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Autore: Shiho Miyano    01/08/2015    2 recensioni
"- E' morto, Harry...-
Mosse la bacchetta e Dobby scomparve,lasciando Harry sgomento.
- E' morto - gli ripetè Hermione con una voce stridula, priva del solito tono rassicurante."
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Storia partecipante al contest “Momenti da ricordare” indetto da _kimmy_ sul forum
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Weasley, Dobby, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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note autrice

Salve! E' la mia prima volta su questo fandom e la ff partecipa al contest su efp "momenti da ricordare". Ammetto che non sia di una lunghezza disarmante, ma spero che vi possa piacere comunque.Spero anche di aver descritto al meglio i sentimenti di Harry nonostante sulla morte di Dobby la Rowling stessa abbia già detto abbastanza.
Fatemi sapere ;)



 
 







"Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio.
Se si fa una cosa apertamente,si può anche soffrire di più,
Ma alla fine l'azione sarà più efficace"
(Mahatma Gandhi)



Harry imprecava. 
Durante i 17 anni della sua vita raramente ne aveva sentito il bisogno , i rari impropri soffocati nel granitico cuscino del sotto scala in Privet Drive. Allora aveva problemi ben minori, come le devastanti pallonate di 'Didino' nella bocca dello stomaco, o gli sguardi timorosi della gente mentre camminava per le Boulevard o le Street con abiti stinti quattro volte il suo torace. Lo scotch negli occhiali, la totale ignoranza di come fosse un abbraccio, tutte quisquillie che adesso, in ginocchio su della terra umida e appoggiato all'ultima cosa che avrebbe mai voluto utilizzare, sembrava quasi rimpiangere. Non aveva niente da perdere ,allora, chiuso al buio in una stanza troppo piccola per lui.
Appoggiò la fronte al manico di legno tarlato della vanga e tacque, come se quell'interruttore accesogli ore prima fosse andato drasticamente in Black out.
La cicatrice pulsava debolmente, mentre ingoiava per mandare giù quel tappo di disperazione che gli si era formato in gola fin dal primo istante in cui aveva visto la lama argentata di Bella sporca di sangue. Adesso c'era solo il silenzio, pesante sulle sue spalle come il mantello dell'invisibilità, quando era ancora un bambino. E la spaventosa desolazione nella sua testa, completamente prosciugato per la terza volta nella sua vita, e non per l'ultima.
Spostò la testa di lato e si costrinse a guardare. Questa volta gli venne voglia di piangere.
Dobby se ne stava adagiato sulla schiena, con gli occhi chiusi come se stesse rimuginando su qualcosa. L'espressione era contratta , congelata nell'ultimo sforzo per pronunciare il suo nome. Il tappo di pianto tornò su, strappandogli un singhiozzo in quel silenzio opprimente.
Si costinse a non piangere, mordendo le labbra fino a tingerle di rosso,e affondò le dita sulla terra scura e fresca, dove avrebbe voluto sprofondare anche lui.  
 Osservò il corpicino perforato sul torace, e la macchia di sangue che si era allargata a macchia d'olio sotto di lui come un buco nero. 
Di sangue ce n'era anche allora, ai piedi della torre.  Ricordò che ce n'era a secchiate quando si accovacciò accanto a Silente. le ginocchia che fanno ciaf quando incontrano la pozza,  la tunica del mago più potente del mondo ridotta un ammasso color vino, la barba di in insano  marrone rossiccio.

L'elfo era stato colpito in pieno petto, come Sirius. Dalla stessa schifosa mangiamorte. Lo stesso Modus Operandi, con armi diverse.
Dobby , l'elfo libero.
Ricominciò a scavare con rabbia, in quel silenzio che gli premeva contro i timpani, che urlava il suo vuoto.
Quella buchetta,  che sembrava la tomba di un bambino, lì in mezzo ai cespugli, che non sarebbe dovuta esistere.
Dobby la prima volta che l'aveva visto, Dobby quando aveva ricevuto un inutile calzino che per lui significava il mondo,con quei occhi enormi da cane fustigato, Dobby che lo porta in salvo nonostante un coltello di 15 cm conficcato nella minuscola e fragile cassa toracica.
Harry scavò con rabbia e disperazione,  con le braccia irrigidite e la morte che gli alitava sul collo.
Scavò con l'immagine di Silente in una pozza rossa, scavò con un avada kedavra nelle orecchie e l'odore di bruciato nel naso.
Il legno scricchiolante che gli scivolava dalle mani appiccicose, ancora sporche del sangue dell'elfo, il pugnale macchiato che riflettava la luce pallida della luna. 

Scavò finchè non crollò a terra di nuovo, alle prime ore dell'alba, quando Bill arrivò in silenzio appoggiandogli una mano sulla spalla.
E poi ancora, in due e in silenzio, con una pala per uno.
Quando sollevarono Dobby,  era una tavola di marmo. Lo posarono tenendo la testa bassa, Fleur e Hermione, ancora sconvolte, si voltarono in preda ai singhiozzi,  Ron rimase immobile, con il vento che gli muoveva i capelli di fuoco come una fiaccola.
 Bill prese la bacchetta per ricoprire la buca ed Harry lo bloccò instintivamente, boccheggiando per dire qualcosa.
Aveva gli occhiali storti ed impannati dal calore del sudore, gli occhi verdi coperti da un velo cupo di disperazione.
Weasley gli lesse nel pensiero. E ruppe il silenzio che si era mantenuto intatto per ore. Un ago che scoppia una bolla di sapone.
- E' morto, Harry...- 
Mosse la bacchetta e Dobby scomparve,lasciando Harry sgomento, imbambolato, con le mani sporche chiuse a pugno .
- E' morto - gli ripetè Hermione con una voce stridula e stanca, priva del solito tono rassicurante e superiore, ma pregno di quella consapevolezza di poter svenire da un momento all'altro.
Osservò il piccolo cumolo di terra e sentì gli occhi pizzicare da dietro gli occhiali. Chiese di essere lasciato solo,probabilmente, ma se ne accorse solo quando rimasero lui ed il sole di un nuovo giorno,ancora basso nel cielo.
E allora pianse,finalmente, incidendo un sasso bianco con una delle due bacchette rubate, la più piccola e maneggevole.
Pianse nel silenzio di quell'angolo di mondo finchè non gli rimase più niente da versare, su quella tomba improvvisata. 
Quando si alzò, la luce inondava tutto con il suo calore.

 
   
 
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