Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: alinonalice    29/07/2015    3 recensioni
Riker Lynch è il protagonista di questa storia.
Lui è un normale sedicenne, frequenta la scuola superiore e ha una fidanzata con cui si vede di nascosto dal padre di lei e da sua madre. Ma riusciranno a continuare a fingere di essere solo migliori amici davanti ai loro genitori?
Avvertenza: In questa ff Riker è figlio unico e non è famoso
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Riker Lynch
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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I’m never gonna look back
Oh
I’m never gonna give it up
No
Just don’t wake me now

“Appunto!” gridò Riker alla sveglia, che quella mattina lo strappava via dal mondo dei sogni con la canzone ‘Best Day Of My Life’ “Non svegliarmi ora.”
Mosse distrattamente la mano sul suo comodino, alla ricerca del pulsante che avrebbe fatto smettere quell’affare di dirgli che quello sarebbe stato il giorno migliore della sua vita.
Dopo una decina di minuti in cui il ragazzo si era passato il tempo ad autodeprimersi pensando al fatto che doveva andare a scuola, si alzo sbuffando, esasperato.
“Riker, tesoro, ti sei alzato?” gridò sua madre da sotto.
“Si ma’!” rispose lui con la voce impastata.
“Sbrigati che la colazione si raffredda!”
Riker si stiracchiò e sbadiglio parecchie volte, accorgendosi in questo modo di quanto fosse pessimo il suo alito mattutino. Gli ricordava la scena de “Il Re Leone”, in cui Simba sbadigliava e quell’animaletto dalla peluria rossa sulla testa, del quale al momento gli sfuggivano sia la specie che il nome, gli diceva che ci sarebbe voluto un cartello di avvertimento.
Chissà come gli sarebbero stati i capelli rossi…
Dopo essersi vestito con la velocità pari a quella di un bradipo, si decise a scendere e gustare la colazione che gli aveva preparato la madre. Era una gran donna, non gli faceva mai mancare niente e non sembrava nemmeno mai stanca. Aveva avuto un crollo del morale da quando suo marito, ovvero il padre di Riker, era morto in un incidente in fabbrica. Certamente dopo un po’ si era ripresa, d’altronde erano ormai passati più o meno 6 anni. Nel corso degli ultimi 2 anni, mese più mese meno, Riker si era accorto che la felicità della madre fosse aumentata. Aveva delle teorie su un ipotetico nuovo compagno della madre, ma non era del tutto sicuro. In ogni caso, buon per lei, era contento di vederla sorridere di nuovo così spesso.
Finite le sue uova e pancetta (segno che la madre era particolarmente di buon umore quel giorno), salì in camera, lavò i denti e guardò l’orologio. Non appena si accorse che erano le 7:50 e che non si era ancora fatto lo zaino, entrò nel panico. Riuscì a completare l’operazione, appena in tempo per il bus delle 7:55.
Che botta di fortuna, chissà, magari quello sarebbe stato davvero il giorno migliore della sua vita.
Arrivato a scuola, posò i libri nell’armadietto e si mise il telefono in tasca. Azione inutile, dato che vibrò un secondo dopo. Un messaggio della madre, gli chiedeva di tornare il prima possibile, quel giorno.
Si avviò verso la sua aula, canticchiando ‘Best Day Of My Life’. Non c’era speranza, ormai aveva quella canzone in testa, l’avrebbe continuata a cantare per tutto il giorno. Non che fosse male, aveva una gran bella voce.
La sua compagna di banco, nonché migliore amica, nonché fidanzata, era lì ad aspettarlo, nella sua solita posizione, seduta sulla metà di tavolo del ragazzo.
“Ciao Rik!” lo salutò saltandogli al collo e facendogli cadere i libri dalle mani e interrompere bruscamente la melodia intonata da Riker.
“Ivy!” rispose lui, abbracciandola a sua volta.
Era strano vederli vicini, erano gli opposti: lui biondo platino e occhi castani, lei capelli lunghi e neri e occhi azzurro mare. Sembravano lo Yin e lo Yang, solo che in realtà “l’oscurità” non era in lei, ma in Riker. Lui era un po’ un cattivo ragazzo, non poteva farci niente. La morte di suo padre aveva portato il buio anche nella sua vita, non solo in quella della madre. E quella ragazza, la sua Ivy, aveva portato quel puntino di luce nel suo Yin. E vice versa.
“Sai cosa? Mio padre mi ha detto che oggi abbiamo ospiti per pranzo…” disse Ivy, una volta che si furono seduti “Non mi ha voluto dire di chi si tratta”
“… Una sorpresa…” ipotizzò lui, alzando le sopracciglia.
“Già” sorrise lei.
Col suono della campanella cominciarono le lezioni, allo stesso modo finirono.
“Ci si vede amore!” salutò Riker la sua ragazza con un bacio sulla guancia.
“Ci si vede”
Bene, ora doveva sbrigarsi a tornare a casa, non voleva che tutto il buon umore di sua madre di quella mattina svanisse o si affievolisse per colpa sua. Dunque, prese il primo autobus che passava, anzi che perdere tempo come al solito. Arrivò a casa in meno di 10 minuti, era un record.
“Tesoro, sei qui, allora mi hai ascoltata!” esclamo sua madre contenta.
“Certo mamma, io ti ascolto sempre!” rispose lui, un po’ offeso.
Sua madre gli lanciò un’occhiata sarcastica.
“In ogni caso…” tentò di smorzare “Come mai mi hai fatto tornare presto oggi?”
“Perché dobbiamo uscire!”
“Oh… E dove si va?”
Sorpresa!”
Il viaggio in macchina fu piuttosto silenzioso, sembrava quasi che a Riker non importasse, ma in realtà era estremamente curioso, non stava nella pelle. Inoltre, come se non bastasse, sua madre gli aveva anche detto che avrebbe dovuto chiudere gli occhi non appena fossero giunti a destinazione.
“Tesoro, canti qualcosa per me? Mi piace tanto la tua voce, lo sai?” chiese la madre.
… E quale altra canzone cantare, se non quella che non lo abbandonava da una giornata?
“Sei positivo, oggi…”
“Già…”
Quando finalmente arrivarono, uscirono dall’auto, la mamma di Riker doveva guidarlo per non farlo andare a sbattere. Entrarono, non sapeva dove, ma c’era un odore familiare.
Quando finalmente sua mamma gli tolse le mani da davanti agli occhi, poté vedere il luogo in cui si trovava. Casa di Ivy.
“Oh ma quindi siete voi gli ospiti di oggi!” esclamò Ivy.
“Si, ma… Non capisco quale sia la sorpresa, siamo venuti qui milioni di volte…” disse confuso Riker.
“La sorpresa non è che siamo qui…” rispose sua madre.
“Riker, Ivy, dobbiamo dirvi una cosa…” disse il padre di Ivy, con aria emozionata.
“Vedete… Ormai è da un po’ di anni che…” cominciò la mamma di Riker.
“… Che stiamo insieme… Ora abbiamo deciso di sperimentare la convivenza, perché abbiamo fatto qualche pensierino sull’eventualità di sposarci…” concluse il padre di Ivy.
I due erano scioccati, irreversibilmente. Si guardavano con occhi e bocche spalancati. Quindi i loro genitori si stavano frequentando di nascosto così come loro? Impossibile.
E quello sarebbe dovuto essere “il giorno migliore della sua vita”.
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Caro diario,
Non posso crederci. Mio padre e la madre di Riker stanno insieme! È impossibile! E dicono anche di volersi sposare! Non posso stare con mio fratello! E poi, come abbiamo fatto a non capirlo? … Forse allo stesso modo in cui loro non avevano capito di noi due… E ora come faremo a nasconderlo? Fino ad ora era stato più o meno facile, ma ora come riuscirò a tenere papà all’oscuro di questa relazione? Non lo accetterebbe mai, da quando la mamma ci ha lasciati per andare a farsi un’altra vita 12 anni fa lui è diventato iperprotettivo e non ha mai accettato questo genere di cose per “la sua bambina”.
Che casino. Non so se sarò capace di convivere con Riker fingendo di non essere innamorata di lui… E soprattutto non vorrei che il rapporto mio e di Riker creasse problemi ai nostri genitori… Ma perché, perché? Che ho fatto per meritarmi questo? Voglio dire, sono contenta che papà sia finalmente felice, ma… Ma!

Basta, voglio provare a dormirci un po’ su… Domani ci trasferiamo da Rik e sua madre, già ho questo peso, poi lo shock di oggi… Va bene, teniamo le dita incrociate…
Buonanotte, a presto!
Ivy

 
   
 
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