Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Leccalecca    27/07/2015    4 recensioni
Altro insegnante, altra studente, altra storia. Questa volta i protagonisti si trovano per un caffè insieme.
Lottie e Ivan.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Magari potrebbe venire a prendere un caffé con me -


~


Ed erano lì, Lottie e Mr. Bradford.
Lottie si avvicinò la tazza di fine porcellana alle labbra morbide, lasciando che il caffè latte caldo le accarezzasse la lingua e le scendesse lungo la gola. L'aroma dolce-amaro la tranquillizzava, e guardando davanti a sé, scrutando Ivan che impeccabile e rassicurante in giacca marrone e camicia si sistemava gli occhiali che gli erano scivolati sul naso, mentre con l'altra mano rigirava la sua tazza sul piattino, con quel suo solito (noioso, avrebbe detto, non ingannava nessuno) sguardo austero, Lottie si sentiva come avvolta da una sciarpa calda, di quelle appena uscite dall'asciugatrice o lasciate tutta la mattina accanto alla finestra per essere intiepidite dalla luce del sole; un po' come (oppure era proprio lei?) quella del suo burbero professore. Le mattine di Dicembre le ricordava tutte così, quando lui arrivava in aula e se la toglieva con disinvoltura, rivelando il collo immancabilmente protetto da tessuto bianco (o beige, o blu notte, o giallo canarino e poi verde scuro, perché ormai le sue camicie le conosceva a memoria). La appoggiava sul gancio accanto alla finestra e solo poi dava il buongiorno alla classe. Lottie ogni tanto si perdeva pensando a quanto avrebbe voluto essere quella sciarpa, o a come si sarebbe sentita se lui gliel'avesse avvolta al collo, come faceva con sé stesso al momento del termine della lezione di storia.
Quel giorno al caffé, che non era assolutamente quello vicino al parco, ma uno di conoscenza di Ivan, lui l'aveva appoggiata sullo schienale della sedia in ferro battuto.
D'istinto allungò una mano e la sfiorò con le dita, per scoprirla soffice come l'aveva immaginata. Sorrise inconsapevolmente.
Mr. Bradford le lanciò un'occhiata, e il suo sguardo si addolcì.

- Com'è il caffè?- le chiese.

Lei spostò gli occhi su di lui, quasi in imbarazzo, ma Ivan sapeva che ce ne voleva per metterla davvero in imbarazzo. Certe volte si domandava se avesse anche solo un minimo di senso del pudore.
Come quando si avvicinava alla cattedra per restituirgli un compito in classe e cercava di prolungare il più possibile l'attimo in cui le loro dita si dovevano toccare, chinandosi lentamente sul piano con la camicetta floreale aperta sui primi tre bottoni.
Eppure, sotto certi aspetti, rimaneva la creatura più innocente sulla quale avesse mai posato gli occhi.
Gli rispose che il caffè era delizioso. Le piaceva. Le piaceva anche che Ivan l'avesse invitata lì con lui. E le piaceva la sciarpa.

- La mia sciarpa? - le labbra di Mr. Bradford accennarono un sorriso mentre formulava la domanda.

Le piaceva perché era sicura che avesse il suo profumo.
Ora Ivan sorrideva apertamente.
Passarono il pomeriggio così. Scherzarono sulla signorina Marshall, ma non si avventurarono oltre sul tema scolastico.
Lottie appoggiò la mano sulla sua alle tre e non la lasciò più. Né quando volle provare tutti i tipi di macaron che servivano sugli scaffali degli espositori in vetro, né quando fu il turno di Ivan a mettere sotto esame le diverse qualità di pasticcini alla frutta.
Sorrise quando la grande mano del professore le tolse una briciola rosa dalle labbra e rise quando fu lei a carezzargli una guancia, anche se non doveva pulirlo da nessun pezzo di pasticcino in particolare.
Alle sei, quando si alzarono ed uscirono, le loro dita erano ancora intrecciate.
Poi Lottie rabbrividì, perché il sole era stato coperto da nuvole di pioggia e il cielo da blu era diventato plumbeo. Il vento sapeva di metallo.
E Ivan lo notò.
Lottie stava appunto scrutando il pezzo di cupola ferrigna che faceva loro da tetto, mentre lui si tolse piano la sciarpa.
Lei si voltò appena in tempo - perché Ivan le aveva lasciato la mano –, prima che il tessuto le coprisse gli occhi. 
Li chiuse piano, sentendo le mani del suo professore che dolcemente le sistemavano la sciarpa attorno al collo e le tiravano indietro i capelli, in modo che nessuno rimanesse impigliato.
Lottie respirò a fondo e percepì la mente annebbiarsi, le gambe tremare un po', mentre il cuore batteva più forte. Non era la sensazione più bella del mondo? Era come se il profumo di Ivan le fosse entrato in circolo.
L'espressione radiosa che le illuminò il viso chiaro sciolse completamente il cuore di Ivan, che si affrettò a riprenderle la mano.
Se la lasciarono di nuovo solo quando rientrarono nella cittadina. Al parco Lottie gli restituì la sciarpa, e alla biblioteca presero strade diverse.
Poi però Ivan le lasciò un bacio sulla fronte, e Lottie era felice.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice mentalmente disturbata:

Intanto che la storia di Ben e Alex è in corso (scrivo una frase e tiro una testata al muro .-. ma okay) (per chi non lo sapesse sono i personaggi di Diavolo Argento ma va bene se non la cagate di striscio lol) colpita da qualcosa che probabilmente era una diligenza del far west ho scritto anche di questi due.
Devo avere qualcosa per il rapporto insegnante-studente, boh.
Per la seconda volta, non linciatemi D: e magari se vi passa per la testa fatemi sapere la vostra opinione c:

Addio :3



p.s. Qualcuno ha detto Lolita? Chi? Fatevi amare **

p.p.s. oh cielo ho scritto una fluff, e il nome Ivan mi piace da morire madonna santa in monopattino 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Leccalecca