Title: Promesse
Author: tao
Beta: elyxyz
Paring: Artù/Merlino
Rating: PG(+?). Solo qualche allusione ^______^
Genere: comico
Disclaimer: i personaggi citati in questa fic non sono miei (purtroppo) e appartengono agli aventi diritto. Ovviamente, io non ci guadagno nulla.
Summary: No-no-no, non ce la poteva fare. Fisicamente parlando.
“E' una sfida alla tua resistenza o alle mie capacità?”
“Che cosa??”
“Proprio così.” Incrociò le braccia sul petto, soddisfatto.
“No. Non è possibile.” Boccheggiò paonazzo, il mago.
“Sì, invece. Una promessa è una promessa.”
“Ditemi: quando mai avrei osato promettervi, io, sesso sfrenato su ogni tavolo di Camelot?”
Artù si guardò compiaciuto le unghie “Mh, fammi pensare... giovedì, no, venerdì sera, alla festa dell'equinozio d'autunno.”
“No, non è possibile, ve lo state inventando.” Oppure no?
“Sì invece. Ci sono i testimoni.”
“Cosa??”
“Hai avuto la bella idea di sederti sulle mie ginocchia.” Rispose, sempre più divertito, il principe.
“Questo ve lo siete inventato!”
Era sbronzo, ma non così sbronzo. Già per aver promesso ad Artù sesso selvaggio su ogni singolo tavolo del castello doveva essere fortemente ubriaco, ma da fare una figura così... impudica davanti a tutti...
Se la voce fosse giunta a Uther sarebbe stato scuoiato e sarebbe stato usato come scendiletto la mattina. Tanto valeva andar direttamente da lui e dirgli “Buonasera, futuro suocero, io sono un mago!”
No no, Artù si stava prendendo gioco di lui. Come sempre.
Peccato che il suo ghigno non lo rassicurasse nemmeno un po'. E come era arrivato a inchiodarlo contro il... tavolo?
“Vogliamo iniziare?”
“Non mi pare il caso...” Gli spinse il palmo sul petto cercando di tener quelle mani invadenti lontane dai suoi pantaloni.
“Devo finire di aiutare Gaius, passare da Lady Morgana, affilarvi la spada...”
“Eh, no, caro Merlino. Me l'hai promesso. E poi la mia spada è già affilata.” Roteò gli occhi allusivo.
“Ma Artù...” Piagnucolò il mago. “Tutti i tavoli di Camelot sono tanti.”
Avrebbe anche potuto essere piacevole, ma non ce l'avrebbe fatta fisicamente. Non li aveva puliti lui tutti i tavoli, per uno stupido capriccio. Se davvero Artù avesse messo in atto i suoi oh così nobili propositi avrebbe dovuto camminare a gambe larghe per un mese. Se fosse riuscito a mettersi in piedi per due metri consecutivi.
No-no-no, non ce la poteva fare. Fisicamente parlando.
“E' una sfida alla tua resistenza o alle mie capacità?”
Dannato asino, sapeva sempre rigirare il discorso a suo favore.
Tanto, chi era che doveva sgobbare pulendo, rassettando, subendo i suoi capricci? Lui.
Artù, incurante dei suoi turbamenti interiori, lo sollevò di peso mettendolo a sedere sul suo oh, così eccitante tavolo.
“Ma bisogna farli tutti tutti?” Pigolò Merlino.
Artù lo spinse giù armeggiando con i bottoni della camicia.
“Vedremo. Se mi verrà voglia, potremmo testare anche tutti i letti del castello.”