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Autore: Dragon gio    27/07/2015    1 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Part 5
Part 5

Sakura una volta rientrata a casa, non poté fare altro se non attendere. E attese, attese, fino a che non si fece buio. Continuava ad affacciarsi alla finestra, nella speranza di vedere arrivare Naruto, ma niente, lui non c’era.
Erano quasi le nove, Shion era esausto e lo aveva messo a dormire dopo averlo coccolato a lungo. Era un fascio di nervi, ma quando udì la porta aprirsi corse verso l’ingresso. Spalancò gli occhi accorgendosi che era Sai. Non che fosse triste per questo, tutt’altro.
“Ciao Sakura… sono venuto per… prendere alcune cose… scusami per l’ora…”
“Aha… ma no, non dire sciocchezze entra! Questa è casa tua…”
Sai stava per imboccare le scale quando la porta, lasciata socchiusa sbatté con violenza. Un trafelato Naruto si affacciò all’ingresso.
“Sai! Non sentivi quando ti ho chiamato prima?!” Aveva il fiatone ed era sudato marcio, Sakura provò un leggero senso di inquietudine nel vedere Sai così rigido e atono.
“No, non ti ho sentito.”
“Che bugiardo! Mi hai pure seminato per bene! Cazzo, non ho più fiato…” Si dovette sorreggere un istante con i palmi delle mani posate pesantemente sulle ginocchia e respirare a fondo, prima di poter ricominciare a parlare.
“Sai, ascolta… ti…”
“Io e Naruto ti dobbiamo parlare!” esclamò Sakura facendosi avanti e fermando Sai che stava facendo un passo su per le scale, ignorando fra l’altro Naruto.
“Di cosa?”
Attese qualche istante, giusto il tempo per raccogliere il coraggio di dirgli l’amara verità. Sapeva che l’avrebbe ferito, ma ormai era troppo tardi per ritornare sui propri passi. Sai doveva sapere, anche se questo lo avesse distrutto meritava di conoscere la verità.
“Avevi ragione tu Sai… è inutile girarci attorno… io e Naruto ci amiamo…”
Sakura aveva un groppo in gola mentre pronunciava quella frase, ma non poteva rimanere in silenzio e far fare tutto a Naruto.
“Sai io… amo Sakura-chan da moltissimo tempo… ma tu lo sapevi già… però non sono stato onesto con te, ogni volta che ti vedevo con lei mi sentivo morire dentro…”
“Così non appena Sakura ti ha detto che me sono andato di casa, tu ti sei dichiarato?”
La voce di Sai giunse alle loro orecchie come pungente e piena di rancore.
“Sai…”
“Non hai perso tempo. Ovviamente se al mio posto ci fosse stato Sasuke, non avresti mai osato tradirlo, vero?”
“No Sai io… non è così…”
“E allora come è? Dimmelo Naruto, io sono un idiota e non capisco le emozioni, quindi ti prego, spiegami perché hai aspettato due anni per dichiarati a Sakura! Perché ora? Perché ora che lei sta con me?!”
Sai era come esploso ed ora, dopo tanto tempo, urlava contro colui che aveva sempre considerato il suo migliore amico. Si avventò su di lui afferrandolo per il bavero della maglia con forza, Naruto comprese subito che faceva sul serio.
“Rispondimi!”
“L’ultima cosa che volevo era ferirti Sai, devi credermi! Ho mentito per tanto tempo a me stesso ma ora non ce la faccio più! Non posso più vivere in questa menzogna che mi sono creato…”
“Potevi deciderti prima Naruto, invece che venire adesso a fare il santarellino con me!”
“Oi! Guarda che nemmeno tu sei tanto innocente! Perché credi che Sakura sia venuta sempre da me in questi mesi? Era per te Sai, per colpa tua che non le parlavi più, che la ignoravi!”
“E tu, da bravo amico eri sempre lì a consolarla, vero?”
La situazione si stava surriscaldando, sia Naruto che Sai continuavano a insultarsi a vicenda senza alcun freno.
“Non sono io quello che l’ha fatta piangere così tanto, Sai!”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Sai non ci vide più e gli tirò un pugno facendolo cadere a terra. Iniziarono a prendersi a botte senza prestare la minima attenzione agli oggetti che urtavano, spaccando e rompendo ogni cosa intorno a loro.
“Basta, smettetela subito!”
Sakura tentò invano di richiamarli, ma i due non la sentivano nemmeno, erano troppo presi ad azzuffarsi. Peccato che entrambi non avessero tenuto conto che Sakura poteva farli smettere in ogni momento, se solo lo avesse voluto.
“Ho detto, bastaaa!”
Riuscì a piantare le mani nei loro crani e poi far cozzare con estrema violenza le loro teste, il dolore fu così lancinante per entrambi che furono obbligati a fermarsi.
“Ahiaaaa!! Sakura-chan… ma sei impazzita?!”
“Che male…”
“Non è colpa mia se avete la testa così dura, idioti! Che diavolo vi prende?! Cosa siete, due mocciosi dell’asilo che sono capaci di risolvere i problemi solo con le botte?!”
“M… ma noi…”
“Non c’è nessun ma Naruto, siete due idioti e basta! Non fate altro che preoccuparvi di chi ha fatto torto all’altro e non pensate minimamente a cosa provi la sottoscritta! Siete due egoisti e… vi odio… da morire!”
Dopo aver gridato tutta la sua rabbia contro i due ragazzi, iniziò a sgonfiarsi, la colse un vero e proprio pianto isterico e non fu più in grado di esprimersi decentemente.
Si era anche accasciata a terra, nascondendosi il viso fra le mani, lasciandosi andare ad un lungo pianto liberatorio. Naruto e Sai rimasero ad osservarla scioccati, sentendosi divorati dai sensi di colpa per averla ridotta così con il loro comportamento.
“Scusami… Sakura…”
Sai fu il primo a parlare, timidamente e sommessamente. Poi con lo sguardo cercò quello di Naruto, facendosi capire al volo senza bisogno di aggiungere altro.
“Perdonaci Sakura-chan! Hai ragione, siamo due imbecilli…”
“Ovvio che sì… siete uomini… voi riuscite a comunicare solo con i pugni…” sussurrò lei asciugandosi mestamente le lacrime che le scivolavano in continuazione sulle guancie umide. Guardò prima Naruto e poi Sai, ridacchiando appena.
“Dovreste vedere le vostre facce peste… siete ridicoli…”
La risata cristallina che le sgorgò dalla gola fu in qualche modo contagiosa, dato che pure Naruto e Sai la seguirono, lasciandosi andare. Scordandosi che fino a qualche secondo prima, si stavano menando brutalmente.
“E ora… che cosa accadrà?”
Fu la domanda di Sai, stavolta pronunciata con un tono molto più calmo. Naruto e Sakura si osservarono, cercando la risposta migliore da dire.
“Io amo Sakura-chan Sai… l’amo così tanto da stare male…”
“Lo so…”
“Ma questo, vale anche per te, giusto?”
Punto sul vivo, Sai non riuscì a replicare, solo ad abbassare lentamente il volto, lasciando che le lunghe ciocche corvine gli nascosero gli occhi.
“Sai...” bisbigliò commossa Sakura vedendo la sua reazione. Di nuovo quell’odiosa stretta al petto che non la faceva respirare la colse. Si era resa conto di amare profondamente Naruto, ma in cuor suo il pensiero di dover addio a Sai la faceva sentire malissimo. Amava anche lui, anche se in un modo totalmente differente, lo amava molto. Si fece avanti avvicinandosi a Sai, sfiorando piano la sua spalla.
“Vi devo medicare le ferite… Naruto, potresti andare in bagno a prendere la mia cassetta del pronto soccorso per piacere?”
Lui rimase interdetto a tale richiesta, perché mai una come Sakura aveva bisogno di usare bende e cerotti quando poteva curarli con il suo chakra? Lo aveva sempre fatto in fondo. La giovane donna ricambiò il suo sguardo spaesato con insistenza, urgenza quasi. All’improvviso si accese la lampadina nel suo cervello e si volatilizzò dalla stanza, per lasciarli un momento da soli a parlare.
 
Sakura fece fluire il suo chakra curativo in Sai, indecisa su cosa dirgli esattamente. Erano entrambi a disagio, ma per sua fortuna Sai ebbe il coraggio di avviare una conversazione.
“Perdonami, Sakura… non volevo che accadesse tutto questo…”
“Nemmeno io…”
“Mi odi, non è vero?”
Sakura percepì il corpo del pittore venire scosso da leggeri fremiti incontrollati, si sentì nuovamente stringere il cuore in una morsa. Sai non mostrava mai a nessuno le sue debolezze, nemmeno a Naruto che considerava come un fratello. Solo con lei era riuscito ad essere totalmente se stesso, pregi e difetti compresi. Sapeva che con Sai a volte non bastavano le parole, lui necessitava di contatti fisici, di certezze, di gesti significativi. Lo abbracciò teneramente, permettendogli di nascondere il viso nel suo petto, come una madre che consola un figlio.
Baka, non potrei mai odiarti…”
Sai vi si aggrappò con tutte le sue forze, stringendola forte, con disperazione e amore.
“Non voglio perderti…”
“Non mi perderai mai…”
“Ti amo…”
“Lo so…” rispose Sakura posando poi un dolce bacio sulla sua nuca. Rimasero stretti così per parecchio tempo, facendo finta di non accorgersi di Naruto che era rimasto al di là della porta in disparte, rispettando quel momento intimo che apparteneva solo a loro due.
 
 
Sakura propose a Naruto di fermarsi a dormire lì quella notte, così da poter proseguire il loro discorso l’indomani. Dovevano decidere del loro futuro, c’erano in ballo molti fattori, il primo fra tutti il piccolo Shion. Naruto, sistemato alla buona sul divano, passò la notte in bianco a pensare ad una soluzione per questo problema. Possibile che l’unica cosa da fare fosse davvero mandare via Sai e fargli incontrare il figlio di tanto in tanto, con visite concordate? Perché mai lui avrebbe dovuto arrogarsi il diritto di crescere il suo bambino, levando a Sai la gioia di starci assieme ogni qual volta lo desiderava? Il piccolo Shion non meritava forse di poter crescere con accanto entrambi i genitori? Qualunque di queste soluzioni, avrebbero finito con il far soffrire non solo il bimbo, ma anche Sakura e Sai. Non si diede pace e, quando vide le prime luci dell’alba, ancora la sua mente non aveva elaborato una soluzione. Sfinito e arrabbiato, si alzò e andò in bagno per sciacquarsi il viso. Stava tornando in salotto quando incrociò Sai in corridoio. Si squadrarono un momento con vago imbarazzo, prima di bisbigliare un timido buongiorno.
“Io… stavo per andare a fare colazione… tu hai fame, Naruto?”
“Oh, sì un pochino…”
 
Si piazzarono in cucina, Naruto seduto al tavolo e Sai dietro i fornelli.
“Hai qualche preferenza per la colazione?”
“N…no! Quello che fai per te, mi va bene, sul serio!”
Sai si girò verso lui, una strana espressione dipinta in volto che fece tremare l’amico.
“Naruto… guarda che non ti tiro un pugno anche se non sei accondiscendente…”
“Eh?! Non pensavo mica a questo, ‘tebayo! E poi, se proprio vogliamo essere onesti, i tuoi pugni non sono così terribili… erano peggio quelli di Sasuke!”
“Sempre lì a parlare di Sasuke! Ti piace proprio paragonarlo a me?”
Ehi ehi, sento una punta di gelosia o sbaglio?”
“Certo che sono geloso. So benissimo quanto Sasuke conti per te, io per quanto lo vorrei non sarò mai messo sullo stesso piano… l’ho capito ormai.” La serietà con cui lo aveva ribadito, scioccò Naruto. Non si era mai reso conto che per Sai sentire parlare di Sasuke gli procurasse certe emozioni.
“Sì, forse hai ragione… però tu per me Sai sei comunque un amico prezioso!” Alzò lo sguardo sorridendogli fiducioso e pieno di gratitudine.
“Sasuke lo conosco da molto più tempo, quindi è normale che per me sia così speciale! Ma non pensare che per questo anche tu non lo sia, perché non è così!”
Sai si sentì molto strano nel sentirgli dire certe cose, anche se pensava che forse stava solo tentando di tranquillizzarlo non poté fare a meno di accennare un piccolo sorriso.
“Naruto senti, per quello che è accaduto ieri sera io… vorrei scusarmi…”
“Non devi, anzi se devo essere sincero sono felice che tu abbia reagito a quel modo…”
“Cosa? Ma… perché? Quella non era una reazione giusta, io…”
“Che cosa ci sarebbe di sbagliato nell’essere gelosi? O nel proteggere la propria donna da un altro uomo che tenta di portartela via?”
Le guance di Sai si colorirono appena, Naruto sfoderò il suo ghigno migliore, sapeva di aver toccato il nervo giusto.
“Hai dimostrato di amarla veramente tanto, per questo sono felice che tu ti sia battuto per lei! Perché significa che sei sempre stato sincero con Sakura-chan!”
“Sì, però alla fine ha scelto te…”
“Aha, già…” replicò un poco imbarazzato Naruto, si sentiva addosso lo sguardo di Sai e la cosa lo metteva in soggezione.
“Naruto ascolta, ci ho pensato e ho preso una decisione…”
“Una decisione su cosa?”
“Me ne andrò da questa casa, così tu potrai finalmente vivere con Sakura come hai sempre sognato.”
“Che? No, Sai aspetta!”
“Non posso rimanere, cerca di capire… sarei di troppo…”
“E a Shion non ci pensi?!”
Le mani di Sai si strinsero convulsamente a pugno, il suo corpo tradiva le sue reali emozioni anche se non le faceva trapelare in volto.
“Non lo abbandono, stai tranquillo! Verrò a trovarlo ogni volta che potrò e mi occuperò anche di darvi dei soldi per il suo mantenimento…”
“Sarebbe questa la tua idea geniale?”
“Più di così non posso fare, cerca di capire…”
Naruto corrugò la fronte, esasperato, non sapeva come fare a convincere Sai a ripensarci. Improvvisamente percepì una presenza, voltandosi scorse Shion nascosto dietro la porta.
“Shion… perché sei già in piedi?”
Il bimbo si fece avanti, il suo visino preoccupato e tirato.
“Papà… vai via?”
“Sì…”
Come se avesse intuito che quello a tutti gli effetti era una sorta di addio, Shion iniziò a singhiozzare sommessamente.
“Non voglio…”
“Shion, senti…”
“No!” gridò il piccolo, scoppiando poi in un pianto disperato. Vedendo la reazione di Shion, Naruto comprese finalmente cosa doveva fare per sistemare le cose. In fondo, era così semplice e ovvio, praticamente la soluzione era sotto il suo naso.
Si chinò e lo abbracciò forte, sussurrandogli all’orecchio di non piangere, che sarebbe andato tutto bene. Poi lo prese in braccio e si voltò verso Sai, che era rimasto come pietrificato assistendo alla scena.
“Sai, ti prego resta qui, vivi con me e Sakura-chan!”
“Naruto che diavolo…” scrollò la testa continuando ad affermare che era una pazzia, che non avrebbe mai funzionato una simile convivenza.
“Non possiamo saperlo se non ci proviamo nemmeno! Se la soluzione non c’è bé… allora ce ne inventiamo una noi, del tutto nuova, ‘tebayo!”
“Tu la fai facile…”
“E tu invece la fai troppo difficile! Che c’è di sbagliato nel voler crescere il proprio figlio?”
“Non è questo… Naruto io… non puoi chiedermi di vivere qui con voi, ogni volta che ti vedrei assieme a Sakura… starei male!”
“Possiamo andare a vivere in una casa molto più grande, così tutti avremmo i nostri spazi!”
Sospirò, davvero Naruto non riusciva a capire il fulcro della situazione. E più tentava di spiegargli il suo punto di vista, più l’amico divagava nella direzione opposta.
“Ascolta Sai, non ti chiedo di farlo per me, ma per Shion! Lui non vuole che tu vada via, dico bene Shion?”
Il bimbetto tirò su dal nasino ancora gocciolante per le lacrime versate, poi allungò una manina verso Sai.
“Papà…”
Sai sospirò, sentendosi sconfitto dallo sguardo innocente e supplicante del suo bambino. Pensò, che forse era questa la cosa giusta da fare, valeva la pena sacrificarsi per lui.
“E va bene, resterò…”
Il visino di Shion si illuminò in un enorme sorrisone, seguito a ruota da Naruto, anche se quest’ultimo suscitava certamente meno tenerezza di un bimbo di un anno e mezzo.
Sai prese in braccio il piccolo, che subito si accoccolò a lui, emettendo tutta una serie di versetti felici, procurando un improvviso avvampamento di imbarazzo nel padre. Naruto accortesene, non perse l’occasione per stuzzicarlo.
“Pff, Sai non starai arrossendo vero?”
“Taci Naruto, o ti prendo a calci!” replicò Sai sfoggiando un inquietante sorriso plastico. Naruto rabbrividì da capo a piedi, intuendo che forse non era il caso di insistere. Quando voleva Sai gli faceva paura, come quando la sera prima gli si era avventato addosso e con quale furia. Lui era quel genere di persona che era meglio non fare mai alterare troppo, pena finire massacrato di botte.
 
“Ehi, ragazzi ma che succede? Perché siete già tutti in piedi?”
Sakura sorprese i presenti, erano così presi a parlare che nemmeno si erano accorti della sua presenza.
“Sakura-chan, ascolta! Sai continuerà a vivere con noi!”
“Cosa?”  
Le ci volle molto tempo, tanti caffè e parecchia pazienza per cercare di comprendere l'assurda decisione presa da quei due Baka colossali che ora stavano seduti al tavolo della cucina, discutendo su chi faceva cosa in casa da ora in poi.

Non riusciva a crederci, Naruto aveva veramente proposto a Sai di andare a vivere tutti assieme in una casa più grande? Sul serio Sai aveva accettato? Le pareva impossibile, dovette darsi un pizzicotto bello forte sulla mano. Il dolore era troppo, non poteva essere un sogno per quanto strano.
“Neh, Sakura-chan senti qua! Io e Sai pensavamo che una casa con due piani ben distinti sarebbe l’ideale! Così almeno ognuno di noi avrà il suo spazio e la sua intimità!”
“Ehi no, un momento ragazzi frenate un secondo! State facendo sul serio?”
I due giovani si guardarono un secondo negli occhi per poi rispondere all’unisono un sonoro “sì”, il tempismo e la coordinazione scioccarono Sakura più di quanto non desiderasse.
“Oh cielo… ma perché dovevo innamorarmi di due svitati simili? Che ho fatto di male al Karma?!”
“Io invece penso che tu sia tanto fortunata Sakura-chan, per esserti innamorata di due come noi! Giusto, Sai?” Tirò una sonora pacca sulla schiena del pittore, sperando che gli venisse dietro nel discorso.
“Aha… bé, non saprei… se Sakura non fosse stata così indecisa forse ora non saremmo in questa situazione strana…”
“Scusami Sai, se sono una persona indecisa!” rispose Sakura a denti stretti, con uno sguardo volto a polverizzare il povero malcapitato.
“Però devo dirlo, su altre cose come cosa vuoi a letto non sei mai stata per niente indecisa! E poi, ci piaceva fare le stesse cose sporche!”
Sakura si pietrificò sul momento, divenendo paonazza a dir poco. Che questa fosse una piccola vendetta di Sai? A vederlo lì, così sereno mentre spiattellava certi dettagli piccanti come niente fosse, non si direbbe. O forse sì. L’unica cosa certa, era Sakura che si avventava su lui.
“Sai, non devi parlare di queste cose, sono private! Shannarooo!!”
Un pugno secco era volato all’altezza del naso di Sai, che era stato sbalzato lontano, anzi, praticamente conficcato nel muro. Sakura era ancora sulla tonalità del rosso-bordò acceso, tanto che il piccolo Shion la guardò e poi scoppiò a ridere indicandola.
“Mamma, buffa!”
Naruto si era intanto avvicinato a Sai e, dopo averlo debitamente scrostato dal muro, gli sussurrò ad un orecchio.
“Poi mi dovrai dire quali cose sporche piace fare a Sakura-chan sotto le coperte…”
“Sicuro di essere pronto? Non so se un verginello come te saprà tenere il suo passo!”
“C…c…che ne sai che io sia ancora vergine?!”
“Perché, non è così? Oppure tu e Hinata lo avete fatto quando stavate assieme?”
“M…ma figurati! Anche se avrei voluto farle certe cose che…”
“Che cosa volevi farle, Naruto caro?”
L’alta, minacciosa e per nulla rassicurante figura di Sakura si piazzò davanti a Naruto, con occhi iniettati di sangue. Sai si fece prontamente da parte, d’altro onde, la sua dose di cazzotti e amore da Sakura l’aveva già ricevuta.
“No, Sakura-chan aspetta! Hai frainteso!”
“Shannarooo!!”
“Aaaah!”
In men che non si dica, l’intera cucina fu ridotta ad un campo di battaglia, fortuna che Sai prima di scappare si era premurato di portare via anche Shion. Era sempre meglio non essere nei paraggi quando Sakura si scatenava.
“Aha, lo so, me lo sento! Voi due mi manderete al manicomio!”
“Ha ha! Zio Naruto, buffo!” trillò Shion indicando Naruto che giaceva contro un muro rotto, con le gambe a per aria e la faccia pesta.
“Sembra che ci attenda una convivenza molto movimentata…” affermò Sai osservando, sempre più basito, Sakura che raccoglieva quel che restava di Naruto e lo trascinava in camera da letto.
 
Decisamente aveva ragione, la famiglia in qualche modo si era “allargata”. Chissà che magari prima o poi non ce l’avrebbero fatta davvero a superare le difficoltà di questa titanica impresa.
  
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