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Autore: Ilaryjames    01/08/2015    0 recensioni
Sarah e Linda sono due sorelle di 18 e 19 anni molto diverse tra loro. Sarah è la figlia ideale, diligente, brava a scuola, lontana dalla vita notturna, dai divertimenti eccessivi e dai ragazzi. Linda è l'esatto opposto: ribelle, scanzonata, famosa a scuola per i suoi numerosi flirt. Diverse e unite al tempo stesso, soprattutto dopo la morte della madre. Sarà l'arrivo della nuova compagna del padre e di suo figlio, il bello e impossibile Akira, a mettere in discussione tutte le certezze di Sarah e il suo rapporto con sua sorella Linda.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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~~Capitolo 1

Sarah


Mi sono svegliata prima del previsto stamattina. So che sarà una giornata molto lunga quella che mi aspetterà oggi. Le parole di mio padre mi girano ancora per la testa.
“Verranno a stare da noi per un po', Mary ha ottenuto il trasferimento. Spero che riusciate a farli sentire a casa, che almeno ci proviate”.
In realtà il messaggio era riferito a me, non a mia sorella maggiore Linda. Lei è felice che nostro padre si stia rifacendo una vita, mentre per me è un pugno alo stomaco ogni volta che ci penso. Mia madre  ci ha lasciato cinque anni fa ma per me è come se fosse ieri. Non riesco a vedere un'altra affianco a mio padre, tanto meno qui dentro. Sono così arrabbiata. “non sarà una cosa definitiva” ha poi aggiunto- come se ci credesse qualcuno.
Pare stiano insieme da circa un anno. Noi ci siamo subito accorte della sua presenza, benché  nostro padre ce lo nascondesse in tutti i modi. Per lavoro mio padre si assenta spesso da casa, ma ultimamente le riunioni di lavoro si erano stranamente raddoppiate. Alla fine ha ammesso la relazione e ci ha chiesto se ci avrebbero fatto piacere conoscerla. La mia risposta è stata categoricamente “NO”. Linda mi disse che ero un'immatura e un'egoista, che si sarebbe rifatto una vita con o senza la nostra approvazione. Eppure continuavo a ripetermi che non poteva averla già dimenticata.
Oggi non solo la dovrò conoscere, ma da stasera per chissà quanto me li ritroverò in giro per la casa, lei e suo figlio.

Mi alzo e vado in cucina per godermi l'ultima colazione in santa pace.
<> mi chiede mio padre non appena mi vede varcare la porta.
<> ribatto. Non voglio farmela passare e spero che mi dica che hanno trovato un'altra sistemazione temporaneamente, o meglio, definitivamente.
<> Ecco ci mancava pure mia sorella. <>.
<>. Scoppiamo tutti e tre a ridere e per un attimo siamo di nuovo solo noi.

Mia sorella è solo un anno più grande di me ma è come se avesse vissuto il doppio. Io e lei siamo l'esatto apposto. Io così assennata e diligente, una vera secchiona. Con i ragazzi timida e riservata, tanto da rifiutare qualsiasi forma d'invito.  Lei un vero uragano, circondata da amiche che fanno a gara per stare nella sua cerchia, i ragazzi che fanno la fila per uscire insieme a lei. Dall'inizio delle superiori avrà cambiato almeno una decina di ragazzi. Storie di poco conto dice. Io non ho mai trovato nessuno che mi piacesse tanto da accettare di uscirci e quelli che un po' cominciavano a piacermi finivano inevitabilmente nella rete di Linda.

Io e lei frequentiamo la stessa scuola, e questo sarà per entrambe l'ultimo anno visto che Linda ha pensato bene di farsi rimandare in prima. Eppure penso che per quanto lei volesse fare la parte di quella  forte, la bocciatura sia stato il chiaro segno del disagio per la morte di nostra madre.
“Andiamo Linda o faremo tardi come tuo solito” le dico mentre salgo in auto. Mia sorella ha preso la patente da qualche mese e mio padre le ha dato il permesso di prendere la vecchia macchina di nostra madre, aggiungendo che una volta presa la patente l'avrei potuta usare anche io, messaggio in codice per far capire a Linda che non ne avrebbe avuto l'esclusiva. A breve compirò diciotto anni e non vedo l'ora di poter guidare finalmente un po' io e non stare sempre alle dipendenze di mia sorella.
<> mi dice Linda mentre ci avviciniamo all'entrata di scuola. <>  le rispondo acidamente. << Conoscendoti non ci avrai dormito la notte>>. Si gira e mi da un colpetto sulla guancia  dicendomi << quando inizierai a guardarti intorno anche tu? Guarda che non è mica normale non essere mai state insieme ad un ragazzo sino ai diciassette anni!>> . Vorrei risponderle che anche averne avuti troppi a soli diciannove non è tanto normale, ma la lascio cadere lì. Lei è così provocante. Un fisico sportivo, un seno da urlo, un sedere perfetto. Abbiamo gli stessi occhi azzurri e gli stessi capelli biondi. Eppure io al confronto mi sento ancora una bambina. La batto solo in altezza.
<< Dai ci vediamo all'uscita e sii puntuale mi raccomando>>. Come ogni giorno qui ci dividiamo, lei con le sue amiche oche e io con l'unica mia amica secchiona, Sandra.
Dopo Linda lei credo sia la persona che mi conosce meglio e si accorge subito che sono già in tensione per stasera. <>. Aumentiamo il passo, per colpa di Linda sono in ritardo. << E chi se lo dimentica che è oggi il test>> le rispondo quasi con il fiatone.
Io e Sandra ci siamo conosciute il primo anno e siamo subite entrate in sintonia. Siamo accomunate da tante cose a parte che lei ha un ragazzo. Quindi non sempre riesco a passare il tempo che vorrei insieme a lei. Lei e il suo ragazzo hanno provato diverse volte a presentarmi qualche loro amico, ma non mi sono mai piaciuti gli incontri combinati e così ho sempre rifiutato.

Finito il test troviamo cinque minuti per parlare tra una lezione e l'altra. <> le domando preoccupata- chimica non è il suo forte- <>. Abbasso lo sguardo, ho voglia di sfogarmi ma al tempo stesso non ho voglia di parlarne. <>. Sandra annuisce con la testa <>.
<>.
Suona la campanella dobbiamo rientrare in classe. Meglio così o andava a finire che avrei litigato anche con lei oggi.

Ieri sera ero davvero furiosa, se non fosse stato palese che avessi io la ragione , sarebbe stata la volta che mio padre mi avrebbe messo in punizione per il resto della mia vita. Sapevo che prima o poi l'avrei dovuta conoscere, dopo un anno la cosa stava diventando un po' troppo seria, ma mai avrei pensato che conoscerla significasse averla di punto in bianco in mezzo ai piedi in casa nostra, per di più con suo figlio.

Arriva la fine dell'ultima ora e mai come oggi ho sperato che l'orario di lezione non finisse mai. Aspetto Linda vicino alla macchina mentre saluta le sue insignificanti amiche.
<< Cosa avevate da spettegolare più del solito oggi?>>
<< Scommettevamo su quanti giorni ci metterò a portarmi  al letto il nuovo arrivato>> esclama compiaciuta.
<> e prima  che possa finire la frase mi interrompe ridendomi in faccia e dicendo  <>. E poi aggiunge con un espressione terribilmente seria che non le appartiene: <>.
Mi giro senza dirle niente ma in realtà sto pensando che forse non ha sofferto abbastanza. Ma poi mi pento di averlo anche solo pensato. Mi sento così immatura riguardo tutto questo.

 

 

   
 
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