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Autore: Fwooper    01/08/2015    1 recensioni
[Nicolas Rogers]
Nicolas è ormai giunto alla metà della sua vita, Nia invece ha da poco fiito l'università. entrambi escono da una storia difficile. entrambi hanno bisogno di un segno del destino per ricominciare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti mi chiamo Tonia e forse qualcuno di voi mi conosce già per la mia serie di racconti sugli Avengers, o per altri racconti. Ho una serie incompiuta che non posso finire perché non ho l’ispirazione, si chiama: “TORMENTI” ed è presente su questo sito. Ho scritto anche un altro racconto in collaborazione con delle mie amiche e anche quello è in fase di completamento. Questa storia invece che state per leggere e originale ed farina del mio sacco. Vi prego di dirmi cosa ne pensate, il suo continuo dipende dal vostro gradimento. Tengo a precisare che non è il mio genere, ma che pubblico comunque il primo capitolo perché è piaciuto a chiunque l’ha letto.
Siate clementi e recensite, con affetto Nia.
                                       
 
 
<< Secondo te è una cosa giusta? Io sono già nel treno. >> Gli occhi della ragazza saettarono nei posti vuoti accanto a lei, e si spostò una ciocca di Capelli corti dal viso con fare impaziente.  << Se mi avessi avvisato prima, non mi sarebbe importato di perdere i soldi del treno, non ci sarei venuta .>> Un altro gesto di impazienza, si passò la mano sulla fronte che si stava già riempiendo di goccioline per la frustrazione, non era possibile che dopo tanti piani per quel weekend nella capitale le sue migliori amiche le dessero buca, tra l'altro non si trattava di dare buca solo a lei, ma anche a Isabella che già le aspettava lì. << Non mi dare ragione Amanda, la ragione e degli sciocchi. Siete sicure di prendere quello delle 12:30? Io vi aspetterò in Hotel, spero che Isabella non se la prenda, Mi raccomando non perdete tempo. >> Si tirò indietro il ciuffo e lo legò con una piccola forcina pescata dalla borsa durante la urlo chiacchierata con la sua amica, continuò ad ascoltare in silenzio le sue scuse e quando il treno con uno scossone si mise in movimento terminò la chiacchierata con un semplice saluto. Le sue migliori amiche, Amanda e Victoria erano sempre in ritardo, erano due sorelle benestanti che vivevano nella parte a bene della città, non erano gemelle, avevano due anni di differenza ma il modo di pensare, gli stessi gusti e quello speciale modo di essere diverse ed uguali insieme le rendeva più simili tra di loro di quanto avessero il coraggio di ammettere. Nia le aveva conosciute tre anni prima, si trovavano tutte al Comicon per un'importante occasione; una parte del cast del loro film fantasy preferito era giunto nella capitale per partecipare a quel grandioso evento e loro non avevano voluto perderselo. L'amicizia era nata per caso, Nia indossava il cosplay di una famosa principessa e Victoria le si era avvicinata per una Foto, poi avevano iniziato a chiacchierare, sulla scelta del cosplay, sul perché erano al Comicon, e scoperta la passione che avevano entrambe per Harry Potter, e la provenienza dalla stessa città, si erano scambiate i numeri di cellulare; La loro amicizia da quel momento era decollata, e aveva coinvolto anche Amanda. Nia ed Amanda erano coetane, con gusti estremamente differenti, se a una piaceva il bianco all'altra automaticamente piaceva il nero, Victoria era il catalizzatore, e mediava per far vivere tutti nel grigio. "Prossima fermata Roma termini" la voce dall'altoparlante la fece sobbalzare, chiuse il libro che si era portata per il viaggio e aggiustò tutti o suoi oggetti nella borsa, il suo weekend lungo a Roma stava per cominciare.
 
 "Il divorzio è sempre una brutta gatta da pelare, soprattutto se di mezzo ci sono i figli". Lui questo lo sapeva. Si appoggiò con delicatezza allo schienale della poltrona e guardò il bicchiere che aveva tra le mani, stava per tornare nella terra che per tanti anni gli aveva dato la popolarità, una popolarità che aveva deciso di lasciare quando la sua integrità minacciava di essere rovinata. Il mondo nel quale era diventato famoso, grazie al suo aspetto e a quelle doti di recitazione nelle quali poco credeva, voleva da lui un prezzo che non era disposto a pagare. I registi che lo avevano contattato dopo il suo ultimo film gli avevano chiesto favori sessuali in cambio di qualche parte, favori che lui non era stato disposto a concedere, e così piano piano era finito nel dimenticatoio, anche se c'era ancora qualche fan che sentiva la sua mancanza. Alzò lo sguardo sulla hostess che gli sorrise dolcemente, sapeva di essere ancora affascinante nonostante i suoi quarantasei anni, il suo aspetto in vent'anni era mutato di poco, regalandogli qualche ruga che secondo la sua ex moglie lo rendeva ancora più sexy, e allora Perché Angela dopo diciotto anni insieme aveva preferito un ragazzo di trent'anni a lui? Non si sapeva dare una risposta, forse perché il loro rapporto era diventato monotono e scontato, o semplicemente perché aveva perso il fascino da bello e dannato, acquistando quello di architetto. Porse il bicchiere alla signorina e puntò i suoi occhi azzurro cielo in quelli verdi della Hostess << Grazie lei è stata molto gentile >> Benché conoscesse alla perfezione l'italiano non gli piaceva parlarlo, lui era più portato per il francese e ovviamente per la sua lingua madre, ovvero l'australiano; la giovane contraccambio il suo sorriso e gli ricordò che la fase di atterraggio era vicina e che dunque doveva allacciarsi la cintura, lo fece in un impeccabile inglese e lui ubbidì all'istante allacciandosi la cintura ed emettendo un sonoro sospiro, la sua vacanza lontano dai problemi di Sidney stava per cominciare, e l'ansia di sapere se Roma era ancora bella come l'aveva lasciata gli fece assumere un aria accigliata, la stessa aria che per dieci anni aveva fatto battere i cuori di milioni di adolescenti in mezza Europa.
 
<< Eccola qua! La mia folle preferita! Ma da quant'è che non ci vediamo? Mi avete lasciata qui a Roma tutta sola! >> Nia guardò Isabella che era più bassa di lei di una ventina di centimetri e magra come un elfo e sorrise facendo cadere la valigia e abbracciandola forte, si erano conosciute da meno di un anno e mentre ancora creavano un rapporto lei aveva deciso di punto in bianco di trasferirsi a Roma per studiare recitazione. << È bellissimo vederti lo sai? Mi dispiace solo che Amy e Vic non c'è l'abbiano fatta ha prendere il treno, ma hanno detto che ci raggiungeranno direttamente al nostro albergo, il tuo appartamento e lì vicino no? >> Isa si era offerta di ospitarle, ma le ragazze avevano declinato l'offerta sapendo dai racconti della ragazza quanto le sue coinquiline fossero pesanti, e avevano preferito optare per un albergo economico ma confortevole, << Ma si tranquilla Nia, hanno l'indirizzo e ci si arriva facilmente prendendo la linea uno della metrò, andrà tutto bene, sei sempre troppo paranoica! Rilassati! >> Nia sorrise e recuperò la valigia incamminandosi sottobraccio con Isa, stando attenta alla borsa, l'ultima volta che era stata nella capitale con le sue amiche avevano assistito ad uno scippo e da quel giorno era terrorizzata. << Sono un po' agitata, sta sera e la prima volta che esco in un locale da quando ho rotto con Federico e sono un po' stranita. >> Isa la guardò mentre la scala mobile le portava alla metro, qui si fermarono ad una macchinetta automatica e fecero i biglietti aspettando poi che il convoglio passasse, << Posso capirlo, quanti anni siete stati insieme? Nove? >> Nia sorrise e scosse la testa leggermente a disagio, mentre si spostava accanto ad un obliteratrice per timbrare il biglietto, parlare di quella storia le faceva male, soprattutto perché aveva trovato Federico che la tradiva e per giunta con un uomo. Prese un grande respiro prima di parlare e poi le sorrise ancora, << dieci anni, ci siamo conosciuti all'ultimo anno delle medie e da li siamo stati una cosa sola, forse e per questo che alla fine ha scoperto di essere gay >> Isa ridacchio appena e quando il treno si fermo la prese per mano trascinandola dentro.
 
Si guardò intorno con aria leggermente spaesata e si avvicinò al rullo dove le valigie svogliatamente giravano in attesa che il loro proprietario con mano scattante le prendesse, e così fece lui, prese la grande valigia nera e il borsone più piccolo blu, quando due giorni prima aveva deciso di partire la sua ultima preoccupazione erano state le valigie, voleva solo allontanarsi dall'Australia e da Angela, così aveva lasciato la sua attività nelle mani del socio ed aveva organizzata tutto per tornare in Italia. Mentre ancora si guardava in torno cercando la persona che doveva venire a prenderlo, si chiese perché avesse scelto Roma anziché Parigi lì aveva molti più amici, e lì aveva conosciuto Angela, beh forse proprio per quello non era tornato lì, per evitare i ricordi spiacevoli. Si allontanò dal rullo e distrattamente lo vide, gli anni lo avevano cambiato un po' ma gli occhi erano sempre gli stessi, lo stava aspettando sorridendo e tra le mani aveva un cartello, anche da lontano poteva vedere che non c'era il suo nome scritto ma quello di un suo personaggio. << Tu non sei proprio cambiato, ma com'è possibile? Di la verità Nick hai fatto un patto col diavolo? >> Nick sorrise e si scostò una ciocca di capelli dal volto con un sorriso, allungò poi la mano e tolse il cartello dalle mani di Riccardo, guardando le lettere dorate che formavano il nome e lo voltò verso di se guardandolo meglio, era strano che qualcuno si ricordasse ancora di lui in quel modo. Si chinò e aprì la borsa blu infilandoci dentro il cartello e rinchiudendola subito dopo, quando si rialzò Riccardo lo guardava aspettando ancora una risposta << Mhmh magari, gli avrei chiesto altro invece del bell'aspetto per sempre, piuttosto tu. Potevi mangiare di meno ed evitare di diventare un ciccione >> Riccardo lo guardò alzando un sopracciglio e prese la valigia nera, << Figurati Nicolas e un piacere ospitati per un po' nel mio appartamento, e no non è stato un disturbo venire a prenderti all'aeroporto >> Nick gli andò dietro sempre ridendo e respirò una volta uscito dall'aeroporto l'odore di Roma e dell'Italia. Finché aveva avuto con se la sua Angela nulla gli era parso importante, infondo stavano insieme da diciotto anni erano sposati da otto e avevano due figli di sette e cinque anni, nulla era più importante della sua famiglia per la quale aveva dato tutto. << Prima di andare a casa tua, facciamo un giro? Voglio vedere Roma, ci manco da quindici anni, e voglio vedere se e ancora bella come me la ricordo! >> Riccardo annui e aprì il cofano della macchina alla quale erano arrivati, posando le valigie di Nick e poi partirono verso il centro della città.
 
<< Una doccia era proprio quello che ci voleva sai? E ora sono così felice di essere qui! Roma mi piace sempre un sacco! >> Isa che ormai ci abitava da sette mesi non la pensava allo stesso modo, ma annui lo stesso con un sorriso e Nia si girò voltandole di spalle per ammirare meglio una statua sulla fontana di Trevi, era sempre bello essere circondata dall'arte e Nia amava profondamente l'arte. Dopo aver scattato un paio di foto si girò di scatto con la Nikon in mano e iniziò a scattare convinta di trovare alla sua destra Isa, invece scattò una serie di dieci foto ad un perfetto sconosciuto che sembrava assolutamente a suo agio nonostante l'aggressione non voluta. << Oh mio Dio! Mi perdoni. Non era mia intenzione mi dispiace tantissimo, io.. >> Si fermò un attimo perché le risate di Isabella che si trovava alla sua sinistra la fecero sentire immensamente stupida, l'uomo la guardò dritto negli occhi accennando un sorriso imbronciato e lei lo guardò davvero per la volta, i suoi occhi erano azzurri come il cielo, il suo viso lievemente abbronzato era liscio e quasi senza età, aveva un naso proporzionato, e poi quel sorriso imbronciato. Sbatte un paio di volte le palpebre e lo sconosciuto ancora senza proferire parola alzò una mano lunga e affusolata e si spostò una ciocca di Capelli dal volto, << Non è un problema signorina, magari me le mostra e io poi scelgo quella che mi piace di più, e magari ci mettiamo d'accordo per farmela avere no? >> Aveva uno strano accento e il suo sguardo che lento andava dalla macchina fotografica a lei la fecero bloccare, quindi Isabella prese in mano la situazione e sorrise all'uomo << La prego ci scusi, la mia amica e molto distratta, vuole davvero dare un occhiata alle foto o preferisce che le cancelliamo subito? >> Nia abbassò lo sguardo per non sembrare una stolker e sorrise leggermente rossa in volto, allora l'accompagnatore dello sconosciuto si intromise nella conversazione, << Nicolas, non far perdere tempo a queste giovani signorine e decidi cosa vuoi fare! >> L'uomo che aveva parlato era decisamente più grande delle ragazze e Nia si riscosse dal suo torpore sorridendo e poi senza togliere la macchina fotografica dal collo mostrò gli scatti all'uomo, i dieci scatti che si susseguivano lo vedevano prima sorpreso e poi con quello sguardo distrattamente imbronciato, fino ad arrivare ad un lieve sorriso. << Io direi che sono molto carine la quarta e l'ultima, non so il suo viso e cosi caratteristico, ma se lei ne preferisce un’altra, me lo dica >> Nicolas, cosi chiamava lo sconosciuto, la guardo inclinando la testa di lato << Possiamo darci del tu? Il lei che in Italia usate a sproposito mi fa sentire più vecchio di ciò che sono. >> porse la mano nella direzione di Nia che restò a fissarlo lievemente sorpresa senza fare nulla, così Isa le diede una leggera spinta e lei alzò a sua volta la mano per stringere quella dell'uomo, << Io sono Nia, e scusami ancora, sembra che oggi non me ne vada bene una, lei e la mia amica Isabella >> disse indicando la ragazza che minuta come un folletto fece un passo avanti, l'uomo le guardò entrambe e prima che potesse parlare il suo accompagnatore intervenne di nuovo << Ragazze io sono Riccardo, se aspettate un attimo qui devo dire una cosa al mio amico, un minuto sono, non muovetevi. >> Le ragazze annuirono leggermente imbarazzate e Nia riprese a fare fotografie alla grande fontana questa volta con Isabella come soggetto. << Cosa diavolo hai in mente? Non eri afflitto per il divorzio? Quelle ragazze potrebbero essere minorenni e tu le abbordi in una pubblica piazza?>> Nicolas socchiuse leggermente gli occhi e lo guardò con confusione scuotendo lievemente la testa, << Non stavo cercando di abbordare proprio nessuno, cercavo di essere gentile, e poi secondo me sono più che maggiorenni, ma perché vedi il sesso ovunque? >> Riccardo stava per proseguire ma Nicolas alzò una mano a mezz'aria e tornò dalle ragazze che parlottavano tra loro con un caldo sorriso candido, << Vi va di fare un accordo? Magari sta sera vi invito va mangiare una pizza e voi mi portate le due foto che sono venute meglio? >> Nia spalancò gli occhi e fece un passo indietro scuotendo la testa leggermente terrorizzata mentre Isabella con gli occhi socchiusi lo scrutava, << In realtà non ci va che ci offrano le cose gli uomini conosciuti in una piazza, ma possiamo vederci, con delle altre nostre amiche, ovviamente scegliendo noi il posto, e portandoti le foto. >> Nia guardò Isabella confusa e quest'ultima le diede una leggera gomitata nelle costole per farla riprendere così la ragazza sorrise rossa in volto, l'uomo annui divertito e alzò le mani in segno di resa, << Per me va bene ugualmente, e ditemi ragazze dove volete andare? >> Isabella guardò Nia che si strinse nelle spalle con smarrimento, non conosceva Roma e quindi non poteva essere d'aiuto, oltretutto era anche insicura sul da farsi, così Isabella riprese a parlare sicura, << Direi che possiamo vederci qui alle nove e poi decidiamo il posto, tanto e giovedì le pizzerie non dovrebbero essere piene, e ora scusateci ma io e Nia abbiamo un impegno. >> Così dicendo prese Nia, che ancora sconvolta la guardava, sotto braccio e se la portò via, ma una mano sulla spalla la fece fermare << Questo è il mio numero, così se non verrete potete avvisarmi .>> Isabella inclinò la testa di lato e poi prese il bigliettino con la mano libera e lo guardò socchiudendo gli occhi e leggendo il cognome dell'uomo, poi senza aggiungere altro si dileguò con Nia in mezzo alla folla, per tornare in albergo.
  
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