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Autore: Blue Sunshine    28/07/2015    1 recensioni
Allora lo guardava negli occhi, Amore, e Adam si sentiva strappare ma anche aggiustare: i sorrisi che adesso sono lacrime, le parole che adesso sono sabbia al vento, i baci che adesso sono morsi al cuscino per non urlare e le carezze che ora sono schiaffi a questa vita che sembra così vuota e arida. Sono tutto ma sono anche niente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A(dam)more. 

Vivere è più difficile che morire.

Sorridere è più totalizzante di non farcela.
 



Mentre Catullo tramandava “Odio et amo” Adam fumava fuori dal balcone con il freddo che gli penetrava nelle ossa, guardando la notte ombrosa e silenziosa portare pace a tutti eccetto che alla sua anima tormentata. Da piccolo gli era stato insegnato che il mondo ospitava pericoli di ogni sorta e che se voleva trovare il suo posto nell’umanità, non doveva mai mostrarsi debole. E Adam non era debole, lo sapeva, ma doveva soltanto trovare la forza dentro di sé. Gli era stato detto dell’esistenza dei ladri, degli assassini, dei manipolatori, degli speculatori perfino, degli arrampicatori sociali, degli egoisti, dei bugiardi, degli stupratori e dei pedofili, dei cattivi e delle ferite che queste persone potevano procurargli. Ma nessuno gli aveva mai detto dell’esistenza di Amore, la piaga che bruciava il suo petto e consumava il suo respiro. Esso gli sorrideva dall’apice di un cielo dalle sfumature nere, preludio forse di una tempesta paurosa. E mentre Catullo diceva di provare così tanto amore da odiare allo stesso tempo, Adam non avrebbe mai voluto conoscerlo, Amore e magari continuare a brancolare nel buio della sua infanzia: effettivamente Amore gli aveva mostrato un mondo nuovo, che sapeva di labbra, di occhi, di mani, di pelli e di loro. Di luce. Ma era anche vero che la luce si era spenta e lui si era ritrovato da solo, con gli artigli che Amore segregava nei suoi sorrisi intenti a logorare ogni pezzo della sua carne. Aveva letto di Amore e aveva scoperto di aver trovato ciò che tutti gli esseri umani bramano sino allo sfinimento, fino a consumarsi anche solo per stringere, un istante, quel corpo che ti completa. E aveva scoperto quanto fosse bello tutto questo, quanto fosse totalizzante respirare aria condivisa e spazi troppo stretti per stare soli. Adam aveva conosciuto la pienezza che Amore gli stava dando, con quel suo sorriso maledetto e che ora odia soprattutto perché gli manca e lo vorrebbe di nuovo per sé. E i suoi vestiti puzzavano un po’ troppo di fumo, per ogni sigaretta che  aveva acceso per placare la voglia di piangere. I capelli erano scompigliati, le labbra screpolate e lo sguardo vacuo mentre il sangue del suo amore scorreva a terra e lui se ne cibava. Allora lo guardava negli occhi, Amore, e Adam si sentiva strappare ma anche aggiustare: i sorrisi che adesso sono lacrime, le parole che adesso sono sabbia al vento, i baci che adesso sono morsi al cuscino per non urlare e le carezze che ora sono schiaffi a questa vita che sembra così vuota e arida. Sono tutto ma sono anche niente. E si chiede perché Amore si sia preso gioco proprio di lui, lui che aveva sempre giocato a fare il duro e a non guardarsi dentro. Dante scrisse “Amor condusse noi ad una morte” e Adam aveva capito che, forse, era morto anche lui. E lo aveva capito dalla debolezza che lo vinceva e lo costringeva a vivere istanti sempre identici, svuotati da ogni emozione. Amore lo guardava e lui appassiva ad ogni suo sospiro contro la pelle che non sopportava più quell’acido corrosivo. La vita è fatta di ostacoli infiniti che ti illudono solamente di poter essere superati, e questo Adam lo aveva capito prima di tutti: patetici coloro che si prendevano per mano e insieme gioivano nel risollevarsi dai pericoli; perché questi si ripresentano, in spoglie più mortali delle precedenti, e Amore era lì che lo fissava e, forse, se ne innamorava di nuovo senza che Adam se ne accorgesse. 

Adam si sporge dal balcone, l’odore del fumo oramai cucito sulla sua pelle come il gelo delle lacrime sulle guance, ridendo di tutti quei bei ricordi che, volatilizzati, lo fanno soffrire. E forse volare sarebbe stata la soluzione, dimenticare quel nome perduto per sempre. Ma qualcosa gli circonda la vita e una stretta rassicurante lo fa sussultare. Adam riapre gli occhi e Amore è lì, nuovo ma sempre riconoscibile. I suoi occhi sono più chiari o forse sono i suoi capelli a essere più scuri, la sua pelle a essere più fredda. E allora Adam capisce: quella nuova figura tanto misteriosa quanto conosciuta non è altro che Amore, un’amore diverso e che se guarda bene riconosce anche se è più luminoso e vivo del precedente. 
“Rimarrò con te finché entrambi lo vorremo” e finalmente Adam bacia quel nuovo Amore, che lo completa pezzo dopo pezzo, carezza dopo carezza, ripagando istanti interminabili persi fra il buio oscuro e i fantasmi di un passato che urlava morte e paura. 
Adam nella profondità del suo Amore ha trovato la forza di accendersi un’altra sigaretta e rientrare dentro quella casa fredda e scrostata di ricordi che lui tanto avrebbe voluto cancellare. Ma Adam una cosa l’ha capita, dopo che Amore lo ha abbandonato nuovamente fra le coperte che sanno ancora di lui: Adam stesso è Amore e forse anche Odio e il per sempre forse esiste, se non ci si stufa di cercare e aspettarlo. E Adam il per sempre lo ha trovato, in uno sguardo e in un sorriso che alla fine è quello giusto per il suo nuovo inizio. 
 



Angolo autrice:
eccomi qui con una os originale, un'altro pezzo di vita messo su carta. Questa piccola storia è stata scritta per il mio migliore amico che, tempo fa, cercava delle risposte al male che stava provando per amore. Mi chiese semplicemente il perché, di tutto quel dolore. E nel mio piccolo ho cercato di dargliela, una risposta: non potevo dirgli il motivo per cui stesse soffrendo per amore, non lo sapevo nemmeno io; ma potevo dirgli che quella sofferenza sarebbe servita quando un'altro amore, il vero amore, sarebbe giunto. E' una visione, la mia, che si basa sulla ciclicità dell'esperienza amorosa il cui movimento si fermerà solo quando si tratterà davvero di amore. Ho cercato di fargli capire che distruggersi per una vita che non sarebbe mai tornata era uno sbaglio, ma che allo stesso tempo avrebbe sbagliato anche altre infinite volte prima di fare la scelta giusta. Tutti noi siamo delle piccole raffigurazioni di amore ed è questo aspetto che spiega anche il titolo: A(dam)more, perché lo stesso Adam è amore. Questo spazio autrice è molto lungo ma questo piccolo scorcio aveva bisogno di essere commentato. Spero che vi piaccia e mi possiate lasciare anche un commento, magari con la vostra visione sulla sofferenza d'amore. Un bacio e a presto, 

Sonia. 

  
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