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Autore: _ Arya _    29/07/2015    11 recensioni
Cosa succederebbe se la principessa Emma Swan - una principessa non comune, ma audace e pronta all'avventura - , rapita dal pirata Barbanera, fosse salvata da Capitan Uncino?
-Spin off del capitolo 3 di One Year of Our Life-
"-Volete un goccio di rum? Allevia il dolore, ve lo assicuro.- mi domandò Hook, porgendomi la sua boccetta.
-Capitano, una principessa che beve il rum? Sarà abituata a baci e abbracci per il dolore, dubito beva!- intervenne Smee, e alcuni risposero con una risata.
In risposta li incenerii con lo sguardo, ed afferrai la boccetta per poi mandare giù ben più di un goccio." [dal primo capitolo]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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And they lived... happily ever after? (part 2)













Restai pietrificata, incredula davanti alle parole che aveva appena pronunciato. Mai e poi mai avrei pensato che mi avrebbe fatto quella proposta, non ancora almeno. In realtà neanche avevo pensato alla possibilità di un matrimonio, ora che con Baelfire era finita.
Hook era un pirata, e l'unica cosa che gli avrei chiesto sarebbe stata di portarmi con sé nei suoi viaggi... e invece?
Invece era in ginocchio davanti a me, con un anello tra le mani: e non era uno dei suoi, era un anello argentato con uno smeraldo incastrato nel mezzo e dei piccoli cristalli tutti intorno.
-Tesoro, mi fa male tutto... potresti, non so, pensare a una risposta?
La sua voce mi riscosse almeno in parte dallo stato di shock, ma non per questo la voce riuscì ad uscirmi: sembrava ben piantata in fondo alla gola e non dava segno di volersi liberare.
-Sì, ti voglio- sussurrai quindi, e gli porsi la mano tremante che afferrò con l'uncino, per poi infilarvi l'anello all'anulare
Era leggero ed elegante, e mi si adattava perfettamente al dito. Continuai a guardarlo incantata, poi singhiozzai ancora scossa e continuando a non essere in grado di proferire parola decisi di agire, quindi dopo essermi alzata in piedi lo tirai per annullare finalmente la distanza tra le nostre labbra e dargli una risposta come si deve.
Assaporai le sue con calma ed intensità allo stesso tempo, e lasciai le mie mani vagare nei suoi capelli che emanavano un dolce profumo di mare, quello che avevo sempre amato.
Solo dopo minuti, ore, o chissà, addirittura giorni le mie orecchie iniziarono a percepire le grida di approvazione e gli applausi da parte dei presenti, quindi mi staccai delicatamente da lui, senza sciogliermi dal suo abbraccio, e mi guardai intorno con un sorriso timido.
Si erano alzati in piedi e ci applaudivano sorridenti, perfino Mulan che era stata scettica fin dal momento in cui le avevo raccontato tutto. Ma in fondo lei era sempre stata protettiva con me a parte sul campo di battaglia, e per questo aveva dubitato dell'uomo che mi aveva spezzato il cuore.
Le più felici erano Trilli e mie madre, che si scambiarono degli sguardi sorridenti per poi tornare a guardare noi.
Quest'ultima fece il giro del tavolo, e prima abbracciò me poi Hook, che sembrò parecchio confuso e riuscì a rubarmi un sorriso.
-Benvenuto in famiglia Killian, mia figlia non poteva innamorarsi di uomo migliore!
-Ehm... grazie V... Snow. Grazie mille, farò tutto ciò che è nelle mie forze per renderla felice, se lo merita.
La donna annuì, e dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia lasciandolo ancora più in imbarazzo tornò al proprio posto.
Quindi l'uomo si voltò verso mio padre, che dopo averlo squadrato un paio di volte lo colpì inaspettatamente sul viso con un pugno.
-James!
-Papà!
A parte me e mia madre nessun altro disse niente, e in sala calò un silenzio di tomba; Killian si era portato su la mano con espressione dolorante e cercai di fargliela spostare per controllare che non avesse nulla di rotto.
Rivolsi a mio padre uno sguardo carico di rabbia; come diavolo gli era saltato in mente di fare una cosa del genere?! Prima aveva speso tutte quelle belle parole per lui, ed ora che mi aveva chiesto di sposarlo si comportava in quella maniera assurda!
-Ehi, ehi, scusate, non ho ucciso nessuno. Scusami Jones- fece poi rivolto a Killian -Dovevo proprio farlo! Sai, per aver messo incinta la mia bambina prima di averla sposata... non ti ho fatto troppo male, vero? Su che sei un uomo...
-No, no, sto bene. E immagino che forse me lo sono meritato...- scrollò le spalle, ed io rimasi senza parole: uomini! Dovevano sempre risolvere tutto a pugni, invece di usare il cervello che gli era stato dato in dotazione da madre natura!
-Togli anche il forse! Ma in ogni caso, benvenuto in famiglia. E ovviamente non posso che essere felice per mia figlia, finalmente ha trovato la felicità... - sorrise porgendogli la mano, e Killian la strinse. Mi scambiai uno sguardo con mia madre, confusa quanto me.
-Un momento, un momento. Cos'è questa storia? Incinta?- intervenne Jack rompendo il silenzio, e anche gli altri pirati sembrarono perplessi.
-Cavolo, mi sono scordata di dirvelo...- borbottai, portandomi una mano davanti alla bocca. Con tutte le cose che erano successe, alla fine la storia della gravidanza mi era passata di mente, e non c'era neanche stata occasione per parlarne col resto della ciurma. Non ne avevo ancora parlato a fondo neanche col diretto interessato...
-Smee, credo proprio che per un mese non ci sarà sera in cui non andremo alla taverna, tanto offri tu...- commentò quello, mentre gli altri esultavano per il “piccolo capitano” e Smee sbiancava: allora capii il motivo, quei maledetti pirati si erano proprio comportati da... pirati!
-Avete scommesso se io sarei rimasta incinta o no prima del matrimonio?!- esclamai, fulminando i due con lo sguardo, e il più basso sbiancò ulteriormente.
-Nah, non sul rimanere incinta ma... sai, sul modo!- rispose l'altro tra lo spaventato e il divertito, e in risposta battei un pugno sul tavolo guardandolo con aria truce.
-Avete scommesso se io e Hook andassimo a letto insieme! Siete proprio dei brutti pirati bastardi!
-Emma! Modera i termini... almeno a tavola.- mi rimproverò mio padre – anche se piuttosto a disagio – e io cercai di ricompormi, sibilando tra i denti un “Non finisce qui”.
Hook, che al contrario di me sembrava divertito, cercò di calmarmi porgendomi un bicchiere di vino che accettai volentieri, e dopo aver brindato anche al futuro nascituro ci buttammo finalmente su quella colazione-pranzo che ci avrebbe riempito le pance fino all'ora di cena.


-Mmh, certo che poteva andarci piano se proprio doveva colpirti in faccia...- commentai, premendo il cubetto di ghiaccio sulla guancia di Hook che si era un po' gonfiata. Già aveva la febbre e delle costole rotte, un pugno in faccia era l'unica cosa che gli mancava.
-Lascia perdere Swan, ci vuole ben altro per macchiare il mio fascino. È tuo padre... credo avrei fatto la stessa cosa al posto suo. E poi in fondo gli piaccio, è questo l'importante!
-Già, in un modo strano, ma sì...- sospirai sorridendo, ma decisi di lasciar perdere e mollai il ghiacciolo sull'erba.
Dopo mangiato avevo proposto all'uomo di andarsi a riposare dato che ne aveva ancora bisogno, ma aveva preferito che parlassimo: saremmo stati marito e moglie, quindi era meglio chiarire subito alcune faccende importanti.
Dato che era una bella giornata l'avevo portato in giardino piuttosto che in camera, e si era rivelata una buona idea col sole ci illuminava piacevolmente. In fondo ormai era la fine del mese di settembre, il caldo afoso aveva lasciato il posto ad un mite clima autunnale.
Mi sistemai comodamente a gambe incrociate e alzai gli occhi per guardarlo, in attesa che iniziasse a parlare: dato che c'erano così tante cose da dirci che preferivo fosse lui a decidere dove partire.
-Il discorso sulla mia bravata è finito? O hai altro da dire? O darmi altre botte...- mi domandò quindi, portando la mano sul mio ginocchio, con espressione preoccupata.
-No, è ok. Mi ci vorrà un po' a digerirlo ma sai... ti ho già perdonato, perché avrei fatto lo stesso. E mi hai promesso che non lo farai mai più, e mi fido. Piuttosto... tu eri morto. Come hai fatto a... risvegliarti? Boh, non so neanch'io che parola usare.
-Ah, questa è facile in un certo senso- sorrise -Non ero morto morto. Ero morto, ma non morto. L'alimentatore mi toglieva le energie, ma allo stesso tempo manteneva in cuore in vinta, fino al momento in cui non gli sarebbe più servito... non so come spiegartelo, ma anche se il mio corpo ha ceduto, c'era quella parte attaccata alla vita. Nel momento in cui il mio cuore fosse stato tirato fuori da lì... sì, sarei dovuto morire ma... non è successo.
Nonostante fosse vivo e vegeto sbiancai: nel tirare fuori il suo cuore dal contenitore avevo rischiato io stessa di ucciderlo quindi, di spezzare quell'ultima sottile linea che lo legava alla vita.
-Hai preso tu il mio cuore da lì?- domandò guardandomi negli occhi, ed io annuii.
-Già... è come credevo, allora. Sono stato invaso da un'improvvisa energia, come... come se qualcosa in me si fosse riacceso...
-Quindi...
-Quindi sì, Emma. Tu mi hai salvato. Tu hai reso possibile l'impossibile.
-So io cos'è- sussurrai, ed istintivamente mi avvicinai a lui, portandogli la mano sulla guancia -E'... oddio, giuro che non sono diventata sdolcinata, ma credo... credo fosse il... il potere del vero amore. Mio padre ha fatto con mia madre una cosa molto simile e quindi...
-E quindi io sono il tuo vero amore. Puoi dirlo, non mi offendo- sorrise e attirandomi al suo fianco mi strinse forte a sé, per lasciarmi un dolce bacio sulla guancia; -Anche tu sei il mio vero amore, ma ovviamente non ripeteremo queste frasi smielate in pubblico.
-Assolutamente!- scoppiai a ridere ora più rilassata e mi lasciai completamente andare tra le sue braccia, permettendogli di accarezzarmi la parte scoperta di schiena che il vestito mi lasciava.
Quindi il vero amore esisteva, ed era davvero la magia più potente di tutte se era riuscita a strapparlo alla morte. Non che avessi mai avuto dubbi conoscendo la storia dei miei, ma avevo sempre creduto che per me non sarebbe mai arrivato, non fino a quel punto da trasformarsi in un potere tanto forte.
-E ora lascia che sia io a decidere di che parlare...- mi sussurrò all'orecchio, per poi poggiarmi una mano sulla pancia -Il... nostro bambino.
Mi morsi forte un labbro, perché nonostante fossi consapevole che l'argomento prima o poi sarebbe arrivato, trovavo difficile parlarne. Lui era con me, mi avrebbe anche sposata, ma ciò non cambiava il fatto che io non mi sentissi pronta ad essere madre. E anche se non l'avrebbe detto ad alta voce, sicuramente neanche lui aveva preso in considerazione l'idea di diventare padre così presto.
-Cosa posso dirti, Killian... a parte che sono incinta, ma già lo sai.
-Sì, ma... come hai fatto a scoprirlo così presto? Insomma, non sono un esperto di bambini, però...- scrollò le spalle nervoso, e il fatto che anch'egli sembrasse spaventato quanto me in un certo senso mi rassicurava.
-Anche mia madre è incinta, te ne sarai accorto. Ha un ciondolo, regalo della madre di mio padre... quando è in mano ad una donna incinta si illumina, e quando qualcuno lo lascia oscillare sul palmo della sua mano può rivelarne il sesso. L'ho preso per farlo e... e si è illuminato. Per poco non sono morta d'infarto...
-Oh avanti Swan, non farla così tragica, ora esageri dai.
-Davvero?- esclamai, voltandomi a guardarlo di nuovo -Tra otto mesi partorirò il mio primo figlio, a 26 anni. Ed è qualcosa che non avevo preso in considerazione neanche lontanamente... avevo deciso che se mai avessi dovuto avere figli, avrei aspettato di avere 35 anni! Ora come ora non ho idea di come si faccia la mamma, oltre che voglia. Capisci, invece di vivere la mia vita come voglio devo crescere un bambino, ti pare roba da poco?! Eh?!
-Swan!- mi interruppe, afferrandomi le braccia che stavo agitando per il nervosismo, poi piantò lo sguardo nel mio: -Credi che io sia pronto a essere padre? O che, non so, l'avessi previsto? Guardami, sono un pirata! Un uomo con una mano sola ed un uncino, che ha vissuto praticamente per mare e allo sbaraglio per cent'anni! Eppure, il mio primo istinto nel momento in cui me l'hai detto è... è stata pura felicità! E poi una grande tristezza perché ero certo che non ce l'avrei fatta, e che quindi mi sarei perso tutto ciò... voi. Nessuno di noi due è davvero pronto per essere genitore, lo so, ma sta per succedere e... tu stessa mi hai detto che insieme potremmo farcela. Non credi più che sia così? Non ti rende felice nemmeno un pochino l'idea di avere un figlio... con me?
Fu una sorpresa vedere i suoi occhi così illuminati: nonostante fosse spaventato, era davvero felice all'idea di avere un bambino con me. Quindi mi costrinsi a chiedermi se in fondo non provassi lo stesso... insomma, una pancia ingombrante non mi entusiasmava, neanche il parto... e neanche il fatto che la notte non avrei più potuto dormire per almeno qualche mese dopo la sua nascita. Ma un dolce piccoletto tutto nostro, che sicuramente avrebbe preso dei tratti da ognuno di noi, era poi così male? E in fondo, perché mai avrebbe dovuto impedirci di vivere le nostre vite? Forse le avrebbe solo rese più allegre e movimentate.
-Sì... io... credo di sì. Credo che mi renda felice. È solo che...
-Lo so. Ho paura anch'io.- sorrise -Ma credimi se ti dico che potrai contare su di me 24 ore su 24, non ti lascerò mai sola in tutto questo. Sarai mia moglie Swan, ciò comporta che dovrai sopportarmi ogni giorno della tua vita. Quindi che dici se accogliamo la notizia con gioia? Giuro che anche col pancione non smetterai di piacermi... sarai sempre la donna più bella che io abbia mai conosciuto.
-D'accordo. Ma per la gioia dammi un po' di tempo, ok? Presto inizierò ad avere nausee e altre schifezze del genere... oddio, voglio morire!- esclamai, rendendomi conto di ciò che stavo dicendo: fino a quel momento avevo pensato alla pancia, al parto, il post parto, ma non alle nausee! Le donne incinte che avevo conosciuto si erano sempre lamentate terribilmente, e non riuscivo a credere che ora sarebbe toccato a me: perché spettava proprio a noi donne far nascere i bambini?!
Mi lasciai andare all'abbraccio divertito di Killian, ripromettendomi di essere io a ridere se mai fossi finita per vomitargli addosso.
A parte quello, però, dovetti ammettere che finalmente mi sentivo molto più leggera, avevamo chiarito ogni questione in sospeso... o quasi.
-Il cuore Killian! Dobbiamo chiedere a qualcuno... di rimettertelo a posto.
-Domani Swan, domani. Oggi voglio solo passare una giornata tranquilla con te in questo grazioso vestitino, è chiedere troppo?
-No, va bene. E dovresti anche riposare ora, che dici se ti porto in camera e resto con te?
Quello mugugnò qualcosa di incomprensibile e si sdraiò sull'erba, attirandomi in modo che mi sistemassi con la testa sul suo petto, poi mi strinse a sé: di sicuro anche quello era un modo piacevole per riposare, e non avevo intenzione di tirarmi indietro... forse una dormita all'aria aperta non sarebbe stata male.
 

 

***



HOOK POV

Alla fine non si era rivelata una grande idea quella di farci un sonnellino all'aperto, anche se Emma aveva avuto un attacco di riso che con fatica aveva placato
Quando ci eravamo svegliati a causa di grosse gocce di pioggia che in un lampo ci avevano bagnati dalla testa ai piedi, era ormai passato il tramonto: avevamo dormito davvero tanto. E quindi la ragazza ancora assonnata, nel correre era scivolata cadendo sull'erba, e per farla smettere di ridere eravamo serviti io, le due guardie all'entrata, e perfino Johanna che ci aveva chiamati per la cena. Ci eravamo preoccupati che si fosse fatta male, e invece era saltata in piedi per poi trascinarmi e correre a cambiarsi per andare a tavola.
La cena era stata allegra, tutti festeggiavano ancora la notizia dell'imminente matrimonio della loro principessa che avevamo fissato tra un mese, il giorno del suo compleanno; avevo anche conosciuto August e Graham che mi avevano accolto con gioia e avevano promesso di portarmi a caccia.
Ora, dopo aver fatto un bagno caldo e aver mandato giù la medicina, mi stesi sull'enorme letto a baldacchino di quella stanza che sembrava grande quanto un'intera casa. Quando ero stato nella marina avevo vissuto il luoghi piuttosto eleganti, ma mai in una stanza così gigante.
Non era affatto male, le comodità non mi dispiacevano... ma non facevano per me; mi venne spontaneo chiedermi quanto tempo avrei passato lì, ora che ero il fidanzato della principessa. La nostra vita sarebbe stata a corte? Eppure mi sembrava impossibile crederci, perfino Emma che vi aveva passato 25 anni sembrava non trovarsi completamente a proprio agio con tutte quelle persone pronte ad ogni sua esigenza e che la trattavano coi guanti. Però non potevo neanche spingerla a partire, i suoi genitori non sarebbero di certo stati felici se loro figlia se ne fosse andata per l'ennesima volta.
Chiusi gli occhi, e mi dissi che finché fossi stato con lei il modo di vivere felicemente l'avremmo trovato, e alla prima occasione ci saremmo uniti all'azione in qualche modo. E poi sua madre a cena mi aveva accennato qualcosa su un certo Palazzo d'Estate, dove avremmo potuto passare da soli tutto il tempo che avremmo voluto.
I miei pensieri furono interrotti da un rumore alla porta, e mi tirai su a sedere aspettandomi di veder comparire qualcuno dei servitori a propormi qualcosa da bere o comunque i suoi servigi, come se ne avessi bisogno.
Ero ormai pronto a dire di essere a posto così, quando al posto di qualche ragazzetto si presentò Emma in camicia da notte, per poi entrare e chiudersi la porta alle spalle.
La veste era di seta di un azzurro molto chiaro, e la copriva fin poco sopra il ginocchio: era elegante, con dei ricami bianchi sui bordi e sulle bretelle, ma lo scollo a V rendeva l'insieme decisamente sexy.
-Cosa ci fai qui, Swan?- le domandai alzando un sopracciglio, e lei incrociò le braccia al petto.
-Se vuoi me ne vado.
-No, assolutamente no. Vieni qui, sei bellissima...
-Oggi mi farai fare indigestione di complimenti...- sorrise, e si avvicinò sedendosi sul bordo del mio letto; aveva ragione, ma come potevo non farlo? Gli abiti da pirata la rendevano senz'altro molto sexy, ma vederla in vesti così femminili era un vero piacere per gli occhi.
-Sono passata a vedere come stai. E... perché mi sento sola in quella stanza enorme. Tu no?
-Sì, anche la mia è troppo grande per una persona sola. Ma cosa diranno se scopriranno che sei venuta nella camera di un uomo che non hai ancora sposato?
Quella scrollò le spalle e scoppiò a ridere, facendosi spazio più comodamente sul letto; -Sono già incinta. Cosa vuoi che dicano? Che sono una poco di buono... che non so trattenere i miei istinti, e cose del genere... comunque sono stata discreta, nessuno mi ha vista entrare. Allora, come stai?
-Ora decisamente bene- sorrisi allusivo, e la attirai per un fianco per poterla baciare sulle labbra; probabilmente vi aveva messo qualcosa, perché avevano un piacevole sapore di vaniglia oltre ad essere più morbide del solito.
-Voglio solo chiederti una cosa...- sussurrò senza staccarsi dalla mia bocca -Dove hai tirato fuori l'anello?
-Era di mia madre.- dissi semplicemente, e allora si allontanò leggermente per guardarmi in faccia sorpresa. Era vero, era l'anello che mia madre mi aveva lasciato prima di morire, assicurandomi che sarebbe andato a pennello alla donna giusta per me. Presi quindi la mano della ragazza, e lo trovai davvero perfetto con la sua pelle chiara, le dita lunghe e delicate.
-Le saresti piaciuta, sai. E anche a mio fratello...
-Mi dispiace non poter conoscere la tua famiglia Killian... quindi grazie, per l'anello. È bellissimo.
-Sul tuo dito ancora di più.- le baciai leggermente la mano, poi incrociai le mie dita con le sue, che come sempre si incastrarono alla perfezione.
E improvvisamente mi balenò in testa un'idea, che sarebbe potuta rivelarsi molto buona se avesse funzionato.
-Swan, che ne diresti di rimettere a posto il mio cuore?
-Io?!- fece spalancando gli occhi, e strinsi la sua mano perché non sciogliesse la presa.
-E chi sennò? Hai la magia Emma, puoi farlo. E poi mi fido...
-No, no, no. Non posso farlo Killian, e poi io ho... ho la magia nera.
-Anche nera. Avanti Swan, non mi fa paura un po' di oscurità, e voglio scoprire quanto ti amo con un cuore nel petto.- dissi, e mi alzai a recuperare la scatola col mio cuore dentro, per mettergliela in mano e tornare a sedermi. Sentivo di averne urgente bisogno, per quanto fossero forti i miei sentimenti verso di lei ero certo che avrebbero potuto esserlo ancora di più, una volta completo.
Con mani tremanti aprì la scatolina, e prese delicatamente il suo contenuto: in qualche modo mi sentii più vivo, fu una sensazione simile a quella che avevo provato quando mi aveva salvato dalla morte.
Non avevamo più parlato dell'accaduto in quella grotta, perché sapevo che per il momento aveva deciso di lasciare lì ciò che era successo sull'isola, e non potevo che accettarlo. Ma quale modo migliore di dimostrarle almeno che era una brava persona, se non affidandole la mia vita ancora una volta? A quel punto le parole sarebbero divenute inutili, e avrebbe potuto lasciarsi alle spalle le incertezze e imparare l'arte magica se mai avesse voluto.
-Non posso farlo Killian, non voglio rischiare di ucciderti...- sussurrò, tenendo lo sguardo sull'organo pulsante ed illuminato tra le sue mani.
-Non puoi uccidermi Swan, sono un osso duro. E poi ho piena fiducia in te, o non te lo chiederei. Non voglio né perderti né lasciarti sola. Quindi credimi se ti dico che puoi farcela... sei riuscita addirittura a riportarmi indietro dalla morte! Voglio solo poterti amare appieno.
Vidi la ragazza trattenere il fiato pensierosa, poi alzò lo sguardo e finalmente annuì.
-Potrebbe farti male, quindi... non so, preparati mentalmente. E giuro che se muori ti faccio tornare in vita e poi ti uccido.
-D'accordo, affare fatto- risi -Sono pronto, solo fa pian... oh!- non riuscii a trattenere un mezzo grido nel momento in cui il mio cuore tornò violentemente al suo posto, mozzandomi il fiato per un attimo.
-Oddio scusa, ho pensato che se avessi fatto in fretta sarebbe stato come...
Non scoprii mai cosa stette per dire, perché mi fiondai sulle sue labbra prima che potesse finire e la bloccai tra il letto e il mio corpo, finalmente libero di estraniare in pieno ogni più piccola sensazione. Nonostante fossi consapevole che qualcosa sarebbe cambiato, non ero pronto a quel turbine di emozioni che avevano invaso il mio corpo come una potente scarica di elettricità.
-Ad averlo saputo, te l'avrei rimesso a posto prima...- ansimò sotto la mia stretta, aggrappandomisi alle spalle.
-Per compensare l'attesa, potresti mostrarmelo ora il tuo lato più oscuro...
-Oh, ne ho tutta l'intenzione... sai, non ho nulla sotto la camicia da notte. Mi sono ricordata di averti complicato le cose, l'altra volta. E siccome ora sei malato e ferito... dovresti lasciar fare a me.
Non mi diede neanche il tempo di replicare, che invertì le posizioni per ritrovarsi a cavalcioni sopra di me, e guardarmi con occhi pieni di desiderio. Sapere che mi bramasse quanto io bramavo lei intensificò a dismisura l'ansia di poterla finalmente fare di nuovo mia, dopo un mese di separazione forzata in cui non avevo smesso un solo attimo di pensare a lei.
-Posso almeno liberarti di questo strato di stoffa carino, ma superfluo?
In un silenzioso consenso alzò le braccia per facilitarmi il lavoro, e senza esitazioni afferrai due lembi della tunica morbida facendola scivolare lungo il suo corpo fino a sfilarla, e quindi lasciarla nuda davanti a me, in tutto in suo splendore.
-Sarò ripetitivo, ma sei meravigliosa Swan.
-Grazie...- sussurrò, con le guance leggermente arrossate; era dolce che si vergognasse ancora, o meglio, lei era dolce.
-Anche tu hai della stoffa superflua però, e più di me. E non voglio perderci troppo tempo.- detto questo, con mia grande sorpresa mi strappò la camicia di dosso senza curarsi dei bottoni che fece saltare, poi si sollevò leggermente mi tirò via anche i pantaloni, scalciandoli ai piedi del letto. Mai avrei potuto immaginare tanta convinzione, soprattutto così presto.
E poi, ancora di più mi stupì quando senza il minimo preavviso si sedette facendomi affondare con forza dentro di lei, e gridò afferrandomi le braccia con tanta forza da lacerarmi la pelle con le unghie.
Entrambi dovemmo riprendere fiato per quel contatto tanto atteso quanto potente, e riuscii ad aprire gli occhi solamente per poter godere della sua espressione invasa dal piacere.
-Sei pazza, Swan... stai bene?- sussurrai con la poca voce che riuscii a far uscire -E il bambino...
-Sto bene. E sta bene. Dio Hook quanto mi sei mancato...- fece chiudendo gli occhi e portando la testa indietro, mentre le ginocchia erano ben piantate nel letto.
-E il farlo proprio qui, di nascosto, lo rende ancora più eccitante... chiunque potrebbe entrare e vederci così...
-Anche tu mi sei mancata Swan...
Ed eccola di nuovo, la ragazza decisa che nonostante la sua timidezza, durante la nostra prima volta neanche aveva pensato di dirmi di essere vergine se l'argomento non fosse venuto fuori per caso. Quel lato così passionale di lei mi eccitava ancora di più, e sentii l'esigenza di possederla ancora e ancora, e fino alla fine. Solo la paura di farle male mi frenava.
Quella riaprì gli occhi, affondando le mani nel materasso per poi regalarmi uno sguardo carico di desiderio: soltanto allora mi accorsi degli innumerevoli lividi e graffi sul suo corpo.
-Tesoro, ma le hai curate tutte quelle ferite?
-Pirata, vuoi fare l'amore con me o contarmi i lividi?!- gemette spazientita, per poi percorrere il mio petto con un dito, facendomi rabbrividire al suo tocco.
-La prima cosa che hai detto sembra decisamente più piacevole...- mi arresi guidato dai miei istinti più primitivi, ed iniziai a torturarle il seno con l'uncino: quella tornò ad ansimare, senza sciogliere il contatto visivo.
-Bene... questo non è il momento di essere delicato, ti voglio Killian Jones, voglio che tu mi faccia male, voglio che mi faccia gridare... voglio fare l'amore con te per ore, fino a che l'ultimo briciolo di energia non ci avrà abbandonati... qui possiamo essere oscuri quanto vogliamo, e io non ho intenzione di darti un attimo di tregua.
-Affare fatto Swan. Ti mostrerò quanto può essere oscuro e spietato il capitano più temuto di tutti i mari...- sussurrai infine, e senza altri indugi iniziai a spingere con forza, assecondando ogni suo movimento e chiudendo gli occhi per godere appieno di quelle sensazioni forti ed estremamente piacevoli che i nostri corpi uniti ci stavano regalando.
Tra i gemiti, mi resi conto che mai e poi mai mi sarei potuto stancare di lei: mai mi sarei stancato di stringerla tra le mie braccia, di baciarla, consolarla, farle i dispetti, ridere insieme, combattere fianco a fianco, starcene in silenzio sotto il sole o le stelle, fare l'amore.
Avevo fatto bene a chiederle di sposarmi, perché nella mia vita non desideravo altro che lei.


 

 

Carissimo Bae,
non so se lo sai, ma sono tornata. Non ti scriverò un'altra lettera infinita, perché è ora che io e te parliamo faccia a faccia... lo meriti. Forse ora mi odi e non vorrai vedermi, ma quando sarai pronto fammelo sapere e vienimi a trovare... o verrò io a trovare te.
Ti voglio bene, e mi dispiace tanto.
A presto,
Emma.”
Quelle erano le parole citate nel bigliettino che una colomba bianca aveva appena portato a Baelfire. Nonostante tutto, era felice che Emma fosse viva e stesse bene.
E su una cosa si sbagliava, lui non la odiava... piuttosto apprezzava la sua forza e la sua sincerità, insieme al suo buon cuore, e sperava di trovare prima o poi qualcuno che avrebbe tenuto a lui in quel modo. Quel pirata era un uomo fortunato, e quando sarebbe stato pronto a incontrare Emma, gli avrebbe parlato; se lui non poteva averla, allora avrebbe almeno dovuto assicurarsi che l'altro sapesse del tesoro che aveva tra le mani.
Poi, il ragazzo si rigirò tra le mani quei due fagioli magici che la principessa gli aveva allegato al biglietto, con un “Non so se vorrai mai utilizzarli, ma a me sono stati utili per trovare l'amore. Potresti avere fortuna anche tu, quindi voglio regalarteli con l'augurio che possano aiutarti a trovare la felicità”.
Forse, pensò, li avrebbe utilizzati.
Insieme a suo padre, che ultimamente preoccupava lui e Belle... non volevano rischiare di perderlo ancora una volta a causa dell'oscurità.



























 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Ed ecco, alla fine, l'ultima parte dell'ultimo capitolo di questa storia. Ora ci sarà soltanto un lungo epilogo, che dovrò dividere in 2 parti... e poi prenderò una pausa da questa FF per decidere bene come gestire il seguito.
Emma ovviamente non poteva dirgli di no... e Charming ha chiarito tutto per poter accogliere Killian in famiglia xD In fondo poteva andare peggio lol
Poi, finalmente, hanno avuto il tempo per parlare e chiarire le ultime questioni... non hanno parlato della magia, ma Killian non pensa ci sia motivo di darle fretta... e in più le ha voluto dimostrare che è una persona buona, ed è riuscita a rimettergli il cuore a posto. E poi... fanno bene a divertirsi un po', prima che la pancia di lei inizi a diventare ingombrante xD L'attesa l'ha resa più audace, nonostante sia ancora alle "prime armi" :P
E Hook si è reso conto che lei è tutto ciò che vuole dalla vita... il resto è un contorno, di cui non ha paura perché sa che insieme sapranno gestirlo al meglio.
E se Rumple sta fermo (eeehhhh), Baelfire non ha alcuna cattiva intenzione...
E niente, entrambe le parti di epilogo saranno dei salti temporali... uno più breve, l'altro un po' più lungo (ma non tanto).
Grazie a tutti quelli che hanno seguito e sono arrivati fin qui, quasi alla fine ormai.
Un abbraccio! :*
(domani prendo una pausa dalla scrittura... e mi metto a recuperare i capitoli delle ff che seguo e che mi sono persa questi giorni che sono stata occupata xD)
   
 
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