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Autore: AlekHiwatari14    29/07/2015    0 recensioni
Pensieri e momenti di Aiko Shinozaki, ambientato dopo la serie di Corrector Yui, nel suo ritorno alla casa dei girasoli.
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel Giardino dei Girasoli.


Eccomi qui, appena tornata a casa dopo un lungo viaggio. Un po' mi spiace essere tornata. Avevo appena fatto amicizia con la mia vicina Yui e la sua amica Haruna, per non parlare delle avventure fatte con i virtuali. 
Scendo dall'auto con il cuore in gola e la nostalgia di tornare indietro. Vedere casa mia così malridotta è peggio di un violento pugno nello stomaco. I girasoli sono completamente appassiti, l'erba è gialla, piana di foglie e di mosche e zanzare che girano su di esse. Beh... era ovvio che era così malridotto. L'avevamo completamente abbandonata dalla morte di mio padre. 
Mia madre mi chiama dicendo di aiutarla con i bagagli e corro a prendere le mie cose. Mi avvio verso casa con lei passando nel viale che divideva quell'orrore del giardino. Mamma aprì la porta ed io entrai, ma dopo due passi mi fermai. Ciò che c'era lì dentro era ancor peggio di quello che c'era fuori. Era pieno di polvere e ragnatele per tutta la casa. 
Avevo voglia di piangere. "Papà non avrebbe mai voluto una cosa del genere." Pensai tra me e me. Mia madre, che era rimasta dietro ed era entrata dopo di me, capì e confortandomi mi mise le sue mani sulle spalle dopo aver posato le sue valigie a terra.

Mamma:Tranquilla. Non è colpa tua. Vedrai, rimetteremo su questa casa. Diverrà come nuova, se non ancora più bella di prima.

Titurbante e incerta sospirai un speriamo diriggendomi in camera mia. Aprii la porta ricoperta da ragnatele. Era tutto come l'avevo lasciato. La scrivania di fronte alla finestra, che affacciava sulle distese di girasoli, aveva la foto di me, mamma e papà. Sembrava che era rimasto lì ad aspettare il nostro ritorno, come qualcuno che esce di casa intenzionato a tornare, ma che non tornerà mai. Mi sentivo terribilmente in colpa e avvicinandomi alla scrivania presi quella foto posando la valigia a terra. Era anche quella foto piena di polvere e ragnatele. Mi sedetti sul letto che era dietro la scrivania e incominciai a pulirla con le mani e le lacrime che incominciarono a scendere senza che me ne accorgessi, mormorando un mi manchi.
Ecco. Questa era la mia fobia. Per questo non volevo tornare in questa casa, proprio per questo motivo. Sapevo che mi sarei fatta sovraffare dalle mie emozioni e dai ricordi, ma se il volere di mio padre era questo, dovevo accettarlo. Ho sempre messo da parte le emozioni anche sapendo che non è giusto. Non avere più un padre è come non avere un pezzo di sè. E' come smarrire la via, perdere una guida forte e sicura e quindi perdere se stessi. 
Lo amavo terribilmente per le sue attenzioni, cosa che ora non ho più da tempo e mi sento spenta... vuota... persa senza di lui, ma... devo lottare per questo. Devo lottare contro i miei dolori perchè è stato un gran padre. Meglio un padre adorabile che mi ha amato e donato affetto che uno privo di attenzini ed emozioni che pensa solo ai suoi problemi e mai ai tuoi, non è così?
Pensando a questo e facendomi coraggio mi asciugai le lacrime dagli occhi ripulendo, poi la mia camera, da cima a fondo. Aggiungo il mio portatile alla scrivania, pulisco l'armadio e ci metto dentro i miei vestiti, tolgo le tende dalle finestre mettendone altre di colore azzurro come le lenzuola appena messe sul mio letto. Ecco la mia camera come nuova. 
Senza esitare uscii fuori dalla mia camera e vidi mia madre pulire il salotto. Mi avvicinai per aiutarla prendendo uno straccio e mentre l'aiutavo mensionò un pensiero riguardante il giardino. Voleva far venire un giardiniere a pulirlo visto che era mal ridotto. Con lo straccio tra le mani guardai fuori dalla finestra e risposi a mia madre cosa realmente volevo. Cioè... che avrei voluto pulirlo io.

Mamma:Cosa?
Aiko:Voglio sistemare io il giardino se non ti dispiace.
Mamma:Come mai, tesoro?
Aiko:Papà sarà felice se l'aggiusto io, non trovi? E poi mi sarebbe piaciuto fare un po' di giardinaggio.

Rivelai a mia madre pensierosa e con aria colpevole. Dopotutto ero stata io a trascurarlo e sarebbe stato da stupidi e infantili non rimediare io stessa. Mia madre sorrise venendo verso di me e togliendomi lo straccio dalle mani rispose:

Mamma:Beh...allora è meglio se inizi. C'è molto lavoro da fare.
Aiko:Cosa?
Mamma:Tranquilla. Pulirò da sola qui. Va fuori a sistemare il giardino.

Mi rassicurò con un sorriso che ricambiai. Uscii fuori e incominciai a rovistare nello scabuzino gli attrezzi per il giardinaggio per iniziare a pulire. Incominciai a togliere le erbaccie, tagliare i steli secchi, aggrinziti ed a spazzare via le foglie gialle cadute dagli alberi. Fu una faticaccia, lo ammetto, ma il risultato fu al quanto buono. Incominciai a piantare i semi dei girasoli lungo il retro della casa, aggiunsi due vasi di rose bianche e rosse ai lati della porta all'entrata e lungo il viale misi dei decori finti. Inoltre misi anche il tavolo che era nello scabuzino abbandonato fuori per fare le grigliate, aggiustai anche l'altalena abbandonata che aveva costruito papà ed era legata all'albero di ciliegio che avevo in casa. Certo, non era sommerso di cose, ma il risultato fu anche migliore di quello previsto. Ci misi mesi per mettere tutto in ordine e, dopo solo un mese dal completamento dell'opera, sbocciarono i primi germogli di girasole lungo il retro. Davanti a quello spettacolo non potei fare almeno di essere al settimo cielo. 
Finalmente stava tornando tutto come prima.
Mia madre, che uscì vedendomi correre sul retro, vedendo quello spettacolo di fiori che spuntavano man mano, mi abbracciò dicendo

Mamma:Sono molto orgogliosa di te e anche tuo padre lo sarebbe.

Quelle parole mi commossero e incominciai a piangere. Avrei voluto che lui fosse stato lì a guardarmi fare quella magia. "Chissà se da lassù mi hai vista". Pensai in quel momento mentre piangevo. Avrei voluto solo un suo abbraccio, una sua parola, un suo conforto, ma anche solo un 'buongiorno piccola' alla mattina mi sarebbe bastato, ma purtroppo non è così. Lui non è qui. Lui non può fare nulla di tutto questo.
Ogni mattina, ancora oggi, mi sveglio abbracciando il cuscino e pensando a lui. Fa ancora male. E' una ferita che non si rimargina e continua a colare nonostante le cure ed i cerotti, ma devo farci l'abitudine ormai.
Da quel giorno sono passati anni e adesso il giardino è rigoglioso e pieno di girasoli. Ogni mattina, prima di andare a scuola, gironzolo tra i giasoli, proprio come ora che sto annusando uno di questi bellissimi fiori e le farfalle volano attorno ad essi.

Aiko:Hai visto papà? C'è l'ho fatta. Mi sto prendendo cura dei girasoli come mi avevi chiesto.

Dissi alzando la testa al cielo sperando ancora una volta in un segnale che probabilmente non avrò mai, ma stavolta la mia speranza non è vana. Stavolta c'è qualcosa di diverso nell'aria. Una lacrima scende sul mio viso dopo aver alzato la testa ed un vento caldo e improvviso la spazza via. Questo è il segnale. "Papà è fiero di me". Pensai tra me e me correndo verso l'uscita per andare a scuola. Sul mio volto c'è stampato un sorriso che nessuno avrebbe potuto togliere. 
La vita non poteva essere migliore. Avevo degli amici che, pur essendo lontani, ogni giorno ci ritrovavamo su ComNet, la casa era tornata nuova, mamma aveva iniziato a lavorare ed io... avevo appena capito che mio padre mi guardava ed era fiero di me e del giardino di girasoli che avevo messo a nuovo. 
Ho sempre cercato di scappare da questo posto per le mie paure. Paura di non gestire i miei sentimenti, le mie azioni, le mie emozioni...
Ma ora so che non devo aver paura. 
Non devo essere triste perchè ho le mie amiche e non solo. 
Ho anche mio padre che è sempre accanto a me....
Anche se non lo vedo lui c'è e ci sarà... 
Per sempre.



***
Ok, prima fic su Corrector Yui quindi fatemi sapere che ne pensate.
Grazie per aver letto ^^

***



   
 
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