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Autore: Love_My_Spotless_Mind    27/07/2015    2 recensioni
[The Lover ( https://en.wikipedia.org/wiki/The_Lover_(TV_series) )]
Appartamento 709, JoonJae è alla ricerca di un nuovo coinquilino ma non sa che questa coabitazione potrebbe cambiare la sua vita.
(JoonJae X Takuya)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In sole due settimane JoonJae aveva dovuto occuparsi di raccogliere tutte le sue cose e ricercare un nuovo alloggio, almeno provvisorio. Non aveva il reddito necessario per cercare un nuovo appartamento, sapeva che sarebbe stato difficile trovarne uno economico quanto quello. Per questo si arrese all’idea di dover alloggiare per un certo periodo in un dormitorio, quindi aveva dovuto disfarsi della maggior parte dei suoi oggetti personali, almeno quelli più inutili. Aveva venduto anche ogni singolo elettrodomestico ed aveva portato nelle botteghe dell’usato alcuni dei suoi mobili.
Era stato molto triste sgomberare quell’appartamento che ora era costretto ad abbandonare per sempre. Avrebbe tanto voluto restare rintanato in quel luogo a lui famigliare, pensando ai pochi bei ricordi che aveva collezionato nella sua vita ma non gli era stato possibile scegliere. Per un paio di notti dormì nel sacco a pelo, sdraiato al centro del salotto ormai completamente sgombro, cercando di rifigurarsi nella mente il vecchio aspetto della sua casa. Sentiva la mancanza di ogni singolo particolare, provava la sensazione di essere costretto a restare in una città abbandonata nella quale si sentiva infinitamente solo.

La mattina in cui avrebbe dovuto lasciare l’appartamento gli venne consegnato un pacco contente gli indumenti che Takuya aveva acquistato su internet qualche settimana prima, il corriere spiegò che avessero ritardato la consegna per via di alcuni scioperi ma di tutte quelle giustificazioni non poteva importargliene di meno. Dopo aver firmato JoonJae portò lo scatolone dentro casa, lo osservò a lungo prima di trovare il coraggio di aprirlo. Takuya continuava involontariamente a lasciare tracce di sé, costringendolo a pensare ancora lui, anche se, in realtà, a prescindere da quell’avvenimento non era mai riuscito a smettere. Al suo interno vi erano due maglioni caldi di colore grigio, esattamente identici, differenti solamente per la taglia; fu grazie a questo particolare che JoonJae comprese che Takuya gli avesse acquistati per entrambi, chissà per quale motivazione. Pianse in silenzio, stringendosi contro il petto i due maglioni dal tessuto soffice, arrivati troppo tardi, quando ormai la temperatura era troppo alta per permettere loro di indossarli. I bei regali lo raggiungevano sempre troppo tardi, era inevitabile.  JoonJae pianse senza trattenere i singhiozzi, seduto in quella casa vuota, come una conchiglia abbandonata sulla spiaggia. Pianse finché non ebbe esaurito tutte le lacrime, poi si asciugò le guance, alzandosi in piedi e radunando gli ultimi bagagli che gli erano rimasti.
Quando JoonJae ebbe chiuso la porta dell’appartamento 709 alle sue spalle comprese che un altro periodo della sua vita era inesorabilmente finito, ora restava solamente a lui il potere di decidere come dare inizio al seguente. Pensò istintivamente ad Odaiba,  allo sguardo che Takuya aveva assunto quando gli aveva parlato di quel ponte dall’aspetto ultraterreno e provò ad immaginarsi lì sopra al suo fianco, mentre mangiavano ikonomiyaki ed osservavano l’acqua cristallina dove tutta la città poteva specchiarsi.  Una porta si era chiusa alle sue spalle, la 709, ed ora quale avrebbe aperto?
Appena il giorno seguente l’appartamento venne demolito, crollando al suolo facendo un gran rumore, trasformandosi solamente in un cumolo di polvere e macerie. La stanza imbiancata insieme si era dissolta, così come il salotto, la camera da letto di JoonJae, il terrazzo. L’appartamento nel quale avevano vissuto felicemente non era altro che un ricordo, un luogo unico che non esisteva più nemmeno sulla terra.  
 
 
Takuya aveva gli occhi arrossati per lo studio, stava facendo una breve pausa preparandosi del caffè nero. In quel periodo si stava concentrando intensamente sullo studio per non pensare a tutto il resto, per non lasciarsi sopraffare dalla tristezza che altrimenti lo avrebbe dominato. Era stato un periodo difficile che probabilmente non si sarebbe concluso facilmente, forse non si sarebbe concluso mai. Non avrebbe potuto passare tutta la sua esistenza sui libri, prima o poi avrebbe dovuto distrarsi ed allora qualcosa lo avrebbe sopraffatto, qualcosa che difficilmente avrebbe sconfitto perché era troppo doloroso.
Sentì suonare il campanello, sperò che non si trattasse di qualche scocciatura, non sarebbe mai riuscito a sopportarla. Dal canto suo non attendeva nessuna visita, era anche vestito malamente, come gli capitava di rado. Mosse i suoi passi lungo il corridoio fino a raggiungere la porta d’ingresso. Avrebbe almeno voluto indossare un paio di pantaloni lunghi ma non c’era tempo, di qualsiasi cosa si trattasse non gli importava più come fosse vestito. La aprì senza guardare attraverso lo spioncino e quello che si trovò di fronte lo lasciò senza respiro.

-Salve, il mio nome è JoonJae, per caso è alla ricerca di un coinquilino? – disse il ragazzo di fronte a lui, in giapponese stentato.

-JoonJae… - riuscì solamente a sussurrare Takuya, incredulo nel trovarsi di fronte proprio lui, l’amore da cui non avrebbe mai più fare l’errore di fuggire.
Non gli diede nemmeno il tempo di entrare, lo abbracciò con tutta la forza che avesse, premendo il viso contro il suo petto, cingendo con le braccia la sua vita. Avrebbe voluto piangere per la commozione ma si sentiva persino troppo felice per farlo, voleva solamente sorridere, nel modo più limpido e sincero che avesse mai fatto.

Il loro amore non era un sogno, non era perfetto ma piuttosto attraversato da numerosissime difficoltà, eppure sarebbe durato per tutta la vita.
 

 
  
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