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Autore: Lady Atena    28/07/2015    1 recensioni
Scritta per Blue Mary, in uno stile decisamente diverso da quello che uso di solito, ma che mi ha comunque divertita molto.
Prima che Coscienza-Pepper possa dirgli quanto sia sconsiderato quello che vuole fare, Tony è già balzato oltre il suo riparo per trovarsi davanti Chitauri morti e ...
“Loki?”.
Loki si volta verso di lui, occhi verdi incavati e sfumati di rosso, velati di follia e lacrime, corpo teso e denti scoperti. Per un momento non lo riconosce, e Tony è pronto a morire nel modo più stupido che sia mai stato concepito, poi Loki abbassa le mani.
“Stark?” domanda a sua volta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Battutacce di ghiaccio tra geni esibizionisti.'
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Tony si acquatta dietro un cumulo di macerie, mentre il mondo intorno a lui va in pezzi.
Sono passate circa due ore, trentasei minuti e quindici secondi dall'ultima volta che ha avuto un contatto radio con gli Avengers, e tutto quello che ora resta della sua armatura sono il braccio sinistro e la mano destra.
< Resta riparato >, gli consiglia la sua coscienza, che ha la voce di Cap, < Trova un posto dove nasconderti e cerca di comunicare con qualcuno >.
Tony è sempre stato fottutamente bravo ad ignorarlo, specie mentre dei Chitauri e degli altri alieni multicolore - Kree e Skrull, li ha chiamati Thor - stanno attaccando la popolazione.
Quindi Tony conta fino a tre e balza fuori dalle macerie, usando i reattori dei guanti per tenersi in un mezzo volo storto. 
Balza addosso ad uno dei Chitauri strappandolo dal suo mezzo di trasporto, ed in un lampo altri cinque gli sono sopra, così Tony usa il chitauro come scudo umano e afferra il mezzo di trasporto alieno per farsi inseguire lontano dal gruppetto di civili che sta andando a rifugiarsi sotto terra.
< Tempo sprecato >, dice la sua coscienza, e sta volta è Fury, < per ogni gruppo che distrai, ne arrivano due >.
Tony vorrebbe dirgli che lui non può farci proprio niente se quelle dannate macchine hanno il teletrasporto interdimensionale incorporato - devono aver trovato il modo di integrare il potere del tesseract a tutti i mezzi di trasporto - ma è troppo impegnato a sfrecciare in modo più o meno illegale tra palazzi semi-distrutti o in distruzione.
Fa una curva improvvisa risalendo un palazzo ed i Chitauri vanno a sbattere, così lui deve accelerare per allontanarsi dall'esplosione che fa saltare un piano del palazzo.
< Bene, e come hai intenzione di farlo con i Kree? >, domanda Coscienza-Clint, < loro non sono così stupidi >.
Tony grugnisce e pensa che forse dovrebbe smetterla di personificare la sua coscienza - magari dopo aver salvato l'Universo, però - e riparte.
Per grazia di Thor - che è l'unica divinità che Tony sente di dover davvero ringraziare - quelle stupide moto galattiche sono dotate di armi, così Tony può sparare in maniera più o meno errata contro qualsiasi alieni gli capiti a tiro.
Nel giro di quindici minuti, metà dell'esercito che prima era impegnato a distruggere Berlino lo sta seguendo, e lui non sa più come liberarsi del centinaio di alieni che lo pedinano senza finire in brandelli molto piccoli.
< È per questo che si pianifica prima di agire > fa notare Coscienza-Steve, e grazie tante a Captain Ovvio.
Così Tony improvvisa, e passa tra due palazzi troppo vicini tra loro. Alcuni Chitauri vanno a sbattere e l'esplosione sbalza tutti in avanti, così Tony spicca il volo e lancia indietro la moto, si volta e spara. L'esplosione lo travolge e lui cade in terra, rotolando. 
Quando riapre gli occhi, è in un terreno grigio ed arido circondato da sibilo ed ombre.
< Complimenti al genio che ha attivato il teletrasporto interdimensionale! > dice la sua coscienza, e sta volta ha la propria voce.
Si acquatta in terra e si guarda intorno. Ha appena deciso in che direzione andare - sinistra, seguendo il percorso della collina, per non farsi beccare - che un brillio verde divampa proprio al di là del suo riparo.
Prima che Coscienza-Pepper possa dirgli quanto sia sconsiderato quello che vuole fare, Tony è già balzato oltre il suo riparo per trovarsi davanti Chitauri morti e ...
“Loki?”.
Loki si volta verso di lui, occhi verdi incavati e sfumati di rosso, velati di follia e lacrime, corpo teso e denti scoperti. Per un momento non lo riconosce, e Tony è pronto a morire nel modo più stupido che sia mai stato concepito, poi Loki abbassa le mani.
“Stark?” domanda a sua volta.
Tony non fa battute, lo afferra per la spalla e lo tira di lato; al riparo dietro polvere e desolazione. Loki si scosta da lui, fa sparire i cadaveri con la magia e assottiglia gli occhi.
“I mortali non possono stare qui” sibila.
Tony allarga le braccia, non sapendo esattamente cosa dovrebbe provare - perché Loki l'ha buttato da una finestra, ma a quanto pare sono entrambi contro i Chitauri, ed il nemico del tuo nemico non sarà tuo amico, ma almeno forse non ucciderà anche te - e sorride.
“Sorpresa?”.
Loki rotea gli occhi, ma è troppo stanco per tentare di ucciderlo - o forse sa di avere priorità più importanti di giocare a sbudellare proprio lui, tra tanti alieni.
“Midgard è già caduta?”.
Tony si morde la lingua per non rispondere in maniera esageratamente sgarbata, mentre strisciano sul terreno desolato verso - beh, in realtà non sa verso cosa stanno strisciando, ma di certo non possono rimanere fermi.
“Stiamo combattendo”, dice, “circa tre ore fa gli Avengers erano ancora tutti vivi”.
Ma Natsha era intrappolata sotto un palazzo, si ricorda, e Thor urlava come se lo stessero smembrando, e c'era Hulk che ruggiva in un modo molto simile al pianto e Barton che aveva urlato qualcosa del tipo “Non ho proprio idea di dove finiscano!” e poi c'era Wanda che aveva strillato, Falcon con le ali spezzate ed un braccio rotto, Rhodey che era rimasto intrappolato nell'armatura e Steve.
Steve non aveva parlato, ma ad un certo punto il ritmico suono metallico dello scudo era cessato e nessuno l'aveva più sentito.
Tony scaccia il pensiero con un cenno del capo, e Loki lo guarda.
“Asgard è caduta”, comunica, laconico, “Midgard è l'unico dei nove regni ancora in piedi”.
Loki deve trovare la cosa molto divertente, perché gli riserva un sogghigno appena più pazzo delle precedenti espressioni, un sogghigno che Tony interpreta come un “Proprio non mi spiego come dei patetici mortali neanche degni di baciarmi le scarpe stiano tenendo testa a un'invasione che ha spezzato tutto gli altri regni”.
Se avesse l'armatura, ed il tempo, Tony gli farebbe una bella lezione su come sia possibile, ma purtroppo non ha l'armatura, ed in quanto al tempo ... Tony è quasi del tutto certo sia scaduto circa dieci ore prima, quando è iniziata l'invasione.
“Avete trovato le gemme?” domanda Loki, come se lui fosse legalmente obbligato a sapere di cosa sta parlando.
Fortunatamente per lui - e per i suoi nervi, che non sopporterebbero la faccia da “Devo abbassarmi a spiegare concetti elementari a patetici mortali” di Loki - sa benissimo di cosa Loki sta parlando.
“Ne abbiamo tre”, dice, mentre tiene giù la testa, “Thanos ha l'Aether, l'Orb e il Tesseract” aggiunge.
Loki gli rivolge un occhiata vagamente sorpresa.
“Così conoscete il vostro nemico”.
Elimina dalla loro strada un gruppo di Chitauri, e lo spinge a proseguire verso il centro del pianeta. Tony non sa neanche perché lo sta seguendo, ma è del tutto certo che dipenda dal fatto che, beh, non sa che altro fare.
“Già. Tuo fratello”, occhiata omicida di Loki, “volevo dire, Thor ce ne ha parlato”.
È vagamente ridicolo che nel mezzo della distruzione dei nove regni, lui debba preoccuparsi di non parlare della parentela tra Thor e Loki. 
“Credo tengano il Tesseract qui da qualche parte” dice Loki, perché evidentemente ha deciso di degnarlo di una spiegazione dell'itinerario.
Forse è perché si è corretto sul ‘fratello’, si dice Tony distrattamente, mentre un altro gruppo di Chitauri viene deviato dalla magia di Loki.
“Se fossi Thanos, terrei quella pietra in mezzo alle altre pietre, nel guanto, sulla mia mano” rispose, accelerando il passo.
Loki accenna un sorriso che è una versione appena meno pazza della precedente.
“Così sai anche del guanto. Sono positivamente colpito”.
Tony si morde la lingua ingoiando un commento sarcastico e s'infila in una conca dietro Loki; conca illuminata dalla magia verde che Loki emana dalle dita sottili. 
“E se ti dicessi che so anche a cosa servono e come funzionano?”.
Loki ride.
“Penserei che sei un folle arrogante”.
Tony non gli risponde, ma sorride gioiosamente quando vede i cunicoli farai più bassi - non di troppo. Lui può passarci comodamente con la testa chinata, ma Loki ed i suoi trenta o più centimetri buoni devono avanzare praticamente gobbi.
Le piccole soddisfazioni della vita.
Loki si ferma di botto nascondendosi di lato e lui lo imita, ma sporge il capo per guardare. Un guanto - e dev'essere un altro guanto, perché ha tutte e sei le gemme e perché la mano è la destra, non la sinistra - sta al centro della sala, circondato da quelli che devono essere alcuni dei fedelissimi di Thanos.
“Perché sono due?” borbotta, guardandosi intorno alla ricerca di un piano che gli permetta di a) recuperare il guanto, b) non farselo rubare da Loki o dagli alieni e c) uscire vivo.
Loki gli rivolge un sogghigno affilato, evidentemente compiaciuto del fatto che lui non sappia qualcosa.
“Ogni oggetto del potere ha il suo contrario. Quello è il guanto dell'eternita, ed ogni gemma possiede i poteri opposti di quelli posseduti dalle gemme dell'infinito”.
Tony non gli risponde “Grazie tante, Ursula, farò in modo sia scritto nel prossimo manuale di Magia Nera 3000” solo perché ha appena avuto un'idea.
< È una follia! > lo riprende Coscienza-Pepper, che gli da la conferma di doverlo fare subito.
Smonta la spalla del braccio sinistro e rompe fili con la punta delle dita, ringraziando Thor per il fatto di avere i guanti ancora funzionanti nonostante tutto. Loki gli lancia un'occhiata che forse vuol dire “Cosa diamine stai facendo, insulso midgardiano?”, e Tony pensa che se continua con l'interpretazione della mimica facciale, a breve avrà anche una Coscienza-Loki a cercare di farlo ragionare.
Chiude la bomba e balza in avanti, sente la mano di Loki sfiorarlo ma non lo prende. Probabilmente impreca una maledizione sottovoce, ma Tony è impegnato a volteggiare a mezzo metro sopra il gruppo di sorveglianti che gli sparano addosso. Lancia la bomba in terra e gli spara, l'eco dello scoppio fa tremare i tunnel e lo sbatte contro la parete. Lui scuote il capo, abbassa il capo e sorrise al guanto, che nel rinculo dell'esplosione gli è finito proprio addosso.
“No!” strilla Loki, ma Tony l'ha già afferrato.
Poi succede a cosa strana. 
Il guanto si incolla alla sua mano e, nel tempo che ci mette a battere le palpebre, ha sostituito quello dell'armatura. Tony si alza barcollando, le orecchie ancora fischiano ed è sicuro di essersi rotto qualcosa in più parti anatomiche, ma il guanto non-dell'infinito-ma-quasi gli avvolge la mano e l'esercito che era accorso per l'esplosione lo guarda senza osare muoversi.
Tony non sa cosa stiano aspettando, ma nel dubbio decide che è meglio approfittarne finché tutti sembrano aver visto il Papa o il Presidente USA, così imbocca il vicolo, afferra il polso di Loki e lo trascina via.
Quando sono al sicuro - una settantina di vicoli dopo, in una camerata vuota che forse usano come dormitorio, a giudicare dalle armi di riserva abbandonate - Loki si scosta da lui e lo guarda più o meno come .... beh, sta volta Tony non capisce bene come Loki lo stia guardando, ma le sue iridi verdi sono un gorgo oscuro di furia e follia, e Tony capisce che forse è giunta la sua ora.
Invece Loki non osa attaccarlo, anche se lo guarda con i denti stretti tra loro e gli occhi che brillano come fiamme gelide e al diavolo, lo sta spaventando a morte.
“Giuro che al prossimo artefatto chiederò il tuo permesso” dice, ed è evidentemente la cosa sbagliata da dire, perché Loki lo afferra per il collo e lo sbatte al muro.
“Allora non sono diventato un appestato” continua, con il fiato corto ed un sogghigno.
Loki accentua la presa sul suo collo e Tony alza le mani per difendersi. Quando avvicina quella con l'Inutile Guanto Magico, Loki si scosta come bruciato e arriccia il labbro.
“Non toccarmi”.
Tony si massaggia la gola, e si chiede distrattamente se tutti in famiglia abbiano qualche difficoltà con i rapporti umani, visto che anche Thor ha avuto quella reazione al loro primo incontro.
“Calmati”, dice, “sono io”.
Loki lo guarda come avesse appena detto la cazzata del secolo, in un modo in cui neanche Cap e Pepper - quelli veri, non le Coscienze - lo hanno mai guardato; ma Tony cerca di non prenderla troppo male e gli porge la mano con il guanto.
“Puoi prenderlo”, dice, “se non vuoi conquistarci l'universo”.
Loki lo fissa ancora un po' come un idiota, poi ringhia un insulto in lingua ignota e infine abbassa le difese.
“Non posso”, sibila, “il guanto uccide chiunque lo tocchi. Se sei vivo, ti ha reputato degno d’indossarlo”.
Tony alza la mano, guarda l'oggetto e aggrotta la fronte. Veramente a lui sembra che quell'Affare Onnipotente stia solo lì, senza far niente, e impedendogli tra l'altro di usare uno dei reattori che l'ha tenuto in vita.
Ma è Loki l'esperto, giusto?
< Nessuno meglio di Loki conosce la magia > conferma Coscienza-Thor.
Giusto, quindi era meglio sedersi, respirare e approfittare del terrore degli alieni colorati per riprendere fiato e dare un senso a quella storia.
“Ok”, dice, “ma non mi sta aiutando. E neanche influenzando. Quindi sta tranquillo, non ti chiederò di inginocchiarti” lo provochi, perché sinceramente quando è spaventato il pozzo di follia dei suoi occhi si fa più scuro; mentre quando è arrabbiato sembra almeno umano.
“Ti senti cosciente?” domanda Loki, sedendosi a distanza di sicurezza - una trentina di passi, e Tony è sicuro che gli oggetti onnipotenti non abbiano un raggio d'azione, quindi Loki vuole dimostrargli di non avere paura.
Come se lui non avesse già capito che ne ha.
“Mi sento due costole incrinate, mi fischiano le orecchie e non so come tornare sul mio pianeta per salvarlo, quindi direi che sì, sono in me”.
Loki lo guarda con quella che, presumibilmente, dev'essere ammirazione velata di disprezzo. Tony non capisce bene come Loki faccia, ma potrebbe giurare che è sinceramente ammirato tanto quanto sinceramente lo considera una capra.
“Questo è bene”, gli risponde, probabilmente quando è sicuro che la voce non gli tremerà, “perché quel guanto potrebbe essere l'unico modo per salvare i Nove Regni”.
Tony mette su la sua migliore espressione perplessa.
“Questo vuol dire che sei dei nostri?”.
Loki gli ride in faccia - che è un po' quello che Tony si aspettava dall'inizio, anche se non in maniera così psicopatica. Forse sono i primi segnali di schizofrenia, magari Loki si è fritto quel poco di cervello sano che gli era rimasto e lui è in balia di un folle - e lo guarda con un sogghigno giusto poco meno psicopatico della sua risata.
“Finché quel guanto è tuo”, disse, “la mia magia sarà al tuo servizio”.
Quello che non dice, ma che Tony legge tra le righe, è che finito tutto gli taglierà la mano e terrà per sé quel potere.
Tony sorride, del suo sorriso più genuino.
Quello che non gli dice, e che forse Loki non accetterà mai, è che nessuno prende le cose di Tony senza il suo permesso.
E quel guanto adesso è suo.
“Allora dopo di te, Psycho”.
  
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