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Autore: White353    29/07/2015    0 recensioni
"Quella chiave era davvero lì, nelle sue mani. Ma era davvero sicura di sapere dove l'avrebbe portata?"
In un ipotetico catastrofico futuro dove tutto è perduto, Lucy tenta il tutto e per tutto per salvare la persona che per lei conta di più. Questo è il suo ultimo tentativo. Se fallisse non potrebbe più tornare indietro. Vincerà Lucy questa sfida contro se stessa?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Premetto che la chiave a cui si fa riferimento nel testo è inventata, ma nel contesto non è comunque una chiave che dovrebbe esistere, mi spiego meglio:
non è una delle chiavi degli spiriti stellari di Lucy, si tratta di una chiave creata con la maglia, che da il permesso di accedere agli inferi attraverso dei compromessi.

Buona lettura!  


Eccola.
Finalmante era lì, tra le sue mani.
Era la tanto attesa "Chiave di Cenere", la cenere degli inferi o quella del suo amato?
Non lo voleva sapere.
Aveva il timore di quale avrebbe potuto essere la risposta.
Lo desiderava quì, accanto a lei.
Aveva girato mari e monti, aveva dovuto usare i suoi spiriti stellari, il suo potere, aveva dovuto persino ricorrere all'aiuto dei suoi compagni, degli amici della gilda, per riuscire a trovare quella benedetta chiave.
Si era messa alla prova, aveva sfidato se stessa e per riuscire nell'intento aveva 
impiegato anni, si era ridotta allo stremo, con ferite ovunque, con i capelli rovinati ed i vestiti strappati, gli occhi grondanti di lacrime,il sangue alla bocca, ma quella chiave era davvero lì, nelle sue mani.
Ma era davvero sicura di sapere dove
l'avrebbe portata?
Fu una sfida anche questa: trovare il
coraggio.
Era persino peggiore dell'ultimo anno di peripezie una dietro l'altra, senza sosta.
In compenso Lucy era cresciuta molto, oramai era diventata forte.
"Non saró più d'intralcio, promesso."
Pensò chiudendo gli occhi, tanto per evitare che il volto le si rigasse di lacrime. 
"Perché dopotutto è proprio perché sono stata d'intralcio che ora ti trovi in questa situazione"
Deglutì, aprì gli occhi.
-Sono pronta.
Sussurró convinta.
Ma era davvero pronta?


No, assolutamente.
Eppure, se aveva raggiunto questo
precipizio tanto valeva buttarsi.
Si era lasciata alle spalle famiglia, amici e casa, cos'altro aveva da perdere?
Strinse quella maledetta chiave corvina ed alzó le mani al cielo.
-Apriti porta degli inferi! Inferno!
Gli inferi per Lucy erano territorio ignoto, ignoto a qualsiasi mago degli spiriti stellari.
Non sapeva cosa aspettarsi.
Certo, non il solito spirito che se invocato accorre per stipulare un contratto.
Questa volta fu tutto diverso, 
e Lucy sprofondó nelle tenebre.

 
-Questa chiave non dovrebbe esistere, lo sai, ragazzina? 
Una voce fuori campo, tenebrosa,progettata per incutere paura agli inaspettati visitatori di quell' aspro territorio si fece avanti così.
Una luce si accese.
-Sai quali sono i rischi ai quali stai andando incontro?
-Si.
-Accetti di donare la tua anima in cambio di questa visita?
-Si.
-Un passo falso, uno solo e le tua vita sarà mia. Ne sei consapevole?
-Sono  disposta a tutto pur di raggiungere i miei obbiettivi.
-Bene. Cammina sempre dritto, troverai ció che stai cercando. 
Ed il buio l'avvolse. 

Camminó incerta su che rotta dovesse seguire, a questo punto non era certa nemmeno della meta da raggiungere.
Avrebbe trovato ciò per cui aveva tanto faticato?
si portó le mani al collo, al tatto qualcosa di morbido, un profumo familiare. 
"Sa di casa, di salvezza, quasi di amore." 
L'unica cosa intatta del suo abbigliamento.
"L'unico pilastro in una vita d'incertezze."
 
 Il buio si dissolse. 
Apparve una figura, magra come non l'aveva mai vista prima. Il corpo una volta atletico ora stremato dallo sforzo.
Ai piedi catene, tintinnavano, ancorate chissà dove.
Il petto nudo, com'è sempre stato.
L'ormai gracile corpo vestito d'una tunica scura, lacerata.
L'inconfondibile zazzera rosa in testa.
Gli occhi verdi, spenti.
Eccolo quì il suo pilastro, ridotto ad una misera asse di legno.
Piangeva talmente disperato che non si era nemmeno accorto di lei.
-Io... - inizió Lucy, incerta su cosa dire.
Lui alzó la testa al suono della suo voce.
Voce che sapeva di casa e di salvezza, quasi amore.
La guardò sorpreso, come avrebbe saputo fare solo un bambino.
-Ti ho riportato la sciarpa.. 
Continuò a fissarla con sguardo quasi assente, rivolto indietro di anni ai bei vecchi tempi.
- Non guardarmi così, Natsu. Non saró poi un peso, promesso!
Pianse. 
Eccome se pianse.
-Andiamo Lucy, vieni quì.
Quasi un sussurro, quasi un sospiro.
E lei..
Lei gli si fiondó addosso.
Lo strinse più forte che mai, come a rimpiazzare quell'anno passato lontani.
-Natsu..
-Si?
-Non lasciarmi mai più.
-Promesso.
-Promesso.
 
   
 
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