Lo stato dell'essere perfetto
Autore: Daeva
ALTRE COSE CHE NON HANNO DETTO
Una goccia cadde nel vaso.
Una in più, una in meno.
Non fa differenza.
< Chi sei tu? > chiese un eco.
< Dove sono? >
< Chi sei? > chiese ancora.
< Perchè? >
Una donna si alza seccata dalla sua postazione davanti al terminale.
Il suo volto si sforza di essere benevolo, ma cela malamente un sottile velo
di disturbo.
Una cosa che non è bene nascondere a un bambino.
< Ritchan, cosa c'è? Mamma ha da fare, non vedi? >
Ritsuko si avvicina alla madre e si avvinghia al suo camice, non ancora abbottonato,
strattonandolo per farsi prendere in braccio.
Naoko le sorride < Sei proprio una bambina cattiva, lo sai? Mamma deve lavorare... >.
Si piega leggermente sulla bambina e la solleva, poggiandola sul suo petto.
Ritsuko non capisce bene ciò che le dice sua madre.
Sente solo il suo profumo, il profumo di mamma.
Come quando dorme con lei, e struscia la testa sul suo cuscino ispirandone profondamente
l'odore.
< Mamma? >
PROSPETTIVE
< Amore? >
< Chi sei tu? > chiese un eco.
< Gendo, tesoro? >
< Chi sei? > chiese ancora.
< Yui? > mormorò l'uomo, sdraiato sul fondo di un mare scarlatto.
Di fronte a lui Yui, tredici anni prima.
Il soggiorno di casa.
< Sai, ripensandoci non ti ho mai visto tenere nostro figlio in braccio... >
rise la donna avvicinandosi col bambino, teneramente avvolto dalle sue braccia.
< Sì, Yui..Hai ragione...Ma sai sono così preso dal lavoro...
Manchi a tutti al laboratorio, sai? Quando pensi di tornare? Il sistema di pilotaggio
ci stà dando un sacco di problemi... > rispose l'uomo pensando ad altro.
< Oh, quanto parli...Tieni, prendilo. >
< Yui, che fai...Ho le mani sporche dai...Sai che non sono bravo in questo
genere di cose... Occupatene tu... > mormorava l'uomo mentre impacciato teneva
tra le braccia suo figlio.
< ...Che diamine...Yui... >
< ...Yui, dove sei? > implorava mentre camminava allarmato nel soggiorno
vuoto, con Shinji tra le braccia.
Il bambino sorrideva e tendeva le manine verso il volto scavato del padre.
Per una volta, Gendo abbassò lo sguardo su di lui.
< Shinji..? > sorrise l'uomo.
< Chi c'è?! >
< Chi sei tu? > chiese un eco.
< Dove sono adesso? >
< Chi sei? > chiese ancora.
< No, nooo! Io detesto perdere! Detesto perdere!!!! > urlava Asuka, mentre
scagliava quella strana arma scura contro un Eva Next Gen, cercando di mantenere
l'equilibrio.
Poteva sentire i suoi nervi tesi, le urla di odio bloccate nella gola, le vene
pulsare, il cervello pulsare, sudore, bava, sangue, odio, odio, odio...
E adesso silenzio.
Una grande pace.
Qualcosa di denso riempiva le sue orecchie, impedendole di sentire voci spiacevoli.
Un liquido fine, caldo, distillato.
Che le riempiva il naso, gli occhi, la gola.
Così si stava bene.
Senza preoccuparsi, senza sforzarsi, senza capire.
Stò bene qui.
Asuka si ritrovo nella sua stanza, a casa di Misato.
Dall'altra parte della porta scorrevole c'era Shinji.
Che ragazzo strano.
La irritava da morire il suo comportamento, ma a volte sentiva... Che solo lui...
Si alzò, e si avvicinò a quella sottile barriera tra loro due.
Starà attaccato a quello stupido SD-Dat?
Ecco un'altra cosa che detestava di lui: il suo isolarsi, il suo allontanarsi
da tutto e tutti.
< Ma perchè mi preoccupo di quello stupido?!... >
< Chi sei, tu? > chiese un eco.
< E' iniziato?.. >
< Chi sei? > chiese ancora.
< ...E' questo, dunque? >
< Professor Fuyutsuki, stasera si unisce a noi? >
< Avete ancora intenzione di andare in quel locale a bere? > disse l'uomo
voltandosi verso i ragazzi.
< Sì, perchè, non le và? >
< Sinceramente no... E' sempre stata una mia opinione, fare troppe volte una
cosa che piace finisce per sminuire il piacere che si prova facendola... >
< Avanti professore, Naoko e gli altri hanno detto che non vengono se non
c'è anche lei! >
Fuyutsuki sbuffò, visibilmente seccato < Vabbene, se dalla mia decisione
dipendono le sorti dell'intera serata... > sbottò ironicamente.
< Vedrà professore, si divertirà. > promisero gli studenti
in coro, allontanandosi disordinatamente da lui.
< Mi sento bene, quando la gente non mi è troppo addosso... >
< Senti questo calore? Senti questo benessere? >
< Adesso stai bene, vero?.. >
< Sì, adesso stò bene, con te. > sorrise l'uomo a una creatura
diafana sopra di lui.
< Adesso stai bene...Con te. > rispose Yui sorridendogli.
< Uh...Mi sento uno schifo... >
< Chi sei tu? > chiese un eco.
< Cos'è questo sapore che ho in bocca?... >
< Chi sei? > chiese ancora.
< Così quella è la figlia del dottor Katsuragi? >
< Lo studioso che guidava la spedizione in Antartide? Povera bambina... Chissà
il dolore della madre, poi... >
< Mh, che seccatura... > pensava Misato mentre attraversava i corridoi della
caserma.
< Stò facendo di tutto per dimenticare il passato..Imparare a vivere
con esso... Ma dovunque vada, c'è qualcuno che mi riconosce... Voglio
andare lontano da qui. Voglio... >
< ...E così il motivo per cui vorrebbe unirsi alla nostra organizzazione
è per una...Vendetta? Ho capito bene? > mormorò Ikari tenendo
tra le mani il curriculum della ragazza, sulla cui intestazione capeggiava la
scritta "Nerv 2".
< Sì, ho chiesto il trasferimento per poter portare avanti la mia missione. >
< Misato-chan? >
< Mamma, dov'è papà? > chiese la bambina implorante alla madre
che stava cucinando.
La donna distolse l'attenzione da ciò che stava facendo e si voltò
sorridendo verso la figlia < Papà tornerà tardi...E' a lavoro... >
< Ma oggi aveva promesso che sarebbe tornato! > piagnucolò la bambina.
< Misato, tuo padre ha molte responsabilità, questo lo sai...Ormai
sei una signorinella, dovresti capire che non appartiene solo a te... >
< ..Non dovrei pensare a te come a una mia proprietà, vero? > mormorò
Misato, accucciata sul fondo di un mare rosso, col mento poggiato sulle ginocchia.
< Sì, è sbagliato. > rispose una creatura diafana davanti
a lei.
Misato alzò lo sguardo verso di essa, e sorrise.
Con un pò di fatica si alzò ed andò ad abbracciarla.
L'uomo, che indossava un camice bianco, fece lo stesso con lei, dopo tanto tempo.
< Non lasciami più papà... Non farlo più... > mormorava
stringendosi al petto dell'uomo, con la voce rotta dalla commozione.
< Misato Katsuragi? La figlia di quel Katsuragi? > mormorò Ritsuko.
< Oh, speravo che almeno tu non lo avresti ribadito... > fece Misato poggiandosi
seccata una mano sulla testa.
< Scusami... > fece Ritsuko, dispiaciuta.
< D'altronde tu dovresti capirmi. Anche tu vivi all'ombra del nome di tua
madre, non è vero? > fece Misato.
< Già... E' difficile trovare una propria identità in questo
modo, non trovi? > chiese Ritsuko mentre si sedeva davanti alla sua amica,
ad un tavolo della mensa del Campus.
< Cosa c'è di sbagliato in me? > chiese Asuka, nel letto di Shinji.
< Che c'è di sbagliato? Niente. > rispose lui, un pò imbarazzato,
voltato dall'altra parte.
Asuka fece una smorfia.
< Sei davvero una frana. Sono qui vicino a te e invece di approfittarti di
me te ne stai lì a fare il riccetto del cazzo. Vivi, Shinchan! >
< Credo che ognuno viva secondo le proprie esigenze...Io non me la sento di
comportarmi come te. > fece il ragazzo voltandosi verso di lei.
< Neanche io vedo la necessità di comportarmi come te...Anche perchè
non otterrei nessun vantaggio da un comportamento passivo come il tuo... >
< Mh, e adesso che vantaggi ottieni? Solo quello di spaventare le persone. >
fece Rjoji, sdraiato con lei su una spiaggia.
< Se si spaventano vuol dire che se lo meritano. > si limito a dire Asuka.
< Come fai a dire che lo meritano se neanche le conosci? > fece l'uomo voltandosi
verso di lei.
Asuka rimase un pò in silenzio.
< Credo se lo meritino a prori. >
< Cosa? > le chiese Shinji.
< Il mio disprezzo. > rispose Asuka.
< Quindi tratti male gli altri perchè in profondo senti di disprezzarli
a priori? > le chiese Rei sdraiata sopra di lei, mentre sopra di loro la superficie
del mare si increspava leggermente a causa del vento.
< Ma chi dice che li tratto male? Io non lo credo. > rispose Asuka.
< Asuka, la smetti di seccarmi?! > le urlò Shinji, buttandola fuori
dal suo futon.
< Ehi, c'è modo e modo per dire che non sono gradita! > rispose Asuka
irritata dal gesto.
< No, con te non c'è altro modo, non capisci, non vuoi capire! Vattene,
o lo dico alla signorina Misato! >
< Oh, sai che paura... > rise Asuka.
< Cos'è questo baccano qui?! > fece Misato, aprendo di soprassalto
la porta < Che stai facendo, Asuka?! > si stupì, vedendola mezza
nuda vicino a Shinji.
< Signorina Misato, non la smette di importunarmi! Prima mi dice di non andarla
a sbirciare poi si infila nel mio letto piagnucolando! > disse Shinji pieno
di disprezzo.
< Aaah, SPIA! > urlò Asuka imbarazzata.
< Shinji, dovresti violentarla. > disse Kaji, apparendo dietro Misato.
< Eh? Signor Kaji, che stà dicendo? > si stupì Asuka sforzandosi
di sorridere.
< Non ci tengo proprio. Se vuole Kaji può scoparsela lei. A me da solo
fastidio. > rispose Shinji mettendosi sotto le coperte.
Kaji si avventò su di lei, sulla spiaggia.
< Signor Kaji?! Cosa stà facendo?!! > urlò Asuka spaventata
mentre l'uomo le teneva un ginocchio sullo sterno per impedirle di alzarsi.
< Stà ferma, puttana! > urlò lui dandole un pugno di faccia
per intorpidirle i sensi.
< No! Si fermi! Si fermi la prego!!! > piangeva Asuka sputando sangue.
< Non ti piace Asuka? Lo volevi tanto... Dovresti essermene grata... > mormorò
Kaji mentre la penetrava con violenza.
Asuka tacque dal dolore, poichè nessun urlo poteva esprimere quell'assurda
e inutile sensazione.
Sentiva solo i suoi nervi tirarsi, il corpo sudare freddo, un dolore intenso
che le faceva vacillare la vista, e l'unica cosa sensata da fare era trattenere
il respiro per non sentire ancora più dolore.
< E' il tuo cuore che viene infranto. > disse il Comandante Ikari mentre
osservava la scena impassibile.
< Mi aiuti... > mormorò Asuka con un filo di voce, sdraiata senza
forze e dolorante sulla spiaggia.
< Perchè dovrei? Lei non c'è più di nessuna utilità.
E' inutile come pilota, quindi è inutile come persona. > disse Gendo,
prima di sparire dalla vista di Asuka perchè nove EVA Next Gen col volto
di Rei si scagliarono sul suo corpo per strapparlo, perforarlo e umiliarlo ancora.
< Non sarò io a curarti. > diceva Misato.
< Non sarò io a curarti. > ripetè Shinji.
< non sarò io a curarti. > ripetè Rjoji.
< Non sarò io a curarti. > disse Hikari.
< Non sarò io ad avere pietà di te. > mormorò Rei,
mentre gli EVA Next Gen lo ripetevano all'unisono.
< Chi mi salverà, allora?... > si domandava Asuka mentre vedeva il
suo intestino fuoriuscirle dal ventre, e poteva contare le ossa delle sue braccia.
< E' doloroso? E' doloroso fare male alle persone, Asuchan? > le chiese
Rei mentre urinava sulle sue ferite.
< Cosa posso fare per essere felice? > si chiese Ritsuko, mentre sdraiata sul letto accarezzava la schiena del suo gatto.
< Papà! Papà, scava qui! > disse Shinji infilando le mani
del padre nella sabbia rossa del campo giochi.
< Subito...Che costruiamo Shinchan? > fece Gendo iniziando a scavare < Un
bel castello? O vediamo solo fino a quanto in fondo possiamo scavare? >
< Papà, costruiamo una Piramide! > disse Shinji felice < Una Piramide,
come quella dove lavori con la mamma! >
< ..E dove lavori anche tu, Shinji. > disse Gendo rivolgendosi a suo figlio
in plug-suite, che si impegnava a scavare nella sabbia.
< Certo papà. Sei fiero di me? > chiese il ragazzo sorridendogli.
Gendo si fermò dallo scavare la terra.
< ..Che c'è papà? > si stupì Shinji vedendo suo padre
piangere.
Il ragazzo poggiò una mano sporca di sabbia sulla sua spalla, cercando
di rincuorarlo.
< Shinji, tu sei davvero felice con me? >
< Naturalmente, sei mio padre! > rispose Shinji abbracciandolo.
< Ma io... > mormorò Gendo guardando le sue mani pulite nonostante
avesse scavanto a fondo.
< Gendo! Shinji! Ma che diamine state facendo?! > fece in lontananza la
voce di Yui, mentre la donna si avvicinava trattenendo le risate < Siete tutti
sporchi! Ma come avte fatto a ridurvi così? >
< Le mie mani...Sono pulite... > mormorò Gendo, mostrando le mani
alla moglie.
Shinji prese un pugno di sabbia e lo buttò sulle mani del padre, strofinadole
con le sue.
< Adesso non lo sono più, papà. > rise Shinji < Non porti
più i guanti. E anche le tue mani si sporcano. >
< Siete davvero due pazzi... > rise Yui, aiutandoli a sollevarsi prendendoli
per mano.
< Ikari-kun? >
< Professor Fuyutsuki? > si stupì Gendo.
< Anche tu sei qui? > chiese Kozo guardandosi intorno.
< Mi sembra ovvio, ci sono tutti... Io prima ero con Yui... E mio figlio...
Dove sono adesso? > chiese l'uomo.
Fuyutsuki si imbarazzò un pò < Anche io...Ero con una persona. >
< Posso intuire chi fosse... > rispose ironico Gendo.
Fuyutsuki fece finta di non aver sentito < Credi che dovremo andare a cercare
gli altri? >
< Gli altri?.. > si stupì Gendo avvicinandosi a Kozo.
< Ikari? Che ti prende? > si allarmò Fuyutsuki sentendo le braccia
dell'uomo cingergli il torace.
< Siamo tutti qui... > rispose Rei sollevando la testa dal petto di Kozo,
sorridendogli < Non devi cercare più nessuno... > mormorò
Naoko prima di baciarlo sulle labbra, tranquillizzandolo.
< Credi che mi stia perdendo qualcosa? > chiese Ritsuko ad una guardia
del Gehirn.
< Sicuramente, non è questo lo spirito con cui si entra qui dentro. >
rispose l'uomo porgendole la sua ID card.
Ritsuko la prese e la guardò affranta.
< Quindi? > chiese terrorizzata alla guardia.
< Quindi stà a te cercare la soluzione. > rispose Rei ad Asuka ferita.
< La soluzione di cosa? > chiese Misato a Rjoji dopo aver fatto l'amore.
< Se te lo dicessi io sarebbe troppo facile. > rispose Keel mentre passava
un dito su un mobile per capacitarsi della polvere nell'appartamento.
< Lei è troppo severo. Dovrebbe tenere in maggior considerazione i
miei sentimenti. > disse Fuyutsuki seduto su una sedia al cospetto della Commissione.
< ..Che razza di benvenuto... > sorrise Kaji mentre un uomo dell'Intelligence
della Nerv gli puntava una pistola sulla fronte.
< Oh Shinji, che idiota! > borbottò Gendo abbassando il giornale
dopo che Shinji aveva versato del succo di frutta fuori dal bicchiere macchiando
la tovaglia.
< Non l'ho fatto apposta, papà! > rispose Misato.
< Fate decisamente troppa confusione. > constatò Rei seduta sulla
metropolitana.
< Eppure non dovrebbe esserci confusione, giusto? > chiese Kaworu alla ragazza
mentre la aspettava in cima alle scale mobili.
< Aiutatemi vi prego! > urlò Asuka mentre tendeva il braccio verso
il sole, all'interno del suo entry-plug.
< ...Come si dice? > chiese Naoko piegandosi verso di Rei.
< Per favore... > mormorò Ritsuko seduta sulla branda della cella.
< ...Aiutami! > chiese Gendo inginocchiato davanti a Rei nel dummy system.
< Da solo... > mormorò Fuyutsuki.
< ...Non sono niente. >
Una goccia cadde nel vaso.
Una in più, una in meno.
Non fa differenza.
Anche se si è in tanti a volerla bere.