Un paio di anni dopo
Edward.
Erano trascorsi un paio di anni da quando era
nata nuovamente Isabella, ma avevo preferito non interferire nella sua infanzia
e andavo a controllarla appena sapevo che lei era in pericolo.
Quella simpatica veggente di mia sorella mi
teneva informata su tutto e quindi sulla sua crescita, sui suoi genitori, sulle
scuole che frequentava, i suoi amici. Dai racconti di Alice avevo scoperto con
rammarico che René e Charlie si erano separati quando Isabella era ancora
piccola.
Sebbene fosse ancora una bimba, Isabella aveva
lo stesso carattere della sua prima vita quindi era leggermente ribelle.
Alice aveva avuto una terribile visione della
birbante che per esprimere tutto il suo dissenso alla separazione dei genitori
si era rifugiata nel boschetto nel retro della casa di Charlie perdendosi.
Quando mia sorella ebbe la visione partì all’istante per salvare la piccola
furfante.
La raggiunsi appena in tempo prima che cadesse
in un precipizio, per poco non mi venne un infarto.
“Piccola, perché sei qui tutta sola nel bosco?”
“Mamma e papà sono cattivi, non mi vogliono
bene!”
“Non dire così, ti stanno cercando!”
Dopo quel breve scambio di battute portai la
bimba dove erano iniziate le ricerche in modo che la trovassero i soccorritori.
Lei non era spaventata dal freddo innaturale del mio corpo, dalla presenza di
un giovane sconosciuto in quei boschi. Così pensai che si ricordasse della sua
prima vita.
“Grazie
Edward!” sussurrò prima che me ne andassi confermando i miei sospetti visto che
non le avevo detto come mi chiamavo.
“Come sai il mio nome?”
“Me lo ha detto papà che tutti gli angeli si
chiamano: Edward. A papì lo ha raccontato sua nonna”
Alla risposta della bambina rimasi deluso,
quindi non si ricordava della nostra vita passata. Una cosa era certa che
quella bimba era la mia anima gemella perduta perché solo una persona aveva
quel profumo…che ogni volta che lo sentivo come un colpo al cuore ma ormai, a
causa di tanta sofferenza riuscivo a resistere alla tentazione.
Dovevo lasciare che si godesse la sua infanzia,
ma le sarei rimasto accanto ogni volta ne avesse bisogno.
Nel frattempo decisi di andare a trovare le mie
cugine e il resto della mia famiglia che si era trasferita in Alaska.
Trascorsero altri anni in cui Tania mi ronzo
intorno come una fastidiosa vespa, ma con arguzia quando era troppo invadente
la invitavo a fare qualche attività troppo impegnativa per lei. Non vedo l’ora
di vedere Isabella che ormai era un’adolescente.
Fu proprio quella veggente di mia sorella che
mi annunciò che ormai i tempi erano buoni per conoscerla ufficialmente, ma dal
canto mio continuavo a chiedermi quanto si ricordava di me? Avrei dovuto
presentarmi come un suo normale coetaneo o dirle subito la verità?
Dovevo dirle: “Salve, sono Edward Cullen e sono
lieto di conoscerla?” o “Salve, sono felice di rivederla, non sa quanto l’ho
attesa!” ?
Mentre mi stavo incamminando per Forks era più
propenso alla prima opzione per non spaventarla, ma una cosa era certa: non
avrei ripetuto gli errori del passato.
I giorni trascorrevano noiosamente e il liceo
di Forks mi sembrava un purgatorio. Contavo i giorni, le ore, i minuti, i
secondi che mi mancavano nel rivederla.
Isabella.
La mia vita era stata abbastanza tranquilla se
non si calcola il fatto che i guai sono follemente innamorati di me. Lo stesso non potevo dire dei ragazzi mi
evitavano quasi fossi un’appestata ma non ero un tipo di persona che cercava
l’attenzione di chi non la voleva.
Per quanto riguarda la mia abilità nel
cacciarmi nei guai preoccupava molto la mia amata mamma che mi teneva d’occhio
come un falco.
Quando i miei genitori si separarono ero molto
piccola e quasi non ricordo come ero il loro matrimonio, ma crescere con dei
genitori separati aveva segnato la mia infanzia. Di quel periodo ricordo la ma
fuga nel boschetto vicino alla casa di mio padre e di come fui salvata dal mio
angelo custode quando rischiai di cadere in un precipizio nel tentativo di
ritornare a casa.
Ricordo che a salvarmi fu un ragazzo, ma nel
corso degli anni quel ricordo sembrava quasi svenire se non fosse per il fatto
che mia madre continuava a ricordarmi quella disavventura infantile, anche se
lei non aveva mai conosciuto quel misterioso giovanotto che mi aveva salvata la
vita. Secondo René quel misterioso ragazzo del bosco non era altro che il
frutto della fantasia infantile.
Nel corso degli anni mia madre cercò ad
avvicinarmi alle attività sportive, ma in quel lato ero negata come mio padre.
René aveva provato ad iscrivermi ad un corso di
danza quando era una bimba, ma fin dalla tenera età avevo la capacità di
slogarmi la caviglia per un banale passo di danza classica.
Non mi piaceva danzare come non adoravo tornare
a Forks durante l’estate perciò Charlie veniva in Arizona, dove mia madre si
era trasferita. Per me era difficile trascorre dei giorni con dei genitori che
litigavano.
Con l’inizio dell’adolescenza è il rapporto
teso tra Charlie e René provocò un senso di ribellione, di solitudine ma
specialmente di reticenza in confronto dell’amore.
Sapevo già dall’età di 8 anni le nozioni
basilari di educazione sessuale, e fin dalla seconda infanzia sapevo chi
ricopriva il ruolo di genitrice, ovviamente la madre ero io.
Dopo Charlie mia madre era diventata come
un’eterna adolescente tra amori e nuovi flirt e spesso ero io, una ragazzina di
10 anni, a raccogliere i cocci.
Avrei voluto sapere com’era il rapporto dei
miei prima che iniziassero a litigare per ogni occasione, avrei voluto chiedere
a papà ma lo vedevo poco e quando c’era preferivo godermelo.
Papà si comportava da bravo genitore e per
fortuna con lui non mi sentivo il suo custode. Spesso mi chiedeva come si
comportava mamma con me, ma non avevo mai messo in cattiva luce mamma forse
perché pensavo di essere responsabile per lei.
Quando mamma conobbe Phil sembrò aver trovato
un porto sicuro, una persona che riusciva a tranquillizzare la sua irrequietezza.
Il secondo matrimonio di mamma venne celebrato
pochi giorni dopo il mio diciassettesimo compleanno e quel giorno si mise la
parola fine alle mie speranza che i miei genitori ritornassero insieme.
Da quando mia madre aveva accettato la proposta
di matrimonio capì che lei era al sicuro anche senza di me, capì che non sarei
riuscita a vivere con loro e trascinata da una parte all’altra degli USA per
gli allenamenti e gli ingaggi del mio patrigno.
Non odiavo Phil gli volevo bene perché amava
mia madre, ma non ero affezionata come con Charlie, in fondo il buon poliziotto
era mio padre.
Così decisi di trasferirmi a Forks.
Angolo tutto mio: Questa volta unito i due punti
di vista e spero che vi piaceranno. Se c'è qualcosa che non vi
va potete scrivermelo. Buona serata a tutti