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Autore: Whenthedaysarecold__    31/07/2015    0 recensioni
Ma Jaqueline non era il tipo di persona che si accontentava, aveva sempre preteso il meglio, da se stessa e dagli altri.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Non avevo dubbi sulla tua buon riuscita, tesoro. Ora scusami, ma sono molto impegnato, ci sentiamo presto>> Jaqueline chiuse il telefono con aria scocciata. Non si aspettava che la notizia della sua ammissione avrebbe suscitato grande entusiasmo in suo padre, ma sperava almeno in un minimo interesse. Suo padre era sempre stato così, un uomo austero e quasi privo di emozioni, doti necessarie in un grande imprenditore quale era. Per questo non si era stupita quando sua madre, pochi anni prima, aveva deciso di abbandonare le comodità della sua monotona vita per scappare con un artista. Era tornata in Spagna, abbandonando marito e figli. La sua fuga aveva suscitato un grande scalpore e per un uomo in vista come il padre di Jaqueline era stato un problema camuffare la decisione della moglie. La storia ufficiale era che la donna era stata costretta a tornare in Spagna a causa del malessere di un famigliare stretto, ma per Jaqueline non era un problema dire a tutti la verità. Non biasimava sua madre per la decisione che aveva preso, era una donna troppo emotiva e bisognosa d'amore per stare con un uomo del genere.

Jaqueline avrebbe preferito essere esattamente come suo padre, priva di sentimenti, ferma sui suoi obiettivi e immune a qualsiasi distrazione, ma per quanto si sforzasse alcuni tratti di sua madre erano ben evidenti.  Aveva preso da suo padre la determinazione, la sicurezza e la consapevolezza di eccellere in tutto e la voglia di fare carriera ma sua madre le aveva trasmesso la propensione verso qualsiasi forma d'arte, il bisogno di dire sempre quello che pensava, l'incapacità di mentire e il mal celato bisogno di essere amata. 

Questo era Jaqueline, un involucro perfetto che nascondeva un costante contrasto.

Il primo giorno di lezione, la ragazza si svegliò abbastanza di buon umore, pronta a iniziare una nuova fase della sua vita. A differenza della maggior parte dei ragazzi della sua età, Jaqueline amava imparare cose nuove e uno dei suoi principali obiettivi era diventare una persona colta ed erudita. 

Tuttavia uno dei principali difetti della ragazza era il ritardo, non riusciva quasi mai a presentarsi puntuale e neanche quel giorno si smentì. Arrivò nell'aula quando la lezione era già iniziata da venti minuti, e al suo arrivo attirò l'attenzione di tutti i presenti, ma questa non era una novità per Jaqueline, che per niente imbarazzata esordì con una frase di scuse e prese posto in una delle prime file. 

Non poté far a meno di notare che il professore era un uomo davvero affascinante, doveva avere circa trentacinque anni , i capelli biondi erano perfettamente tirati all'indietro, la barba ben rasata e gli occhi di un profondo verde. Jaqueline aveva un debole per gli uomini più grandi, soprattutto se ben curati e intelligenti. Aveva sempre evitato relazioni con i suoi coetani poiché li reputava sciatti e immaturi. 

Una volta finita la lezione, Jaqueline raccolse le sue cose, inforcò gli occhiali da sole ed era già pronta a precipitarsi in un'altra aula quando venne richiamata da qualcuno. 

<< Signorina! Mi scusi!>>

Si guardò intorno un po' spaesata e quando si accorse che la voce proveniva dalla cattedra indossò la sua solita veste di sicurezza e si incamminò a passo svelto dal professore.

<< C'è qualche problema? Mi scusi, ma vado abbastanza di fretta>>

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L'uomo aveva notato Jaqueline appena aveva varcato la soglia della sua aula, una bellezza del genere era rara.  La sicurezza con cui camminava, il vestito stretto che si alzava impercettibilmente ad ogni passo, l'espressione concentrata del volto e il modo distratto in cui giocherellava con i capelli lo avevano rapito. La desiderava, desiderava avere quel corpo e sentire il sapore di quelle labbra. 

La ragazza sorrise quasi beffarda  << Mi chiamo Jaqueline >> 

Aveva notato le sensazioni che aveva provocato nel professore e aveva subito intuito dal tono di voce, sicuro quasi quanto il suo, che tipo di uomo fosse.  " il tipico uomo ricco di fascino abituato ad avere tutto" pensò la ragazza, prendendoci in pieno. Peccato che non conoscesse ancora Jaqueline.

<< Io sono il professor Morati, ma puoi chiamarmi Marco>> sorrise sicuro << e lui è il mio stagista, Andrea>> aggiunse indicando un ragazzo sulla ventina che stava arrivando in quel momento. 

La sua figura incuriosì Jaqueline, non rispettava i suoi ideali di perfezione ma c'era qualcosa in lui che la attraeva. Era l'esatto contrario del professore, capelli scuri e ribelli, leggera barba sulla mascella ben marcata e occhi di un'insolita tonalità di grigio. 

Non ricevendo ancora una risposta, l'uomo continuò a parlare: << Mi farebbe piacere continuare a parlare con lei e approfondire questa conoscenza, le andrebbe di pranzare con me?>>

La ragazza finì di esaminare il ragazzo e poi si rivolse finalmente all'uomo con il sorriso beffardo ancora stampato sul viso:<< Mi dispiace professor Morati, non mi biasimi se la chiamo così, ma immagino che avrà occasione di conoscermi meglio durante le sue lezioni, essendo lei il mio professore di letteratura, pertanto mi vedo costretta a rifiutare l'invito. Buona giornata>> detto questo indossò gli occhiali da sole e senza dare all'uomo il tempo di replicare, uscì con sicurezza dall'aula. 

Il ragazzo, rimasto lì a guardare, scoppiò in una fragorosa risata :<< Ti è andata male, eh?>>

L'uomo fulminò Andrea con lo sguardo:<< Non mi arrenderò facilmente>> .
   
 
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