Attenzione: consigliato l'ascolto della canzone "Gone Too Soon" dei Simple Plan, durante la lettura. https://youtu.be/SOs1yLgUQ-A
Vi auguro buona lettura e buon ascolto

Non era la prima volta che il piccolo Silver finiva in ospedale a causa delle botte ricevute dai coetanei, ma quella volta era proprio messo male.
Il dottore aveva detto che almeno un mese d'ospedale, forse di più, era necessario per guarire del tutto.
Quel pomeriggio, mentre un dottore lo accompagnava nella sua stanza, un'infermiera era passata accanto a lui, spingendo sulla sedia a rotelle una minuscola riccetta, piccola, gracile, le braccine piene di bende, la fronte fasciata.
Bonfonchiava tra sé e sé parole senza senso, dondolando le gambine.
Gli aculei viola erano molto lunghi, raccolti in uno chignon.
Gli occhietti rosa erano vacui e vuoti, ed erano fissi al pavimento.
Era la prima volta che la vedeva. Forse non era mai uscita dalla sua stanza in orari in cui c'era gente.
Si ricordò che c'era una bambina che stava sempre nella stanza 23, che non usciva mai, magari era lei. In quel momento la bambina voltò di scatto la testa, fissandolo.
Il cuoricino di Silver saltó un battito.

Quella sera, Silver proprio non riusciva a dormire. Continuava a girarsi nel letto, pensando alla bambina e ai suoi occhi rosa.
A un certo punto, stufo, si alzò e si sedette sulla sua sedia a rotelle.
Uscí dalla sua stanza e si diresse verso la stanza 23.
Per i corridoi c'era un silenzio irreale.
Arrivato di fronte alla stanza, si stupì di trovarla aperta.
Entrò circospetto, e trovò la bambina misteriosa seduta sulla sua sedia a rotelle, rivolta verso la grande vetrata, che guardava il cielo notturno, pieno di stelle.
Si avvicinò a lei, curioso.
-Chi sei..?- Esordì la bimba, con vocina piccola e timida.
-Io sono Silver, tu?-
-Ayl mi chiama bestia... ma i dottori mi chiamano Alys.- Rispose.
-Chi é Ayl?- Chiese Silver perplesso.
-É una ragazza che vedo qui dentro - e si indicó la testa - mi dice sempre cose brutte, però é l'unica che mi fa compagnia quando sono sola.- Spiegò Alys.
-Capisco. Tu non hai qualche parente che venga a trovarti?- Chiese di nuovo Silver.
La bambina scosse la testa. -Nessuno é mai venuto a trovarmi prima d'ora.- Disse. -Tu invece?-
-Io ho due fratelli gemelli, Steel e Venice.- Rispose Silver.
-Fortunato, a volte vorrei avere anch'io un fratello con cui parlare.-
-Beh, hai me, possiamo essere come fratello e sorella no?-
La piccola drizzó le orecchie. -Davvero?- Chiese speranzosa.
Silver annuí sorridente.
-Yay!- Alys gli si buttó addosso, abbracciandolo forte. -Ti voglio bene fratellone!-

Per tutto il mese successivo, Silver e Alys continuarono a vedersi ogni giorno, e assieme a lui la piccola Alys era tornata a sorridere.
Giocavano, chiaccheravano, si divertivano in tutti i modi immaginabili.
Poi, un giorno, Silver mentre andava a darle il buongiorno, un'infermiera lo fermò, dicendo che non poteva vedere Alys.
Silver ubbidì, chiedendosi perchè non poteva vedere la sua amica, che per lui era ormai una sorella.
Alys per tutto il giorno non si fece vedere, e Silver pensò che forse era perché doveva fare delle cure. Decise che quella notte sarebbe andato a farle visita, come la prima volta che si erano incontrati.

Quella notte, appena Silver si fu assicurato che non ci fosse più nessuno, uscì dalla sua stanza e andò verso quella di Alys.
Bussò piano, niente.
Bussò un pò piú forte, ancora niente.
Aprì la porta.
Era tutto sparito. I disegni appesi ai muri, i pastelli sparsi ovunque, tutto.
Il letto di Alys era vuoto.
Come se se ne fosse andata.