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Autore: gateship    01/08/2015    3 recensioni
Un prompt al giorno per 30 giorni, tutto decisamente Johnlock.
27. On one of their birthdays​ - Si accucciò sull'erba, strisciando fino a raggiungere il tronco di un albero caduto per riposizionare la canna dell'arma. Poi ci fu un sibilo, e qualcosa lo colpì alla spalla.
28. Doing something ridiculous - (09:48) Non smetterò di scriverti stupidi SMS finchè non ti prenderai il disturbo di rispondere al tuo ragazzo. - SH
29. Doing something sweet - La mia famiglia è composta da tre idioti e un cane.
30. Doing something hot - John gemette, la tensione dell'ultimo caso che gli si scaricava tutta d'un colpo, rilassandosi sul tappetino, “Non so cosa sia, ma funziona ogni volta.”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Trentesimo prompt:
Doing something hot




“Sdraiati.” ordinò Sherlock entrando nella camera da letto, il torso nudo, la tuta del pigiama sgualcita.

John si sdraiò sul tappeto della stanza, prono, attendendo pazientemente l'arrivo dell'uomo. Si tolse la maglietta, rimanendo in boxer, la pelle calda a contatto con l'aria improvvisamente gelata della camera.

Sherlock gli si sedette vicino, ponendogli le mani sui fianchi e iniziando a toccarli, ogni attimo più forte.

John gemette, la tensione dell'ultimo caso che gli si scaricava tutta d'un colpo, rilassandosi sul tappetino, “Non so cosa sia, ma funziona ogni volta.”

Sherlock alzò le sopracciglia, facendogli segno di mettersi seduto – Lo spero bene, altrimenti queste sedute sarebbero del tutto inutili.” disse in tono pacato, mettendogli le mani sulla mandibola e esercitando una piccola pressione.

“E non c'è niente di sentimentale, in tutto questo.” continuò John ad occhi chiusi, il mento alzato, la schiena dritta ma incredibilmente a suo agio.

“Dovresti dirmelo tu.” gli rispose con voce rauca Sherlock, senza smettere di massaggiare nei punti di pressione.

“Credi che sia attratto di te?”

“Non credo, lo so. - sussurrò Holmes con finta noncuranza, mentre le dita scendevano lentamente lungo il corpo di John fino alle spalle. - La tua voce si è alzata. Non sono stupido.”

“Non sei un esperto in voci.” ribatté svelto Watson, iniziando a muoversi, leggermente a disagio.

“Stai fermo. - gli disse secco il detective guardandolo - Non ho bisogno di essere un esperto per leggerti.” mormorò, abbassando lo sguardo sui fili dorati del tappeto.

John scosse la testa restando il più fermo possibile, mentre Sherlcok continuava a toccarlo con mani soffici, pelle contro pelle. Scapola contro dito. La mano di Holmes che si aggirava attorno alla cicatrice stellata sulla spalla.

Poteva sentire il profumo del suo shampoo, a quella distanza.

Il rumore e il sapore del suo fiato.

Watson deglutì nervosamente, cercando di mantenere un tono fermo, “Sono attratto da te, quindi?”

“Lo hai detto tu, non io.” gli rinfacciò il detective, mentre, mano a mano, la spinta esercitata sulle spalle dell'amico si faceva più forte.

John gemette, guardando l'uomo di fronte a lui far cadere le braccia al suolo, lo sguardo color cielo estivo, “Vorresti che lo fossi?”

Sherlock, in tutta risposta, gli passò una mano desiderosa sul petto.

 

 

Notes:

1. L'intera scena è ispirata, e alcuni dialoghi sono presi da lì, da un episodio di Star Trek: Enterprise, in una bellissima scena tra Trip e T'pol. Ma non ricordo l'episodio.

2. La pratica che Sherlock sta facendo su John (la prima, quella che avete letto, la seconda ve la lascio immaginare), non esiste. Forse c'è qualcosa di simile, ma l'ho immaginata come la neuropressione vulcaniana. Che appunto, esiste soltanto in Star Trek.

Quindi non esiste.

 

3. That's it.

 

“I really really did... expect it.”

---

“No, I didn't.”, come disse il saggio Martin Freeman ai BAFTA.

 

Mi sento come se fossi ai BAFTA.

E non perché c'è Graham Norton che mi fissa e ride con la sua originalissima risata.

No, davvero. Sono felicissima di averlo fatto (e anche un po' di aver finito, non lo nego).

Ho provato cose che altrimenti avrei probabilmente... ignorato ancora per molto. In primis il genderswapped e quelle sottospecie di cose a sfondo rosso e che non ho voluto sfondassero il giallo. Ma anche il semplice fatto di riuscire a far leggere a qualcuno la mia brillante teoria sui ristoranti cinesi e le loro maniglie.

Un grazie enorme deve per forza andare a tutti, che mi avete recensito, preferito, seguito, ricordato (si, beh... qui mi sto riferendo alle shot, tranquilli) e che, indipendentemente da tutto questo, dal fatto che vi abbiano tutte fatto schifo queste storie o che con qualcuna siate persino riusciti a sorridere... avete letto.

Perché siete persone vere, che leggono quello che scrivo veramente, e che perdono realmente minuti preziosi della loro vita terrena per cercare di dare un senso alle mia parole.

Grazie.


 

Questo era il mio biglietto.

Ed è quello che le persone fanno, no?

Lasciano un biglietto.

  
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