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Autore: Harleen    25/01/2009    3 recensioni
[...]Per cui, a Joe piace Andy e ad Andy piace Joe. Ma ovviamente nessuno dei due può fare niente perché l’unico che potrebbe muovere obiezioni non è neutralizzabile tramite alcolici o anfetamine. Per cui, Pete non sa cosa fare.[...]
Fanfiction per un compleanno
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andrew Hurley, Joe Trohman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Zozze menzogne. E purtroppo non posso riciclare l'amato "se sei giunto qua googlando il tuo nome, chiudi la pagina ed allontanato dal computer", perchè 'sta gentaccia non conosce l'italiano XD
Before you read: Fanfiction ambientata in tempi passati. Precisamente? Il 2002 u_u i Fall Out Boy erano ancora un progetto in fase di realizzazione, Andy non era il batterista ufficiale, c'era un Hey!Chris vacante che mi sono bellamente scordata OMG shame on me permessa di omettere, e facendo i vostri soliti santi calcoletti mentali capirete che Joe aveva 18 anni, Patrick 18 a sua volta, Pete– Pete è indefinito come suo solito, Andy ne ha 22 ed è un dannato maggiorenne, mannaggiallui. >_>
Poi. Salve, questa è una brithday!fic per Will. E' stupida, è nata nell'arco di pochi giorni – con mesi di ritardo rispetto al compleanno della fanciula in questione – e purtroppo non è bella come volevo che fosse. Solo, beh, ci ho provato, 'kay? XD Lovvoti :***

In Too Deep



Cause I'm in too deep,
and I'm trying to keep,
Up above in my head,
instead of going under.



La faccenda è semplice: ad Andy piace Joe. Non è un mistero, non lo è affatto, non lo è per nessuno. Lo è solo per Joe, ma è solo che Joe a volte sa essere un detestabile bimbominchia incapace di rendersi conto delle cose più elementari, e, oh!, Joe è anche minorenne, per cui l’ipotesi più elementare – Andy che gli ficca la lingua in gola – è da scartare a priori, per colpa dello stupido–moralista–Andy. E Joe è perso di Andy, ma come già detto è piccolo per cui provarci con Andy gli pare una cosa da escludersi a priori. E non parliamo di far ubriacare Andy e lasciare che le cose vadano come devono andare! Perché Andy, il solito stupido–moralista–Andy, è astemio.
E non ci sono possibilità per mandarlo fuori di testa tramite drogucce mescaline infilate a tradimento nei suoi bibitoni perché il dannato se ne accorgerebbe. Dopo mesi di convivenza forzata con Pete, ha sviluppato un olfatto dannatamente simile a quello di un cane antidroga.
Per cui, a Joe piace Andy e ad Andy piace Joe. Ma ovviamente nessuno dei due può fare niente perché l’unico che potrebbe muovere obiezioni non è neutralizzabile tramite alcolici o anfetamine. Per cui, Pete non sa cosa fare – Pete deve fare qualcosa, non è questione, è suo compito farli saltare addosso l’uno all’altro, deve bilanciare l’ordine cosmico delle cose – e Patrick non è di nessun aiuto, lui e le sue dannate remore morali.
Stupido–moralista–Patrick coalizzato con lo stupido–moralista–Andy.
E’ una congiura contro di lui!
« E’ una congiura contro di me! »
« No, non lo è. »
« Sì che lo è! Tu mi odi! »
« No alla prima, sì alla seconda. »
Il labbro di Pete inizia a tremolare, bellamente ignorato da Patrick, ancora intento a leggere la sua stupida rivista. « …E smettila di fingerti ad un passo dalle lacrime, non attacca. »
Ma come–?!
Oh, forse sono i fenomenali super poteri di Patrick. Ne ha, non sa ancora in che misura, ma Patrick ha fenomenali super poteri. Non si spiega altrimenti il dannato talento del dannato moccioso in questione di capirlo in ogni dannato istante senza nemmeno guardarlo. Come se si conoscessero da anni. « Dannato moccioso. »
« Non prendertela con me, Wentz, se hai la testa di un bambino di quattro anni. »
Pete apre bocca per rispondere e finalmente, finalmente, Patrick alza gli occhi dalla rivista per fissarlo astiosamente. « No, non ti darò una mano a far ubriacare Andy. No, Joe non è tipo da fare certe cose. Abbandona le tue idee. Soprattutto l’ultima che ti è balenata in testa, ommioddio, ci sono gli estremi per una denuncia. »
Senza aggiungere altro, il ragazzo ripone con cura il giornale, si alza dal letto su cui stava svaccato ed abbandona Pete nel suo abisso di sofferenza e frustrazione.
Dannato moccioso! Ha appena diciotto anni ed ha già deciso di non volerlo assecondare!
E non subisce l’indiscusso fascino di Pete Wentz!
Dannato, dannato moccioso!

*

Dunque, la faccenda di Andy e Joe la dovrà risolvere tutto da solo.
Sarà complicato, ma intende riuscire nella sua impresa. E’ riuscito a convincere la famiglia di Joe a mandare il loro piccolo minorenne figliolo in tour con gli Arma Angelus, al confronto, convincere Andy a provarci – e riuscirci! – con Joe sarà una passeggiata.
« No, Pete. »
…Ovviamente escludendo il fatto che i genitori di Joe non sapevano che razza di elemento sia Pete ed Andy invece, il maledetto, lo sa pure troppo bene, per potergli dare retta. « Tu non ti fidi di me! »
« Esattamente. »
Pete lo guarda con gli occhioni colmi di lacrime, ferito fin nel profondo. « Io– tu– »
« Pensaci, Pete, » inizia Andy, prima di dargli modo di concludere il suo elaboratissimo concetto circa l’ingiustizia del mondo e ‘scriverò qualcosa di estremamente crudele su di te perché te lo meriti’, « mi dai torto? »
No, certo che no.
Fidarsi di Pete, per qualsiasi disgraziato che abbia mai commesso un simile errore in vita sua – e l’ha commesso una ed una sola volta – ha sempre comportato dolore e sofferenza e denti rotti. E più di una visita all’ospedale.
« Certo che sì! » trilla il demente con vocina squillante, « Io sono tuo amico! Se non ti fidi di me, di chi ti fidi? »
« Di un pescecane affamato? »
« Ti odio! »
« No, aspetta, ce l’ho: un trafficante di organi. »
Pete non vuole ascoltarlo. Simili offese lo stanno mal disponendo circa il fargli da paraninfo con Joe. O fare il paraninfo di Joe con lui. O– va be’, è una cosa transitiva, parlando di loro due.
« …O un terrorista? Oppure, cosa dici, un fedayn? »
« ’Fanculo! »
Poi si alza e trotterella via, non sapendo a chi votarsi per avere un po’ di supporto. Andy ha praticamente ammesso che seguirebbe più allegramente i consigli di un omicida seriale piuttosto che i suoi, Patrick lo boicotta…
Resta Joe.

*

Il suo fidatissimo amico Joe. Joe ha sempre subito il suo fascino; in maniera più o meno palese, lo ha sempre assecondato qualsiasi cosa gli suggerisse di fare – sì, il disgraziato di prima che seguiva i consigli di Pete e finiva all’ospedale? …Appunto. Joe. – farsi dare retta in questo frangente non sarà un problema.
« …Quindi pensavo che potresti provarci con Andy. » Conclude il suo discorso con tono casuale, continuando ad agitare una manina nell’aria come se stesse ancora parlando.
Joe si fa uscire l’aranciata dal naso e dannazione, quelle bollicine fanno un male cane. « Io– cosa?! » bercia, sputacchiandosi involontariamente sui pantaloni.
« Dovresti provarci con Andy, » ripete pazientemente Pete, cambiando con destrezza il verbo servile per indicare al piccolo Trohman che non ha proprio scampo.
« Cos– no! »
« Sì! » esclama con il medesimo tono usato dal ragazzo che, oh–che–tenero!, crede ancora di poterglisi opporre.
« Non c’è storia–! »
« Non c’è scelta. »
Okay, Joe ha questa cosa, questa orribile cosa, che non riesce a dire di no a Pete. Ci ha provato, ed ha ancora una cicatrice sull’anca destra ad eterno monito che no, decisamente no, non è in suo potere sottrarsi ai malefici piani del bassista.
E’– forse è solo che gli è eterno debitore per quel tour con gli Arma Angelus, e poi lo ha contattato per questo nuovo progetto, i Fall Out Boy, ed è stato il primo in assoluto a trattarlo come un adulto, e poi Andy. Gli ha presentato Andy. Ed ora sta cercando di farli finire insieme perché, evidentemente, la sua cotta non è così senza speranza come invece si è convinto sia.
E forse potrebbe anche–
« Pete, ti prego, no. Davvero, non– non credo di riuscire a fare una simile cosa. »
Pete agita una manina in aria, esasperato. « Insomma, non ti ho mica chiesto la luna! Devi solo sorridere di più, parlare con gli altri, ignorare un po’ Andy, magari ammiccare nella sua direzione, ma anche no, tu non sei capace di fare queste cose, devi– devi solo essere un po’ più come me ed un po’ meno come Patrick. »
« Patrick…? » e quando mai lui lo ha imitato? Patrick non beve, Patrick non fuma cose, Patrick non ha una mostruosa cotta adolescenziale per un componente della band. O– sì, beh, Patrick ha una mostruosa cotta adolescenziale per un componente della band – ciao, Pete! – ma non lo da a vedere in maniera così evidente.
« Sì, Patrick. Lo stupido–moralistoide–Patrick. »
E, oh!, ecco perché adora tanto Pete: gli insegna sempre parole nuove.
« Io– io non me la sento, » pigola infine, nascondendosi dietro un cuscino in cerca della forza per opporsi alle perverse idee dell’altro.
« Ma! Joe, io lo faccio per il tuo bene! »
« Ho i miei dubbi in merito, Pete. » Bofonchia ed effettivamente, ehi!, un po’ più di fibra morale quel cuscino gliela trasmette.
« Non devi! Quando mai ti ho dato qualche consiglio sbagliato? »
Pessima, pessima domanda.
« Quando mi hai suggerito di portare quella bottiglia di vodka in equilibrio sul mio naso, » inizia ad elencare Joe, « e poi quando volevi farmi provare sulla mia pelle cos’è il surfing, »
Pete inizia ad essere stufo di quell’elenco inutile e noioso. « Balle! »
« …E poi c’è stata la volta in cui mi ha spedito a comprarvi alcolici e mi hanno beccato, »
« Joseph Trohman, piccolo miscredente, non ti fidi di me?! » tuona il bassista, brandendogli una mano sotto al naso con sguardo minaccioso.
Joe non risponde, si limita a scuotere la testolina, e Pete decide che gli serve un piano.
Non è riuscito a convincere nemmeno Joe, che nelle sue mani è come pongo, e la cosa è grave. Deve– deve trovare qualcosa.

*

« E così, » inizia schiarendosi la voce, « Joe ci vuole provare con Andy. »
« Non è vero. »
« Sì che è vero. »
« Ho una telefonata accorata di suddetto Joe a conferma delle mie teorie. »
Fanculo. « Beh, ha cambiato idea! »
« Nel giro di cinque minuti? » Patrick deve smetterla di– beh, di essere Patrick. Lui ed i suoi dannati super poteri.
Pete si accascia su un divanetto, fissando smorto davanti a sé, maledicendo chiunque gli passi per la testa al momento, a partire da Andy a terminare con Patrick passando per Joe ed i genitori di tutti e tre gli idioti già nominati.
Gli stanno mettendo i bastoni tra le ruote!
Illegittimamente!
Lui vuole solo operare per il benessere comune, non c’è motivo per mettergli i bastoni tra le ruote!
« Siete tutti degli emo idioti, » bofonchia tra sé e sé, disegnando un cerchietto in terra con la punta del piede e torturandosi le maniche della felpina – gialla fluo, messa apposta per l’occasione per poter allietare il mondo con il potere del– ecco, giallo fluo – distrattamente.
« Sssì, come no. Pete, va’ a fare l’emo altrove, vuoi? »
Pete guarda con sguardo ferito Patrick, sempre più preso dalle sue dannate parole crociate, si alza e decide di fuggire verso lidi più felici.

*

« Joe ci vuole provare con te. »
« Non è vero. »
« Sì che lo è. »
« No, non lo è. »
« Te l’ha detto lui? »
« Me l’ha detto Patrick. »
« Patrick racconta un sacco di balle. »
« No, quello sei tu. Allontanati, Pete, mi stai annoiando. »
Pete, per contro, si siede precisamente davanti ad Andy, oscurandogli oltretutto la vista della sua amata tivvù. Si stringe nelle spalle, si scrocchia il collo un paio di volte – ed Andy rabbrividisce perché che schifo – e finalmente parte all’attacco. « Pensaci, Andy! »
Andy lo fissa schifato, ancora vittima dei suoni abominevoli che il corpo di Pete può generare. « Sparisci. »
« Insomma! » esclama il bassista, strisciando sul pavimento per mettersi più vicino al batterista, « Ragiona: Patrick e Joe sono amici, no? »
Il ragazzo inarca un sopracciglio, e Pete non ha bisogno di altro: ora è sicuro di avere la sua più completa e totale attenzione. « E secondo te, » continua lui con tono ovvio, « un amico non ne coprirebbe un altro? »
« Non ti seguo. » Ammette infine, stringendosi nelle spalle.
« Aaandyy! Insomma, accendi quel cervellino! Tu saresti mai andato a dire a qualcuno che mi piaceva che era mia intenzione provarci? »
« Non me ne davi il tempo, normalmente ti gettavi di peso nei pantaloni del malcapitato entro trenta secondi netti. »
« Dettagli! » Pete ci pensa su per qualche istante perché ha davvero, davvero bisogno di un colpo di genio, una cosa che possa stendere definitivamente Andy. « …Tu, » inizia, con aria maledettamente seria, « tu, Andrew Hurley, hai mai fatto presente a Patrick che è mia chiara intenzione trascinarlo il prima possibile in uno stato dove tutto quello che ho intenzione di fargli sia grossomodo legalizzato? »
…Che non è esattamente il giro di parole più romantico su cui avrebbe potuto fare affidamento, ma sembra sortire il suo effetto. Deve sortire il suo effetto.
La bocca di Andy si spalanca e gli occhioni gli si sgranano da dietro le lenti, e Pete sa di aver vinto.
« E’ solidarietà tra amici, Hurley. Patrick sta coprendo Joe come tu copri me. »
« Ma tu– »
« Io sono amico tuo, e sapevo che ti avrebbe fatto piacere sapere questa cosa. Solo per– sai, magari darti un po’ di coraggio in più. »
E poi Pete si alza lentamente e si allontana a passo felpato e si chiude la porta alle spalle tanto delicatamente per nemmeno si sente la serratura scattare.
A volte è un dannato genio.
Se solo la gente se ne rendesse conto più spesso!

*

« Andy ci vuole provare con te. »
« Non è vero. »
« Sì che lo è, te lo dico io! »
« Tu volevi che ci provassi io! »
« Questi sono dettagli! Andy si è svegliato. Ha deciso che ci vuole provare con te. »
« Non ci credo. » Questa volta il mugugno di Joe è ben lontano dall’essere deciso e sicuro, anzi, si orienta sul depresso andante.
Pete sogghigna, perché convincere Joe a dargli retta è sempre una cosa facile e gratificante. Ah, il piccolo omino di pongo! « Questa sera esci con noi, e vedrai. »

*

Okay, la faccenda è chiara: Joe è una piccola sgualdrina.
Andy se ne è reso conto nel giro di qualche minuto scarso, da come gli ha sorriso allegramente e poi è passato a flirtare con il mondo intero semplicemente per ingelosirlo e poi, oh, il piccolo verme, si è messo ad ignorarlo! Platealmente! Davanti a tutti!
E poi gli si è seduto accanto e si è messo a gattamorteggiargli addosso!
(Non importa che Pete gli abbia fatto notare che quando Joe lo ignora lo odia perché lo ignora e quando lo calcola lo odia perché lo calcola, Andy sa di avere ragione. Quelli sono chiari segnali erotici! Segnali che lui non coglierà, perché ha ancora un senso della morale!)
« Andy, tutto okay? »
Visto? Segnali erotici!
Andy salta sul posto. « Certo che è tutto okay! Qualcosa non dovrebbe essere okay? » strepita con vocina acuta, facendosi quanto più lontano possibile da Joe e contemporaneamente quanto più appiccicato possibile al muro.
Joe sembra capire, o forse no, Andy non sa dirlo, sa solo che lo vede allontanarsi da lui e le cose gli sembrano andare contemporaneamente bene e male, dannazione, malissimo.
E poi Joe se ne va nuovamente e passano ore senza dire o fare niente, con la musica che lo assorda e la sua dannata bibita tra le mani che oltretutto fa pure schifo e il chitarrista dall’altra parte della sala che ride e scherza con sconosciuti mandando Andy in bestia perché che schifo di modo di provarci con qualcuno è, questo? Joe dovrebbe… dovrebbe stargli attorno. Ridere e scherzare con lui, parlargli di fumetti e musica e ridere alle sue battute con quella sua voce un po’ acuta e dovrebbe sorridergli sempre e– Oh. Cazzo.
Pete aveva ragione.
Joe ci sta provando con lui!
Joe ci sta provando con lui da mesi, e lui non se ne accorto, troppo perso appreso ai suoi propositi di lasciar perdere i minorenni!
E– deve continuare a lasciar perdere i minorenni, ovviamente. Joe è– è Joe, ed è un Joe minorenne. E’ illegale ed immorale e sbagliato e non importa quanto quel dannato ragazzino lo ossessioni, lui non deve fare stronzate come attraversare a grandi falcate la sala e trascinarselo via in un angolino per potergli esporre le sue teorie circa il provarci e magari riuscirci con qualcuno.
Non deve.
Deve solo focalizzarsi su altro. Ecco, magari non su Pete che incombe su Patrick stile avvoltoio sulla carcassa – con i medesimi occhi famelici, argh! –, magari– magari deve solo bere il suo orribile drink e concentrarsi su quello.
Ed effettivamente, ci prova. Allunga una mano alla cieca sul tavolo, ancora troppo perso a fissare la curva del collo di Joe quando ride, afferra qualcosa di vetro e prende una sorsata da un bicchiere che poco dopo identifica per non essere il suo dato che, ugh!, dentro c’era vodka. E probabilmente nemmeno diluita, dannato alcolista–non–anonimo che è Pete.
« Oh, Andy! » trilla il bassista perché ovviamente ha mollato la sua preda – Patrick – per concentrarsi su di lui e ficcargli a tradimento la birra di quest’ultimo in bocca perché « Dato che ti sei dato all’alcol, non puoi non bere birra! »
Andy sente il liquido andargli in minima parte su per il naso ed in maggior parte giù per l’esofago fino allo stomaco e quindi, immancabilmente, salirgli in testa.
Ed è questione di un attimo, prima che Andy si renda conto di aver bevuto vodka e birra in rapida successione a stomaco vuoto, e senta successivamente un senso generale di leggerezza ed euforia e oddio, è mezzo sbronzo, quanto non gli mancava tutto questo.
Okay, nuovo piano: oltre dover evitare qualsiasi conversazione ambigua con Joe, deve direttamente evitare di alitare nella sua direzione perché, ecco, sarebbe un tantinello incasinato spiegare ad un diciottenne perché tu, uomo adulto e maturo e straight edge, ti trovi ad essere grossomodo mezzo alticcio. Senza nemmeno volerlo.
Solo perché hai bevuto dal bicchiere sbagliato, come un moccioso qualsiasi.
Ah, ma è colpa di Pete. Non sa in che modo, non ha la minima idea di cosa c’entri Pete, ma sa che è colpa sua. Malefico bastardo, è sempre colpa sua!
Tanto per cominciare, il bicchiere era suo. E poi è stato lui a ficcargli di forza la birra in gola. E poi lo ha trascinato lui in quel dannato bar, con la scusa che Joe voleva provarci con lui e invece Joe è dall’altra parte della stanza a ridere e scherzare con gente e per Andy è decisamente troppo.
E’ uscito, si è quasi ubriacato, tutto in funzione di un moccioso – minorenne! – che non ci sta nemmeno provando con lui, per dargli modo di scaricarlo!
E’ inammissibile!
Lui deve scaricare Joe e convincerlo della giustezza delle tue teorie. Deve!
E’ principalmente per questo che si alza in piedi, attraversa a grandi falcate la sala e dopo averlo afferrato per un polso si trascina via il povero – sobrio – e sconvolto Joe in un anfratto del locale, a metà strada tra il bagno e l’uscita di emergenza.
Joe, comprensibilmente, non ci sta capendo molto. Sa solo che di punto in bianco è stato strattonato altrove dall’uomo che, a dare retta a Pete, ci voleva provare con lui. Beh, bel modo di fare!
Lo ignora e lo tratta male per tutta la serata, e poi lo trascina via per fare non si sa cosa? Joe sente di voler picchiare Andy.
Lo vuole picchiare così tanto da non ascoltarlo nemmeno, quando inizia a parlare, limitandosi a focalizzarsi sulle labbra del batterista che si aprono e si chiudono e dio, è quasi sicuro che brillino e Joe– duh, sì, vuole picchiarlo.
Sicuramente.
« …Stufo. »
« Eh? »
Andy sbuffa, e stringe un po’ di più la presa sul polso dell’altro. « Sono stufo, » ripete, cantilenando le parole, « mi capisci? Stufo. E’– è così snervante vederti che lo fai ogni dannata volta ed io non riesco ad impedirtelo. »
« Ma di cos– »
« E non è che non ci abbia provato, eh. » Continua Andy, senza minimamente dare segno di aver sentito il ragazzo. « Ci ho provato davvero, ma non ci riesco. E’ tutta colpa tua, dannazione. Tutta. Colpa. Tua. »
« Andy, che stai dicendo? »
« Tu– ed il tuo modo di fare. Mi– dannazione, Joe, mi ossessioni. Ogni momento. Notte e giorno. Non riesco– non riesco a toglierti dalla mia mente. Ci fai apposta, vero? E’ qualcosa di– sei tossico. » Ed Andy non sembra seriamente arrabbiato per quello che sta dicendo, quanto più perplesso. Come se stesse realmente aspettando che Joe gli spiegasse che sì, a dire il vero gli ha fatto una sottospecie di rito voodoo ed è per questo che è ossessionato in questo modo da un minorenne. « Sei minorenne, ma su questo potrei anche soprassedere. » Aggiunge infine, come se la cosa non lo preoccupasse minimamente.
Joe non sa realmente cosa rispondere, finché Andy non si sporge verso di lui e allora sì, decisamente c’è roba da dire. « Hai bevuto? » Chiede, incredulo, e il batterista annuisce.
« Poco. »
« Sei ubriaco? » e non dovrebbe veramente chiederlo, perché è un po’ una conseguenza dell’aver bevuto, ma Andy scuote la testa in cenno negativo e poi in cenno affermativo e okay, è per davvero ubriaco.
« Un po’. Quanto basta. »
In quel momento, in quel preciso momento, Joe decide di dare di matto. « Sei ubriaco. Cristo, sei ubriaco. »
Andy vorrebbe ribattere dicendo che Joe è ebreo e non ha molto senso che invochi Gesù, dato che tecnicamente non ci crede, ma preferisce lasciar perdere. « Non conta, sono sincero. »
« No, non lo sei. » E Joe vorrebbe credere veramente a quanto Andy dice, ma ormai, per quanto giovane, ha anche capito un paio di cose su quando si beve troppo. « Sei ubriaco. Non posso credere che l’unica volta che ti saresti ubriacato saresti finito per fare queste stronzate! »
« Aspetta– » e qua Andy si prende una pausa, perché per quanto leggera, non si sa proprio gestire una sbornia. « Aspetta fino a domani. Domani, giuro, giuro su qualsiasi cosa, dammi un foglio che te lo metto per iscritto, domani ti ripeterò ogni sillaba di quello che ho appena detto. Con meno enfasi. E senza parlare del fatto che sei minorenne. Solo– dimmi che non ti da fastidio, e giuro che te lo ripeterò ogni giorno. »
« Idiota! » strepita Joe, gesticolando animatamente con il braccino libero, « Tu non ripeterai tutta questa roba! Domani mattina la rinnegherai con ogni minima fibra del tuo essere, cuore, anima e capelli inclusi! »
Andy ride. Non dovrebbe, eppure ride. E dire che normalmente è così serio e posato… Joe dovrebbe farlo ubriacare più spesso. Anche perché poi ci rimedia baci a stampo come quello che Andy gli ha appena dato, le labbra ancora tese nel sorriso di prima e gli occhiali che gli graffiano un po’ il naso data l’angolazione disgraziata scelta dal batterista. E beh. Beh, Joe non è scemo. Sa perfettamente che simili occasioni si presentano una sola volta nella vita, per cui non protesta troppo, si limita a piegare un po’ di più il viso per migliorare la situazione occhiali e poggiargli la mano sulla spalla e poi apre un pochino – solo un pochino, pochino proprio – le labbra ed Andy si allontana, tutto occhioni sbarrati ed espressione orripilata. « Ma no! » esclama, sconvolto, « Sei piccolo! Non possiamo fare certe cose! »
…Joe vorrebbe picchiarlo e vorrebbe farglielo presente, ma, beh, è un po’ complicato parlare con la bocca di Andy ermeticamente chiusa sulla sua.
Dannato moralistoide alticcio.

*

La mattina dopo, Andy rinnega quanto accaduto con ogni minima fibra del suo essere, cuore, anima e capelli inclusi.
Joe non glielo rinfaccia, perché in fin dei conti se lo aspettava, ma s’incazza parecchio quando il batterista lo prende da parte per elencargli punto per punto cosa c’è di sbagliato nel fare queste cose.
« Fanculo! » strepita quando sono arrivati grossomodo al punto numero tre, mulinando platealmente le braccia in aria per liberarsi della presa di Andy sulle sue spalle.
« E poi devi capire cheeh? »
« Fanculo! » ripete con il medesimo tono, fissandolo astiosamente, « Fanculo tu e le tue dannate paranoie! »
« Ma Joe, non sono paranoie! » Andy lo fissa come se fosse veramente lui dalla parte della ragione e, beh, è decisamente surreale. « Ci sono motivi, motivi sensati per cui non dobbiamo– »
« Ieri hai fatto l’idiota tutto da solo! Io non ti ho chiesto un corno, ed hai deciso autonomamente di trascinarmi dio solo sa dove per tirarmi una filippica su quanto sia odioso che io ti ossessioni e stronzate simili, non venire a rifartela con me se non reggi l’alcol o– »
« Joe, io ieri ti ho scaricato! »
Okay, Joe lo picchierà. « Andrew Hurley, io ti picchierò. »
« Joe, davvero, possibile che non ricordi? Ti ho davvero scaricato. »
Joe ci pensa su, e davvero, no che non ricorda! « No che non ricordo! »
Andy sospira, e gli riepiloga brevemente la serata. « Quando ho per sbaglio bevuto dal bicchiere di Pete. Ricordi che poi ti sono venuto a cercare e ti ho trascinato, per citarti, dio solo sa dove? » Joe annuisce, « Bene. Le prime cose che ti ho detto erano che tu non dovevi provarci con me perché io non ci sarei comunque mai stato perché tu sei piccolo ed io sono maggiorenne ed ho il dovere morale di tenerti lontano il più possibile da me perché sarebbe un madornale errore e poi, dato che avevo perso il filo del discorso, ti ho anche detto che ero stufo e da là credo che tu abbia connesso il cervello ma davvero, prima cosa diavolo stavi facendo? Mi sembrava che mi ascoltassi, dato che annuivi forsennatamente. »
…Oh. Oh. Joe gli stava fissando la bocca, ecco cosa stava facendo.
Il più giovane sbarra gli occhioni, spaesato, senza sapere a quale santo votarsi. « Tu– dannato bipolare! Non puoi avere una dannata memoria selettiva! »
Questo è il momento in cui Andy dovrebbe riscuotersi dalle sue dannatissime seghe mentali ed ammettere i suoi errori e magari, Joe sente di non voler mettere limite alla provvidenza, saltargli addosso. Non lo vede male, come scenario.
E invece il cretino annuisce enfaticamente, tutto serio. « Sì che posso! »
« No che non puoi! Dannato te e chi non te lo dice! »
La cosa ridicola di Joe? Quando si arrabbia parla come Pete. Ha assimilato talmente tanto del modo di fare del bassista, che in certi momenti sembra di vederne una versione più giovane e sotto certi aspetti più intelligente.
Andy non si scompone. « Anche tu hai la memoria selettiva! Hai saltato a piè pari la parte in cui ti scaricavo– »
« Legittimamente! »
« In cui ti scaricavo, » ripete Andy in un ringhio, perché odia venire interrotto, « e sei passato alla parte in cui, annebbiato dai fumi dell’alcol, ci ho provato con te. E non mi hai neppure fermato, piccolo incosciente che non sei altro! Hai idea di cosa sarebbe successo se avessi avuto i freni inibitori totalmente smollati?! »
Sì, sì che ne avevo idea, dio.
« Stramaledetto segaiolo melodrammatico! » strepita Joe, facendo oltretutto ridacchiare leggermente Andy perché quello, oh, quello è un insulto così schifosamente tipico di Pete da stonare, se non detto da lui. « Hai qualche idiotissimo problema con il libero arbitrio? »
« Sì, se riguarda te! »
E poi, Joe spinge Andy via. E’ una questione di pochi istanti, si tratta semplicemente di poggiargli i palmi sul petto e allontanarlo con quanta forza ha in corpo e gli occhi serrati perché davvero, davvero, fanculo a tutto. « Fanculo. »
Fanculo ad Andy, al suo dannato sguardo a metà tra l’incredulo ed il mortificato, fanculo a Pete, fanculo a qualsiasi cosa gli sia passata per la testa nell’arco delle poche ore trascorse da quel dannato bacio a stampo ad ora, fanculo alle dannate speranze che nonostante tutto non è riuscito a soffocare.
In questi momenti Joe si rende conto di avere molti anni in meno di quanti di norma finga di averne; ci sono volte in cui davanti ad Andy, e solo davanti a lui, si sente veramente piccolo, piccolo dentro. Non riesce a farsi capire, non riesce a parlare, non riesce a venire trattato con un minimo di rispetto, tutto perché Andy è Andy, sempre così stupidamente convinto di trovarsi davanti ad un moccioso.
E, tanto per tornare in tema, fanculo. Di nuovo, ripetuto ad alta voce. Fanculo in generale, perché suona bene, perché articolare un discorso sensato proprio non gli riesce al momento, perché è veramente stufo di doversi atteggiare a persona più matura del dovuto nell’eterna e costante illusione che Andy si accorga di lui, perché gli riesce dannatamente bene pestare i piedi e strepitare insulti a caso contro il mondo.
Joe arretra di qualche passo e si allontana, una via di mezzo tra il furente e il deluso e l’incazzato nero. E non lo ammetterà mai, ma quando non si sente chiamare né trattenere in qualsiasi altro modo, ci resta pure male.
Dannato idiota che non è altro.

*

Precisamente venticinque ore, tredici minuti e trentaquattro secondi dopo L’Epico Litigio – come Joe lo ha mentalmente battezzato, al posto del poco fantasioso ‘dimostrazione di quanto io sia scemo e di quanto Andy ogni tanto meriti un quantitativo indefinito di legnate sulla schiena’ – Andy si palesa in maniera ben poco artistica ma assai scenografica: apre la porta con un tonfo micidiale, si catapulta dentro e si accascia sul pavimento, stremato ed ansimante a causa della corsa – fuga? – fatta per arrivare fin là.
« Io… cristo… Pete. » Sputa fuori infine, sfregandosi una mano sul collo e sul petto nella speranza di regolarizzare il prima possibile il respiro.
Joe serra la mascella, si alza dal divanetto che aveva eletto come personale pozzanghera di dolore e scavalca – letteralmente – Andy, dirigendosi verso la porta. « Me ne vado. »
« Aspetta. »
E quella è veramente la mano di Andy che gli tiene la caviglia? « Hurley, la mia caviglia. Mi serve. »
Il batterista non risponde, si limita a tirarlo verso il basso, quasi facendolo cadere. « Joe, per piacere. Ti stavo cercando, devo– »
« Fanculo. » …Di nuovo. « Lasciami la gamba, deficiente, non ti voglio ascoltare. »
« Non mi importa. Joe, sono figurativamente e fisicamente ai tuoi piedi; dovrà pur valere qualcosa, no? » lo guarda dal basso, oltre le lenti, e Joe sa di essere fottuto.
Totalmente, inequivocabilmente fottuto. Come al solito, quando qualcosa implica la presenza di Andy, perché il dannato idiota riesce sempre e comunque a convincerlo a dargli retta e non incazzarsi con lui, perché ha un ascendente su di lui e chiunque lo sa, come chiunque sa che qualsiasi cosa gli vogliano far fare aggiungendo in calce il nome di Andy lui obbedirà.
Tutti gli incidenti che lo hanno visto protagonista dietro consiglio di Pete? Sì, ecco. Ciao, Andy.
Joe ancora una volta sbuffa e si accovaccia in terra con una mossa fluida, infischiandosene di aver piantato un piede sulla coscia dell’altro, fissandolo astiosamente negli occhi. « Cosa vuoi? »
« Scusa. »
Il più giovane sgrana gli occhi e gli manca il fiato ed ecco, è grossomodo terrorizzato.
Oh no. Ohno. Ohnononono.
Non di nuovo.
« Andy, » inizia, afferrandolo per un bavero della maglia, « Andy. Stammi bene a sentire, idiota. Tu sai quanto io sia stufo di tutta questa storia? Ne hai una vaga concezione? » e poi l’altro apre bocca per rispondere e, oh, grosso errore. « No, te lo dico io. Non ne hai la benché minima, fottutissima, idea. E’ orribile, è squallido, e tu sei la causa di tutto. Tu ed il tuo stupido fare casini e poi mettere una pezza a colore sul disastro combinato. Lo sai quanto mi hai rotto? Ogni volta, ogni dannata volta, io giuro che è l’ultima, perché dopo un po’ mi stufo pure io, eh. E poi ogni volta, ogni fottutissima volta, tu fai qualcosa. Qualcosa di– di stupido. E io capitolo sempre e, sai, mi sarei un minutino stufato. »
Ed io non ci cavo le gambe da questa storia, vorrebbe aggiungere, ma per una volta sente di aver detto abbastanza.
« Senti– » riesce a balbettare Andy dopo un po’, e davvero, Andy che balbetta? Wow.
Joe rotea gli occhi e quello è il momento in cui dovrebbe alzarsi, ridere sprezzante ed abbandonarlo al suo destino, ma non ci riesce. « Credo di aver fatto un casino. E’ solo che tu sei p– hai meno anni di me. Tipo, in una proporzione che mi fa discretamente brutto. Ma non nel senso che sono troppi, nel senso che– non so– a volte credo che tu sia più maturo di tanta gente – Pete e Chris messi insieme per iniziare – e altre volte ti vedo che giochi con i videogiochi e mi sento una fottuta balia e la cosa allora sì, si fa decisamente da deviati. »
Ma cosa cazzo…?
« …Ti droghi? »
« No! »
« Allora sei scemo a secco? Di tuo? »
« Ma–! »
« Andy, lurido coglione, tu mi hai attaccato la fissa per quei cazzo di videogiochi! »
Sono balle! Joe giocava coi videogiochi! Ci giocava anche prima!
Solo– magari non nelle proporzioni con cui ci gioca ora. Forse. Ma comunque, restano i fumetti.
« I fumetti! » esclama con aria trionfante Andy, convinto di aver colto nel segno.
« Li colleziono! »
« …Star Wars? »
« E’ un fottuto classico, a chi non piace Star Wars?! »
Okay, Andy è metaforicamente e fisicamente con le spalle al muro. E fisicamente oppresso dalla presenza di un Joe incombente di su lui con sguardo famelico – non nel senso vietato ai minori, quanto più nel senso di ‘ti spolperò vivo e darò i tuoi resti ai cani randagi’.
E metaforicamente senza appigli ai quali aggrapparsi per scamparla senza occhi neri o lividi – è solo che Joe a volte sa essere un po’ inquietante, ecco. Fisicamente– fisicamente potrebbe sempre sfilarsi una scarpa e tramortirlo e poi fuggire.
Oppure, e questo Andy non lo pensa nemmeno, si limita a metterlo in pratica come l’idiotissimo idiota che è, può afferrare Joe per il collo della maglia e tirarselo ulteriormente addosso modello copertina e baciarlo. E, um, il silenzio che segue è ovattato, confortevole, umido in un senso assolutamente non–negativo e assolutamente piacevole e poi Joe si allontana da lui e lo fissa con gli occhi ancora più sgranati di prima.
« Fanculo, hai bevuto di nuovo?! »
Andy si sente sinceramente offeso dalle accuse. « Fanculo, no! » E ormai ‘fanculo’ è quasi un intercalare, ma vabe’, con questo può convivere.
« Mi hai baciato! »
« Questo non vuol dire–! »
« Tu non mi baci mai da sobrio! »
« Da un episodio non si può desumere una dannata regola! » spiega in uno strepito più concitato degli altri. « Sono sobrio. » Bofonchia infine, per poi baciare nuovamente Joe ancora e ancora perché finalmente ha trovato un modo per tenerlo in silenzio e calmo senza rischiare di rimetterci qualche osso.
Joe non risponde subito, troppo intontito com’è dalla presenza di Andy, Andy, Andy a perdita d’occhio, ovunque le sue mani si spostino c’è sempre Andy ed è anche sulla sua bocca! E– no, non nella sua bocca, perché lo stupido–Andy lo sta baciando come al solito a stampo.
Al solito!
Può usare il termine ‘al solito’ parlando dei baci di Andy!
Dio, la cosa è fantastica. Fantastica e simile ad una droga perché gli calma i nervi e non gli fa pensare che fino a poco prima voleva eviscerare Andy.
« Aspetta, » riesce a bofonchiare dopo un po’, beccandosi la prima occhiata scocciata da mancate–effusioni – Joe potrebbe iperventilare solo per questo, ma si trattiene – ed uno sbuffo, « aspetta. Tu non– non ti hanno drogato, vero? »
Andy vorrebbe insultarlo, ma ha come la sensazione che il discorso potrebbe portare a qualcosa di sensato, per cui si limita a rispondere con un secco « No. »
« E non hai bevuto. »
« No, e due. »
« Quindi sei sobrio. »
« Se la logica mi assiste, sì. »
« Quindi domani o quando sarà non rinnegherai tutto ciò con ogni minima fibra del suo essere, cuore, anima e capelli inclusi? »
…Sì, il discorso ha portato effettivamente a qualcosa.
Andy si stringe nelle spalle, allaccia le mani dietro la schiena di Joe e trascina il ragazzo fino a che non se lo trova seduto sulle gambe. « Non so. Potrei. »
« Ti farei morire tra atroci spasmi. »
« Allora potrei anche accettare placidamente che effettivamente ho concupito un minorenne e l’ho violentato sul pavimento di una stanza nella casa del nostro– …che dici, Pete gli facciamo fare il magnaccia? »
Joe vorrebbe dire che simili tonalità di rosso non sono mai comparse sul suo volto, ma al massimo sulle felpe del già citato magnaccia. Si limita a sbarrare gli occhi e ridere istericamente e non risponde, si china su Andy e lo bacia – a stampo, di nuovo. Dannato lui.
« Aaaandy… » cantilena con tono piagnucoloso Joe, osservandogli astiosamente le labbra serrate. Andy ridacchia, di riflesso, e gli fa la linguaccia e okay, magari è Joe, quello a cui hanno drogato il cibo, perché da sano non farebbe idiozie come sporgersi in avanti e baciarlo a tradimento ma, okay, va bene così.
Va bene anche la risata di Andy contro la sua gola, va bene che lo stia chiamando moccioso, va bene Pete da fuori che ascolta tutto tenendo un bicchiere attaccato alla porta e impedisce che Patrick faccia cose sconsiderate come ucciderlo semplicemente tenendolo per mano perché ehi, ha scoperto che così i super poteri di Patrick si neutralizzano, quasi fosse una sottospecie di kriptonite umana.
Va bene, tutto qua.
Va bene anche che Pete pensava di coinvolgere anche Andy con il progetto dei Fall Out Boy perché ormai, chiaramente, deve costringere i suoi due burattini alla coesistenza forzata. Funzionerà, ne è certo.
Funzionerà dannatamente bene.


~Fin.




Note!
Allora, *COUGH* teoricamente questa fic celebra un altro anniversario. Un po' diverso, che riguarda un po' meno gli altri ed un po' di più– ecco– me. Diciamo che il 17 ho fatto quattro anni di scrittura attiva e ci ho provato, ci ho provato davvero a scrivermi qualcosa, ma chi mi conosce sa che ci sono cose che non so fare, tra cui rispettare le scadenze. Anche quelle importanti. Solo, beh, lasciamo perdere *waves hands*
Auguri a me!

PS: ...Commentino? :°D



Christine Black ~~ Harleen

   
 
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