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Autore: VelenoDolce    29/07/2015    13 recensioni
Mat deve finire un quadro, ma l'ispirazione manca. O forse gli manca solo qualcuno che gli dia un piccolo sostegno morale...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Biii Biii Biii

La sveglia suona sul comodino, in mezzo a fazzolettini, telefono e cianfrusaglie varie.

Un ragazzo dai capelli neri allunga la mano e la spegne. Di lui si vede solo una piccola porzione superiore della testa da sotto il lenzuolo nero e viola.

Biii Biii Biii

La mano spunta ancora dalle coperte, schiaccia il tastino della sveglia, ma quella continua a suonare. Il ragazzo si mette a sedere, sbuffando. Vorrebbe tirare quella stupida cosa rompipalle contro al muro. La prende in mano. Digita un codice sul lato e quella smette, finalmente, di suonare. Dannazione a sua sorella, non poteva regalargli un maglione a Natale? No, una sveglia a combinazione. Si stiracchia. Faticosamente si alza dal letto e si trascina in bagno. Si fa la doccia, anche se sa che è inutile, fa un caldo assurdo e lui ne soffre terribilmente. Lascia che l'acqua lo svegli del tutto.

Si guarda allo specchio e sospira, gli occhi azzurri sono segnati da profonde occhiaie. Deve smetterla di studiare fino a tardi quando la mattina deve alzarsi per andare in Accademia. Sospira. Torna in camera a vestirsi. Boxer, jeans, maglietta... dove sono gli occhiali da sole? Si domanda cercando sulla scrivania ingombra di libri. Non li trova. Guarda l'orologio, sta facendo tardi, sistema i disegni nella cartella, prende la borsa con i libri... e dentro ci trova gli occhiali. Dice una piccola imprecazione ed esce di casa, quasi inciampando nel tappeto e rischiando di finire giù dalle scale in un solo colpo. Passa in pasticceria e prende una pesca piena di crema… se sua sorella sapesse che praticamente mangia solo quello per tutto il giorno, per lui sarebbe la fine, ma non potrà mai saperlo... Sorride e mangia mentre cammina. Saluta con un gesto la commessa simpatica del negozio di belle arti, è stata una fortuna trovare casa a meno di cinquecento metri dall'Accademia. Finisce la pesca pochi secondi prima di salire la scalinata d'ingresso.

Ciao Mat.” Il suo amico Luca lo saluta, tiene tra le braccia una strana costruzione traballante.

Ciao, deve muoversi in quel modo o stare stabile?” Chiede fissando le asticelle di legno del modellino.

Stabile... Non lo è?” Gli occhi neri dell'amico gli implorano silenziosamente aiuto. Lui sorride. Prende alcuni pezzetti di legno e cerca di sistemare quel disastro direttamente nel corridoio, su un tavolo. In dieci minuti il piccolo teatro in scala sembra agibile...

Prima o poi darò il voto a chi fa il lavoro, non a chi me lo propone...” La voce del docente li fa sussultare.

Ma l'idea è tutta sua, non ho fatto molto.” Cerca di sminuirsi. In realtà sanno tutti e tre che ha sistemato molto più della semplice stabilità in quel modellino. Ma il docente sospira e annuisce entrando in aula.

Ti devo la vita, stasera sei invitato a cena, mia madre pretende che tu mangi qualcosa di serio.” Luca gli fa l'occhiolino, lui sorride e sale al piano di sopra, nella sua aula. Si siede davanti al cavalletto, la tela coperta da un lenzuolo bianco. Sospira. Libera la tela e la fissa, sconsolato. Non riesce a finirlo. Ormai gli manca poco, ma nulla, non ci riesce. I colori non gli sembrano abbastanza intensi, i visi sbagliati. E le pieghe del tessuto sono un vero e proprio disastro. Prende i bozzetti dalla cartella, i visi che ha disegnato non sono abbastanza interessanti. Mette il blocco per gli schizzi sul tavolino accanto a lui. Si guarda intorno, ormai ha disegnato praticamente tutti lì dentro e ancora non ha trovato l'ispirazione giusta. Se non finisce quel cavolo di lavoro il suo docente gli darà un voto pessimo... si passa le mani tra i capelli, scompigliandoseli.

Ancora a quel punto? Mattia, non la vedo messo bene. Dovrebbe averlo già finito almeno da una settimana.” Il docente sorride, rassegnato, prende i suoi schizzi e li sfoglia.

Se non troverà dei volti entro la prossima settimana deciderò io dai suoi bozzetti. Ci sono visi molto validi.” Sentenzia restituendogli i fogli.

Si professore. Posso uscire per cercarne di nuovi?” Chiede con un mezzo sorriso.

Prima firmi il registro, tra mezz'ora lo metto via.” Gli risponde passando al cavalletto successivo.

Grazie.” Prende un blocco per gli schizzi e le matite, firma quel dannato tormento e va via.

Uscito dall'aula non ha idea di dove andare. Ormai ha disegnato praticamente ogni singolo ragazzo carino dell'accademia. Sbuffa. Scende di sotto, si siede sui gradini. Magari ha fortuna e passa l'uomo della sua vita, o per meglio dire, della sua tela. Sorride a quell'idea.

Purtroppo per lui la mattina passa senza nessun bel ragazzo. Ha disegnato una vecchietta, un tipo che passava in bicicletta fischiettando e qualche bambino.

Si alza e va a fare una passeggiata. Scende nel viale alberato e si siede su una panchina, ma a quell'ora non sembra esserci quasi nessuno in giro. Sospira. Non lo troverà mai, dovrà usare il volto inespressivo scelto dal docente, il quadro verrà uno schifo, prenderà un brutto voto e gli rovinerà la media. Perderà la borsa di studio. Non potrà continuare a frequentare... Si prende la testa tra le mani, frustrato. L'unica soluzione che gli viene in mente è buttarsi sotto un tram. Si guarda le mani, sarà doloroso come l'acqua? Si domanda prima di scuotere la testa ed alzarsi, non deve pensare più certe cose: lo ha promesso all'unica che gli è rimasta accanto, sua sorella. Si asciuga il viso, e si guarda attorno. Per fortuna non passa nessuno a quell'ora o poteva aggiungere anche piangere in pubblico alla lunga lista delle sue brutte figure.

Mat. Non sei venuto in mensa nemmeno oggi, non puoi continuare così.” Luca lo guarda male mentre gli siede accanto.

Ho mangiato con te ieri.” Risponde con un sorriso.

Era martedì, oggi è venerdì. Sei un disastro. Mi domando come tu riesca a reggerti ancora in piedi, vivi d'aria?” L'amico sospira. L'arrivo del docente e l'inizio della lezione di anatomia artistica gli evita ulteriori sgridate. Si concentra sul disegno delle mani, le sue, quelle dei suoi vicini di banco... Cerca di non pensare minimamente al quadro nell'aula. Quella tela lo tormenta. Dannazione a lui e a quando ha deciso di disegnare quei due ragazzi. Il docente di quell'anno li aveva stupiti tutti dandogli sette linee guida per i lavori da consegnare. Lui aveva scelto il tema sull'omosessualità. Aveva creato alcuni bozzetti con ragazzi che si baciavano, ma nessuno lo aveva soddisfatto. Era troppo scontato. Era passato a ragazzi che si abbracciavano o che ridevano da qui l'idea finale del suo quadro. Due ragazzi, vestiti semplicemente, uno in camicia e uno in maglietta, immortalati nell'inizio di un abbraccio. Sorridenti, un po' maliziosi, senza ostentazione. Gli era sembrata un idea perfetta. Fino a quando non si era sognato lui stesso nella scena del quadro, ed era andato in crisi. Non voleva un viso qualsiasi su quella tela, ma uno che fosse davvero bello. Certo, i gusti sono puramente personali, lui ne voleva uno biondo, possibilmente muscoloso, ma non troppo. Occhi chiari, magari verdi. Bel sorriso... Scuote la testa, pensa seriamente di essersi fregato da solo. Dove lo trova uno che gli piace davvero così tanto? Sa anche di volerlo alto, che non c'entra con il viso, ma sa che non guarda nemmeno chi è più basso di lui. E con il suo metro e ottanta non è molto facile... Sospira. Luca, accanto, lo guarda ma non dice nulla. Riprende a disegnare mani.

Mat, tutto bene? Mi sembri più a terra del solito.” Luca sorride, parlando allegro, anche se lui sa perfettamente che si sta preoccupando.

Non riesco a finire il quadro... Mi manca l'ispirazione giusta.” Sospira. Luca è il suo più caro amico, da quando si sono conosciuti, a inizio accademia. Era successo per caso, avevano la stessa lezione di storia dell'arte e lui si era seduto accanto all'essere che aveva subito etichettato come il più distratto della terra. Luca, infatti, aveva dimenticato quaderno e penna e una volta finita la lezione era corso via lasciando sul banco gli occhiali da vista. Mattia gli era corso dietro, trovando il ragazzo alla disperata ricerca degli occhiali nella borsa, e poi del biglietto dell'autobus e dei soldi per comprarlo... Lui aveva riso, di gusto, per la prima volta da mesi. Avevano iniziato a parlare, si erano scoperti appassionati delle stesse cose. Era iniziata un amicizia profonda e allegra. C'erano solo due cose che Mattia non era riuscito a confidare all'amico, gli pesava, ma ogni volta che ci aveva tentato non era riuscito a far uscire le parole.

Dovrai farmelo vedere appena lo finisci.” Luca lo riscuote ai suoi pensieri, facendolo sbiancare.

Ele torna a casa stasera. Ha già finito i corsi, beata lei. Usciamo insieme, domani, ti vuole conoscere.” Il ragazzo cambia argomento, sa che l'amico non vuole fargli vedere quel cavolo di quadro, ma lui è curioso. Vuole capire il motivo di tutto quel mistero.

Si, ma non mi portate in qualche posto strano...” Mattia sorride, grato del cambio di discorso. Non ha mai visto la ragazza dell'amico perchè studia fuori e a Natale è andato lui da lei.

Visto che sei così magro direi che ti portiamo a cena anche domani.” Luca ride e gli da una piccola pacca sulla spalla.

La serata passa tranquilla. La famiglia dell'amico è allegra, a lui sembra uno di quei quadretti familiari astratti e strani, ma comunque bellissimi. Luca è il minore di tre. Anche se c'è un cugino che viveva con loro prima di partire per studiare in Inghilterra e che viene a sua volta considerato come un figlio da quella strana coppia. Il cugino/fratello ha tre ore meno di Luca, e ogni volta lui dice che è quello il piccolino di famiglia. Mattia non riesce ancora a capire quei discorsi assurdi, ma si diverte ad ascoltarli, gli mettono il buonumore.

Ti accompagno alla fermata, l'ultimo tram parte tra poco.” Luca gli fa cenno, lui si alza e viene salutato con un abbraccio dai genitori dell'amico.

Mat, dimmi cosa c'è che non và. Siamo amici no? Sei strano, inizio a preoccuparmi.” Luca si siede sulla panchina della fermata del tram.

Non riesco a finire quello stupido quadro. Senza la borsa di studio sono fregato. Non riesco a pensare ad altro.” Gli siede accanto, sospira.

Questo quadro ti sta facendo uscire di testa. Ma avevi smesso di mangiare già da prima. Dimmi la verità. Qualunque cosa sia prometto di aiutarti.” L'amico lo guarda sincero.

Non smetterai di essermi amico? Sei l'unico che ho...” Mattina si passa le mani sul viso e tra i capelli.

Non ti fidi di me? Saremo sempre amici.” Luca gli poggia la mano sulla spalla.

Il mio... ex migliore amico diceva lo stesso. Poi mi ha detto che marcirò all'inferno, per quello che sono.” Decide di dire tutto. Non riesce a continuare a mentire.

Sono gay.” Confessa in un sussurro. Non riesce a guardare l'amico in faccia. Lo lascerà solo anche lui, così oltre perdere la borsa di studio perderà anche l'unico amico che ha. Una piccola lacrima gli scivola sulla guancia.

Oh, Mat. Non fare così. Non cambia nulla tra noi. Tranquillo...” Luca lo abbraccia.

Davvero non ti faccio schifo?” Domanda incerto.

Certo che no.” L'amico gli risponde subito. Un singhiozzo gli sfugge dalle labbra.

Avevo così tanta paura...” Inizia a singhiozzare, non riesce a trattenersi.

Mattia inizia a raccontargli quello che è successo l'anno prima, il capire la sua omosessualità, l'incontro con un ragazzo in rete, la scoperta di quella relazione da parte del padre... gli insulti, le botte, gli amici che lo abbandonavano.

A luglio non ce la facevo più. Mi sentivo così solo, così perso... Mia sorella era via, mio padre mi parlava solo per insultarmi e picchiarmi... Sono andato alla scogliera. Mi sono buttato dal punto più alto.” Sospira. Stringe i pugni, l'amico l'ha ascoltato senza interromperlo, solo continuando ad abbracciarlo.

Ora non sei solo, hai me. E la mia famiglia. Non preoccuparti, non ti cacceremo mai.” L'amico lo stringe più forte mentre lui riprende a piangere.

E ora non riesco a finire quello stupido coso. Prenderò un pessimo voto. Come farò l'anno prossimo...” Continua tra le lacrime.

Calmati. Vedrai che riuscirai a finirlo. Devi solo aver fiducia in te. Sei il più bravo del tuo corso, e anche del mio. Sai come sono invidiosi i miei compagni quando mi aiuti con i modellini?” Luca tenta di farlo sorridere.

Grazie.” Alza il viso, per la prima volta da quando ha iniziato a parlare può vedere gli occhi dell'amico, sono lucidi. Lui li guarda e non capisce subito... sta male per lui.

Mi spiace che tu sia stato così male, ma ora è passato. Hai un amico ora.” Luca sorride convinto.

No.” Mattia scuote la testa.

Ho un fratello.” Sussurra accennando un piccolo sorriso.

Fratelli.” Luca lo abbraccia ancora. Poi lo tira in piedi, e ride al suo sguardo di domanda.

Il tram è passato mezz'ora fa. Dormi da me? O ti accompagno con la macchina di papà, ma non assicuro che arriviamo...” Ridono entrambi. Luca praticamente lo costringe a dormire da lui, in camera ha due letti, scherza anche sul fatto che non possono dormire insieme o la sua ragazza li evira entrambi. Mattia si sente bene, per la prima volta da mesi. Andrà tutto bene, ha ancora una settimana per trovare il volto per il suo quadro, o per farsene piacere uno di quelli che ha già.

La mattina Luca decide di accompagnarlo in macchina, il sabato i tram non arrivano fino a quella frazione dimenticata dal mondo. Lui resta seduto sulle scale che portano alla chiesa, davanti a lui alcune bancarelle del mercato. Inizia a disegnare i passanti. Fa un paio di schizzi veloci. Un ragazzo attraversa la strada proprio davanti a lui. Capelli leggermente lunghi, biondi, fisico tonico, alto occhioni verdi... perfetto! Lo guarda, imbambolato.

Cos'hai da fissare?” Il ragazzo gli rivolge la parola, facendolo sussultare.

No, scusa... io... è che... disegno... biondo...” Mat va in crisi. Il tipo lo fissa interdetto.

Scusa. Si, scusa. É che devo trovare un volto interessante per un quadro, e mi sembravi bello.” Cerca di spiegare, rendendosi conto troppo tardi di quello che sta dicendo. Arrossisce dalla vergogna.

Puoi farmi cinque minuti da modello? Oppure posso farti una foto. Solo trenta secondi. Ti prego.” Praticamente lo implora, gettando alle ortiche ogni briciolo di orgoglio. Il ragazzo lo guarda stranito, poi si mette a ridere e annuisce. Mat sorride e prende lo smartphone dalla tasca, fa una decina di foto prima che l'altro smetta di ridere e ritorni a guardarlo come se fosse un pazzo. Ne fa altre, mentre il biondino cambia espressioni e infine sorride. Ma quello gli manda in tilt il cuore. Non ha tempo di dire nulla, il ragazzo guarda l'orologio e sale in fretta le scale dicendogli un semplice “ciao”. Rimasto lì da solo si risiede, con una strana sensazione allo stomaco. Riguarda le foto. Come rideva, come lo guardava... ma la più bella è quella in cui gli sorride. Resta a fissarla fino a quando Luca non lo chiama dalla macchina. Sorride, ha finalmente trovato il soggetto del suo quadro. Ed è così bello da togliergli il fiato. Il cuore gli batte forte al solo ricordo di quel viso.




Ecco a voi una cosina scritta per un contest sulla pagina di FB 'EFP famiglia: recensioni,consigli e discussioni': Mettiamoci in gioco. Dovevo scrivere una storia partendo da una traccia data a caso... a me è uscita una cosa che mi ha mandato in crisi XD “Storia di uno studente in crisi”... Spero che la storiella vi sia piaciuta, ho fatto del mio meglio, anche se non sono mai stata uno studente in crisi, manco nella mia fantasia XD.

A presto <3

Veleno



   
 
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