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Autore: Hi Im a Kupo    28/07/2015    4 recensioni
Sbadiglio, mi stiro facendo scrocchiare tutte le ossa della schiena, e butto giù i piedi dal letto richiamando tutta la buona volontà nel abbandonare quel morbido, anche se un po' troppo caldo, giaciglio.
"Finalmente ti sei svegliata!" non realizzo neanche chi sia il proprietario della voce mentre un urlo mi si soffoca in gola e sollevo i piedi dal pavimento come se mi fossi scottata, per riportarli sul materasso.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"300 grammi di farina, 3 tuorli, 150 grammi di burro freddo, si, dovrei avere tutto.." parlo da sola mentre esamino attentamente ogni meandro del frigorifero, alla ricerca degli ingredienti per fare una buona crostata, o almeno provarci.
"Che fai?" 
Rufy mi si avvicina incuriosito, sporgendo il collo oltre le mie spalle per analizzare ciò che tengo tra le braccia con cura, ad evitare che le uova andassero a creare una frittata sul pavimento, lungi dal mio vero obbiettivo.
"Una crostata."
Ruoto su me stessa trovandomi a faccia a faccia col pirata, per poi scansarlo ed andare a posare gli alimenti sul tavolo, luogo nettamente più sicuro e stabile.
"Oh, buone le crostate, anche se una volta ne ho mangiata una davvero schifosa.." 
"Già, lo so!"
Ridacchio fra me e me, ripensando a quando avevo letto del primo incontro tra lui e Barbanera, quando ancora nessuno dei due sapeva chi era l'altro e l'unico astio tra di loro era a causa di quel povero ed innocente cibo.
Prendo una sedia, e la sposto vicino al mobile delle teglie, mi ci arrampico e ne recupero una, scartando a prescindere quella dall'imbarazzante forma a cuore, sotto lo sguardo attento del ragazzo, ora seduto a gambe incrociate sopra al mobile della cucina.
"Su, renditi utile mangiatore di carne a tradimento! Aiutami!"
Ghigno nella sua direzione, non troppo sicura di ciò che ho appena detto rendendomi conto delle conseguenze catastrofiche che potrebbe avere il suo consenso per la mia cucina.
"Mmh.. ok!"
Il ragazzo salta giù, mentre io appoggio le mani ai fianchi ricapitolando i vari passaggi per la preparazione: innanzi tutto, versare i vari ingredienti in una terrina.
"Cosa fate?"
Zoro compare dalla porta della stanza, vagamente interessato a ciò che sta accadendo, intuendo che potrebbe trattarsi di qualcosa di commestibile e buono.
"Cuciniamo, aiuti?" lo guardo di sottecchi, mentre comincio a versare la farina e a tuffare i tuorli d'uovo al di sopra della soffice e candida montagnetta.
"No, fate pure."
Rifiutando sbrigativamente l'imperdibile occasione di distruggere tutti insieme la stanza di casa mia, si viene a sedere sulla sedia che avevo abbandonato a fianco del mobile, ben lontano da quella zona minata conosciuta anche come tavolo.
"Come preferisci.. Rufy impasta qua!"
Faccio scorrere il contenitore sul tavolo, verso il ragazzo che lo afferra prontamente per poi guardarmi confuso, portandosi un dito nel naso grattando selvaggiamente.
"E come, scusa?"
Sollevo un sopracciglio, passandomi svelta una mano sulla faccia in segno di rassegnazione. Alla fine me la sono cercata io questa sventura, anche se vorrei decisamente poter incolpare qualcuno a caso, come ad esempio lo spadaccino che guarda con calma e distacco la scena.
Sospiro, per poi rivolgermi al ragazzo racimolando un po della calma che, ne sono certa, mi servirà intensamente per tutta la durata della preparazione.
"Prima di tutto, vai a lavarti le mani. L'idea di una crostata al gusto di caccole non mi attira particolarmente, e poi devi fare così" immergo le mani crogiolandomi nella sensazione della confortevole morbidezza della farina premuta sotto i miei palmi "comincio io, poi prosegui tu."
"Ok!" Rufy sorride affascinato dal poter pucciare le mani in quell impasto appiccicoso, e scatta verso il bagno col chiaro intento di fare il più velocemente possibile.
"Sei sicura di lasciarlo fare a lui? Potrebbe non essere più commestibile alla fine."
Zoro indugia con lo sguardo sulle mie mani che si muovono rapidamente amalgamando i differenti alimenti trasformandoli gradualmente in uno solo.
"Intanto se fa schifo la mangiate voi, quindi non vedo il problema!" 
Lo guardo con la coda dell occhio, vedendo la sua espressione variare leggermente mentre incrocia lo sguardo sicuro col mio, più tendente a un “immagina, puoi” che altro.
Rufy torna di corsa affiancandosi a me, sicuramente l'autore ora l'avrebbe disegnato con le stelline sugli occhi, vista la sua eccitazione nel poter impastare l'intruglio.
Estraggo le mani tentando di staccare i residui appiccicosi dalle dita, aiutandomi con ulteriore farina, mentre il ragazzo si applicava nell introdurre le sue all interno della terrina.
"Devi andare con decisione, abbastanza velocemente. Non da rovesciare tutto, intendiamoci."
Seguo con lo sguardo i suoi movimenti, e mi tranquillizzo quando mi rendo conto che non è così male come pensavo. Lui, tutto corrucciato e con un espressione impegnata, chino sul tavolo con la maglia sporca di farina, aveva proprio l'aspetto del futuro re dei pirati. 
Ridacchio attirando lo sguardo inquisitore dello spadaccino, che poi si sposta nuovamente sul tavolo perché come è giusto che sia non si deve mai spostare lo sguardo da un probabilme pericolo, mentre prendo un matterello e poi mi siedo sul tavolo a fianco alla teglia.
"Va bene così?" Rufy tira su un elemento di un giallo malaticcio, pieno di grumi dall aspetto decisamente poco invitante.
"Ma ti pare?"
"Perché no? Non sembra fatto male!"
"Rufy, non so neanche se è commestibile."
"Ma è noioso, sono stanco!" il ragazzo mi guarda montando un broncio tra il commiserevole verso di me, e l'incazzato per la torte, come se fosse una sua colpa quella di essere noiosa da impastare.
Sbuffo saltando giù dal tavolo, mi affianco a lui e con un movimento di anche molto delicato gli intimo di farmi posto.
"Va a prendere la marmellata, scansafatiche!"
"Ok!"
Il nuovo incarico sembra piacergli ancora più del vecchio, poiché mi sorride allegro e va verso la sala mentre io lo seguo con lo sguardo, altamente confusa.
"Dove sta andando quell'idiota?!" 
"A prendere la marmellata."
Risponde civilmente e con tranquillità Zoro, che si sta apprestando a mettere a sollevare le gambe e poggiare i piedi sul tavolo, poco distante il luogo sacro di preparazione della torta.
"E di grazia, quante persone conosci che tengono la marmellata in camera da letto?.. E togli i piedi da lì, animale!" rispondo con altrettanta civiltà e calma, mentre comincia a salirmi una sorta di emicrania da vi uccido tutti e subito.
"E io che ne so." mi risponde lui come se la mia domanda necessitasse di una qualsivoglia risposta, spostando le gambe controvoglia e alquanto irritato.
"Vai a prendere la marmellata tu, magari non in bagno, grazie."
"E perché dovrei?"
"Ho le mani sporche, può bastare?"
"No."
"Valla a prendere e non rompere!" gli urlo contro alterandomi lievemente, la vena sulla fronte che ormai da pericolose pulsazioni, con un tono un po' troppo più acuto del normale.
"Dimmi se è il caso scaldarsi per una marmellata, rompiballe."
Si alza sbuffando andando verso la dispensa, posto in cui logicamente si trova la marmellata ma il genio di prima non è riuscito evidentemente ad arrivare a quest'ostica conclusione, mentre io concentro tutta la mia volontà nel non dare di matto e mettergli le mani al collo, strozzandolo come una gallina.
"Grazie." guardo con la coda dell occhio mentre il ragazzo appoggia il barattolino sul tavolo, e si allontana in silenzio tornando alla sua posizione di controllo onnisciente.
"Law?" 
Mi rendo improvvisamente conto dell ennesima assenza del ragazzo, cosa che se fossimo a scuola avrebbe comportato assolutamente la sua bocciatura, così chiedo informazioni allo spadaccino mentre mi sporgo nel tentativo di controllare bene la sala.
"È giù in taverna il tuo Law."
"Ok."
Estraggo la pasta formata dalla terrina e comincio a stenderla con forza aiutata dal matterello, quando realizzo che nella risposta di Zoro c'era decisamente un aggettivo di troppo.
"Aspetta.. cosa?!"
Sollevo lo sguardo sconcertata da quello che avevo appena sentito, e lo poso sullo spadaccino, il quale porta elegantemente un ghigno furbo.
"Si vede che ti piace, rompipalle."
"Ma sei scemo?!"
"Affatto, e non sono neanche cieco ragazzina."
"I muscoli ti hanno invaso il cervello e l'hanno soffocato."
"Tsk, intanto tu non hai negato."
"I miei insulti erano una negazione se non te ne sei accorto, alga marina."
"Stai tranquilla, non glielo vado a dire."
"Ma dire cosa?!" sbraito mollando tutto e appoggiandomi le mani sporche di farina sui fianchi. Quel ragazzo sta superando si sta prendendo troppa confidenza, non va affatto bene. Insinuare certe cose poi, senza basi su cui posare le sue tesi, inaccettabile.
"Che ti piece."
"Ma ci senti o sei stupido?"
Sbuffo, riprendendo a spalmare sul tavolo con violenza la povera pasta della crostata, scaricando su di lei tutta l'agitazione che mi ha provocato il precedente discorso.
Sposto l'impasto nella teglia e stappo il barattolino di marmellata di albicocche, ne ficco un dito dentro e me lo porto alla bocca, guastandomelo a pieno. 
"Buono! Vuoi assaggiare?" sorrido amichevole allo spadaccino, mentre nella mia mente si prospetta una piccola vendetta adatta a sciogliermi i nervi.
"Ok." il ragazzo si fa forza con le braccia sulle ginocchia per alzarsi, ma viene fermato da un mio "no no no!" accentuato dalla mano a palmo aperto nella sua direzione, al che Zoro socchiude l'occhi in modo indagatorio e inclina leggermente la testa.
Mi volto, immergo nuovamente la punta del dito nel vasetto e lo estraggo coperto della dolce marmellata, per poi girarmi ancora nella sua direzione e avvicinarmi con sguardo furbo.
Il ragazzo continua a guardarmi inquisitore mentre mi punto una mano sul fianco e allungo l'altra con la marmellata verso il suo viso.
"Tsk, sei strana." 
Appena lui avvicina lievemente il volto abbassando per pochi secondi la guardia, io con un gesto rapido striscio il dito su tutta la sua guancia finendo sul naso, bloccata poi dalla sua mano svelta.
"Sei una stronza."
Non posso far a meno di ridere vedendo il futuro miglior spadaccino al mondo con la faccia imbrattata di quella appiccicosa sostanza zuccherina arancione, con un espressione tra lo sorpreso, l'irritato e anche il divertito. Do uno strattone al braccio, liberandomi dalla sua presa e andando a prendere un tovagliolo dal ripiano della cucina, per poi porgerglielo educatamente.
Il ragazzo lo prende togliendomelo seccamente dalla mano, senza distogliere lo sguardo severo dal mio.
"Su pulisciti, e tranquillo, non lo dirò a nessuno" ghigno furba, prendendo il coltello dalla parte del manico e ricalcando le parole che poco prima il ragazzo ha usato contro di me.
"Tsk"
Sbuffa senza nascondere il ghigno divertito che gli aleggia sul viso, ed io torno a completare la crostata per poi metterla in forno avvolta dal silenzio rilassante che ora si diffondeva nella cucina.
Già, silenzio. Mi sono appena resa conto che non ci può essere silenzio in casa mia da poco tempo fa ad ora, almeno fino a quando cappello di paglia vaga come un anima in pena tra le stanze di casa mia. L'unico raro e irripetibile evento che garantisce questa straordinaria condizione ambientale definita dall assenza di rumori, è la sparizione di Rufy, probabilmente ancora alla disperata ricerca di un barattolo di marmellata tra i miei cassetti.
Chiudo il forno e faccio partire il timer, dando poi una sistemata veloce al tavolo, sospirare soddisfatta del mio operato e voltarmi verso lo spadaccino che aveva seguito ogni mio movimento.
"E adesso?"
"Adesso cosa?"
"Che facciamo?"
"E che ne so."
Wow, entusiasmante come sempre parlare con lui. Mi fermo a pensare godendo ancora una volta del silenzio che mi riempie le orecchie quando vengo colta da un improvvisa e entusiasmante idea.
"Giochiamo a Cluedo!"
"Che?"
Scatto senza rispondere, andando a recuperare il gioco in scatola e portandolo sul tavolo in sala, lasciandomi dietro un esasperato Zoro.
Corro in stanza chiamando Rufy, e trovandolo a frugare nel mio cassetto dell intimo.
"Ma non sei scomoda con questo?" arrossisco vedendo l'indumento che il ragazzo tiene in mano.
"Mettilo giù subito, o ti ammazzo." ringhio stringendo i pugni, assumendo uno sguardo abbastanza raccapricciante da far si che il ragazzo appoggi nuovamente il mio completino intimo nel cassetto, per richiuderlo con circospezione.
"Una parola, e ti taglio la lingua."
Lo minaccio malamente, assottigliando gli occhi e stringendo la mandibola, per poi girare sui tacchi e tornare verso la sala, seguita dal ragazzo al quale è già passato tutto lo spavento di poco fa, e ora porta con se un espressione serena e estasiata all idea di provare quel gioco che avevo proposto.
Arrivata all ingresso mi lascio superare da Rufy ed io volto verso la taverna, alla ricerca di Law.
Apro con lentezza la porta della taverna, e lo trovo seduto sul divano, di schiena, chino probabilmente sul mio portatile.
"Traffy, vieni a giocare?" 
Non sussulta e non si gira, sento solo un secco "no" come risposta mentre guardo i capelli corvini scompigliati e ribelli dalla mia posizione a metà tra il dentro e il fuori dalla stanza.
Mi avvicino in silenzio e mi siedo di fianco a lui, il quale sposta lo sguardo su di me solo rapidamente, per poi tornare a leggere la lunga serie di parole sullo schermo.
"Hai trovato qualcosa?" 
"Si."
Mi si blocca il respiro quando la sua risposta arriva alle mie orecchie e mi si infiltra nel cervello rimbombando nella mia testa.
La possibilità che se ne andassero, anzi la certezza, non è mai stata così viva dentro di me, e questa novità non mi piace per niente.
"Bene."
Rispondo secca, irritata, infastidita. Improvvisamente vorrei essere in qualsiasi altro posto meno che li, ad aver sentito quella sillaba così sconcertante.
"Ma mi manca un pezzo."
"Cosa?"
Sento una nuova speranza nascere timidamente dentro di me, allontanando la brutta sensazione di essere a un passo dal perderli tutti.
"Dobbiamo trovarci nel posto in cui siamo arrivati, ho letto che probabilmente ci sono dei posti in cui si trovano accumuli di energia particolari che possono creare un rapido passaggio fra i vari mondi."
"La mia sala?"
"Esatto." prende un sospiro per poi riprendere a parlare "si aprono casualmente, possono aprirsi dopo pochi giorni come dopo molti secoli. Logicamente non possiamo aspettare."
"Quindi?"
"Quindi non lo so. Ci deve essere un altro modo, ma non so quale."
Sospiro e sorrido, rilassando tutti i muscoli del corpo. Non è ancora il momento che vadano via.
"Visto questo grandissimo problema, assolutamente insormontabile per ora, vieni su con noi?"
"I problemi non si risolvono venendo su, lo sai?"
Sbuffo ridendo, per poi alzarmi e andare verso la porta.
"Fa ciò che vuoi allora!"
Corro su dalle scale, per poi arrivare in sala e sedermi per terra con gli altri ragazzi, attorno al tavolino basso della sala, allestendo tutto il necessario per una partita.
Cominciamo con i primi giri di domande, tra l'impegno e l'esagerata concentrazione di Rufy, che ancora prima di cominciare ha già riempito il suo foglietto delle indagini di scritte scoordinate, e la competitività di Zoro, che anche in questo desidera ardentemente vincere, quando vediamo comparire silenziosamente Law, e lo vediamo andarsi a sedere sul divano dietro di me, col busto inclinato a guardarmi le carte.
Il ragazzo segue il gioco silenziosamente, a differenza di Rufy che si agita di più a ogni domanda che non da i frutti che aveva sperato, fino a quando non sbuffa spostandosi e appoggiando la schiena contro il divano.
"Che hai?" borbottò infastidita dal fatto che il suo movimento, deconcentrandomi, mi abbia fatto dimenticare l'importantissimo appunto da annotare sul mio foglietto.
"Questo gioco è stupido."
"Ma che vuoi?"
Appoggio le mie carte a faccia in giù sul tavolino girandomi irritata verso il ragazzo.
"So la soluzione."
"Se volevi dirla avresti dovuto giocare, ora taci. E tu molla l'osso, barone!" mi giro di scatto mollando un sonoro schiaffo sulla mano di Rufy che sta tentando di spiare di nascosto.
"Ok lo so!" Esclama estasiato cappello di paglia, urlando ai quattro venti la sua soluzione, e poi andando a guardare nella busta con le carte mancanti. Ovviamente risposta sbagliata, ma ahimè svelata al mondo per colpa del ragazzo, che girate le carte ha reso pure noi a conoscenza del risultato.
Mollo le carte sbuffando verso il ragazzo.
"Grazie tante."
"Ops" ride lui grattandosi la testa, sotto i borbotti di uno scontento Zoro, che non era riuscito a dimostrare di poter vincere senza problemi. Ragazzo più competitivo di lui io non l'avevo mai visto.
Mentre ritiro le carte, un curioso odore mi giunge al naso facendomi sussultare e sgranare gli occhi.
"Oh merda!"
Mollo tutto lasciando cadere le carte per terra, per poi mettermi a correre verso la cucina, spegnere il forno e armata di presine estrarre una molto bruciacchiata torta.
"Che cavolo!" impreco sbattendo una mano sul tavolo dopo aver appoggiato quell'obbrobrio che un tempo poteva risultare uno sfizioso dolce, ora di un insano color nero.
"Beh, niente crostata stasera!" mi porto una mano dietro la testa ridacchiando "chi si sbarazza delle prove?"
 
 
 
 
   
 
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