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Autore: Watashiwa    30/07/2015    1 recensioni
'L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso. L'amore non è mai presuntuoso o pieno di sè, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore.'
Raccolta sul pairing di Naruto NaruHina, personalmente il mio preferito da sempre (dal lontano 2006).
Possibile inserimento di momenti 'ipotetici/missing moment' ma per la maggior parte tratti dal manga/anime Naruto.
Dal principio fino alla fine, qualunque essa sia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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12. Perché la loro empatia è forte anche con la semplicità.

Tsunade aveva avvertito tutti loro, dal primo all'ultimo: quella missione non poteva non portare qualcosa di buono per la scoperta del nemico.
Era visibilmente preoccupata nonostante i suoi occhi nocciola ostentassero tutta la fierezza e l'orgoglio che il ruolo di Hokage le donava ormai da tempo, ma i suoi subordinati erano seri, capaci e volenterosi, sapeva di aver scelto il meglio per quell'incarico e non era intenzionata a cambiare idea per nessuna ragione.
Pioveva fitto quando Naruto incalzava il gruppo a partire subito per andare a ricercare qualche indizio riconducibile al suo migliore amico e in parte anche all'Akatsuki.
Sbraitava su come era necessario mettersi già in marcia per avvicinarsi al luogo indicato, su come i veri ninja non potevano stare un secondo di più inermi di fronte il loro dovere e come il suo credo ninja non poteva permettergli di aspettare una notte, cosa che volevano effettivamente fare i cani ninja, la tediosa Shizune e Shino, forse anche per ripicca per non averlo riconosciuto tempo fa.
Alla fine, tra una battuta sarcastica di Kiba sul suo temperamento e le pericolose minacce di Sakura a pugni chiusi e il suo sguardo deciso, Naruto si arrese all'evidenza e alle sollecitazioni varie, dirigendosi a casa come gli altri sotto la violenta pioggia battente, dando appuntamento ai suoi amici compagni per il giorno seguente.
Mentre i suoi passi pesanti si confondevano per le strade fangose di Konoha, la sua mente continuava a pensare incondizionatamente a Sasuke, al suo destino da vendicatore e alla sua ipotetica vita in quel preciso istante.
Il suo volto era sempre con lui in ogni momento della sua giornata, qualsiasi cosa facesse effettivamente.
In modo tale che in allenamento riuscisse sempre a superare i limiti della sua crescente potenza e del suo fisico e che, una volta di fronte a lui per la seconda battaglia, non gli avrebbe sferrato un pugno vuoto, di cieca empatia e più debole del suo, com'era accaduto tre anni prima in quella dannata valle desolata.
Gli chiese gentilmente scusa per il ritardo ancora una volta e il suo sguardo rivolto verso l'alto si fece meno cupo ed adirato, interpretando genuinamente quelle gocce d'acqua gelida come un segnale di buon'auspicio, che lo avrebbero portato più vicino alla soluzione delle cose che non riusciva ancora a comprendere, riducendo il male che circondava i cuori dei ninja e riacquistare quel briciolo di innocenza barbaramente scacciata da debolezza ed abuso di potere dalla sua quotidianità.
Il giorno seguente Naruto fu il primo a presentarsi di fronte alle porte del villaggio, carico e determinato come non mai, seguito a ruota dal suo team, il team 8 e dopo un quarto d'ora buono Kakashi, non giustificato affatto da un Naruto quasi iperattivo, da un Kiba nevrotico per essersi alzato presto quella mattina e una Sakura sia arrabbiata che preoccupata per le sorti di quella missione e il suo effettivo impiego: da quando aveva incontrato Sasuke, qualcosa in lei si era scosso vorticosamente e immaginava come doveva sentirsi Naruto a riguardo dopo le cure in infermeria, la sua disfatta come forza da prima linea e l'irrequietezza della sera scorsa nell'ufficio del Sannin.
In fondo lei sarebbe partita con gli altri in capo al mondo anche la scorsa notte ma recitare la parte della risoluta e della cocciuta turbata della squadra insieme a Yamato non le permetteva mai di viaggiare sulla stessa linea dell'empatia e della forza morale di Naruto e questo nel profondo le dispiaceva un sacco, come se fosse un effettivo peso in più per loro e per il legame di sangue tra il biondo e il suo adorato e dannato Sasuke, nella quale non si era mai sentita realmente parte e a fianco del loro valore umano e da guerrieri.
Kakashi si portò velocemente su un tetto a pagoda di un'abitazione distante qualche metro dalla porta del villaggio, seguito a ruota da tutti i suoi compagni di missione.
Iniziò a spiegare diligentemente tutti i movimenti necessari nel luogo distante 5 chilometri, di come ogni direzione dovesse essere sapientemente controllata ed accettata in maniera unanime, con i cani che avrebbero accompagnato ognuno di loro per la comunicazione a distanza e per segnalare qualche indizio.
Kiba aveva già il fido Akamaru, Sai, Sakura e Shino si affiancarono ai due cani prescelti per loro e più indicati per le loro indicati, Kakashi si scomodò per quel poco per Pakkun e notando la proverbiale insofferenza di Naruto, s'affrettò nel dirgli che Yamato ed Hinata lo avrebbero seguito al suo fianco; con le loro abilità speciali lo avrebbero sicuramente supportato a sufficienza.
Hinata ebbe un leggero sussulto quando Kakashi fece il suo nome affiancato a quello di Naruto.
Quello che iniziava a ronzarle in testa non era imbarazzo nello stare accanto al ragazzo per un limitato lasso di tempo, più che altro in lei nacque un forte senso di malinconia legata ad impotenza.
La sera prima era rimasta silente vicino alla scrivania dell'Hokage, mentre Kiba soleva pronunciare battute sarcastiche nei riguardi di Naruto e Shino farfugliava qualcosa nei riguardi della pazienza e della prudenza, di come i suoi insetti non sarebbero riusciti ad essere efficienti per l'incarico.
Tra voci rudi e determinate ad avere ragione, non faceva altro che aspettare che tutta quella discussione finisse per riuscire ad organizzarsi sul da farsi, qualunque fosse l'esito della scelta.
Non aveva neanche avuto il coraggio di raggiungerlo successivamente per accompagnarlo a casa, per dirgli qualcosa di incoraggiante, dimostrandogli comprensione ed affetto, quasi per tranquillizzarlo e renderlo più sereno per il giorno seguente.
Quello che era riuscita a fare era guardarlo di soppiatto dall'ingresso del palazzo mentre lui scompariva per la strada e si dirigeva nevrotico verso casa sua, abbassando lo sguardo sconsolata ed infelice per tutto il tragitto verso la sua imponente magione.
Sapeva che le sue abilità erano effettivamente più limitate rispetto a quelle di Neji nii-san ma finalmente l'occasione per lei e per dimostrare alla squadra e a Naruto di essere progredita come ninja era arrivata.
La speranza si impossessò improvvisamente del suo animo e lasciò che la negatività e l'ansia di quella nuova missione si slegasse dal suo cuore, in modo tale da rimanere concentrata e pronta ad agire con il suo Byakugan più potenziato.
Fece comunque uno, due, tre passi verso il giovane biondo, visibilmente inquieto e pensieroso come sempre da diverso tempo, guardandolo con dolcezza e l'empatia di qualcuno che teneva realmente alla sua felicità.
«I-Io non ti deluderò, Naruto-kun.» disse quasi in maniera soffiata la ragazza, arrossendo spontaneamente sperando per un attimo che il giovane non l'avesse sentita biascicare incerta quelle parole.
Naruto invece l'aveva sentita benissimo, forte e chiara come una luce pura e cristallina pronta a donargli più tenacia per quell'inizio un po' strano e carico di tensione nell'aria.
Si girò lentamente verso la direzione da dove proveniva quella voce così innocente e sottile e riconobbe quella ragazza che da sempre era stata gentile con lui, aveva sempre voluto dire qualcosa per tutti, forse troppo per lui.
Si limitò a sorriderle a trentadue denti e a dirle uno spontaneo quanto energico «Ok!» in modo convinto e fiero, dimostrandole la fede che si portava dietro per quel compito.
Hinata non poteva sapere che quelle poche parole avevano inferto a Naruto tanta forza d'animo in grado di fargli dimenticare per un attimo tutta la diffidenza che gli era stata rivolta il giorno precedente, cosa che nel profondo del suo cuore non poteva per niente digerire.
Era una ragazza così cara e buona, pensò il genin con genuinità, mai niente sarebbe cambiato tra di loro, mai il lato innocente della Hyuuga sarebbe mutato per delle sciocchezze.
Ma a volte Naruto dava per scontata persino la sua complicata vita e quello che con affetto gli stava accanto.
   
 
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