Storia scritta per l'event del gruppo FB We are out for prompts, su prompt di Elena (#Reigisa, arabian!verse (quella dell'ending della S1), Rei vorrebbe resistere a Nagisa, ma quando lo vede ondeggiare i fianchi sa già di essere perduto.)
 
Un consigliere del Sultano dovrebbe evitare di farsi coinvolgere, dovrebbe essere freddo e razionale, per controbilanciare il sangue caldo del suo signore.
Un consigliere del Sultano non può permettersi di pensare ad altro che non sia il buon governo del regno, uno scampolo di deserto spazzato dai simun e una città incuneata tra le rocce e la polvere.
Rei lo sa, e per questo è il consigliere migliore che il Sultano abbia: perfino sua altezza Rin a volte è intimidito dal riflesso gelido degli occhiali mentre Rei gli spiega che no, non è possibile sprecare altri soldi quando la città sta per affrontare un periodo di siccità.
Rei non si fa coinvolgere da niente e nessuno, per questo è il braccio destro del Sultano.
Eppure, da quando la compagnia di danzatori è entrata nella sala del trono, Rei si sente perso.
Il fatto è che Nagisa, il capo dei ballerini, è un piccolo djinn dal viso di fata, capace di muoversi in modi che Rei non sospettava neppure fossero possibili.
Il problema è che da quando lo ha incontrato per la prima volta, quella mattina per organizzare i festeggiamenti del genetliaco di Rin, gli è entrato nelle ossa come il caldo in estate, infiammandogli il sangue che credeva libero da certe pulsioni.
Il punto è che quando Nagisa ondeggia i fianchi e lo guarda allusivo (perché sta guardando lui, e il viso di Rei va in fiamme quando lo capisce) il consigliere getterebbe al vento carriera e fortuna per poter avere la possibilità di fare un passo verso di lui, per proteggerlo dagli sguardi lascivi del suo Sultano, per lasciare che Nagisa lo trascini in una stanza vuota e lo baci come ha fatto quella mattina.
“Perché?” E’ l’unica cosa che Rei è riuscito a dire.
Nagisa non ha avuto bisogno di parole per spiegarglielo.