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Autore: KeepLookingHoney    31/07/2015    3 recensioni
Ci sono momenti nella vita in cui l’unica cosa da voler davvero fare è sparire da qualche parte sotto terra, smettere di respirare o sopportare infinite coltellate al petto perché di certo, qualunque dolore sarebbe infinitamente più sopportabile.
E quei momenti, Baekhyun, li conosce bene.
"Non lasciarmi, ti prego."
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ChanBaek
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~Writer's corner~
Boh oggi ho avuto due ore libere e ho scritto sta cosina che avevo in mente da quasi due mesi ormai.
Ho risentito "Don't leave me" di Pink dopo tanto tempo e mi è venuta in mente questa ;3;
Spero vi piaccia <3
Strano che sia verde, vero? ahahah
Sì, dai, anch'io ogni tanto sono per i feels puri XD
Anyway~
Come già detto, spero apprezziate <3
Grazie in anticipo a chiunque anche solo leggerà <3
Le recensioni sono sempre ben accette però u.u
Love ya all!
Chu~

 
 
 
 
Ci sono momenti nella vita in cui l’unica cosa da voler davvero fare è sparire da qualche parte sotto terra, smettere di respirare o sopportare infinite coltellate al petto perché di certo, qualunque dolore sarebbe infinitamente più sopportabile.
 
Momenti in cui l’unico desiderio è quello di riportare indietro il tempo e riconsiderare ogni parola prima di infliggerla come un pugnale impregnato di veleno, per poi rendersi conto che non c’è modo di tornare al principio, e che ciò che è fatto è fatto.
 
 
Scusami, Chanyeol.
 
 
Quei momenti, Baekhyun, li conosce bene.
È capitato così tante volte che quei due litigassero che ormai aveva quasi imparato a sopportare le conseguenze delle proprie azioni.
 
Stavolta, però, aveva proprio sentito qualcosa rompersi irrimediabilmente.
Aveva quasi potuto sentire il cuore di Chanyeol frantumarsi in minuscole schegge mentre quelle parole, forse troppo pesanti anche per lui stesso, lasciavano la sua gola in un’ondata d’ira.
 
 
«Non ne posso più di te. Meglio stare con Taeyeon, almeno lei sa essere utile, non come te, che non servi assolutamente a niente.»
 
 
Un conato di vomito gli risalì l’esofago all’immagine degli occhi di Chanyeol, in quell’istante.
Un misto di rabbia, delusione e disgusto gli stava incendiando l’anima, ed i suoi occhi fin troppo espressivi riflettevano tutto alla perfezione.
 
Ed era dannatamente doloroso.
 
Baekhyun sapeva di non dover toccare quel tasto in sua presenza. Sapeva che Chanyeol detestava essere paragonato a quella.
Perché non si degnava nemmeno di chiamarla ragazza, Chanyeol.
Quella era solo una sgualdrina che aveva usato il suo Baekhyun per propria soddisfazione, e sentir dire al suo Baekhyun che avrebbe preferito lei a lui era troppo. Avrebbe giurato che una pugnalata alle spalle gli avrebbe fatto il solletico, a confronto.
Perché i suoi sentimenti erano la cosa più vera e seria che avesse mai sperimentato, e sentirli sminuiti in quel modo fece più male di qualunque altra cosa.
 
Chanyeol sapeva che Baekhyun era impulsivo, ma di certo quelle parole non gli avevano fatto meno male per quel motivo.
 
 
 
Non lasciarmi, ti prego.
 
 
Le lacrime scesero autonomamente dai suoi occhi quando osservò Chanyeol andare via in silenzio, sbattendo la porta dietro le proprie spalle.
Non una parola.
Forse era proprio questo che aveva fatto più male.
Lo aveva talmente deluso da non meritare nemmeno un insulto in risposta.
Avrebbe preferito qualunque cosa, qualsiasi. Anche un pugno. Qualcosa che gli desse una possibilità di rimediare, di alleviare il proprio fardello, di sentirsi almeno un po’ ripagato per la sua insolenza.
 
Nulla.
 
Il senso di nausea si fece ancora più forte al pensiero di aver distrutto tutto, questa volta, forse in modo definitivo.
Più volte Chanyeol lo aveva avvertito, ma non aveva mai preso seri provvedimenti.
Troppe volte Baekhyun lo aveva portato al limite, ma Chanyeol aveva sempre mandato giù tutto, per il loro bene, e Baekhyun gliene era sempre segretamente grato, in realtà, perché di certo doveva avere proprio un gran cuore per continuare a tenerlo con sé nonostante tutto.
 
Ma stavolta era diverso.
Chanyeol gli aveva solo riservato il più velenoso degli sguardi ed era andato via.
Lo aveva lasciato da solo, lì, in piedi come un ebete a fare i conti con se stesso.
E forse quella era stata la punizione peggiore di tutte.
 
Baekhyun trasalì quando la porta d’ingresso venne sbattuta con così tanta forza da far cadere una delle loro foto appese lì vicino.
Non fu sicuro, però, che fosse rumore di vetro, quello.
Somigliava più al rumore dell’intero universo che si sbriciola in un mucchio di atomi sconnessi, e collassa su se stesso.
Le ginocchia di Baekhyun cedettero sotto al suo peso, quasi Chanyeol avesse portato via con sé la sua intera energia vitale.
 
Perché alla fine era così.
 
Chanyeol era la sua energia vitale.
Chanyeol era il suo respiro.
Chanyeol era il suo universo, e lui aveva appena distrutto tutto.
 
Era.
 
Sentì l’aria mancare ai suoi polmoni, e forti singhiozzi scossero le sue spalle, mentre le lacrime scendevano incontrollate sulle sue guance.
 
 
Scusami, non volevo.
 
 
La cosa che più lo stava uccidendo era il fatto che Baekhyun, quelle cose, non le intendesse davvero.
Era solo la sua rabbia a parlare per lui.
Stavolta però aveva toccato il fondo.
Avrebbe voluto urlargli che no, non era vero, che lo amava e che non poteva stare senza di lui.
Ma Chanyeol non c’era.
C’erano solo le proprie orecchie a sopportare i singhiozzi e solo le proprie braccia a confortarlo.
 
Nessun altro.
 
Era come se tutto avesse perso colore.
Il mondo era improvvisamente grigio senza di lui.
Niente aveva più senso.
Si diede dell’idiota per non essere stato capace di tappare quella fogna in tempo per evitare una catastrofe.
Era un buono a nulla, era sempre colpa sua, e Chanyeol era fin troppo buono e paziente nei suoi confronti.
 
Perché ne aveva coscienza, Baekhyun.
 
Per questo adesso era rannicchiato a terra, dietro il divano a singhiozzare con le ginocchia strette al petto.
Se neanche lui stesso era capace di sopportarsi, chi altro lo avrebbe fatto?
Chanyeol era l’unico che riusciva a non ucciderlo per quel suo carattere.
E Baekhyun era solo un ingrato, che invece di apprezzare l’amore ed i visibili sforzi dell’altro, sapeva solo urlargli cattiverie contro.
 
 
Ho bisogno di te, torna, ti prego.
 
 
Con tutte le forze che riuscì a raccogliere, Baekhyun si rintanò nella loro stanza al piano superiore.
Non avrebbe avuto la forza di guardare di nuovo in faccia Chanyeol e leggere ancora lo schifo nelle sue iridi, quando sarebbe tornato.
 
Se sarebbe tornato.
 
Erano passate più di tre ore, e non si erano sentiti altri rumori, in casa oltre al proprio tirare su col naso.
Baekhyun si ritrovò a contare anche i minuti in cui Chanyeol mancò di casa, ed un terribile mal di testa iniziò a spaccargli il cranio già dopo la prima mezzora.
 
Forse se lo meritava.
 
Attese.
Attese fino allo stremo.
Attese fin quando le ultime energie non lo abbandonarono e finì per addormentarsi sul letto, rannicchiato dalla parte di Chanyeol, stringendo convulsivamente il suo cuscino per inglobare fino all’ultima goccia del suo profumo.
 
Spese l’intera giornata, il giorno seguente ad attendere.
Sperava in qualsiasi cenno, qualsiasi notizia che gli facesse sapere che il suo Chanyeol fosse ancora vivo e che lo amasse ancora, perché se solo avesse potuto, l’avrebbe riempito di scuse e parole dolci, che troppo raramente, in effetti, gli dedicava. E Baekhyun non si era mai pentito così tanto quanto adesso di non averlo fatto prima.
 
 
Ma nulla. 
Solo silenzio.
Il silenzio più assordante che avesse mai sperimentato in vita sua.
 
Il suo stomaco era chiuso.
Riusciva a mala pena a mandare giù qualche sorso d’acqua senza che gli si rivoltassero le budella.
Non toccava cibo dal giorno prima, ma meno che mai riuscì a farlo in quel momento.
Non riusciva a darsi pace.
Aveva rovinato la cosa più bella della sua vita. Non c’era modo di riparare.
 
Era così debole che l’unica cosa che riusciva a fare era lasciare scivolare le lacrime giù dagli occhi gonfi e farle accumulare su quel cuscino, che ormai aveva quasi soltanto il proprio odore addosso.
 
Anche quello era andato via.
 
Con quel pensiero a tormentarlo crollò di nuovo in un sonno inquieto, sperando che quel martellare incessante dentro la propria testa lo uccidesse una volta per tutte.
 
 
Perdonami, ti prego.
 
 
 
 
Quando Chanyeol aprì la porta d’ingresso osservò come tutto fosse rimasto intatto da quando fosse andato via, il giorno prima.
 
Le schegge di vetro giacevano ancora lì, come le aveva lasciate, il silenzio era troppo forte in quella casa, e quasi in un’ondata di rimorso, la sua mente corse subito al peggio.
Osservò la cucina e notò come anche lì, tutto fosse intatto.
 
Il panico iniziò a divorargli la mente, pensando che forse non avrebbe dovuto reagire in quel modo.
Forse era stato troppo.
 
Tentò di mantenere la calma e corse al piano superiore salendo i gradini due alla volta.
 
Controllò in fretta tutte le stanze per poi fermarsi davanti all’unica con la porta socchiusa.
Ebbe quasi paura di aprire e trovare qualcosa di troppo per lui da sopportare.
 
Con un immenso respiro, spinse lentamente sulla superficie lignea, e quasi pianse per la gioia di ritrovare Baekhyun semplicemente rannicchiato stretto al cuscino sulla sua parte di letto.
 
Avrebbe voluto stringerlo e chiedere scusa, ma per una volta no, non l’avrebbe fatto.
Aveva comunque pronunciato quelle parole, ed anche se passare la notte fuori aveva fatto sbollire gran parte della sua rabbia, rimaneva comunque ferito.
 
La sua bontà d’animo, però, non gli permise di andare fino in fondo in quella sua piccola sorta di vendetta.
A giudicare dallo stato della casa, suppose che il suo idiota non aveva toccato cibo per tutto il tempo, come era solito fare ogni volta che il suo umore era alterato.
 
Socchiuse piano la porta e tornò al piano inferiore.
Sorrise mentre preparava qualcosa di veloce e con un pennarello scriveva qualche parola su un bigliettino.
 
Dopo qualche minuto tornò su, con più calma stavolta, ed entrò nuovamente nella stanza per lasciare il piatto sul comodino vicino al letto.
 
Si prese qualche secondo per osservare l’esile figura ancora chiusa in se stessa come un bambino, con gli occhi ancora gonfi per le lacrime e le sopracciglia aggrottate.
Sorrise dolcemente a quella vista, pensando che, nonostante tutto non potesse fare a meno di amarlo.
Con una mano spostò via una ciocca di capelli dal suo viso e col retro delle dita carezzò leggermente una guancia, facendolo contorcere e mugugnare lievemente nel sonno.
 
Sorrise ancora e scosse la testa, prima di dirigersi verso la porta e chiuderla con un click dietro le proprie spalle.
 
 
 
 
Baekhyun si svegliò di soprassalto quando la porta si chiuse.
Un ruggito di frustrazione risuonò nella sua gola quando si accorse di aver appena interrotto l’unico dolce sogno che era riuscito ad avere.
Era stato così reale, pensò.
Poteva giurare di aver quasi sentito la mano di Chanyeol accarezzarlo con dolcezza, e si maledisse ancora una volta, perché, di certo, quello ormai sarebbe stato un lusso da potersi permettere solo nei sogni.
 
Ma quando si voltò verso il comodino per bere un altro sorso d’acqua, fu sorpreso di trovarvi qualcosa che non era mai stata lì.
Un piatto con due toast ed un bigliettino.
 
“Ti odio ancora,
ma devi mangiare qualcosa,
o starai male.”
 
 
Quasi inciampò sulle lenzuola quando in una corsa sfrenata scese giù dal letto e volò in corridoio con le lacrime gli occhi.
Chanyeol era ancora lì, quasi in procinto di scendere le scale.
Corse più veloce che poté, per quanto la vista annebbiata gli consentisse e quasi non caddero tutti e due in avanti quando lo raggiunse e lo strinse più forte di quanto non avesse mai fatto in vita sua.
 
«Non andartene, ti prego.» riuscì a mala pena a sussurrare Baekhyun tra i singhiozzi soffocati dalla maglia dell’altro.
 
«Scusami. Ti prego scusami, non lo intendevo davvero, scusami, scusami, scusami» continuò a pregare con la faccia premuta contro la sua schiena, lasciando qualche bacio disperato sul cotone.
 
Chanyeol sorrise di cuore, ed un calore gli si espanse nel petto quando ammise a se stesso che quelle braccia intorno al proprio corpo gli fossero mancate.
 
«Non me ne vado» disse Chanyeol quasi in un sussurro. «Anche se a volte lo meriteresti davvero.»
 
«Lo so, lo so, scusami» continuò a cantilenare l’altro dietro di lui, in preda alle lacrime, stringendolo sempre e solo di più. «Lo so che parlo a sproposito ma non riesco a controllarmi quando sono arrabbiato, scusami, davvero, non vole-»
 
Le labbra di Chanyeol si posarono dolci sulle sue interrompendo il fiume di preghiere. La mente di Baekhyun era così annebbiata che non si era nemmeno accorto che il più alto si fosse voltato verso di lui e si fosse abbassato per prendere il suo viso tra le mani e baciarlo nel più dolce dei modi.
 
Sentì il cuore schizzargli in gola e le lacrime spingere sempre e solo più forte dai suoi occhi.
 
«Shh, shh, shh. Ti amo.» sussurrò il minore a fior di labbra.
 
«Ti amo anch'io. Da morire.»
 
 
E stavolta, Baekhyun, lo pensava veramente.
 
 

 
     
 

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