la considerazione di Mr. Wink. << È la Principessa Nuala, lì! >>. Indicai il punto preciso dove aveva appena svoltato e il mostro verde ruggì, lanciandosi goffo alla caccia.
 
 
Caricai il sacco di iuta e, malgrado sapessi che, in caso di pericolo, dovevo correre da Nuada ovunque fossi e allontanarmi da qualsiasi fonte potesse farmi del male, seguii l’istinto e corsi dietro Mr. Wink.
Schivai alcuni Troll e mostriciattoli volanti, faticando a non perdere le tracce del mio amico. Bastò svoltare nel sentiero sbagliato, per smarrire l’orientamento e la strada da prendere per tornare al nascondiglio.
 
 
<< Merda! >>, imprecai, esaminandomi attorno, tra spintoni e Troll così alti, da non permettermi di vedere nulla. Senza riuscire a scovare la rotta da seguire, fui obbligata a ripiegare sconfitta. Non una sola cosa in quel che mi cimentassi, andava in porto e finiva per rimarcare che non valessi niente nemmeno come essere umano.
Ignoravo il motivo per cui Nuada non mi avesse uccisa, dato la scarsità in qualsiasi campo.
 
 
Sbuffai e mentre provavo ad orientarmi, un forte trambusto raccolse la folla in piccoli gruppetti di spettatori, ai contorni del combattimento che stava avvenendo presso la casa dell’astronomo della città.
 
 
Uno scimmione rosso si stava battendo contro Mr. Wink e quest’ultimo era in evidente difficoltà. Da un lato il pesce blu, un uomo di latta e la Principessa Nuala, assistevano preoccupati.  
 
 
Solo ora ricordai dove li avessi già visti.
Erano in televisione una settimana prima e appartenevano ad un qualche bizzarro dipartimento per la tutela del soprannaturale, andati a ripulire il disordine creato da Nuada.
 
 
Lasciai cadere il sacco di iuta a terra e la frutta rotolò in ogni dove, un’istante dopo stavo correndo a perdifiato verso il fulcro del movimento, per aiutare Mr. Wink.
Il cappuccio scivolò sulla schiena, rivelando la mia vera natura e i capelli crearono un’onda corvina che mi finirono in volto, per lo scatto violento che avevo avuto nel partire. Mi liberai a fatica della palandrana, strappando il nodo, che non voleva saperne di sciogliersi.
 
 
<< Lascialo stare! >>, gridai con tutta la voce che avevo in corpo e per quanto stessi galoppando veloce, arrivai troppo tardi.
 
 
Il pugno metallico di Mr. Wink, l’arma più potente nel suo arsenale, rimase incastrato nel tritatutto, usato per smaltire i rifiuti, e lui fu trascinato al suo interno, morendo sbriciolato.
Non ebbi un solo istante di esitazione e mi avventai come una furia scatenata sullo scimmione rosso, colpendolo violentemente sui pettorali di granito, ma senza scalfirlo minimamente.
Tutti gli insegnamenti di Nuada, vennero annullati dalla furia cieca e dal dolore.
 
 
<< Brutto bastardo! >>, gridai incontrollata, sferrando pugni, che facevano male solo a me stessa. << Come hai osato! Perché lo hai fatto? Perché? >>. La mia voce un urlo tra l’accozzaglia.
 
 
Conoscevo Mr. Wink sin da bambina e, anche se non usava alcun linguaggio comprensibile, bastava un abbraccio, un’occhiata complice, o la propensione a tenermi fuori dai guai, a far capire che mi volesse davvero bene, nonostante fossi una mortale.
 
 
<< Ehi dolcezza, tranquilla eh! Non ti agitare troppo! >>, disse l’ammasso di muscoli, tentando di bloccare la rabbia con cui lo picchiavo. Da vicino, più che uno scimmione, somigliava ad un demone dell’inferno, però non mi feci fermare dall’aspetto.   
 
 
<< Dobbiamo andarcene, subito, subito! >>, strepitò l’uomo di latta, con uno strano accento e le lettere distorte, dure e ridicole.
 
 
Li odiai ferocemente tutti, dal primo all’ultimo. Soprattutto quella traditrice, che disonorava il sangue stesso nelle sue vene.
 
 
<< È l’umana che accompagna mio fratello. >>, rese noto la Principessa Nuala e prima che potessi scagliarmi anche su di lei, per strapparle via l’ultimo frammento della corona di Bethmoora, lo scimmione fermò i miei polsi dietro la schiena, mettendomi definitivamente fuori combattimento.
Vani furono i tentativi di liberarmi.  
 
 
<< E dov’è sua stronzezza reale? >>, chiese il mio carceriere, con quel tono arrogante e spavaldo. Venne affiancato dal pesce blu, che si atteggiava come protettore naturale dell’elfa.
Solo disgusto mi provocavano.
 
 
Lo affrontai a muso duro, malgrado la mole mi terrorizzasse e non poco. Obbligavo il viso a mantenere un’aria dura ed impavida: le gambe tremavano.
<< Puoi torturami a sangue, strapparmi la lingua, cibarti con la mia carcassa, ma non ti dirò mai dov’è Nuada! Se la morte è il destino che mi attende, per salvarlo… morte sia! >>. Fui fiera del tono ostile che ero riuscita a mantenere, non una sola volta avevo mostrato debolezza. Pronunciare le identiche parole che il Principe aveva usato dinanzi Re Balor, portò un briciolo d’onore nella persona che ero. Nuada era disposto a morire per uno scopo, io per lui.
 
 
Inarcò le sopracciglia, impressionato da simile coraggio.
<< E che schifo! >>.
 
 
Il pesce blu parò una mano davanti al mio viso, sbattendo le palpebre degli inespressivi occhi.
<< Red, l’umana lo difende perché ne è innamorata. Non riesco a vedere l’esatta ubicazione: scherma i suoi pensieri. Non so neanche come ci riesca… è solo un’umana. >>, chiarì perplesso e la Principessa inclinò la testa da un lato, come se tale notizia la stupisse.
 
 
Frequentando Nuada, avevo sviluppato una specifica tecnica, per evitargli di leggermi nella testa, anche se la maggior parte delle volte fallivo, ero felice che ora riuscissi a proteggerlo. Bastava solo riempirmi il cervello di scene disparate, che creassero una confusione immane, concentrandomi su più fronti contemporaneamente.  
 
 
“È solo un’umana.”, risuonò nelle orecchie, come una deflagrazione proprio al centro del sistema nervoso e fui collerica, che dovessero ricordarmi che ero niente, se comparata a loro. 
 
 
<< Questa umana ti rompe il culo, brutto tonno avariato! >>.
 
 
<< Perché lo fai? >>, chiese lei, voce dolce e delicata, con un passo verso di me. Se intendeva mitigarmi, con quelle paradossali moine, si sbagliava di grosso. << Lui vuole annientare la tua razza. >>.
 
 
Doveva proprio reputarmi una sciocca, se credeva che non lo sapessi.
<< Non è la mia razza! >>, risposi aspra. << Lui è la mia razza. Lui è ogni cosa che importa. Lui viene prima di chiunque altro, anche prima di me. Voi non potete capire, inutile marmaglia! >>.  
 
 
 
<< Portiamola con noi, questa dolcezza di ragazza, potrebbe rendersi utile. >>, propose lo scimmione rosso, credendo di risultare dilettevole ad usare quelle pessime battute di terza categoria.
Gli occhi diabolici riscontrarono quanto fossero allo scoperto al Mercato dei Troll e che fosse ora di togliere le tende, per evitare le ire del Principe.
Avrebbero dovuto uccidermi per portarmi con loro, non avevo alcuna intenzione di muovere un singolo passo.
 
 
<< Cosa diavolo fai, rivoltante gorilla spelacchiato! Non osare! >>. 
 
 
Mi trascinò di peso, issandomi su una spalla e sotto le mie acute grida e minacce, i Bogart assistettero scossi a tutta la scena: l’ultima mia speranza.
Se avessero fallito, sarei annegata in una pozza maleodorante, chiamata altresì “un mare di guai”. Non osavo nemmeno immaginare a che tipo di torture mi avrebbero sottoposta, per farmi vuotare il sacco su tutto ciò che sapessi.
 
 
<< Avvertite Nuada. >>, mimai con la bocca, agitandomi come un’indemoniata e la richiesta di aiuto, perpetuò in un veloce effetto domino.
 
 
Lo strano quintetto risalì in superfice, fino all’entrata del Mercato e lì, la Principessa Nuala, mise al corrente gli altri tre, dei piani del fratello.
 
 
<< Sporca traditrice! >>, sbraitai. << Nuada vi ucciderà tutti! >>.
 
 
<< Sì, certo. Che paura! >>, replicò lo scimmione rosso, in un botta e risposta che, per quanto mi riguardava, sarebbe continuato in eterno. Almeno una vittoria volevo aggiudicarmela. << Mi trema tutta la coda. >>.  
 
 
<< Tu sarai il primo, faccia di rospo! Mettimi giù! >>.
 
 
<< Datti una calmata, Principessa! Altrimenti ti fai tutto il viaggio di ritorno appesa a testa in giù. >>.
 
 
L’esalazione di quel puzzolente sigaro, che fumava, mi finì dritto in faccia e tossii così tanto, da rischiare di sputare un polmone.
<< Fammi scendere e ti faccio vedere chi si fa il viaggio di ritorno a testa in giù! >>, provocai, riempendolo di ginocchiate sul petto e mi bloccai solo quando una furente, fredda e familiare voce maschile, interruppe quel triste teatrino.  
 
 
<< Tu! >>.
 
 
Il gruppo si voltò in direzione di Nuada, venuto infine a salvarmi.  
Possente, letale e bellissimo, abbigliato di nero e pronto a vendicarsi. Fu quasi traumatizzante, accorgermi di bramare che li trucidasse tutti, sua sorella compresa: ero diventata assetata di sangue, come lui.   
 
 
<< Tu… toglile quelle indegne mani di dosso. Pagherei per aver tentato di portarla via da me e per quello che è successo al mio amico. >>.
 
 
Lo scimmione gettò il sigaro al suolo e finalmente toccai di nuovo terra, ma ancora prigioniera. Assemblai in fretta e furia una moltitudine di piani diversi, eppure nessuno di essi era abbastanza intelligente da essere eseguito.
 
 
<< Sì, come vuoi. >>. Estrasse una grande pistola dalla fondina e mi spinse indietro, per paura che sabotassi il suo attacco. << Accetti gli assegni? >>.  
 
 
Il Principe fletté la testa da un lato, quasi sbalordito da tanto ardire.
<< Satana, un grembo di ombra ti ha generato. Mandato a distruggere il loro mondo e ancora credi di farne parte? >>, chiese con disgustato sarcasmo. Le iridi gialle erano fisse su di me, in impaziente attesa del momento giusto per togliermi dalle grinfie del demone rosso.
Per il Principe era impensabile volersi mischiare con gli umani o volerne fare parte e non comprendeva di certo il demone, che aspirasse di insediarsi sulla terra, come una persona qualunque.
La vicenda aveva dei connotati piuttosto grotteschi, poiché avrei dato qualsiasi cosa, per non essere una comune mortale.
 
 
<< Ne parliamo tutta la notte? Perché ho un sonno da morire. >>
 
 
L’elfo sorrise sprezzante e tirò fuori dal piccolo sacchettino in velluto nero, legato in vita, l’uovo d’oro con cui stava trafficando, poco prima che andassi al Mercato dei Troll.  
 
 
<< No, fratello no! >>, strepitò Nuala, sgranando gli occhi e tremando sgomenta, indietreggiò.
 
 
Non avevo la più pallida idea di cosa fosse, tuttavia ero certa che era il giusto diversivo per scappare dai miei aguzzini.
L’uovo si aprì lento tra le dita ceree del Principe, rivelando un affarino verde, dalle dimensioni e forma di un innocuo fagiolo pulsante.
Lo prese e lo avvicinò alla bocca corvina.
 
 
<< Uccidilo. >>, ordinò e lo lanciò in aria, fino a quando passò accanto all’uomo rosso, rotolando a terra e catturando l’attenzione dei quattro.
Quello fu l’attimo tanto bramato, e frattanto che i quattro erano alle prese con lo strano fagiolo ruzzolante, Nuada mi prese di slancio in braccio, per condurmi lesto in salvo.
 
 
<< Resta qui! >>, ordinò perentorio, con un tono che non ammetteva repliche, depositandomi tra i cuscini del giaciglio.
Non mi sarei mai spinta oltre il limite della rabbia, per constatare che tipo di reazione avrebbe assunto con me, quindi non replicai affatto all’imposizione ricevuta. 
Mi lasciò al sicuro nel nascondiglio e senza ascoltare le suppliche disperate, tornò indietro per affrontare quelle creature.
La vendetta e la sofferenza per la dipartita di Mr. Wink, lo accecavano e non avrei potuto fare altro che attendere… attendere e pregare gli Dei, che nulla di male gli sarebbe capitato.
Provare a fermarlo, era come mettersi davanti ad un uragano, ed io non avevo alcun potere per contrastare una simile brutalità distruttiva.
 
 
La superfice sotto i miei piedi tremò violenta e le urla si levarono in lontananza, assieme a degli strani versi spaventosi.
Strizzai gli occhi, mi arrotolai in posizione fetale e tappai le orecchie, così tanto, da udire solamente il sibilo del respiro ritmato e il cuore che galoppava frenetico.
 
 
 
<< No. >>, ripetevo come un automa, scrollando la testa e gridando a squarciagola.
Non ci fu altro per un tempo interminabilmente lungo. Alla fine un silenzio sinistro e insopportabile mi schiacciò.
E di Nuada non vi era più traccia.  
 
 
Le gambe tremarono e per alzarmi dal giaciglio, ci impiegai qualche secondo di troppo, appoggiando le mani ai ciottoli umidi, per non cadere a terra.
Cercarlo era la priorità e poco importava se mi aveva dato una disposizione precisa, dato che la maggior parte delle sue insensate azioni erano dettate da una furia inestinguibile e non con una fredda razionalità.   
 
 
L’adrenalina scorreva rapida nel corpo ed ora che la solitudine bussava insistente alla mia porta, la crisi di panico, dettata dall’immenso terrore di perdere la vita, o peggio, Nuada stesso, confluì in un pianto affranto.
Non vi sarebbe mai stata alcuna normalità e anche se ne ero cosciente, non riuscivo a reggere questo ritmo sfiancante, dove il terrore di svegliarmi un giorno ed assistere alla sua morte, era divenuta quasi una drammatica concretezza quotidiana.
 
 
Oramai la morte era divenuta una nemica fedele nella mia vita… mia madre, mio padre, Mr. Wink e si sarebbero aggiunti altri nomi all’interminabile lista di lacrime.  
Quando ancora era in esilio, nutrivo delle speranze che la sete di rivalsa si potesse spegnere con l’andare del tempo, ma ogni secondo era confluito in un oceano di risentimento, dove voleva annegare i nemici.
Ora era un’incognita arrivare perfino a fine serata e Mr. Wink non avrebbe più visto l’alba del giorno dopo. Stavo per essere portata via da una squadra soprannaturale, che spalleggiava la Principessa e contrastava Nuada. E se non fosse arrivato in tempo? O i Bogart non avessero riportato il messaggio? Che fine avrei fatto?
Chi altro sarebbe morto la prossima volta? Io o lui? Eravamo solo noi due contro il mondo e non avevo la stessa forza di Mr. Wink, quindi nessuno poteva assisterlo in episodi come quello di stasera.
 
 
Se, per colpa mia, ci avesse rimesso Nuada, non me lo sarei perdonata, finché avevo vita… e a quel punto, ne avrei avuta davvero molto poca. 










Note: 
Okayyyyyyyyyyyy scusate l'immenso ritardo, ma sono stata impegnata e il tempo è passato velocemente. 
Avevo già detto che sarebbero stati pochi capitoli e ci stiamo avviando verso la fine di questa storia lampo. 


Ringrazio le persone che hanno commentato gli scorsi capitoli, chi ha messo la storia tra i preferiti e chi segue semplicemente. 


La storia può presentare errori ortografici.

Un abbraccio.
DarkYuna.  
 
  
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