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Autore: TimeStrangerRey    28/07/2015    2 recensioni
Sebbene vi siano presente 50 sfumature di perversione di Ikuto Tsukiyomi, questa storia parlerà di una guerra che avverà a causa di un fatto accaduto nel 1500 d.C.
Tadase Hotori, il "piccolo re" infernale, nonostante abbia vinto il Bene, non è riuscito a prendere il lucchetto ad Amu ed ora la poveretta, dovrà affrontarlo nuovamente. Di nuovo si affronteranno il Bene e il Male, per stabilire chi dovrà regnare una volta per tutte.
Chi vincerà? Quante sfumature riuscirete a leggere di Ikuto? Ce la farà la povera disgraziata di Amu, questa volta, a vincere?
Siccome sono stanca di porvi queste domande, entrate e leggete! xD
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori, Un po' tutti, Utau Hoshina
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Un incontro inaspettato

[POV Amu]
 
E’ mattina, quando mi sveglio, e mi accorgo di essere avvinghiata al corpo di quel gattaccio pervertito!
Il suo corpo è grande, più del mio. Mi stringe a sé con fare protettivo e il suo respiro solletica la mia fronte.
Cerco di liberarmi delle sue braccia, però lui sembra di tutt’altro avviso.
 
-Dove credi di andare, confettino?-mi fa con fare sensuale.
 
-Ehm, a vestirmi?- gli rispondo.
 
Lui si alza e si avvicina al mio volto e provo ad allontanarmi per via della mia sciocca timidezza, Ikuto, invece, non si dà per vinto e si avvicina ancora.
 
-Che cavolo vuoi da me? Tutto questo non è normale, te ne rendi conto?
Insomma io non ti ho fatto nulla e mi ritrovo a dormire con te e per giunta anche a baciarti! No, no, tutto questo è ambiguo, non sono sicura dei miei sentimenti che ho verso di te e nemmeno tu lo sai.
Esci: devo vestirmi o preferisci che pensino male di me, i tuoi genitori?- gli faccio fissandolo dritto negli occhi.
 
Lui recepisce il messaggio e si allontana da me e si richiude la porta alle spalle, lasciando che mi accasci a terra.
Non mi sono mai sentita così distrutta di prima mattina, mi correggo: sono distrutta di prima mattina anche quando gli spettri irrompono nella mia camera e mi chiedono aiuto.
 
-Amu-chan, va tutto bene?- mi chiede Souko dalla parte opposta della porta e poi si decide ad entrare.
 
-Si, grazie. Le chiedo scusa di aver monopolizzato il suo tempo per me, non so come scusarmi.- le dico chinando il capo.
 
Lei, invece, mi sorride beffarda e mostra il suo lato da tipica primadonna:
-Bene, a dire il vero ti volevo dire che non mi piaci per niente!
Cara, sai mi sembri una ragazza falsa che si è avvicinata a mia figlia solo con l’inganno e a me non va affatto a genio. Credo che sarebbe, anzi, è meglio per te che tu la smetta di frequentare Utau. Mi sono ben spiegata?-
 
Il lupo travestito da agnellino!
Cavolo sembra Utau tra 10 anni! Io non faccio altro che ascoltare quelle parole che puntualmente mi colpiscono come fulmini in pieno giorno; le lacrime minacciano di uscire, ma sono troppo orgogliosa per mostrarmi debole di fronte a persone che non meritano di vedermi tale.
 
-Mamma ho sentito la tua voce, è successo qualcosa?- chiede innocentemente Utau.
 
-Si cara, voglio che tu la smetta di frequentare questa ragazzina e non un’obbiezione al riguardo.
Buona giornata ad entrambe.- e con questo se ne va fuori dalla camera lasciandoci spiazzate.
 
Utau sta per uscire, ma in un impeto di rabbia faccio chiudere la porta con la mia magia e la bionda si gira verso di me.
 
-Non provare a piangere, Amu. Non ti lascio da sola nemmeno se è mia madre a volerlo! Io ti ho promesso che ti sarei stata accanto e così sarà sempre!
No, no, cara la mia Amu, se speri di persuadermi sappi che è tempo perso. E non provare a menzionare i tuoi poteri o i morti perché te le suono di santa ragione!
Loro non sono vivi e i tuoi poteri non possono consigliarti.- mi dice Utau con le lacrime agli occhi.
 
-Stupida, sei tu che stai piangendo! E per me andresti contro la tua famiglia?- le chiedo piangendo.
 
La sua faccia passa da arrabbiata a stupita:
-Ma certo, idiota! Dieci anni passati insieme a mentire a tutto il mondo e vuoi che ti molli ora?
Dolcezza ti conosco da tantissimo tempo e so come sei fatta… e la cosa è reciproca, quindi non vedo perché mia madre si debba impicciare nei miei affari. Ti ricordi che ti dissi alle elementari, in infermeria? Ti dissi insieme come sorelle e io mantengo la parola data!- e con questo mi aiuta a vestirmi e andiamo di sotto nella sala da pranzo.
 
E’ una sotto specie di tortura, il silenzio fa da padrona e gli occhi di tutti sono fissi su di me.
Un’unica parola per esprimere questo disagio?
Cazzo!
Utau, appena finisce, mi trascina via e una volta fuori di casa e comincia a borbottare qualcosa sui suoi genitori e mi accorgo di essere abbastanza leggera.
 
-Cacchio! Ma io non ho studiato per oggi e nemmeno ho la cartella! Utau perdonami, torno a casa.
Devo recuperare le energie e distrarmi da tutto quello che è successo.
Inventa una balla per i prof! Ciao.- e in un attimo uso i miei poteri e corro a mezz’aria per non farmi riconoscere da nessuno.
 
E’ divertente vedere le persone dall’alto, molto in alto, sembrano tanti puntini colorati che si muovono o che sono fissi ad aspettare.
Mi sento Pacman quando rincorre i pallini al neon per papparseli! Mi è venuta nostalgia di quel gioco! Quasi quasi, quando arrivo a casa, altro che studio! Mi metterò davanti al pc a giocare a Pacman!
 
-Amu non dovevi essere a scuola?- mi chiede mia madre stupita, non appena arrivo a casa.
 
-Senza cartella e senza aver studiato vado molto lontano!- le dico con ironia, ma poi scoppio a piangere e mi stringo forte al suo petto e mi sfogo su di lei.
 
-Amu, tesoro, ma che ti prende?- mi chiede preoccupata mia madre.
 
Smetto di piangere e le racconto tutto quello che mi è successo, una volta entrate e davanti ad una bella tazza di cioccolata fumante.
 
-Ah, stanno così le cose? Ma che donna insensibile!-
 
Mia madre è tutta agitata e non c’è verso di renderla un po’ meno…nervosa.
 
-Non te la prendere, piuttosto non devi andare a lavoro?- le faccio.
 
Lei annuisce e non appena si è finita di preparare, mi saluta con un bacio sulla fronte lasciandomi da sola non senza avermi lasciato la promessa di farmi usare i poteri per rendere la vita di Souko un bell’inferno.
Appena uscita, sorrido al pensiero di essere una stronza ad usare qualcosa di così mistico per una cazzata del genere e mi preparo per uscire e andare a fare la spesa per il pranzo.
Sono arrivata davanti al parco desolato dietro casa, quando una fitta alla schiena mi scaraventa contro un albero.
 
-Ma che cos..- e non finisco la frase che mi ritrovo un tizio a pelo sul mio viso che lo sorregge con le dita da sotto il mento.
 
-Ciao dolcezza, non spaventarti. Adesso mi voglio divertire un po’ con te!- e sadico in viso, mi alza dal suolo e mi getta violentemente dalla parte opposta del parco.
 
Dal mio braccio pende una sostanza vermiglia e calda che bagna le dita della mia mano e si accascia con grazia al suolo; porto l’altra mano sulla ferita e devo dire che fa un male cane!
 
-Ma si può sapere chi sei? Che vuoi da me?- gli urlo acida.
 
-Te l’ho detto: voglio divertirmi con te e io sono Johnny Owen.- e me lo ritrovo davanti a me.
 
Si trasforma rivelando la sua identità: demone.
Le sue ali da pipistrello, rosse come il sangue, si aprono maestosamente da dietro le sue scapole e la sua armatura mi fa capire che se non provo a difendermi il giovanotto davanti a me mi scanna viva senza troppi problemi.
Come dice sempre la matematica: c’è la soluzione ad ogni problema, per cui devo solo che rifle…
Cazzo ma io non ho il tempo materiale per farlo!
Mi concentro e uso i miei poteri su di lui: la scarica elettrica è tanto potente da farlo urlare dal dolore e sbatterlo contro la fontana del parco.
Corro verso la piccola radura, ma lui si materializza davanti alla mia fuga.
 
-Piccola, dove credi di andare?- e contemporaneamente ci lanciamo i nostri migliori incantesimi cercando di ottenere la supremazia sull’altro.
 
Io, per la verità, non ho mai combattuto e nemmeno lontanamente con la magia per cui sono nettamente più debole di quel demone.
Ma non per questo mi do per vinta! Mi scaglio su di lui e faccio apparire una lama dall’avambraccio e lo ferisco di striscio alla guancia, lui risponde con un sonoro calcio allo stomaco e posso dire addio alla possibilità di vedere il domani.
 
-Ma che vuoi?- riprovo a chiedergli, ma lui non è deciso a rivelare nulla e si appresta ad attaccare di nuovo.
 
Ce ne stiamo lì da molto, ma nessuno sembra intenzionato a mollare l’osso, benché io abbia dei tagli profondi alle braccia, alle gambe e delle escoriazioni su almeno la metà del corpo, sto ancora tenendo duro.
Lui non è stanco né tanto meno intenzionato a smettere, sebbene l’abbia ferito all’addome e al braccio.
 
-Amu, ti conviene arrenderti. Il mio re vuole vederti.- mi dice maligno.
 
Re? Ma che sta farneticando quel tipo? Che vuole da me il re infernale?
Ho troppe domande che mi ronzano in testa e nessuna ha la risposta più razionale, sembra che voglia qualcosa da me: ma cosa?
Non lo so.
 
-Fermo! Non ti muovere!- la voce appartiene a quella di Utau, nessun dubbio.
 
-Amu corri da questa parte!- l’altra è di Kukai!
 
Oh, no! Così saranno coinvolti anche loro.
 
-Ma guarda, sono arrivati i rinforzi! Avremo modo di rivederci, per il momento mi basta averti ridotta debole e fragile.- e detto ciò se ne andò.
 
I miei amici mi vengono a presso e finalmente mi accascio a terra dalla stanchezza, appena in tempo.
Loro sono intervenuti appena in tempo, che tempismo devo proprio ammetterlo!
Kukai mi porta sulla schiena e chiudo gli occhi per trovare un po’ di sollievo, ma le mie ferite pulsano dal dolore e fatico a muovere gli arti.
Sono ricoperta di escoriazioni ovunque e sento il corpo diventare rovente, febbre.
Si è probabile. In fondo mi sono messa a fare a botte con un tizio sadico venuto da chissà dove.
Anzi, so benissimo da dove viene: dal luogo dove le anime dannate vogliono andare: l’oscurità.
Alcune prima di sparire me ne avevano parlato… fa cadere in tentazione qualsiasi persona che ha un’indole oscura o che non si è pentito delle proprie azioni che aveva commesso in vita.
E’ il luogo più buio che la mente umana può sperare di immaginare.
 
-Amu, siamo arrivati.- mi annuncia Utau, aiutandomi a scendere dalla schiena del suo ragazzo.
 
-Piano ragazzi, mi fa male ovunque!- li avverto.
 
Appena entriamo in casa, la bionda si fionda in bagno e prende delle bende, cerotti e disinfettante, per poi aiutarmi a togliere la maglia facendomi restare in canottiera.
Kukai si limita a rimanere girato e a fare domande su Owen.
 
-Non so chi fosse quello, so solo che viene dritto, dritto dall’inferno e che vuole qualcosa da me… per dire la verità quello che è più interessato alla cosa è il suo re!- gli dico mandando a quel paese il disinfettante che Utau stava mettendo sulle ferite.
 
-Scusami, confettino, ma ti ha scannata per benino! Quindi resisti che ho quasi finito!- il suo tono non ammette scuse, per cui me ne sto buona buona a soffrire per i fattacci miei.
 
Quando ha concluso il suo lavoro di infermiera, mi rivesto con degli abiti comodi e mi dirigo in cucina per mangiare e per nutrire anche quelle due forme di vita.
 
-Ma la scuola?- chiedo d’un tratto notando che era ancora ora di lezione.
 
-I prof hanno deciso di starsene a casa!- disse Utau facendo le spallucce.
 
Allora ecco spiegato il mistero…e io che pensavo avessero sgarrato per sapere se stavo bene dopo la ‘lite ’con la madre di Utau.
Be’ meglio così, io non ne voglio parlare per cui sono più che soddisfatta.
 
-Ragazzi che ne dite di studiare insieme?- provo a chiedere schivando la possibilità di parlare delle vicende negative.
 
Loro annuiscono e in poco tempo ci ritroviamo davanti ai libri.
E’ una noia mortale, c’è da sperare che non ci trovino morti nella notte, sono veramente distrutta!
E’ più faticoso studiare che sennò combattere! Garantito dalla sottoscritta!
In un impeto di rabbia e noia, prendo il libro di matematica e lo lancio dietro di me, per poi colpirlo con i miei poteri: tutto, sotto lo sguardo scioccato dei miei amici che, dopo la mia improvvisa reazione, hanno assunto delle facce assurde.
 
-Amu, ma che ti è preso?- mi chiede Kukai con gli occhi sbarrati.
 
-Non lo so.- gli rispondo con le scariche elettriche che premevano sul mio corpo fuoriuscendo a scatti.
 
-Sei elettrizzata all’idea di studiare che hai voluto lanciare il libro per farcelo notare?-
 
Sei molto spiritosa, Utau!
Elettrizzata? Le mie scariche elettriche le vorrei usare con chi so io, cazzo! Sono abbastanza infuriata con tutta questa storia che non so se riuscirò a trattenermi.
Ma bisogna pensare positivo, ma nemmeno un millesimo di questo positivismo può salvarmi da un altro attacco di quel pazzo, sadico demonio!
 
-Amu sei con noi?- mi chiede Utau agitando la mano sulla mia faccia.
 
-Eh, cosa? Si, si- si, si cosa?
 
Sto con i miei pensieri da un bel pezzo che non mi accorgo che il campanello di casa ha suonato per chissà quanto tempo, così raggiungo la porta d’entrata e mi ritrovo davanti due ametiste che mi scrutano come a volermi spogliare con lo sguardo.
 
-Ikuto.- dico monosillabica.
 
-Amu.- ricambia l’atteggiamento lui.
 
Certo che suona strano sentirgli pronunciare il mio nome per la prima volta.
Quasi, quasi mi fa arrossire, no aspettate! Ho davvero detto questo?
Mi sento avvampare, quando lui si avvicina ancora di più e il suo dolce profumo invade la mia zona facendomi trasalire.
 
[POV Ikuto]
 
Me la ritrovo davanti, è come se fosse passato un secolo!
Oggi a scuola non si è fatta viva e Utau mi ha raccontato tutti i particolari della sceneggiata che ha fatto mia madre al confettino. Alle volte mia sorella è proprio logorroica, ma questa volta devo dire che il suo difetto è servito a qualcosa.
Sta arrossendo ancora e si ostina a negare l’evidenza. Mi fa una tale rabbia… io sono innamorato di lei e Amu non se ne è nemmeno accorta per non parlare dei suoi sentimenti! Ci vuole sempre un estraneo per farle capire un po’ di più sé stessa?
Insomma, l’ho capito persino io che lei è persa del sottoscritto!
 
-Non fai accomodare i tuoi ospiti?- le chiedo deridendola.
 
Lei si arrabbia e mi fa strada verso il soggiorno: troppo luminoso.
 
-Fratellone che ci fai qui?- chiede mia sorella.
 
-Sapessi… piuttosto come mai il confettino è ricoperta di bende e cerotti?-
 
Ho toccato un tasto dolente.
 
-Non te ne può importare nulla!- mi fa Amu guardandomi bieca.
 
-Amu stai perdendo ancora sangue dal braccio, la ferita può essere più profonda di quanto tu possa credere.- le dico prendendole il braccio ferito.
 
Lei si volta dall’altra parte e alzo gli occhi al cielo:
-Utau prendi delle bende, queste orami sono da  buttare e poi ci vuole dell’altro disinfettante!- quest’ultima parola non le è per niente piaciuta alla rosa che sbianca alla velocità della luce.
 
-Non mi dirai che il disinfettante ti spaventa?- le dico sull’orecchio.
 
-Fratellone, non darle fastidio!-
 
Prendo le cose che mi ha portato Utau e dico al confettino di togliersi la maglia, ma lei non muove nemmeno un muscolo e quindi se non lo fa lei, lo faccio io.
 
-Ehi, fermo! Gattaccio maniaco lontano da me!-
 
Non le do assolutamente retta e alla fine ho la meglio.
Non è solo il braccio ad essere ferito: ha l’addome completamente fasciato e un cerotto sull’avambraccio sinistro; il suo seno è ricoperto di piccoli tagli, sembra che abbia fatto a botte con un super Saiyan!
 
-Ma che cavolo è successo? Sembra che tu abbia fatto a botte con un Saiyan!- le dico squadrandola per bene e dando voce ai miei pensieri.
 
Amu si volta e non indago oltre. Forse è meglio così. Prendo il braccio destro e rifaccio una nuova medicazione.
Lei si irrigidisce e quello che sto per vedere me lo ricorderò finché campo!
Dal corpo di Amu esce una specie di scarica elettrica come se fossero fulmini e i suoi capelli ondeggiano senza la presenza di qualche corrente d’aria.
 
-Amu c’è mio fratello, fermati!- le fa Utau.
 
Ma allora lo sapevano?
Utau e Kukai sapevano di questa cosa? Non me lo sarei mai immaginato.
Va bene tutto, ma questo… è… sono senza parole!
Non ce ne sono per descrivere quello che ho appena visto farle fare, altro che invidia e falsità, Amu è a posto così, non ha bisogno d’altro.
Lei pare riprendersi da quello stato di coma e, appena si accorge che lo ha fatto davanti ai miei occhi, si rifugia nella sua stanza.
 
-Era questo che cercavate di nascondere?- mi rivolgo a loro.
 
-Si- mi risponde Kukai dopo attimi di esitazione e dico loro di restare lì e salgo in camera dove si trova Amu.


***Angolo della piccola autrice maliziosa***
 
Ikuto che sveste Amu… okay!
 
JLo: Sei una maniaca, depravata, stalker!
Bebe: Per stalker siamo esagerate! u.u
 
Comunque, grazie a tutti i lettori fantasma *^*, a Rad e Skies che la recensiscono e a tutti quelli che l’hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite! Siete in tante! Grazie mille ragazze/i!
Sappiate che mi rende la ragazza più felice del mondo –oltre che alla più bella! XD
Scherzo! (sul fatto dell’essere la ragazza più bella)
Ci vediamo il 31, allora!
 
#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3
  
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