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Autore: MarcoG    31/07/2015    7 recensioni
Storia seconda classificata al contest "Mettiamoci in gioco" indetto da Christine Carter sulla pagina "EFP famiglia: recensioni,consigli e discussioni"
La consegna era: Storia di un uomo/una donna che si sposa due volte (quindi si parla di bigamia).
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prendo in mano la biro che mi è stata lasciata sul tavolo e la guardo. 
E' una di quella che compri al supermercato per neanche un dollaro, roba scadente, e affianco a lei ci sono alcuni fogli bianchi. "Scrivi com'è iniziata la tua storia con Sara", mi è stato detto. Ho riflettuto qualche minuto prima di accettare, ma alla fine l'ho fatto. 
In fondo, cos'ho da nascondere?


8 Settembre 2014
Volendo, posso essere ancora più preciso. Erano le 17.30 di lunedì quando l'ho incontrata per la prima volta. Era seduta su una panchina del Central Park intenta a leggere non so cosa, visto che lo stava facendo attraverso quegli strani aggeggi che prendono il nome di e-reader. Mi è sempre piaciuto sbirciare cosa la gente legge quando è in metro, sul treno o al parco come nel suo caso, ma questi nuovi dispositivi mi impediscono di farlo. Forse è per questo che non li amo.
Invece lei l'ho amata dal primo momento in cui l'ho vista. Conosco la normale reazione che si ha in questi casi, ed è quella del "non è possibile, sarà stata solo attrazione fisica". 
Ebbene no, non era solo quello. Certo, Sara quel giorno era bellissima: indossava una giacca color panna, perfetta per il clima che iniziava a rinfrescarsi, un vestitino a righe bianco e blu  e portava i suoi bellissimi ricci biondi sciolti sulle spalle. La sensazione che ho sentito, dicevo, era amore. Ho sentito fin da quel primo momento che era una creatura da proteggere, da amare, da fare in modo che possa vivere ogni giorno della sua vita felice e senza preoccupazioni. Se mi si chiede com'è possibile provare determinati sentimenti per una persona mai vista, non saprei cosa rispondere, ma continuando a frequentarla non ho potuto che confermare queste sensazioni nei suoi confronti. 


10 Settembre 2014
La vidi per la seconda volta e dopo averla osservata come già feci quel lunedì decisi di alzarmi per andarla a conoscere. Una di quelle mosse che si fanno senza neanche sapere cosa dire, semplicemente perchè si sente il bisogno di farlo. Lo squillo del cellulare però mi fermò dal farlo: era Patricia, mia moglie. Ebbi una breve conversazione con lei, come accadeva sempre in quel periodo, dopodichè dovetti rientrare a casa. Alice, mio figlia, aveva avuto una brutta crisi e Patricia mi chiedeva di tornare. Sospirando, abbandonai l'idea di avvicinarmi a Sara. 


24 Settembre 2014
E' il giorno in cui abbiamo deciso di stare insieme e di giurarci eterno amore.
Esattamente come per i sentimenti che ho descritto prima, anche in questo caso mi pare di sentire nelle orecchie le reazioni che questa mia frase potrebbe scatenare. "Ma come, ti innamori in questo modo di una donna dopo due settimane che la conosci? Sei un folle!". 
Eppure sì, era amore, quel tipo di amore che ti cattura così tanto che non riesci neanche più a pensare alla tua vita senza di lei. 
Sara disse sì, subito, nonostante ci conoscessimo da poco. Dopo quel famoso lunedì del mese ero riuscito a parlarle solo un paio di volte, ma furono più che sufficienti ad entrambi per capire ciò che provavamo l'uno per l'altra. 
Ci eravamo visti tre volte dopo quel giorno. La prima avevamo parlato a lungo nel Central Park, scambiandoci informazioni sulle nostre vite e inziando a conoscerci. La seconda le avevo proposto di bere qualcosa assieme e finimmo per fare anche una lunga passeggiata sulla HighLine, godendoci la bella vista e scherzando su un nostro ipotetico futuro assieme. 
Il terzo giorno fu proprio il 24, quando le chiesi di vivere per sempre con me. Non ci fu bisogno di sprecare troppe parole sul fatto che io fossi già sposato; capiva benissimo la mia situazione e non sentiva il bisogno di chiedere altro.


2 Ottobre 2014
Ho avuto il primo brutto litigio con mia moglie. La litigata era partita dal fatto che Alice aveva avuto un'altra crisi e io non fossi lì a darle conforto. In quel periodo io e mia moglie avevamo fatto di tutto per far sparire in casa ogni oggetto che potesse far tornare in mente Albert a mia figlia, ma una piccola trottola era rimasta dietro un mobile in soggiorno e lei l'aveva trovata per caso. Aveva iniziato a piangere a dirotto, poi aveva incominciato a graffiarsi le braccia e a tirare calci a qualsiasi cosa avesse attorno. Come se la morte del nostro secondo figlio Albert non fosse già sufficientemente dura da sopportare per me e mia moglie, ci si metteva anche Alice con queste reazioni. 


15 Ottobre 2014
Secondo grosso litigio con Patricia. Accadeva sempre più spesso che nei nostri battibecchi ricordasse l'incidente in cui è morto Albert, apparentemente senza farlo apposta. O almeno, lei ha sempre detto così. Ne è conseguito il solito botta e risposta che accedeva sempre in quei casi: io le dicevo "non è stata colpa mia", lei mi rispondeva "lo so" e poi me lo ricordava nuovamente il giorno dopo. Insomma, non eravamo in grado di uscire da quella situazione.


11 Novembre 2014
Terzo e ultimo litigio prima della mia fuga d'amore con Sara. Quella volta mi chiese di tornare immediatamente a casa dopo il lavoro, senza farmi una bevuta con i colleghi o passare del tempo a fare altro. Non so se aveva già fiutato il fatto che mi frequentassi con un'altra donna, ma comunque niente mi avrebbe fatto rinunciare a Sara. Mi ricordo che mi chiese: "lo sai cosa vuol dire questa tua risposta, vero?" e io me ne sono andato senza risponderle. Nel giro di poco più di un mese non provavo più nulla per quella donna, quindi anche volendo non avrei saputo cosa rispondere. La mia vita con lei non mi interessava più, volevo solo iniziarne una nuova con Sara.


29 Novembre 2014
E' stato il giorno in cui ho fatto la mia prima mini vacanza con lei. Ci eravamo convinti di andare a vedere le cascate del Niagara visto che non c'era mai stata, ma in pratica non l'abbiamo fatto. Siamo arrivati a Buffalo e abbiamo preso un hotel, con l'intezione di passare lì un po' di tempo e poi nel tardo pomeriggio andare alle Niagara Falls. Quando ci siamo ritrovati soli in hotel però la voglia di fare l'amore per la prima volta ci ha assaliti: l'abbiamo fatto e ci è piaciuto tantissimo, tanto che l'abbiamo fatto di nuovo. E ancora, e ancora. Quando ci siamo accorti che ore erano era già tardi per raggiungere le cascate, quindi abbiamo fatto quattro passi per la città e poi siamo tornti in hotel. Abbiamo ordinato la cena in camera e dopo ci siamo di nuovo messi a letto. 
Non abbiamo visto quasi nulla ma è stato bellissimo.


12 Dicembre 2014
Io e Patricia non ci siamo parlati per tutta la giornata. Il nostro rapporto era diventato talmente pessimo che ormai semplicemente ci ignoravamo, come due estanei che vivono nella stessa casa. Cosa pensava di me non mi importava, l'unica cosa importante era il tempo che passavo con Sara. E fortunatamente ci vedevamo sempre più spesso.


25 Dicembre 2014
Ho detto a Patricia che avrei passato il Natale fuori casa e mi ha fatto una scenata degna di una donna che ha perso il senno. Mi ha ricordato quanto la nostra famiglia stesse passando un periodo difficile, di quanto bisogno avevamo di stare uniti e altre cose del genere. Ho acconsentito solo se in cambio mi avesse lasciato libero per gli ultimi giorni dell'anno e lei ha accettato, pur lanciandomi uno sguardo carico d'odio. 
Ormai passare le festività con lei non mi interessava più, esisteva solo Sara.

30 Dicembre 2014 e giorni successivi
Ho iniziato la mia seconda vacanza con Sara andando a Bristol, visto che entrambi sappiamo sciare. Mi ricordo che non era per niente partita bene: in Hotel la persona alla reception mi ha chiesto come mai avessi richiesto una stanza con il letto matrimoniale, probabilmente perchè Sara ha un aspetto molto giovanile e l'avrà scambiata per mia figlia. Poi in tarda mattinata siamo saliti sugli impianti e lì abbiamo deciso di sciare un po' prima di pranzo ma un ragazzino di massimo tredici anni ha ben pensato di venirmi addosso con il suo snowboard. Si è scusato velocemente ed è andato via, lasciandomi per terra dolorante. Fortunatamente la mia bella bionda mi ha dato una mano a rialzarmi e siamo scesi con calma, senza incontrare altri esagitati di quello sport. Visto che mi ero fatto male siamo stati entrambi d'accordo nell'evitare di andare in giro per ristoranti, siamo tornati in hotel e abbiamo ordinato il servizio in camera. Da quella prima mattina in poi abbiamo fatto sempre così; a Sara non piacciono molto i saloni affollati e il prezzo per consegnarti il pranzo direttamente davanti alla porta non è poi così alto, quindi alla fine ci siamo trovati bene in quel modo. 
E' stato in quei giorni che ho pensato per la prima volta di legarla a me in qualche modo, oltre l'amore fedifrago che caratterizzava tutta la nostra storia.


5 Gennaio 2015
Sono tornato a casa solamente un paio di giorni, giusto il tempo di lavare un po' di cose e fare un paio di telefonate. Ho chiamato il lavoro per dire loro che sarei rientrato più tardi visto che avevo deciso di prendermi un'altra settimana di ferie. Questo perchè negli ultimi giorni a Bristol parlando con Sara è venuto fuori il fatto che non è mai stata a Las Vegas e nemmeno io. A quel punto le ho chiesto se le andava di prolungare le ferie per andarci insieme ed ha accettato.
Patricia ovviamente non mi ha fatto partire senza una lavata di capo. Prima ha cercato di convincermi a lasciar stare facendo leva sulla condizione di salute di Alice, poi quando ha visto che non funzionava ha iniziato a farmi una serie di domande in pieno stile interrogatorio. "Come mai non rientri al lavoro", "Dove vai", "Con chi parti" eccetera eccetera. La trovavo talmente insignificante per me che non ho neppure tentato di mentire, le ho risposto semplicemente che avevo trovato una buona compagnia e sarei stato con lei. 
Ovviamente sentendo quella risposta è andata di matto ma io ho recuperato velocemente le mie cose e sono uscito di casa. Poteva pensare quello che voleva, non mi importava.


6 Gennaio 2015
Abbiamo iniziato il nostro viaggio per il Nevada. Qualche giorno prima al telefono quando Sara ha accettato di venire con me a Las Vegas ha detto "Prenoto subito il volo!" ma io le ho chiesto di fermarsi. "Andremo in macchina", ho risposto, e lei ovviamente ha ribattuto che ci sono più di duemila miglia da fare per arrivare e che ci avrebbe occupato un sacco di giorni. La realtà era che volevo proprio quello, ovvero un po' di giorni da passare solo io e lei per chiederle una cosa importante. Volevo chiederle di sposarmi a Las Vegas.


9 Gennaio 2015
Guidare così tanto mi ha stressato parecchio, visto che Sara non ha la patente e non mi poteva dare il cambio, ma alla fine in tre giorni siamo arrivati a Las Vegas. Abbiamo discusso a lungo della mia proposta, perchè ovviamente io sono già sposato e si tratterebbe di poligamia, ma con mia grande felicità ha accettato. Mi ha chiesto più volte se era la cosa che volevo veramente, se sapevo a cosa andavo incontro e tante altre cose, ma la mia risposta è sempre stata sì.
Stare con Sara è la cosa più bella del mondo e volevo rendere la nostra relazione concreta, tangibile. Con Patricia non avrei mai potuto divorziare per via di Alice, ma questo non poteva impedirmi dal vivere felicemente la vita che mi restava.
Abbiamo quindi iniziato a girare per Las Vegas alla ricerca del posto giusto dove sposarci e ne abbiamo trovati parecchi. Non pensavo ci fossero così tante cappelle disposte a celebrare matrimoni, mi ricordo che ha stupito sia me che Sara. Alla fine comunque abbiamo scelto una celebrazionione semplice, visto che nessun particolare "extra" avrebbe potuto aumentare ultiormente la gioia che provavamo in quel momento.


11 Gennaio 2015
Dopo essermi ripreso dal lungo viaggio, finalmente c'è stato il matrimonio. La persona con cui avevo parlato per mettermi d'accordo si era dimostrata molto cordiale il giorno prima ma estremamente scortese il giorno dopo. Quando ci siamo recati sul posto mi ha chiesto con chi intedessi sposarmi e quando ho risposto che non capivo a cosa si riferisse mi ha detto che ovviamente ci voleva una signora per celebrare le nozze. Evidentemente era un altro di quelli che prendevano Sara per una ragazzina, visto il suo aspetto giovanile, quindi per tagliare corto ed evitare inutili litigi gli ho allungato un altro paio di banconote da cento dollari. Non volevo di certo mettermi a discutere il giorno del mio matrimonio con uno stupido moralista, quindi gli ho chiesto di sposarci e basta senza perdere ulteriore tempo. Mi ricordo che mi ha guardato stranissimo e ha celebrato le nozze rivolgendosi solo a me per tutto il tempo.
Comunque, ciò che mi importava veramente era accaduto. Mi ero sposato con Sara.


14 Gennaio 2015
Giorno di ritorno a casa. Incredibilmente Patricia mi ha accolto nel silenzio più assoluto, come se non fossi mai partito. Mi ero immaginato scenate di gelosia e milioni di domande sul mio viaggio, invece niente. 
Purtroppo solo nei giorni successivi ho capito cosa l'aveva spinta a comportarsi in quel modo. Aveva contattato Terence Carroll, un ex poliziotto ormai in pensione marito di una sua amica e gli aveva chiesto di pedinarmi. Si era decisa a sapere cosa mi stava succedendo e conscia del fatto che non le avrei mai detto niente ha deciso di indagare per conto suo.
Quel Carroll a quanto ne so le ha chiesto un mucchio di cose, fra le quali di poter vedere i movimenti della mia carta di credito, e in pochi giorni è riuscito a ricostruire più o meno tutto quello che era successo negli ultimi mesi. 
Un vero guaio.


18 Gennaio 2015
In serata, più precisamente verso le 9pm, è successo ciò che mi ha portato ad essere nelle mie condizioni ora. 
Sono rientrato a casa dal lavoro e ho trovato Patricia vestita elegantemente, coi tacchi alti che non indossa mai e sorridente ad aspettarmi. Mi ha accolto con un abbraccio e poi con un bacio, dal quale mi sono subito sottratto. Quando le ho chiesto il motivo del suo comportamento mi ha risposto "niente, non posso essere felice di accogliere mio marito?" Ovviamente non le ho creduto, quindi ho chiesto maggiori spiegazioni. E' stata riluttante a darmele, ma alla fine è saltata fuori la verità.
"Ho...dubitato di te, negli ultimi mesi. Sai, tornavi a casa tardi, spesso sembravi assente, non volevi più fare l'amore con me...sono arrivata a pensare che avevi un'altra." 
Non nascondo che quando ho sentito queste parole ho sentito sensazioni contrastanti. Da una parte temevo quello che stava per dire ma da un'altra ero finalmente felice che da lì a breve avremmo chiarito la nostra posizione. E invece ha continuato: "...sono arrivata persino a chiamare Terence, il marito di Clara, ricordi? L'ex poliziotto. Ti sembrerà stupido ma...ti ho fatto seguire. Volevo sapere se ti vedevi con un'altra donna." 
Quando ha visto il mio sguardo incredulo si è giustificata "ti dico tutto questo perchè non voglio che ci siano segreti fra noi, visto che ho scoperto che non c'è alcun motivo per pensare di averli. Mi sono sentita un po' in colpa quanto Terence mi ha detto che te ne vai sempre in giro da solo, ho dubitato di te per niente". Mi ha stretto le mani sul viso e mi ha baciato. "Qualsiasi sia il motivo per cui ti sei isolato così da me e da tutti gli altri me lo devi dire, va bene? Se è ancora per l'incidente di Albert possiamo provare a contattare un diverso psicologo, magari c'è ancora qualcosa che può essere fatto per farti stare meglio". 
A quel punto, ho lentamente iniziato a perdere la pazienza. Non solo Patricia si era affidato a un idiota che non era neanche stato capace di scattare una foto mia e di Sara assieme, ma adesso stava addirittura dandomi del malato perchè passavo tutto il mio tempo da solo. Si riferì anche al fatto che dopo l'incedente di mio figlio ho dovuto vedere più volte uno psicologo e mi stava consigliando di farlo ancora, nonostante le avessi spiegato quanto inutile e fastidioso mi era sembrata la sua terapia. Era il momento di dirle tutto, non poteva essere fatto diversamente. 
"Patricia", le ho detto, "quel tuo amico è il peggiore ex poliziotto che esista su questa terra. Non mi ha mai visto con nessuna non perchè non ci sia un'altra donna nella mia vita, ma solo perchè è un incompetente". In quel momento ha perso il sorriso in un lampo.
"Amo un'altra, si chiama Sara e con lei sto come non sono mai stato con nessuna. Nemmeno con te. Ci frequentiamo da settembre dell'anno scorso, circa, e ci siamo giurati amore eterno. Ci siamo anche sposati, i primi giorni di quest'anno  a Las Vegas." 
Vedendo che non reagiva, ho deciso di vuotare completamente il sacco. "E ovviamente intendo divorziare da te il prima possibile, visto che non ti amo più".
 E' rimasta interdetta a guardarmi per qualche secondo, poi ha iniziato a biascicare qualcosa riguardo le foto di Terence che aveva visto e dell'impossibilità di quello che stavo dicendo.
"Credi quel che vuoi", le ho risposto, "io la verità te l'ho detta. A questo punto credo sia meglio che mi trasferisca a casa di Sara, non ha più senso fingere di essere una famigliola felice." e in quel momento ha avuto la più brutta reazione che io abbia mai visto. Prima ha urlato qualcosa a occhi chiusi per qualche secondo, poi ha preso i piatti dal tavolo che aveva elegantemente apparecchiato e ha iniziato a tirarmeli addosso. Ovviamente mi sono scansato e sono andati in frantumi un po' ovunque, sia contro le pareti che contro il resto del mobilio. Poi non contenta ha ricominciato ad urlare e a insultarmi, venendomi contro e colpendomi al petto. 
Non direi che c'è stata una vera e propria collutazione, ma dopo poco del suo isterismo mi sono ritrovato ad urlare "Patricia smettila!" e a spingerla lontana da me. Ho fatto solo questo, allontanarmela per smettere di evitare in continuazione i suoi colpi. La spinta non è stata neanche troppo forte, ma mi ero dimenticato che indossava i tacchi su cui ha un pessimo equilibrio perchè non li indossa mai ed è caduta. E' caduta di faccia sui cocci dei vetri rotti. Ho aspettato qualche attimo di vederla alzarsi, ma quando ho visto il sangue che iniziava ad espandersi sotto il suo volto sono accorso a tirarla su.


20 Gennaio 2015
Patricia è ricoverata nel reparto di otorinolaringoiatria. I medici mi hanno spiegato che l'incidente che ha avuto è stato abbastanza grave: cadendo si è tagliata al collo e la ferita è arrivata fino alla trachea, compromettendone la normale funzione. Hanno dovuto operarla il prima possibile perchè, hanno detto, non riusciva a respirare correttamente da sola. Hanno anche parlato di disfonia o un nome simile, qualcosa legato al fatto che l'operazione è andata bene ma si trascinerà delle conseguenze come la possibile incapacità di esprimersi in modo chiaro.
Avrei anche potuto provare dispiacere per lei se non fosse che mi ha denunciato alla polizia. E' partito tutto come normale routine; un incidente domestico fra marito e moglie su cui i poliziotti devono fare domande per accertarsi che sia tutto a posto, se è stata o no colpa di qualcuno dei due. A quanto pare, Patricia ha detto che è stata colpa mia, che le ho fatto io del male, dichiarando una vera e propria accusa nei miei confronti. Ovviamente è partita subito la denuncia per tentato omicidio: rischio di quindici anni di galera e cauzione stabilita a cinquecento mila dollari. La cosa più ovvia a questo punto era chiamare un avvocato, quindi ho rispolverato una mia vecchia cononoscenza, un amico dei tempi del college che ora fa proprio quello di mestiere. 
Appena gli ho proposto di diventare il mio avvocato difensore mi ha fatto un sacco di domande legate alla mia persona, e solo dopo queste mi ha chiesto se ho commesso veramente il tentato omicidio o no. Quando gli ho parlato di Sara si è dimostrato preoccupato; avere due mogli in casi come questi equivale già a una condanna sicura. Ha voluto sapere tutto di lei: nome e cognome, dove abita, cosa fa di lavoro e soprattutto se le poteva parlare. Prima però mi ha chiesto di raccontargli come ci siamo incontrari e non ho fatto altro che ripetere quello che ho scritto fin qui. 


21 Gennaio 2015
E' il giorno in cui Daniel Bond è venuto a trovarmi con un'aria preoccupatissima. Mi ha parlato del fatto che era venuto a conoscenza del lavoro svolto da Terence Carroll e in cambio di un piccolo risarcimento si è fatto passare da lui tutte le foto che aveva scattato. 
"Cosa pensi del fatto che Sara non ci sia in nessuna foto?" mi ha chiesto sempre con quell'aria preoccupata. "Non lo so, quel Carroll è un pessimo investigatore privato" gli ho risposto. "Mi fai vedere una foto che hai con lei?" ha insistito. Pur non capendo da dove veniva tutta quell'ansia gli ho mostrato il mio cellulare con le foto fatte a Las Vegas. A quel punto è diventato bianco in volto e mi pare quasi di aver percepito paura nei suoi occhi. "Va tutto bene?" gli ho chiesto mentre lo guardavo sudare freddo. "S-sì, certo" ha risposto balbettando. "S-senti, c'è la possibilità che io abbia trovato qualcosa che ti possa far evitare la prigione, ok? Però tu devi tenere duro ancora qualche giorno. Non parlare a nessuno di Sara, non fare neanche riferimento a cose fatte o dette con lei, va bene?" 
Ho accettato, anche se non capivo bene a cosa si riferisse. 


22 Gennaio 2015
Bond è tornato da me con un sorrido nervoso sul volto. "E' fatta" mi ha detto, evitando di stringermi la mano come facevamo ogni volta che ci vedevamo, "ho trovato un modo per evitare la prigione. Mi devi ascoltare e darmi retta, ti sembrerà sicuramente strano, ma è il modo migliore per evitare di finire dentro per chissà quali anni". 
Non capivo come mai tentennasse tanto a parlarmene, visto che avrei fatto di tutto per non andare in prigione, quindi l'ho incoraggiato a proseguire.
"Ti dobbiamo far passare per una persona disturbata mentalmente, ok?"
Ricordo di essere rimasto interdetto per qualche secondo al sentire quelle parole. "Vuoi dire che mi devo comportare da pazzo?"
"No, dobbiamo solo sfruttare l'incidente che hai avuto con il primo dei tuoi figli. Non che sia vero eh, ti voglio subito dire che non penso quello che sto dicendo" ha detto mettendo le mani avanti, "dobbiamo solamente sostenere che quell'incidente ti ha provato dei disordini mentali, nello specifico la schizofrenia post-traumatica." Non capendo assolutamente nulla di quello che stava dicendo gli ho chiesto di ripetermi tutto con calma, ma appena prima di ricominciare a parlare ha ripreso nuovamente a parlare in maniera nervosa, come il giorno prima quando le ho mostrato le foto sul cellulare. 
"Non che sia vero, te lo dico ancora, ma...dobbiamo far finta che la tua seconda moglie non esista. Se diciamo al giudice che tutto quello che hai raccontato a Patricia è frutto di una tua allucinazione riceverai un trattamento completamente diverso, ti andrà molto meglio, fidati di me."
Ciò che mi stava proponendo era talmente assurdo da farmi credere di non aver capito. "Cosa significa che Sara non esiste? Ci siamo anche sposati, per la miseria!" gli ho risposto sbottando.
"Sì mi sono informato a riguardo e, pensa un po', abbiamo avuto fortuna anche in quel caso. Pare che a Las Vegas ci siano documenti firmati solo da te ma non da lei." L'ho guardato male, e lui col solito fare nervoso ha precisato "sai come sono quelle persone, no? Fanno tanti di quei matrimoni al giorno che poi finiscono per perdere le cose". 
"E tutti i posti in cui sono stato con lei?" ho continuato a chiedere incredulo. "Ho fatto tutte le telefonate del caso e pare che nonostante tu abbia sempre chiesto stanze matrimoniali, nessuno ti ha mai visto con una donna". 
L'ho guardato di nuovo per alcuni secondi senza dire nulla. "Non posso fare una cosa del genere, sarebbe come tradire Sara" ho risposto infine. "Sono sicuro che lei capirà se gliene parlerai" ha aggiunto lui, con l'espressione in volto di chi ha finito le argomentazioni da portare a suo favore.

23 gennaio 2015
Ho accettato la proposta del mio amico Bond. Oggi c'è stata la prima udienza e Daniel è partito subito alla carica con questa storia della schizofrenia post-traumatica, sembrava anche parecchio confidente di farcela. Anzi, a dir la verità sembrava quasi felice che iniziasse il processo, pare che ne ricaverà una bella pubblicità come avvocato se riuscirà a far passare l'idea che sono malato mentalmente e che tutto quello che ho raccontato è solo frutto della mia pazzia. 
Termino qua il mio racconto, visto che siamo arrivati ai giorni nostri. Mi è stato chiesto di scrivere la mia storia con Sara per fornire una prima documentazione allo psicoterapeuta che interverrà a mio favore nelle prossime sedute in tribunale, e così ho fatto. Bond dice che se portiamo la testimonianza di uno del settore allora la mia linea difensiva avrà maggiore possibilità di essere accettata. 
Continuo a pensare che negare l'esistenza di Sara sia come farle un torto, ma evitere la prigione mi farà tornare un uomo libero prima e potrò di nuovo rivederla. 
Anche se non dovrò aspettare così tanto per farlo. 
Per esempio, anche ieri in tribunale era lì con me, seduta al mio fianco, per darmi coraggio.
Era seduta al mio fianco che mi guardava. 
Mi guardava e mi sorrideva.
  
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