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Autore: applestark    30/07/2015    1 recensioni
Lily Luna Potter frequenta il suo penultimo anno ad Hogwarts, dove, anni prima, è stata smistata nei Serpeverde. Nonostante quella notizia l’abbia da subito sconvolta, ormai si è integrata perfettamente in quell’ambiente. Corre invece l’ultimo anno per Albus Potter, Rose Weasley e Scorpius Malfoy che, spinto dal suo desiderio irrefrenabile di ottenere ciò che più gli è proibito, si avvicina pericolosamente alla piccola Potter.
Nel frattempo, un’oscura minaccia sembra destabilizzare la vita di Malfoy, ed inevitabilmente anche quella di Lily, che nonostante gli avvertimenti dei suoi fratelli, non riesce a non cacciarsi in un guaio.
||New generation|| ScorpiusxLily
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Malfoy, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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I will make sure to keep my distance
 
"Non separare dunque cattivi e buoni, male e bene,oscuro e luminoso, poiché tutti fanno parte di un’unica esistenza, e l’uno conferma la natura dell’altro."
 
I.
 
Lily Luna Potter custodiva ancora nella mente il preciso istante in cui era stata smistata in uno dei dormitori di Hogwarts, il battito del suo cuore accelerato, gli occhi castani chiusi in una stretta ferrea.
Il cappello parlante aveva brontolato qualcosa su come fosse difficile decidere in quale casa collocarla, così com’era successo con suo padre. La bambina aveva iniziato a sudare freddo, tenendo stretti i pugni, ed infine… ‘SERPEVERDE!’.
Un applauso fragoroso provenne dal tavolo dei suoi futuri compagni, mentre lei, traballante e un po’ delusa, cercava con lo sguardo i suoi fratelli Albus e James.
Si era precipitata da loro con le lacrime agli occhi, perché non riusciva a spiegarsi il significato della decisione finale del cappello parlante. Suo fratello James si era arrabbiato, Rosie Weasley aveva perso tutta la sua parlantina, mentre l’unico che riuscì a consolarla, almeno minimamente, fu Al.
“Non possiamo ancora vivere nei pregiudizi, noi siamo fautori del nostro destino…e sai, papà mi ha detto che l’uomo più coraggioso che ha conosciuto, Severus Piton, di cui porto il nome, era un Serpeverde. Quindi ora asciugati quelle lacrime vai dai tuoi compagni.”
Quelle parole le suonavano ancora nella testa, ed ogni volta che si sentiva triste o desolata, le ripeteva mentalmente. Voleva molto bene ai suoi fratelli, ma con Albus c’era una chimica speciale, e la giovane Lily si dispiaceva per il fatto che, da oltre una settimana, era iniziato il suo ultimo anno.
Non l’avrebbe più visto neii corridoi, e la cugina Rosie non sarebbe stata sempre al suo fianco quando era in difficoltà con qualche materia, o semplicemente quando il cuore le si spezzava.
Scosse la testa come per scacciare via quei pensieri, e si avviò insieme alle altre ragazze verso la Sala Grande, dove avrebbero consumato la cena.
-Oh Lily, perché sei sempre così tremendamente silenziosa negli ultimi giorni?- le chiese Ivy Zabini, colei che poteva considerare la sua più cara amica.
-Ti sbagli, sono solo un po’ stanca. Non ero più abituata alle ore di lezione- la rassicurò, portandosi una ciocca di capelli ramata dietro l’orecchio.
Aveva passato un’estate fantastica in Spagna con i suoi fratelli e cugini, e non si era mai divertita così tanto. Tuttavia, nell’ultimo periodo, si sentiva davvero come un po’ turbata, ma non sapeva da cosa.
La mora scrollò le spalle. –Se lo dici tu… allora verrai a vedere la partita di Quidditch dopo?-
-Credo di sì- rispose poco convinta, e spostò tutta la sua attenzione sulla cena che era stata appena servita. Nel suo piatto giaceva del tacchino con le verdure, che lei esaminò con la forchetta, prima di portarlo in bocca.
-Hai saputo che la preside McGranitt vuole organizzare un ballo per il solstizio d’inverno?- le sussurrò l’amica all’orecchio, con un sorriso eccitato che le faceva brillare le pupille scure come la pece.
-Non ne sapevo niente, mi sembra un’idea…carinissima-
-Già, e vorrei tanto che mi invitasse qualche ragazzo carino-
-Beh anche io- commentò con aria sognante la rossa, lanciando lo sguardo verso il lungo tavolo al quale sedevano i Serpeverde.
Notò a qualche sedia di distanza il capitano della loro squadra di Quidditch, che raccontava con aria boriosa e un sorriso deciso in volto qualche episodio avvenuto durante gli allenamenti. Biondo, con gli occhi azzurri e sempre illuminati da una scintilla superba, l’unica persona dalla quale i suoi fratelli le avevano più volte ribadito di stare alla larga: Scorpius Malfoy.
Di suo padre si parlava solo con disprezzo, nella sua famiglia, quando proprio si voleva riaprire un discorso sugli anni andati, e lei rimaneva in silenzio a riflettere sulle motivazioni che spingevano la sua famiglia a detestare così tanto i Malfoy. Nonostante l’aria altezzosa e l’orgoglio presuntuoso che lo caratterizzava, Scorpius era agli occhi di Lily uno studente intelligente, una persona affascinante.
Strinse tra le mani il suo calice e se lo portò alla bocca, per evitare che proprio l’interessato potesse notarla, ad osservarlo con poca discrezione.
Non ci riuscì, perché il biondo si voltò appena per mostrarle un sorriso sghembo, che la fece arrossire, così tanto da desiderare di scomparire in quel preciso istante.
Ivy, alla quale non sfuggiva mai nulla, soprattutto perché conosceva Scorpius essendo figlia di un caro amico del padre, nonché sua cugina, diede una gomitata all’amica.
-No, Lily. Malfoy no- la rimproverò, in modo scherzoso.
-Ma cosa dici? Non lo conosco nemmeno- si difese, passandosi una mano tra i capelli rossi in un gesto evidentemente nervoso.
-Ma io conosco  troppo bene te, Potter. Ti avverto: non metterti nei guai-
Lily annuì, pensando fermamente che l’amica stesse dicendo un mucchio di sciocchezze. Si era casualmente voltata a guardare una persona a caso, lì nella folla, e quindi non aveva bisogno delle sue raccomandazioni.
-Credo che tua cugina ti stia cercando- la chiamò Ivy, interrompendo il fluire dei suoi pensieri.
Alzò lo sguardo e trovò una bella ragazza dai capelli liscissimi e color carota, gli occhi piccoli e blu come i lapislazzuli. Stava agitando la mano per farsi notare, così Lily si alzò per avvicinarsi al tavolo Grifondoro.
C’era un posto libero accanto a sua cugina, così si accomodò, sorridendo.
-Come state?- domandò, spostando lo sguardo verso suo fratello Albus e il coetaneo Hugo.
-Alla grande- risposero all’unisono, e la rossa pensò che probabilmente si riferissero alla partita di Quidditch di quel pomeriggio.
-La partita, vero?-
-Si- si intromise Rosie, alzando gli occhi al cielo.
A volte i fratelli di entrambe non parlavano d’altro, ma loro ci avevano fatto l’abitudine. Erano così anche i loro padri, d’altronde.
-Farai almeno un po’ di tifo per me, sorellina?- le domandò Al, scompigliandole i capelli con la mano, in un gesto affettuoso che fece arrabbiare la piccola Potter.
-Lascia stare i miei capelli! E comunque, ti auguro buona fortuna fratello, ma sono fedele ai miei Serpeverde-
-Dovrebbe sentirti zio Ron…sarebbe la fine per te-
-E’ questo il motivo per cui resto in religioso silenzio quando in famiglia parliamo di Quidditch-
-Scelta saggia- si complimentò Rose, ridacchiando.
Lily si ritrovò nuovamente a pensare allo strano caso del destino che l’aveva voluta una Serpeverde. Quando lo scrisse ai suoi genitori, tramite una lettera che fu recapitata loro dal gufo di James, era molto preoccupata. Tuttavia, Ginny ed Harry le avevano semplicemente detto di seguire il suo cuore e non fare mai sciocchezze. Era stato un enorme sollievo per lei, che però a volte si sentiva sempre come una specie di pecora nera in famiglia.
“Strano, come dopo così tanti anni, il mondo magico fosse ancora imperniato di pregiudizi” pensò, ma ancora una volta fu interrotta dalla cugina Rose.
-Ti va di venire in biblioteca con me?-
-Oh sì, mi farebbe piacere- rispose con un sorriso, poi salutò i due ragazzi con un cenno della mano e seguì la ragazza snella e alta verso uno dei loro posti preferiti.
Era certa che Rosie avesse ereditato tutta quella diligenza da sua madre, la zia Hermione Granger, una studentessa modello ed abile strega.
-Sai, Lily, c’è qualcosa che vorrei dirti- annunciò, prendendo sottobraccio la ragazza, che immediatamente la guardò con occhi curiosi.
-Dimmi pure-
La più alta le rivolse uno sguardo indagatore. –Ho notato, negli ultimi giorni, che c’è qualcuno che ti osserva troppo a pranzo, oppure nelle pause giù un giardino.-
-A me?- rise, indicandosi come se fosse particolarmente stupita.
-Sì, proprio a te. E mi chiedo se c’è qualcosa che mi nascondi, ma non credo-
-Puoi giurarci, non nascondo niente. Chi è questa persona?-
-Uno dei prefetti. Della tua casa.- disse decisa Rosie, lasciando perplessa Lily, che guardò altrove alla ricerca di ‘prove’.
I prefetti Serpeverde erano due: Sam Zabini e Scorpius Malfoy. Se sua cugina leggeva nella mente di Ivy, allora si trattava del secondo.
-Ti sarai semplicemente sbagliata. Sam e Scorpius li conosco solo di vista. O meglio, non ho mai parlato con Malfoy in vita mia-
-Mi fido della tua parola, nonostante tu sia una Serpeverde- scherzò la rossa, provocando uno sguardo iroso in Lily, che si bloccò davanti alla porta della biblioteca.
-Ma Scorpius ti guardava, e non voglio che tu sia una delle sue vittime. Tutte conosciamo il suo charme, oh Godric! Ma è davvero inusuale che lui  possa fissare te, una Potter, con i suoi viscidi occhi grigi da falso Malfoy che non è altro!- esclamò dura Rose, sbuffando.
-Non ti rivolgere così a lui, non lo conosci- sussurrò con calma la più piccola, alzando le spalle per mostrare che a lei non importava niente. Semplicemente, non era giusto affibbiare ad una persona delle colpe che, probabilmente, appartenevano solo alla sua famiglia.
-Ti ho solo avvertita- concluse la Weasley, e le due entrarono nella biblioteca, in silenzio. Non ripresero mai più quel discorso, anzi, finsero di non aver mai avuto quella conversazione.
Quando fu l’ora della partita di Quidditch, entrambe raggiunsero i loro rispettivi dormitori.
 
-Oh Salazar abbiamo vinto! Abbiamo vinto!- esclamò Ivy, stringendo in un abbraccio soffocante la sua amica Lily, che rideva, felice.
-Sì, è stata una partita fantastica. Devo complimentarmi con Al-
-Tuo fratello è stato bravo ma…Malfoy, l’hai visto?! Siamo dei campioni- continuò, particolarmente gasata, la mora.
-Hai ragione, hai ragione… wow!-
Finalmente Ivy la lasciò andare dalla morsa nella quale l’aveva rinchiusa e, prendendola per la mano, la trascinò verso l’uscita del campo.
-Non correre!-
-E dai Lily! Sai benissimo che ci sarà una festa nella stanza delle Necessità, stasera!- gridò Ivy, camminando a passo svelto.
-E tu sai benissimo che non ci verrò perché domani c’è il compito di Pozioni ed io non sono la migliore in quella materia- sbuffò Lily, dispiaciuta dal non poter prendere parte ai festeggiamenti.
-Ci saranno anche Rosie, Albus ed Hugo-
Quelli erano i tre nomi che Ivy utilizzava per convincere l’amica a partecipare alle feste clandestine, eppure quella volta non avrebbe funzionato.
-Mi dispiace, ma passo. I prefetti Serpeverde lo sanno?-
-E’ stato mio fratello Sam a proporlo! E figurati se Malfoy rifiuta-
-Mi sembra giusto- rispose Lily, pensando che la sua domanda fosse stata proprio stupida.
 
Giunte ai dormitori, la rossa aveva osservato, seduta sul suo letto, Ivy togliersi la divisa ed indossare un abito senza spalline blu, che metteva in risalto la sua carnagione olivastra.
-Stai benissimo- commentò, lanciandole un cuscino.
-Grazie. Ad ogni modo continuo a pensare che potresti venire-
-Forse verrò a farmi un giro più tardi-
Ivy la puntò con l’indice. –Ci conto. E adesso vado, ciao Lil!-
-Divertiti ma non esagerare- si raccomandò la rossa, ricevendo come risposta il tonfo della porta della camera.
In quel silenzio tombale che era piombato non appena la sua compagna di stanza era uscita, Lily pensò che avrebbe studiato a meraviglia. Così aprì il librone impolverato e se lo portò sulle ginocchia, iniziando a ripetere mentalmente tutte quelle formule, quegli ingredienti, che le facevano girare la testa.
Passò qualche ora, prima che, scocciata da quell’inutile ripetizione, Lily decise di uscire dal sotterraneo per giungere la stanza delle Necessità.
Camminava a passo felpato, attenta persino a respirare perché spaventata che qualcuno la vedesse. Aveva i capelli alzati giuso un po’ nei lati, e dei boccoli disordinati le cadevano sulle spalle, creando contrasto con il suo maglioncino grigio.
Non aveva tolto la divisa, perché quello era solo un giretto di perlustrazione per distrarsi, per vedere cosa stessero combinando gli altri alla festa clandestina.
-Chi va là?- una voce sicura la fece sobbalzare, tanto che affrettò pericolosamente il passo per nascondersi dietro ad una delle possenti colonne.
-Ho detto: chi va là? Sarò costretto a chiamare il guardiano se non ti fai vivo- ancora quella voce, che ben presto Lily scoprì appartenere proprio a Malfoy in persona.
Lo intravide, alto e snello, vestito come lei in divisa. Le mani in tasca e lo sguardo aguzzo come quello di  un gatto, pronto a catturare la sua preda.
Decisa, Lily si sporse dietro la colonna e alzò la mano per farsi vedere.
Il passo di lui si fece più svelto, fino a che non fu davanti a lei.
-Lily Luna Potter. L’unica dell’allegra combriccola finita nei Serpeverde.- parlò piano, fissandola negli occhi, ed inarcando con eloquenza un sopracciglio.
-Prefetto- lo salutò lei, rimanendo immobile, ignorando il commento che aveva accompagnato l’esplicitazione del suo nome.
-Cosa ci fai fuori? La festa è iniziata tempo fa-
Il tono le sembrò più rilassato, così accennò un sorriso. –Stavo studiando-
-Da quanto mi è stato detto sei una studentessa brillante, che bisogno avevi di rimanere a studiare?-
-Pozioni non è proprio il mio forte-
Lo vide abbassare lo sguardo per accennare una risata. –Si da il caso che invece sia la materia in cui eccello-
-Sei davvero modesto, se mi permetti- gli disse facendo una smorfia.
-Sono un Malfoy dopotutto, ma per quanto tutti mi descrivano come la Serpe cattiva della scuola, ti assicuro che sono molto meno spocchioso di mio padre.-
Non fece in tempo a terminare la frase che Lily aprì la bocca per parlare, ma lui alzò l’indice come per zittirla, e continuò la sua frase. –E non dirmi che nessuno ti ha messo in guardia da me, Potter.-
La rossa sorrise per la sorpresa, ma non si lasciò zittire da quell’affermazione. –I nostri cognomi fanno un certo stridore se posti nella stessa preposizione, non trovi? Ad ogni modo, complimenti per la partita di oggi.-
Scorpius apparve colpito dal modo di fare di Lily, e si ritrovò a pensare quante volta, da bambino, suo padre gli avesse esplicitamente chiesto di stare alla larga dai Potter, ed in effetti aveva spesso fatto a botte con James o Albus, ma trovava che Lily fosse simpatica. E poi, come poteva non sottolinearlo, quelle ragazza era una Serpeverde.
-Mi stupisce sempre vederti gioire alle nostre vittorie, è tuo fratello quello che torna a casa con una sconfitta-
Lily scrollò le spalle. –Gli voglio bene, ma sarebbe controproducente non tifare la propria squadra. Nonostante il mio cognome si Potter, prefetto, deve sapere che ho un orgoglio Serpeverde abbastanza accentuato.-
Il biondo si passò una mano tra i capelli biondi, sorridendo. –Puoi chiamarmi Scorpius-
Allungò una mano, nivea e con le dita affusolate, verso la sua.
La rossa esitò un attimo prima di stringergliela, ma poi alla fine lo guardò con un sorriso.
Se suo fratello o sua cugina l’avessero vista, probabilmente si sarebbero arrabbiati a morte.

 
  
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