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Autore: Kerri    01/08/2015    8 recensioni
Sono felice di partecipare a questa nuova iniziativa: 12 Months CaptainSwan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai CaptainSwan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: Neve,camino, pattini
Febbraio: Maschera, San Valentino, Super Bowl
Marzo: Donne, risveglio, altalena
Aprile: Scherzo, cioccolato, pigiama
Maggio: Fiori, pick nick, barca
Giugno: Estate, ciliegie, doccia
Luglio : Spiaggia,temporale, gelato
Agosto: Stelle, calore, mare
Settembre: Vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno (Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: Candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VIII. Agosto – Even my dark heart loves you

 
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Emma lo sapeva, sapeva cosa lui provasse nei suoi confronti.
Per questo, quel giorno, gli aveva chiesto di incontrarsi al porto, perché voleva sfruttare quegli assurdi sentimenti a suo favore.
E ci era quasi riuscita.
Davvero, era ad un passo dalla vittoria.
Poi, però, la situazione le era sfuggita di mano.
Si sporse maggiormente dalla balaustra, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra e conscia che se fosse caduta, non sarebbe morta. Una certezza che le provocò un leggero brivido sulle pelle.
Fu tentata dal provarci.
Perché no?!
L’Oscuro, dopotutto, non poteva morire.
Avrebbe sperimentato anche quello, prima o poi. Avrebbe preso in giro anche la morte, dopo aver finito con gli esseri umani.
Puntò i suoi grandi occhi in quell’acqua azzurra, illuminata dagli ultimi raggi di sole della giornata e la sua mente ritornò all’incontro di quel pomeriggio.
«So che sei ancora lì dentro, Emma e ti giuro che ti riporterò indietro, dovesse costarmi la vita»
Che assurdità!
Quell’uomo era così testardo e stupido e…
Davvero, si illudeva di poter far tornare indietro la vecchia Emma?
Idiota.
Eppure quelle parole avevano mosso qualcosa dentro di lei, risvegliato dei sentimenti sopiti. O almeno così credeva.
Furono quelle parole a farla indietreggiare, a farle mollare la presa sul colletto della sua giacca di pelle e sparire in una nuvola grigia.
L’Oscuro, quel pomeriggio, venne sconfitto da delle parole…
No, non poteva permetterlo. Aveva una reputazione da mantenere! Non poteva permettere che la città credesse di potersi prendere gioco di lei! Doveva trovare un modo per fargliela pagare…
Alzò lo sguardo verso il cielo, l’orizzonte ancora tinto di un pallido rosso, il sole un cerchio di fuoco che affondava nell’oceano.
Su, da qualche parte, vide risplendere la prima stella della sera.
«Sapevo di trovarti qui»
Quella voce.
Quella voce di nuovo, la voce dei suoi sogni e dei suoi incubi. Ed era strano, perché l’Oscuro non dormiva, né sognava.
Si voltò lentamente, stendendo il volto nella solita smorfia di superiorità che la contraddistingueva da qualche tempo a quella parte.
L’Oscuro non ha paura, di niente e di nessuno.
Lui avrebbe dovuto averne, piuttosto.
Ed era questa la cosa che più la spiazzava…
Lui non ne aveva.
Non aveva mai visto il suo volto spaventato, non aveva mai visto quegli occhi cobalto vacillare neppure un istante. Né quando si era ripresa il pugnale, né quando aveva frantumato un cuore sotto i suoi occhi.
Aveva troppa fiducia in lei, o meglio, in Emma, in ciò che era stata.
Ma Emma non esisteva più. E lui, come tutti gli altri in città, non l’aveva ancora capito.
«Capitano! – esclamò - A cosa devo l’onore?» chiese, infilando le mani nelle tasche del lungo cappotto nero che indossava.
Vide sul volto dell’uomo l’ombra di un sorriso. Perché diamine rideva di lei?
Avrebbe voluto togliergli quell’espressione dalla faccia!
Hook si avvicinò, lentamente, puntando i suoi occhi dritti in quelli della donna. Emma cominciò a sentire una strana sensazione di calore invaderle il corpo, una sensazione che partiva da dove avrebbe dovuto trovarsi il suo “puro” cuore, e che arrivava fin alla punta dei piedi.
Lo detestava!
Non lo sopportava!
Perché non riusciva a controllare quelle sensazioni in sua presenza?
Tutto, tutto usciva dal suo controllo quando c’era lui nei paraggi! La distraeva e lei non poteva fare niente per evitarlo! Sembrava una sorta di calamita. Era attratta da lui e non riusciva a capirne il motivo.
Perché riusciva ad esercitare tutta quell’influenza su di lei?!
Oh, avrebbe voluto distruggergli il cuore con le sue stesse mani.
Perché allora, non si limitava ad infilargli una mano nel petto e schiacciargli il cuore, senza troppi complimenti?
«Sono qui per parlarti Emma» disse, non distogliendo lo sguardo per un secondo.
Fu Emma a farlo, maledicendosi da sola. Non riusciva a sostenerlo, le ricordava troppo quelle acque nelle quali avrebbe voluto tuffarsi poco prima.
Si voltò, puntando di nuovo lo sguardo verso l’orizzonte.
Il mare era calmo, ormai del tutto azzurro, per qualche altro minuti, prima di tingersi del colore delle tenebre. Altre stelle si erano accese nel cielo, ma l’Oscura Signora non vi badò, troppo intenta a squadrare i movimenti dell’uomo, così tranquilli e così maledettamente familiari.
«Allora… hai rivalutato la mia offerta?» chiese la donna, alludendo a ciò di cui avevano parlato quel pomeriggio, prima che lui le facesse perdere del tutto il controllo.
«No Emma, non me ne andrò…» rispose quello, fissando a sua volta il mare sotto di lui. Da qualche parte, poco distante da lì, era attraccata la Jolly Roger.
«Peccato…» mormorò lei.
Se l’aspettava dopotutto, anzi era perfino felice di quella risposta. Almeno, si sarebbe divertita di più.
Sapeva che era un osso duro e che non sarebbe stato così facile sbarazzarsi di lui.
Ma se non poteva sbarazzarsene, poteva sicuramente sfruttarlo in qualche altro modo…
«Allora, ti propongo un’altra cosa…» disse, voltandosi.
L’uomo alzò un sopracciglio.
«Sentiamo…»
«Unisciti a me, ritorna Capitan Uncino, riprenditi la Jolly Roger e la tua ciurma e torna ad essere chi sei veramente, un pirata! Non uno stupido eroe che fa tutto quello che gli viene ordinato di fare, ritorna ad essere libero, riprenditi la tua libertà!»
Killian sapeva che, prima o poi, avrebbe sentito quelle parole fuoriuscire dalla sua bocca e sapeva che avrebbe fatto male, dannatamente male.
Ma non fu così.
Il suo tono fu dolce, tentatore, seduttore. Sembrava miele. Sembrava acqua, dopo mesi nel deserto.  
Sarebbe stato tutto così facile, così maledettamente facile lasciarsi andare, dirle di sì e seguirla in quel tunnel oscuro. Lei era l’unica luce che illuminava la sua rotta.
Cosa succede se un faro si spegne?
La barca avanza nel buio, alla cieca, finché si frantuma sulle rocce.
Bene, in quel momento, Killian si sentì andare in pezzi.
Non seppe dire con quale forza riuscì a risponderle, eppure lo fece.
«No» disse, scuotendo la testa e guardandola dritta negli occhi, continuando a ringraziare mentalmente chi o cosa, in quel momento gli permetteva ancora di reggersi in piedi e autocontrollarsi.
«Saremo insieme» mormorò la donna, avvicinandosi pericolosamente, esattamente come qualche ora prima.
«Per sempre» continuò.
«…No… tu non lo vorresti… non in questo modo…»
«Oh, lo voglio Killian – sottolineò il suo nome suadente, consapevole di ciò che questo provocò in lui – ti voglio…»
E se quel pomeriggio erano stati tanto vicini dallo sfiorarsi, quella sera nessuno dei due si tirò indietro.
Le loro labbra si scontrarono, con forza e desiderio, spinte da uno strano bisogno che entrambi sentivano dentro di loro.
Emma non riusciva a capirne il motivo.
Killian lo sapeva bene.
Una parte di lui sperò che il bacio del vero amore rompesse quell’assurda maledizione che la sua Swan aveva deciso di trasportare sulle spalle.
L’altra però, godette di quel momento. E si sentì bene, completo, come un drogato che, dopo mesi di astinenza, ritorna a gustare ciò che si era ripromesso di non toccare più.
«Stai con me, Killian. Rimani con me, ci vendicheremo di tutti coloro che ci hanno fatto soffrire, ci vendicheremo del Coccodrillo!» mormorò, il tono dolce e suadente di poco prima.
L’uomo poggiò la fronte sulla sua, gli occhi chiusi.
Dentro di lui era da poco scoppiata una guerra invisibile.
«Emma non lo capisci? Io devo salvarti…»
«Perché?» urlò la donna, rabbiosa, spingendolo via.
«Perché?! – ripeté - Sai, credevo tu fossi diverso dai miei genitori! Credevo che tu avresti capito, perché tu l’hai provato sulla tua pelle! Ma no, sei esattamente come loro, ti hanno fatto il lavaggio del cervello!»
«Di cosa stai parlando?»
«Non lo capisci?! Io non voglio essere salvata! Io sto bene, dopo anni e anni a preoccuparmi per il mondo intero, sto bene! Sono libera, finalmente! Libera di poter fare ciò che voglio, libera di poter essere chi voglio!»
«È l’Oscurità che parla per te, Emma! Non sei tu!»
«Forse! Ma non mi sono mai sentita meglio!»
«Non pensi a Henry?» chiese allora il pirata, sperando di riuscire a farla ragionare.
Forse ci riuscì, perché al nome del bambino, gli occhi le si spalancarono. Fu un secondo, poi ritornò ad indossare la maschera dietro la quale si era barricata da ben due settimane.
Un secondo che però non sfuggì all’occhio acuto di Killian.
«No… Per la prima volta nella mia vita, metto me prima degli altri!»
«Bene, anche io! Da quando ti conosco Swan, da quando ho capito cosa provo per te, ho sempre messo te davanti a tutto. Sei sempre stata la mia prima scelta, il mio primo pensiero, l’unica per la quale avrei donato la vita se fosse stato necessario. E adesso, le cose non sono cambiate. Non mi interessa ciò che dici Emma, io ti giuro su tutte le divinità dei sette mari, sugli dei antichi e nuovi che ti riporterò indietro, perché ti amo, maledizione! Ti amo e tu sei scappata prima che potessi dirtelo anch’io! Voglio dirtelo! Rivoglio il mio lieto fine!» urlò Killian, in preda alla rabbia, esternando tutti i sentimenti che aveva tenuto nascosti in quelle settimane.
Il volto di Emma rimase impassibile, glaciale.
«Ti avevo offerto una possibilità per vivere assieme a me, ma tu l’hai rifiutata…»
«Perché non…»
«Non mi interessa Hook, tenta quanto vuoi. Tu, i miei genitori, Henry, Regina… fate ciò che volete! Ma non permettetevi ad interferire più con la mia vita…» disse, guardandolo dritto negli occhi, prima di scomparire.
 
Adesso, chiusa nella cabina della Jolly Roger, si chiese cosa diavolo stesse facendo lì. Perché, tra tanti posti, aveva deciso di rifugiarsi proprio sulla nave di quel… di quel…
Oh, non sapeva neppure come chiamarlo.
Se prima lo detestava, dopo la discussione di quel pomeriggio lo odiava con tutta se stessa.
Aveva osato rifiutare una sua offerta.
Si era esposta con quel pirata da strapazzo come non lo aveva fatto con nessuno da quando l’Oscurità scorreva nelle sue vene.
Che idiota!
Prima di salire su quella barca, la sua malsana curiosità l’aveva costretta a restare, per fissarlo, guardare cosa avrebbe fatto.
Lo vide imprecare e sferrare un pugno alla ringhiera dove, poco prima, erano appoggiati entrambi.
Se ne andò, nel petto ancora quella strana e stupida sensazione di calore.
Perché non riusciva a dimenticarlo?
Perché, una delle sue missioni era diventata quella di convincerlo a seguirla in quel mare di oscurità in cui lei stessa stava navigando?
Lo capì, quando lo vide varcare la soglia di quella che, presupponeva, fosse la sua cabina.
Perché, per quanto nero fosse il suo cuore, non poteva fare a meno di lui.
«Che ci fai qui?» chiese e non sembrava poi così tanto sorpreso di vederla.
La donna si alzò, silenziosa come un gatto.
«Se non verrai con me con le buone… allora, utilizzerò altri rimedi…» disse, prima di fiondarsi sulle sue labbra, ancora e ancora, bisognosa di appagare quell’insistente e fastidioso desiderio alla bocca dello stomaco. Oppure era lì, vicino al cuore?
Killian si staccò da lei, facendo appello a chissà quale delle tante forze che lo stava aiutando quel giorno.
Perché, nonostante cercasse di cambiare idea, quella era pur sempre la sua Emma. La donna forte, sicura e allo stesso tempo sola, che aveva imparato a conoscere e ad amare.
«Perché? Perché spendi così tante energie per me? Chi sono Emma?»
La donna lo guardò in volto, gli occhi cerchiati e stanchi, ma così chiari e sicuri.
«Sei Killian Jones – mormorò, poggiando una mano all’altezza del suo cuore – l’uomo che, per qualche assurdo e sconosciuto e misterioso motivo, credo di amare…»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buonasera a tutti!! (O buonanotte! xD)
Buon Primo Agosto!! :)
Prima di partire, non potevo non lasciarvi la mia shot di questo mese e spero davvero che vi piaccia!
Come avete potuto notare, non potevo non scrivere anche io dei DarkCaptainSwan (*-*) e dopo aver visto le foto dal set, la nuova casa di Emma e dopo che il mio cervello e il mio povero cuore si sono ripresi un po’ ho scritto questa piccola storia! Alla fine, credo anche io che Emma tenterà di trascinare Killian con sé, ma spero che lui riesca a resisterle! Anche se non mi dispiacerebbe poi tanto vederli in versione oscura xD
Come sempre, non posso non ringraziare voi tutti che leggete, inserite nelle varie categorie e recensite!! E per lo scorso capitolo, ho ricevuto ben otto recensioni!!! Lo so che sono logorroica ma, GRAZIE!!!
Se vi fa piacere, fatemi sapere anche cosa pensate di questa storia!!
Un abbraccio a tutti e buone vacanze,
Kerri :*
 
 
PS: se volete potete dare un’occhiata alle altre storie che sto scrivendo, una delle quali una fic a quattro mani con la mia cara amica Erin!! (<3)
Maybe it’s all part of a plan
I can’t lose you too
(Ovviamente entrambe rigorosamente CS xD)
Un bacio a tutti! :*
E grazie in anticipo per chi lo farà!
-K
 
PSS: Ma guardateli! *-*
 
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Okey la smetto xD 
(Le immagini non sono mie, le ho trovate su internet!)
   
 
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