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Autore: gattina04    01/08/2015    6 recensioni
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Agosto: Il gioco di sguardi di una serata perfetta
 
Casa: ero cresciuta senza averne una e solo da poco avevo scoperto cosa significasse averla trovata, ma sicuramente stare tra le braccia di Killian Jones per me era essere a casa. Non c’era un posto che mi mancasse di più quando ne ero lontana né una persona che desiderassi così tanto al mio fianco.
Calore: ecco un’altra parola adatta per descrivere il suo abbraccio. Non solo calore nel senso fisico del termine; il modo in cui mi stringeva, in cui mi fissava, in cui mi baciava o semplicemente mi accarezzava mi scaldavano meglio di un fuoco acceso. Nello stare così avvinghiata a lui il mio cuore iniziava a battere ed io mi scioglievo. Non ero una preda facile da conquistare, ma lui mi aveva completamente catturato ed era riuscito a penetrare fino alla parte più profonda di me. Aveva abbattuto tutte le mie difese e mi aveva scaldata dopo tanto tempo in cui avevo cercato di mantenere il mio cuore più freddo possibile.
Anche se era agosto e il tempo era più caldo del previsto, sentivo il bisogno di stare accoccolata tra le sue braccia. La sensazione di pace e calma che provavo stando avvinghiata a lui, sicuramente superava problemi sciocchi come l’elevata temperatura esterna. Se fosse dipeso da me sarei rimasta in quella posizione per sempre.
Stretta nel suo abbraccio, girai leggermente la testa in modo da poterlo guardare e ammirare. Eravamo sulla Jolly Roger e stavamo guardando le stelle. Quella di fare una mini gita con la nave per un paio di giorni era stata un’idea improvvisa di Hook. Aveva detto che voleva farmi vedere le stelle cadenti, ma io avevo percepito che per lui c’era qualcos’altro sotto. Era solo una sensazione, ma avevo intuito che Killian volesse allontanarsi da tutti e partire esattamente quei due giorni. Io d’altro canto ne ero stata felice; non avevamo mai fatto una vacanza insieme, se non fatta eccezione per il viaggio nel tempo, e anche se sarebbe stato solo per un brevissimo periodo era bello poter staracene da soli, senza nessuno ad invadere la nostra privacy.
Così eravamo salpati con la Jolly Roger fino ad arrivare in un punto indistinto in mezzo all’oceano. In quel momento stavamo ammirando le stelle su una postazione di cuscini che Hook aveva allestito sul ponte della nave. Era tutto molto romantico: noi due stretti in un abbraccio, un paio di candele accese per fornirci un minimo di luce, le stelle, il rumore lento e regolare del mare.
Ammirai il suo profilo studiandolo fin nei minimi particolari. I suoi occhi erano concentrati a scrutare il cielo e brillavano di un colore stupendo. Riuscivo a scorgere l’oceano dei suoi occhi anche con il solo bagliore delle stelle e delle candele. Se avessi dovuto scegliere una parte del corpo di Killian a cui non avrei mai saputo rinunciare sarebbero stati sicuramente i suoi occhi.
Aveva le labbra leggermente socchiuse, così perfette da farmi venire voglia di baciarle, il mento rivolto verso l’alto con appena un accenno di barba; il naso dritto e fiero, il volto segnato da alcune piccole cicatrici, residuo delle tante avventure che aveva vissuto nei suoi anni da pirata. Avrei passato ore così incantata ad ammirarlo: un atteggiamento per niente da me ma che non riuscivo a controllare.
All’improvviso, come percependo il mio sguardo su di sé, si girò leggermente sorprendendomi imbambolata ad osservarlo. Voltai la testa di scatto, distogliendo lo sguardo dal suo, e mi sentii avvampare per il semplice fatto di essere stata colta in fragrante.
«Beh Swan capisco che sono uno spettacolo irresistibile, ma ti avevo portato qua per vedere le stelle cadenti». Era palese che approfittasse della situazione per fare una delle sue solite battutine.
Sentii le sue labbra vicino all’orecchio; il suo respiro caldo mi face fremere come accadeva ogni volta. «D’altronde, tesoro», continuò, «tu puoi ammirarmi tutti i giorni, questo spettacolo naturale invece accade solo poche volte all’anno».
«Dovresti essere lusingato del fatto che io mi perda ad ammirare te invece che le stelle».
«Oh lo sono, credimi». Mi diede un bacio sulla guancia, per poi spostare di nuovo le labbra sul mio orecchio. «Del resto se tu volessi approfittare della situazione e decidere di dedicarci a qualcosa di più fisico e movimentato per stasera, io sarei del tutto d’accordo». Mi girò il viso con la mano in modo da poter incrociare di nuovo i nostri sguardi. Il suo era pieno di lussuria, esattamente come lo era stato il tono delle sue parole.
Nonostante mi stessi già sciogliendo e avessi una tremenda voglia di baciarlo appassionatamente, tentai di resistere e di essere forte. Non potevo certo dargliela vinta così facilmente.
«Sei sempre il solito. Basta un minimo gesto, come il guardarti, e tu pensi subito che voglia portarti a letto. Beh Hook non sono così smaniosa».
«Davvero, tesoro?», replicò sorridendo. «Beh forse mi confondo con l’altra Emma, quella che - lo ammetto - con mio enorme piacere, richiede i miei servigi quasi ogni notte e non solo».
Aprii la bocca per ribattere ma non mi venne in mente niente per poter smentire la sua affermazione. Era vero e non potevo negarlo.
Sorrise ancora di più vedendo che mi aveva messo a tacere. «Visto? Ho ragione io».
«Beh il solo fatto che desideri fare l’amore con te non significa che non possa anche semplicemente guardarti per il solo gusto di farlo. Anche tu lo fai».
«E sentiamo quando mi impunterei a fissarti?».
«Vuoi davvero l’elenco completo?». Continuò a studiarmi non distogliendo lo sguardo e aspettando che proseguissi. Ci pensai su per poter fare una lista abbastanza lunga da permettermi di riconquistare il punto che avevo appena perso. «Quando indosso qualcosa di particolare… come i pantaloncini. Lo fai sempre quando ho le gambe scoperte più del solito».
«Swan sono vissuto per secoli in un mondo dove era impossibile vedere scoperto anche solo un polpaccio di una donna, non puoi aspettarti che non mi attirino le tue gambe nude. Ma vai avanti».
«Quando dormo. Tu mi guardi quando dormo».
«Come fai a sapere che ti guardo se stai dormendo?». Accidenti!
«Lo so e basta. E poi quando sono in costume da bagno o in biancheria. Insomma tu mi fissi esattamente come io fisso te».
«Beh è proprio qui che ti sbagli: tu mi hai appena detto che quando mi osservi non hai in mente il sesso, giusto?».
«Sì non c’è sempre solo quello».
«Sta proprio qui la differenza: io quando ti osservo ho quasi sicuramente per la mente il sesso».
«Porco». Gli diedi una pacca sulla spalla e incurvai le labbra in un sorriso.
«Io sono solo sincero a differenza di te».
«Anche io sono sincera», protestai.
«Bene allora dimmi a cosa stavi pensando prima, quando mi stavi fissando in maniera così intensa, visto che abbiamo appurato che non pensavi a me in quella maniera».
Arrossii. Non potevo certo dirgli che stavo pensando a quanto adorassi i suoi occhi e a quanto fosse bello. E in più non potevo nemmeno provare ad uscirne con una frase del tipo “pensavo a quanto ti amo”: era troppo sdolcinata e per niente da me.
L’unica possibilità era cambiare argomento e accettare quella bruciante sconfitta, sperando che Killian non me la facesse pesare troppo.
«Bene che ne dici se smettiamo di parlare e ci dedichiamo a qualcosa di più fisico e movimentato?».
Mi guardò alzando un sopracciglio, notando che avevo appena usato le sue stesse parole.
«Porco di nuovo», scherzai. «No parlavo di quello. Che ne diresti di un bagno di mezzanotte?».
«Adesso?». La sua espressione era perplessa. «Nel mare?»
Scoppiai a ridere. «Certo e dove altrimenti?».
«Ma è buio».
«Se no non si chiamerebbe bagno di mezzanotte».
«Potrebbe essere pericoloso».
«Che c’è Capitano, non mi dire che hai paura?», lo provocai. Sapevo che quella era la strada giusta per farlo cedere. Il suo orgoglio avrebbe preso il sopravvento su tutte le sue remore.
«Io non ho paura». Appunto, come previsto.
«Bene allora cosa stiamo aspettando?». Mi alzai e mi stiracchiai per riprendermi dopo che ero stata molto tempo rannicchiata. Vedendo che lui rimaneva ancora seduto gli lanciai uno sguardo di sfida per incitarlo ad alzarsi.
«E va bene Swan, vado a prendere la scaletta, così dopo possiamo risalire a bordo senza problemi». Si alzò per poi sparire sottocoperta.
Nel frattempo ne approfittai per spogliarmi, togliendomi il vestito leggero che avevo indosso. L’aria era calda e la brezza che c’era non serviva a stemperare il clima torrido di agosto.
Mi tolsi anche gli slip e il reggiseno, pregustando lo sguardo che Hook mi avrebbe lanciato al suo ritorno.
Quando Killian risalì sul ponte portava tra le braccia una scala di corda che posizionò in modo che potessimo utilizzarla senza difficoltà. Quando si voltò verso di me lo vidi, anche con estremo piacere, strabuzzare gli occhi. Tentò di ricomporsi sapendo che io stavo osservando la sua reazione fin nei minimi particolari, ma non riuscì a distogliere lo sguardo.
Mi appoggiai con le braccia al parapetto della nave in maniera provocante, in modo che potesse ammirare ogni forma del mio corpo. «Adesso chi ha vinto Capitano?».
«Esibizionista», sussurrò abbastanza forte perché io potessi sentirlo. Sorrisi riconquistando almeno un punto dei tanti che avevo rovinosamente perso poco prima. Voltai la testa per guardare l’oceano che si stendeva sotto di noi. Era un’immensa tavola nera che mi attirava più di quanto potesse invece spaventare. Non vedevo l’ora di trovarmi a nuotare in quel vasto mare nero.
Mentre ammiravo la natura che ci circondava, anche Killian si spogliò. Udii distintamente il rumore dei suoi vestiti e del suo uncino cadere a terra, e mi fu ancora più chiaro quando sentii il suo corpo premere sul mio, facendomi percepire la sua crescente eccitazione.
«Allora Swan che ne dici, andiamo a farci questo bagno?». Si staccò soltanto per farmi voltare. Finalmente le mie labbra incontrarono le sue ed io mi allacciai al suo collo stringendomi ancora di più contro di lui. Beh era impossibile non pensare al sesso quando Killian era così con me.
Quando si staccò per riprendere fiato, mordicchiai il suo labbro inferiore impedendogli di allontanarsi di più.
«Hai cambiato idea?», mi chiese ad un centimetro dalla mia bocca.
«No Killian. Ho tutta l’intenzione di farti percorrere la passerella». Mi sorrise per poi allontanarsi da me con lo scopo di andare ad allestire il nostro trampolino improvvisato. Non potei che rimanere incantata a guardarlo, di nuovo. “Bene Emma siamo già a due per stasera”.
«Beh Swan io la percorrerò solo se tu lo farai con me», dichiarò mentre stava sistemando l’asse in modo che fosse abbastanza stabile.
«Ci sto». Una volta che ebbe finito tornò da me prendendomi per mano.
«Prima le signore», mi disse aiutandomi a salire.
«Non credo che sia un onore, in questo caso, rispettare il galateo. In teoria staresti per gettarmi in pasto agli squali».
«Non ci sono squali qua se no non ti avrei mai assecondata in questo tuo bizzarro desiderio».
«Buono a sapersi». Lo feci posizionare accanto a me sempre stringendo la sua mano nella mia. «Al mio tre?».
Annuì. «Uno, due e tre». Ci tuffammo insieme, con le nostre dita intrecciate. L’impatto con l’acqua mi costrinse a lasciarlo andare. Affondai nell’acqua scura e abbastanza fredda per essere agosto, per poi ritrovarmi a risalire verso la superficie. Era stata una scarica di adrenalina pazzesca.
Quando riemersi in superficie, sbattei gli occhi per riuscire a distinguere qualcosa intorno a me che non fosse l’oscurità che mi circondava. Nonostante il cielo stellato, vista da quella posizione la notte sembrava molto più buia del previsto. Le onde leggere del mare mi spostavano leggermente mentre galleggiavo immersa nelle tenebre; riuscivo solo a scorgere il profilo massiccio della Jolly Roger al mio fianco.
«Killian?», chiamai cercando di girarmi dalla parte in cui presumibilmente doveva trovarsi.
«Emma». Seguii il suono della sua voce fino a scorgere la sua figura poco distante da me. Nuotai verso di lui cercando di avvicinarmi il più possibile per quanto me lo permettesse il continuo movimento del mare.
«È stato fantastico», esultai elettrizzata. Il mio tono sembrava quello di una bambina su di giri.
«Sì, tesoro. Lo è stato». Anche se non potevo scorgerlo ero sicura che sul suo volto fosse stampato un sorriso. D’altronde sapevo che il solo fatto di vedermi ridere rendeva, di conseguenza, felice anche lui.
Sentii la sua mano sfiorare il mio corpo, l’unica cosa calda in quel mare freddo. Purtroppo un’altra onda ci allontanò impedendoci anche il minimo contatto.
Un brivido percorse il mio corpo e per scaldarmi mi misi a nuotare senza allontanarmi troppo dalla nave. Mentre mi muovevo intorno a me c’era un’assoluta tranquillità e un assoluto silenzio. C’era solo il rumore del mare, il profilo scuro della Jolly e Killian da qualche parte là intorno. Ero in uno stato di assoluta pace.
Mi soffermai a guardare le stelle, in fondo era quello il motivo di quella mini vacanza. Era incredibile quante stelle potessero esserci; da Storybrooke con le luci della città era impossibile scorgerle tutte. Mi sarebbe servito l’aiuto di Killian per poter distinguere le varie costellazioni. Lui era molto più esperto di me in quel campo. Un giorno avrei dovuto chiedergli di insegnarmi: l’astronomia era stata una materia che mi aveva sempre affascinato.
All’improvviso notai una stella cadente. “Esprimi un desiderio Emma”, mi dissi. Ma in momenti così perfetti come quello era più facile a dirsi che a farsi.
“Voglio che questa pace duri per sempre”, pensai infine, desiderando non solo la pace ma soprattutto Killian per l’eternità.
 
Ero di nuovo accoccolata tra le braccia del mio bel pirata. Questa volta ci trovavamo nel nostro letto nella cabina del capitano. Alla fine eravamo risaliti sulla nave, con mio enorme dispiacere, ed eravamo, con grande gioia di Hook e anche mia, finiti col fare l’amore.
In quel momento, per la seconda volta in quella stupenda serata, stavo pensando alla bellezza del suo caldo abbraccio. Il calore in cui ci trovavamo non era solo fisico, ma per me era un vero e proprio stato mentale.
Passai le dita sul suo petto, osservando il suo torace abbassarsi e alzarsi per il suo lieve respiro. L’uncino mi stringeva su un fianco, ma anche il contatto con il metallo freddo a me sembrava invece bollente. Quella era stata una giornata meravigliosa, era stata sicuramente la vacanza più bella che avessi mai fatto in tutta la mia vita
«C’è forse un motivo particolare per il fatto che tu sia voluto partire esattamente per questi due giorni?», gli domandai ricordandomi la sua ostinazione nel voler andare via in quella data.
«In che senso?». La sua mano mi sfiorò il braccio accarezzandomi dolcemente.
«Mi sono accorta che hai insistito per far sì che mi liberassi proprio oggi, in modo da poter partire questa settimana e non la prossima».
Non rispose e questo mi diede la conferma che avevo avuto ragione.
«Allora», continuai, girandomi sulla pancia in modo da poterlo guardare in faccia. «Perché proprio questa data?».
«Va bene. Che ore sono?».
Lo guardai perplessa non capendo il perché della sua domanda. Il suo sguardo deciso dritto nel mio mi convinse a prendere il cellulare per poter controllare. «Le due di notte, perché?».
«Beh Swan…». Si tirò su per poter incatenarmi meglio con il suo sguardo. «Oggi è il mio compleanno». Sentii la mia bocca spalancarsi dalla sorpresa. Anche se lui mi stava osservando attentamente, non potei fare a meno che le mie espressioni fossero esplicative dei miei sentimenti. Prima ci fu lo stupore, poi passai dalla sorpresa alla rabbia: perché diavolo non me l’aveva detto? Non ci dovevano essere segreti tra noi soprattutto per una cosa del genere. Dopo la rabbia sopraggiunse la colpevolezza: che razza di fidanzata ero se non sapevo neanche quando era nato il mio uomo? Non mi ero mai posta la domanda, ma era ovvio che anche lui avesse un compleanno.
“Bene, 11 agosto: imprimitelo nella memoria per l’anno prossimo”.
Oltre la colpevolezza giunse la delusione e il dispiacere: non avevo avuto modo di potergli comprare nulla. Tenendomelo nascosto aveva impedito che potessi fare qualcosa per lui, dall’organizzargli una festa ad un semplice regalo. Avrei potuto pianificare la giornata, anche se quella che stavamo trascorrendo era alquanto perfetta; avrei potuto cucinare un dolce, comprare le candeline, anche se probabilmente non sarebbero entrate tutte su una torta. Anche se non sapevo ancora l’anno, sicuramente erano più di duecento.
Dopo la delusione sopraggiunse la consapevolezza del fatto che se me l’aveva tenuto nascosto, probabilmente era per un buon motivo. Magari voleva semplicemente evitare di essere al centro dell’attenzione per quel giorno, ma quello era più un comportamento da me che da lui.
«Emma per favore di’ qualcosa», mi supplicò vedendo che non riuscivo ancora a parlare.
«Io…», tentai di riprendermi. «Beh auguri, buon compleanno amore». Mi avvicinai a lui per dargli un dolce bacio sulla guancia.
«Grazie». Accennò un sorriso colpevole sapendo che non avrei lasciato correre sulla sua omissione.
«Perché non me l’hai detto? Avrei potuto… noi avremmo potuto…». Mi mise un dito sulle labbra per zittirmi.
«Io non ho molta voglia di festeggiare, dopo aver vissuto per decenni, l’abitudine di celebrare il proprio compleanno perde di valore».
«Quanti precisamente?».
«Questo non te lo dirò. Accetta semplicemente il fatto che sono nato oggi tanto tempo fa».
«Sei peggio di una donna», scherzai ma non insistetti. «Comunque se non volevi festeggiare potevi dirmelo e ti avrei assecondato, non c’era bisogno di tenere nascosta la ricorrenza in generale».
«Lo so, ma tu mi avresti comunque regalato qualcosa e…».
«Certo. Avrei voluto». Questa volta fui io ad interromperlo. «Non è giusto che tu sia l’unico tra i due che può permettersi di fare un gesto romantico. Io ti avrei comprato qualcosa, anche una stupidaggine ma avrebbe avuto un significato diverso per noi».
«Emma a me basta passare la giornata con te. Questo compleanno è il migliore che abbia mai avuto solo perché tu sei con me. In questo momento non mi interessa nient’altro al di fuori di noi due».
Sospirai e mi accoccolai di nuovo tra le sue braccia, lasciando cadere la questione.
«È tutto perfetto così come è», mormorò accarezzandomi il braccio.
«Lo so, solamente mi è dispiaciuto averlo saputo così. Oggi è un giorno importante non solo per te, sai? In questa data tanto tempo fa è nato Killian Jones, cosa farebbe Emma Swan oggi senza il suo Killian Jones?». Alzai la testa per vederlo sorridere e per poterlo baciare.
Avevo ammesso da tempo quanto lui fosse fondamentale per me. Ormai non avrei più potuto fare a meno di lui e non riuscivo neanche ad immaginare come potesse essere la mia vita futura senza averlo al fianco. Non avevo previsto di innamorarmi fino a quel punto, ma probabilmente era perché fino ad allora non sapevo cosa volesse dire trovare “il vero amore”.
All’improvviso mi ricordai che, nonostante non avessi potuto comprargli nulla, avevo comunque qualcosa da regalargli. Mi alzai di scatto dal letto per andare a cercare il mio borsone.
«Dove vai?», protestò.
«Ho qualcosa per te». Iniziai a frugare nella sacca fino a che non la trovai.
«Quale parte del discorso non hai compreso? Non voglio regali. Se proprio vuoi fare qualcosa per me, io proporrei attività che non implichino l’alzarsi da questo letto. Sai puoi soddisfarmi in tanti modi».
«Smettila». Tornai verso di lui rimettendomi seduta al mio posto. «Allora, prima di tutto: non è un vero e proprio regalo; te l’avrei data lo stesso prima o poi. Secondo devi accettare le mie condizioni».
«Davvero Swan?». Alzò un sopracciglio con fare ironico. «Ti ho detto che non voglio regali ed oltre a questo dovrei accettare le tue condizioni? Puoi tenerlo qualunque cosa sia».
«Dai Killian!», insistetti. «Sono sicura che non la penseresti così se sapessi di cosa si tratta».
«E va bene. Sentiamo: quali sarebbero le tue condizioni?».
«Voglio anch’io poter non festeggiare per il mio compleanno e non voglio regali, intesi?».
«Ah ho capito. La tua è soltanto invidia per il fatto che per me, questo giorno, è passato sotto silenzio. Beh potremmo organizzare una gita in barca anche ad ottobre, non dovrebbe essere troppo freddo».
«Hook, sono seria. Niente regali, niente feste, niente sorprese almeno da parte tua».
«Va bene lo prometto, ma solo se tu per oggi farai quello che vorrò io». Quello di certo non era un problema, potevo benissimo soddisfare quella sua richiesta. Con molta probabilità avrebbe voluto passare la giornata esattamente come volevo passarla io.
«Accetto, siamo d’accordo. Ecco a te». Gli presi il palmo della mano e vi misi la chiave che avevo tenuta nascosta nella mia.
«Cosa è?», mi domandò perplesso fissandola.
«La chiave del mio appartamento. Visto che ormai passi più notti da me che qua sulla Jolly, mi sembrava giusto che tu ne avessi una copia». L’espressione che si dipinse sul suo volto fu in grado di scaldarmi più di mille suoi abbracci. Non era solo felice ma molto di più.
«Grazie». Si avvicinò per darmi un bacio, anzi per ricoprirmi di baci.
Anche se avevo tenuto la chiave nascosta ero contenta di avergliela finalmente data. Non c’erano più dubbi a riguardo: Killian Jones faceva parte della mia vita ed era diventato una parte integrante di me. Forse, nonostante le mie paure e le mie incertezze, eravamo davvero pronti per quel passo e anche per quelli successivi.



 
Angolo dell’autrice:
Buon agosto e quindi buone vacanze, sia a chi le ha già fatte ma anche a chi - come me - deve aspettare ancora un po’ prima di andare al mare.
Ecco qua un altro capitolo. Questo mese è abbastanza leggero e spensierato. Ho voluto descrivere un momento tranquillo della loro relazione. Devo dire che mi sono divertita molto a scrivere delle loro battutine e del loro tenero punzecchiarsi a vicenda.
Come sempre spero che il capitolo vi piaccia e vi ringrazio di leggere la mia storia e di recensire!
Al prossimo mese, un abbraccio
Sara
 

 
  
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