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Autore: Generale Capo di Urano    28/07/2015    2 recensioni
Piccola raccolta di flashfic dedicata ad Apollo ed Ermes.
***
#1.Passaggio
#2.Lira
#3.Bimbo
Ad Apollo non sono mai piaciuti i bambini.
Non hanno nulla di bello o di notevole; neppure ucciderli dà soddisfazione – niente occhi sgranati e colmi di terrore, niente suppliche o urla strazianti. Noioso, monotono.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Apollo, Ermes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Passaggio


Il giovane volge appena lo sguardo dietro di sé, girando impercettibilmente la testa e sospirando, in modo forse eccessivo, come a voler enfatizzare un certo fastidio, quasi tenti di far capire al suo tedioso compare quanto gradisca la sua indesiderata compagnia.
Dal canto suo, il morettino, seduto sul bordo del carro, continua imperterrito a lasciar dondolare le gambe e a canticchiare una fastidiosa melodia, -“e anche piuttosto male”, aggiungerebbe il dio del Sole- ghignando rivolto all’amico contrariato, con sguardo quasi di sfida.
Ermes sa bene quanta poca pazienza abbia il caro Apollo, oh, se lo sa!       
Proprio per questo si diverte a stuzzicarlo in ogni modo possibile, portandolo al limite, come per testare quanto possa durare, prima di scoppiare.
-Mi spieghi cosa diamine staresti facendo?- suona quasi come un ringhio, la voce dell’arciere, un sibilo irritato, che il più piccolo non può che interpretare come un’altra, dolce vittoria; e ride, il mutaforma, lo prende in giro, scanzonato, godendo del suo piccolo trionfo.
-Eddai, vecchio, ti ho chiesto solo un passaggio- il messaggero sorride beffardo, portando le mani dietro la testa, rilassato e tranquillo.

È un attimo: una brusca sterzata, e il ragazzo è già sbalzato via dal carro, senza quasi avere il tempo di capire cosa sia successo; ora è il turno di Apollo di ghignare, soddisfatto, riprendendo poi il suo solito corso, incurante del fatto di aver appena fatto volare l’amico a centinaia di piedi d’altezza.
Eccolo, infatti, il ladruncolo dai piedi alati, spuntare nuovamente, un adorabile broncio dipinto sui lineamenti abbronzati, le sopracciglia aggrottate. -C’era davvero bisogno di questo?
È una risata sguaiata, quella che ora esce dalla bocca di Febo, un suono acuto e per nulla attraente, che non può che irritare ancor più il giovincello.
-Uff, sei cattivo, lo sai?
-È quello che ti meriti, caro mio!
Apollo, irrisorio, non vede il lampo malevolo baluginare negli occhi del compagno; l’urlo che emette è ben poco elegante, quando l’acaceto lo assale da dietro, ridendo.
-Hermes! Molla le redini, subito!
-Te lo scordi, vecchiaccio!
 



Gli abitanti della Grecia mai potrebbero capire come mai, ogni tanto, il Sole sembri danzare sulla volta celeste; udiranno le lontane risa di un giovine, attribuendole al vento, e mai scopriranno il perpetuo gioco delle due divinità, che continua a muovere l’astro e a rallegrare il cielo per l’intera durata del giorno.













Porzione di piano compresa tra due semirette aventi la stessa origine appartenente all'artefice della raccolta (?)
Wait...no, non ho nulla da dire.
Ah! Per chi non lo sapesse (ma probabilmente sono solo io che sono dovuta andarmelo a cercare^^"), acaceto è un epiteto rivolto ad Ermes e significa 
«incapace di fare il male». Non è adorabile? <3
Ciao ciao!
   
 
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