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Autore: Petricor75    29/07/2015    2 recensioni
L'altro agente scende dall'auto e insieme si dirigono verso la mia macchina.
"Signore, può scendere dall'auto, per favore?"
Mio Dio questo è il colmo!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Oggi la strada è più intasata del solito e penso che sto rischiando di fare tardi al lavoro.
In lontananza scorgo alcune luci lampeggianti, spero che nessuno si sia fatto male seriamente, pensando all'ennesimo incidente.
Le mie dita tamburellano leggere sul volante, al ritmo della musica che mi arriva da un'auto vicina, con l'altra mano accarezzo la mia morbida barba.
Fortunatamente non c'è stato nessun incidente, due volanti della Polizia sono ferme al lato della carreggiata, è solo un posto di blocco, e appena lo penso, si insinua una supplica:
-Non fermatemi, non oggi!-
Due ufficiali rigidi imbracciano le loro armi, un altro fa un passo avanti e mi mostra la paletta.
-Ecco, lo sapevo!-
Esibisco il migliore dei miei sorrisi di circostanza, sapendo già cosa mi aspetta. Esibisco anche la patente e il libretto di circolazione, come gentilmente chiesto dal signore in divisa, chiedendogli se nel frattempo posso usare il telefono per avvertire del mio ritardo.
"Non si preoccupi, Signore, facciamo in un attimo!"
-Non credo proprio, fidati amico! Ne passeranno di attimi!-
Fortuna che il mio Capo è abituato a questo genere di contrattempi e non mi fa problemi, a patto che recuperi il mio ritardo, ovviamente.
E così l'Agente, allontanandosi dalla mia auto per raggiungere il computer sulla volante, dà uno sguardo alla mia licenza di guida, e mentre la sua andatura rallenta, posso percepire il momento esatto in cui la sua espressione cortese si trasforma lentamente in perplessità. Prima si ferma, ci pensa un secondo, poi torna alla mia auto e si abbassa verso il finestrino.
"Signore, forse non se n'è mai accorto, ma c'è un errore sulla sua patente, dovrebbe farla rettificare."
Gli lascio finire la frase per gentilezza, e gli porgo il mio documento di identità.
"Non ci sono errori, Agente."
Lui, ancor più perplesso, apre il mio documento, osserva la foto, osserva me.
"Torno subito."
Dice, con un tono che non ho imparato ancora come definire, ma che ormai mi è più che familiare.
Lo seguo guardandolo dallo specchietto retrovisore, si avvicina alla volante, parlotta con l'altro agente che controlla i dati sul computer a bordo. Scappa una risatina, è più che evidente che non sanno come comportarsi.
Chi sarà meno ignorante tra i due?
Ormai ho inventato questo giochino ogni volta che mi fermano, d'altra parte, anche io devo passare il tempo mentre aspetto che si decidano, no?
Così scommetto su quanto tempo impiegheranno, prima di capire come sta la storia.
L'altro agente scende dall'auto e insieme si dirigono verso la mia macchina.
"Signore, può scendere dall'auto, per favore?"
-Mio Dio questo è il colmo! Questi due sono da Primo Premio!-
E così scendo. Un extraterrestre dalla pelle verde si sentirebbe meno osservato di me, in Questo momento. Ma è anche divertente, se non pensi all'ignoranza che cela.
Mi scrutano meglio, cercando di capire qualcosa che dovrebbe essere ovvio, prima il volto, poi le spalle, il petto, li fermo prima che diventi un po' troppo umiliante.
"Le tette le ho tolte quasi un anno fa, se cercate il pisello, mi arriva tra tre mesi, e, anche se dovreste saperlo, visto che è una Legge Italiana, finché non me lo attaccano non posso cambiare il nome sui documenti."
Incredibile come la gente non abbia voglia di fare il minimo sforzo mentale per arrivare a delle conclusioni che dovrebbero essere più che ovvie, basterebbe ragionarci un attimo.
Si affrettano a rendermi le mie carte, nascondendo un invece chiarissimo imbarazzo.
"Buona giornata, signore."
"Altrettanto."
   
 
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