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Autore: Classicboy    31/07/2015    2 recensioni
DenNor, AU!Modern
Lukas conosce Mathias da anni e da altrettanto tempo gli piace salire su di una collina fuori città per far vagare la mente.
Piccole fasi di un nascente amore tra risate e incomprensioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LA COLLINA DI PAROLE

 

 

“Norge! Ehi Norge, aspettami!”

Ti volti e vedi il tuo amico arrancare su per la collinetta.

“Sbrigati Anko, di questo passo si fa notte!” sbuffi al biondino.

Questo non sembra prendersela perché ti rivolge un caldo sorriso, come sempre del resto.

“Ma insomma, si può sapere cosa volevi mostrarmi?” ti chiede Mathias una volta che ti raggiunge “Sei venuto a casa mia e mi hai chiesto di seguirti perché avevi trovato una cosa stupenda e volevi assolutamente mostrarmela. Ora sono proprio curioso!”

Possibile che non sappia abbassare la voce? E questo che pensi, piccolo Lukas Bondevik, guardando il tuo migliore amico sorriderti.

“Ora lo vedrai” gli rispondi raggiungendo finalmente la cima con quel piccolo alberello.

Sorridi vedendo le sue labbra aprirsi in un “Oooooh” di stupore di fronte all'immagine della città di fronte ai vostri occhi che si tinge dei colori del tramonto.

“È bellissimo!” esclama il danese “Avevi ragione, Norge!”

Ti ha fatto un complimento e tu arrossisci.

Perché lui è il tuo migliore amico, il tuo angelo custode, e tu daresti la vita per averlo sempre affianco.

 

*****

 

“Sapevo di trovarti qui!”

Alzi gli occhi dal libro posto sulle tue ginocchia e lo vedi sorridere, mentre scala la famosa collinetta.

“Che vuoi?” domandi con un leggero fastidio nella voce. Sei venuto lì per leggere in santa pace, ma comunque lui continua a venire a importunarti.

“Come sei sgarbato!” esclama il bambino mettendo su il broncio. Lo osservi: andate entrambi in quinta elementare, ma il suo fisico sembra più quello di un ragazzo delle medie. Da poco ha scoperto i benefici del gell ed ora se ne mette quantità industriali in testa.

“Ad ogni modo!” dice distogliendoti dai tuoi cupi pensieri tornando a sorridere “Volevo semplicemente chiederti se volevi venire a giocare con me!”

“No, grazie. Voglio leggere” e torni alle pagine di quel famoso libro.

Lui sbuffa indispettito facendoti quasi ridere, per poi sedersi affianco a te.

“Ma che fai?” gli domandi stizzito.

“Se tu non vuoi venire a giocare con me, allora io rimarrò qui a tenerti compagnia!” e sai che nulla lo distoglierà da quell'intento.

Perché sai che lui a te ci tiene, esattamente come tu tieni a lui.

 

*****

 

“Ohi, Norge! Non è che mi spiegheresti come si fanno questi esercizi?”

Lo guardi e sospiri. Il vento primaverile spazza la cima della collina donando un po' di caldo dopo l'intenso freddo di quell'inverno.

“Possibile che tu non riesca a capire neanche una cosa così semplice, Anko?” gli domandi leggermente arrabbiato.

Lui sorride mentre i suoi occhi si illuminano: “È per questo che ci sei tu qui con me! Andiamo, se non mi aiuti l'esame andrà male. Ti preeeeego!”

Ti lancia uno sguardo languido e tu non puoi fare a meno di arrossire mentre borbotti un “idiota” e prendi il suo libro per aiutarlo. Lui si avvicina e posa quella sua testa da istrice sulla tua spalla. All'istante senti come una corrente elettrica attraversarti la spina dorsale e interrompi la spiegazione.

“Ehi Lukas, tutto bene?” ti chiede preoccupato.

“S-sì. Tutto ok...” riesci a mormorare prima di riprendere cercando di scacciare la sensazione e il torpore.

Perché sai che in realtà ciò che hai provato era qualcosa di speciale e che da questo momento in poi tu non starai più “bene” con lui.

 

*****

 

“Ormai per te venire quassù è un abitudine, eh?”

Apri gli occhi e ti volti. Lo vedi venire verso di te e lo noti subito per via di quell'assurdo giubbotto rosso fuoco che si ostina a portare.

Torni a guardare l'orizzonte e le luci della città sotto i tuoi piedi, mentre una ad una si spengono per lasciare spazio al riposo della notte.

“Ehi, sei troppo serio tu. Che ne dici di andare a berci qualcosa con gli altri?” ti domanda mettendoti una mano sulla spalla.

Tu continui a far finta che lui non esista.

“Offro io!” ritenta lui con un sorriso.

E allora tu lo guardi, ma non c'è felicità nei tuoi occhi solo rabbia e dolore.

Con un gesto brusco allontani la sua mano e scendi la collina sotto il suo sguardo allibito, mentre le scene di lui che bacia quella ragazza tornano prepotentemente a far capolino nella tua memoria.

Perché sai che siete cresciuti, sai che questi sono dolori necessari per crescere ma non lo vuoi accettare. Tu vuoi tornare bambino, vuoi tornare a prima che quel sorriso diventasse fonte di sofferenza.

 

*****

 

Nessuna voce ti raggiunge.

Stringi a te la laurea e sospiri, mentre con l'altra mano tieni quel diario sul quale hai trascritto tutte le tue memorie.

Lo alzi e lo fissi mentre ti siedi sotto l'alberello che in tutti quegli anni è cresciuto sulla cima della collina diventando grande e maestoso.

Posi delicatamente la preziosa pergamena e lo aprì.

Subito ti salta all'occhio una data, scritta con mano incerta, le parole piene di errori grammaticali che ti farebbero sorridere se ne avessi la voglia:

“28 Giugno.

Oggi ho portato Anko sulla collinetta. Ci siamo seduti e abbiamo fissato il sole che tramontava sulla città. Anko è davvero simpatico, non per niente è il mio migliore amico, caro Diario. Stare con lui mi fa stare bene, mi dona una gioia che non ho mai provato con nessun altro”

Velocemente distogli lo sguardo da quelle parole per evitare di farti ulteriore male e vai avanti di parecchie pagine. Stavolta la scritta risale ad anni dopo:

“15 Settembre.

Caro Diario, non crederai a quello che mi è successo. Visto che in casa c'era rumore e non riuscivo a leggere ho deciso di uscire alla ricerca di un posto tranquillo. E quale posto migliore della collinetta? Pensavo di stare da solo, ma quanto mi sbagliavo! Ben presto quell'idiota di Mathias mi ha raggiunto dicendomi che voleva giocare, ma io gli ho fatto notare che volevo leggere. E allora sai lui cosa ha fatto? Si è seduto affianco a me, caro Diario! Devo ammettere che però è stato piacevole. Mathias mi infonde sicurezza. Quando c'è lui mi sento strano e...”

Non finisci la frase e prosegui. Altri anni dopo ancora:

“3 Maggio.

Perché il professore mi ha chiesto di fare da tutor a Mahias? Cos'ho fatto di male? Non sai quante volte ho dovuto rispiegargli concetti basilari che io so da quando andiamo in quinta elementare e che lui ancora non sa anche se siamo in terza media. Comunque, devo ammettere che se si impegnasse sarebbe un bravo studente, peccato però che sia così pigro. Ad un certo punto ha appoggiato la sua testa sulla mia spalla. I suoi capelli profumavano di shampo e di quel suo odioso gell che si mette ogni giorno. Respirare quel mix di aromi era... piacevole? Inebriante? Non riesco a capire: perché quando parlo di Anko le cose si fanno sempre così complicate? Magari avessi le risposte. Anche se temo di sapere quali esse siano”

Fai un respiro profondo e vai avanti. Una pagina attira la tua attenzione: è rovinata come se l'avessi afferrata con forza, l'inchiostro e la tua perfetta calligrafia sono sbavati e in vari punti è presente un'alone. Lacrime. Tremante leggi anche se sai che ti farà male:

“1 Giugno.

Idiota! Idiota, idiota, idiota, idiota, idiota! Mathias è solo un grandissimo idiota, ed io sono cento volte più idiota di lui! Perché?! Perché mi sono messo a sperare come un bambino che lui un giorno mi avrebbe amato?! Perché mi sono messo a pensare di avere un minima speranza con lui ?! Sono cresciuto per credere nelle favole ma continuavo a sperare di vederlo arrivare e confessarmi amore eterno come Biancaneve che aspetta il suo principe! Ma stasera mi sono ricreduto. E non è stato tanto per il bacio che gli ho visto dare a quella troia. A quello ci potevo passare sopra pensando che fosse ubriaco. No, è stato per dopo. Finita la festa sono andato sulla collina a riflettere e lui mi ha raggiunto, e sai cosa ha fatto?! Mi ha sorriso! Mi ha sorriso come se non fosse successo niente di che! Ma per me quello non era “niente”, quello era “tutto”. Mi sento tradito, Diario, mi sento tradito da quel sorriso che per tanto tempo per me è stato un rifugio sereno dalle attività turbolente della vita. Credo che non riuscirò più a guardare Mathias allo stesso modo...”

Chiudi il diario e emetti un sospiro tremante. I tuoi occhi si riempiono di lacrime mentre il cuore si sigilla in una morsa di ferro. Vuoi qualcuno da abbracciare, una spalla su cui piangere il tuo dolore. Perché questo dovrebbe essere uno dei giorni più felici della tua vita: sei laureato, finalmente sei entrato nel mondo degli adulti, ma sai che quella non è felicità perché lui non era lì.

Tiri le gambe al petto e piangi.

“Ohi Norge...”

Il sussurro ti fa sobbalzare. Alzi la testa e lo vedi di fronte a te: la solita maglietta rossa, i soliti jeans, i soliti capelli a porcospino. Solo il sorriso ti pare diverso: sembra imbarazzato, quasi triste.

“Sono venuto a farti gli auguri per la laurea. Complimenti”

Cerca di mettere su un sorriso più convinto ma non ce la fa.

“Grazie” sussurri asciugandoti le guance bagnate. Ti tiri in piedi e fai per andartene, quando lui ti ferma: “Lukas, aspetta!”

Ti volti. Un'espressione seria, che non si addice a quel volto sorridente, incontra la tua come al solita apatica: “Perché piangevi?”

“Non sono affari tuoi” ribatti stizzito e ti volti. La tua mano viene intrappolata da una morsa di ferro. Ti giri e vedi solo il suo volto a pochi centimetri dal tuo.

“Sì che sono affari miei” ribatte a denti stretti “Sei il mio migliore amico. Ci conosciamo da praticamente quando siamo nati. Siamo sempre andati nelle stesse scuole. Poi sei cambiato. Da quella sera sei diventato un altro, freddo più del ghiaccio. Perché Norge? Ho fatto qualcosa?”

Ti decidi finalmente a vuotare il sacco e sussurri con voce roca: “Hai sorriso”

Lui sorpreso ti lascia andare la mano, ma tu continui mentre la rabbia diventa padrona: “Mi hai sorriso dopo aver baciato quella ragazza! Ecco qual'è la tua colpa! Mi hai illuso facendomi credere in una chimera per poi pugnalarmi alle spalle con una cosa che per me era più importante della vita stessa! Io ti amavo! Mi hai sentito?! Ti amavo, ma tu mi hai tradito sorridendo e dicendomi di andare a bere qualcosa come se non fosse successo nulla! Hai ucciso la fiducia che riponevo in te!”

Lui non riesce a incontrare il tuo sguardo, sorpreso forse da quelle rivelazioni. Alla fine parla: “Ti ho sorriso... perché speravo di salvarmi. Appena mi sono reso conto di quello che stava succedendo mi sono staccato e sono andato a cercarti. Quando ti ho visto per un attimo ho fatto finta che non fosse successo nulla per salvare almeno la nostra amicizia dalla cazzata che avevo commesso. Ma come al solito avevo preso un granchio. Non ti chiedo di perdonarmi, solo di accettare le mie scuse”

I vostri sguardi si incrociano. Ci pensi bene a tutte le volte che lo hai visto da dopo la festa e noti che da allora non ha più sorriso come prima, come se una parte della sua anima non ci fosse più. E capisci che è così. Capisci che l'anima che se ne è andata è la tua e che alla fin fine quel sogno di amore non era tale, solo tu pensavi che fosse così.

Lentamente vi avvicinate e le vostre labbra, anche se titubanti, si incrociano dando vita ad un piccolo bacio.

Perché lui è Mathias, è Anko, è l'idiota, è il tuo migliore amico, è la tua chimera.

Lui è il tuo unico amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Roba tosta, eh?

Non so perché ma quando penso a Norvegia e Danimarca assieme penso sempre e solo a storie deprimenti. Cosa c'è di sbagliato in me?

Ad ogni modo le varie parti della storia sono tutte riferite a diversi momenti della vita di Norvegia e della sua amicizia con Danimarca: la prima era prima che andassero all'asilo, la seconda era in quinta elementare, la terza era in terza media, la quarta era durante un anno non specificato delle superiori e l'ultima è dopo la laurea di Lukas.

Scusatemi se è depressa alla fine, ma ripeto che pensando a Nor e Den assieme l'unica cosa che riesco a immaginarmi è una storia piena di fraintendimenti e dolore psicologico che si trascina dentro per anni.

Scusate se nell'ultima parte del diario ho usato parole forti, ma volevo far capire la rabbia di Norge.

Perché la collina? Volevo fare un storia in cui centrasse una collina, ecco tutto.

Spero che l'abbiate letta con piacere, commentate!

Byeeeeee!!!!!

   
 
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